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«Un dono che diventa un dovere fa da bussola alla nostra vita» (VIDEO e FOTO)

Dono e dovere. Sono questi i due termini che il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, ha voluto porre all’attenzione di fra Andrea Maria Codignola, giovane domenicano cremonese, originario proprio della parrocchia della Cattedrale, prima di ordinarlo diacono. Due termini all’apparenza in contrapposizione che, invece, alla luce della Parola di Dio, riescono a bene a conciliarsi.

«Mettiti sempre di più nelle mani di Dio», ha suggerito il Vescovo. Perché è un «dono sicuro», ha assicurato prima di proseguire: «Tu sei il dono di Dio» e proprio per questo «il dovere di vivere così non ci pesa».

Non solo. «Un dono che diventa un dovere fa da bussola alla nostra vita», ha sottolineato monsignor Napolioni che, citando Charles de Foucauld ha letto il donarmi come «un’esigenza di amore». Ed ecco allora che «dono e dovere» diventano un’esigenza in cui il bene personale coincide anche con quello degli altri. «C’è un modo di servire – ha detto il Vescovo – che serve a te e agli altri».

Sullo sfondo la pagina evangelica con la parabola dei “servi inutili”. Con Cristo che chiede di servirlo con l’autorevolezza di chi lo fa per primo. Ma come fare in modo che il cuore sia docile a questa esigenza? La strada indicata da monsignor Napolioni è stata quella della fede, «che ti fa cercare e trovare il tu della tua vita».

Infine l’invito a vivere la propria vita «con fede e con amore, a servizio di Dio e dei fratelli».

Dopo l’omelia il Vescovo ha interrogato fra Codignola circa gli impegni propri dell’ordine diaconale. È seguito il canto delle litanie dei santi, l’imposizione delle mani da parte del Vescovo e la preghiera di ordinazione.

Poi la liturgia è continuata con la vestizione dell’abito proprio del diacono (stola e dalmatica), la consegna del libro dei Vangeli e l’abbraccio di pace con il Vescovo e gli altri diaconi presenti.

Accanto al vescovo Antonio Napolioni il vescovo emerito Dante Lafranconi e il padre provinciale, i superiori e i formatori domenicani, insieme ad altri frati predicatori.

Insieme ai parenti, nelle prime file, anche tanti amici che hanno voluto dimostrare l’affetto e la vicinanza al novello diacono. In particolare gli amici e gli insegnanti del liceo Vida e i volontari dell’Unitalsi con cui il giovane domenicano ha fatto esperienze di servizio.

Hanno prestato servizio all’altare i seminaristi diocesani insieme agli studenti di teologia domenicani.

Aprendo la Messa il vescovo Napolioni, che ha tracciato un breve profilo del giovane domenicano, ha ricordato anche che quest’anno, senza il diaconato di fra Andrea Maria, non ci sarebbero state ordinazioni in diocesi. «Tu ci mantieni allenati», ha affermato il Vescovo, invitando quindi a pregare per tutte le vocazioni.

Al termine della celebrazione il breve saluto del priore provinciale della Provincia San Domenico in Italia (quella del nord Italia, una delle tre in cui è suddivisa la Penisola).

 

Photogallery della celebrazione

 

 

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Profilo biografico

Classe 1992, Andrea Codignola (oggi fra Andrea Maria Codignola) è originario della parrocchia della Cattedrale di Cremona.

È all’ombra del Torrazzo, infatti, che è cresciuto e si è formato. Dopo il diploma al liceo scientifico Vida, presso il Seminario di Cremona, ha iniziato il percorso vocazionale presso la Provincia dei Domenicani del nord Italia facendo un anno di “aspirantato” (con una serie di incontri in alcuni week-end per approfondire la propria vocazione e la scelta domenicana). Poi un anno di “prenoviziato” a Bergamo (risiedendo qualche mese in uno dei conventi della Provincia) ricevendo quindi l’abito nell’anno di noviziato e facendo poi la professione semplice a Bologna.

È, infatti, nel convento patriarcale di San Domenico, dove sono conservate le spoglie mortali del fondatore, che fra Codignola ha frequentato i tre anni di filosofia, conseguendo il baccellierato in Filosofia, continuando poi con altri tre anni di studi teologici.

Un percorso che lo ha portato, nel settembre del 2018, a emettere la professione solenne nei Dominicani, l’Ordine dei frati predicatori.

Ha voluto essere ordinato diacono nella “sua” Cattedrale, per l’imposizione delle mani del vescovo di Cremona Antonio Napolioni. «Penso sia stato un dono – ci ha confermato a margine della celebrazione di ordinazione – poter essere ordinato nella mia città. Lo vedo come un vero segno di vita ecclesiale. Dio ci parla nella storia della nostra vita ed è bello che alcune tappe fondamentali nella risposta alla sua chiamata vengano fatte in quei posti che hanno segnato la nostra esistenza, come certamente è per me la mia città di Cremona».

Del carisma di san Domenico e della sua famiglia religiosa fra Codignola dice di essere stato affascinato anzitutto dalla «capacità che ha di tenere insieme, senza opposizioni, la contemplazione e lo zelo apostolico, di modo che l’annuncio della Parola di Dio sgorghi dalla sempre più profonda immersione nel mistero di Cristo». «Penso che la via tracciata da san Domenico – afferma il giovane diacono – sia un eccellente modo di conformarsi a Cristo predicatore, avendo uno stile di vita che ricalca il modello degli Apostoli, i quali si dedicavano alla preghiera e al ministero della Parola. Così è anche per noi secondo il motto tratto da san Tommaso “contemplari et contemplata aliis tradere”, e questo è fatto sotto il costante e speciale patrocinio di Maria, come testimonia il Rosario, che è figlio dell’Ordine dei Predicatori».