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Uffici pastorali, ipotesi di trasferimento in via S. Antonio del Fuoco

Il Sinodo della Diocesi di Cremona fotografa la Curia come un “vero e proprio centro pastorale della diocesi”. Così, dopo la riorganizzazione dell’organigramma  voluta dal vescovo Napolioni la scorsa estate, arriva anche la necessità di razionalizzare gli spazi. La riflessione è in corso, coinvolgendo attivamente gli incaricati dei vari uffici.

Un primo indirizzo, però, appare chiaro: per meglio “promuovere e coordinare la vita e l’attività pastorale della Chiesa locale” (cfr. Sinodo, 65), gli uffici pastorali potrebbero presto trovare una nuova sede presso il Centro pastorale diocesano “Maria Sedes Sapientae”, di via S. Antonio del Fuoco, dove già alcune realtà si trovano, quasi a dare vita a una cittadella della pastorale.

Il Palazzo vescovile certo non sarà abbandonato. Lì continueranno ad avere sede il Vicario generale, il Vicario per la Pastorale e il Clero, la Cancelleria, il Tribunale e il Settore amministrativo, insieme alle realtà con le quali quest’ultimo opera in stretta collaborazione. Come il Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa e l’Ufficio per i beni culturali ecclesiastici, recentemente traslocato al piano terreno.

Gran parte del Settore delle attività pastorali, invece, potrebbe spostarsi presso il Centro pastorale diocesano, pensato proprio per favorire “la comunione di intenti e la riflessione sui temi maggiori dell’apostolato”, come precisa il Sinodo.

Una nuova collocazione che prevederà anche nuove modalità di lavoro, sempre più ragionate in sinergia tra i diversi uffici nell’intento di creare percorsi comuni. Proprio per questo nella recente riorganizzazione della Curia gli uffici sono stati raggruppati in quattro “tavoli di coordinamento”: Giovani, Famiglia, Servizio e Cultura.

Per tali uffici è prevista la collocazione al piano rialzato del Centro pastorale diocesano, auspicando una “proficua collaborazione” anche con le associazioni e i gruppi dell’area ecclesiale, già presenti nella struttura e a cui sarà riservato ulteriore spazio.

Al Centro pastorale diocesano dovrebbe trovare nuova sede anche l’Ufficio di pastorale giovanile con la Federazione Oratori Cremonesi, lasciando così l’ex chiesa di S. Facio, meglio conosciuta come Foppone, distante solo pochi metri. Una nuova collocazione che permetterà di avere a disposizione adeguati spazi per lo stoccaggio dei materiali.

Ritroverà nuova vita, dunque, il Foppone che, grazie al recupero della struttura effettuato in passato, potrà garantire spazi di incontro e confronto, in particolare nell’ex aula liturgica che potrà essere adibita a sala polivalente.

La presenza, accanto agli uffici pastorali, della Casa della Comunicazione tornerà molto utile. I settori pastorali, in sinergia tra loro, troveranno nell’Ufficio per le comunicazioni lo strumento più adeguato per mantenere contatti diretti con il territorio, sia civile che ecclesiale. Dall’altro la Casa della comunicazione metterà a disposizione degli uffici i suoi strumenti, oggi sempre più indispensabili per la conoscenza, l’approfondimento e la diffusione dei contenuti che si vogliono mettere a disposizione di tutte le componenti della Chiesa diocesana e del territorio.

Senza tralasciare un’altra presenza significativa. Al di là di via Stenico si trova infatti la Casa dell’Accoglienza con gli uffici della Caritas, i cui servizi, proprio nell’ambito di questa riorganizzazione, potrebbero estendersi anche al di fuori di tale sede. Tra l’altro proprio la gestione del Centro pastorale diocesano e del Foppone potrebbe essere affidata a “Servizi per l’Accoglienza”, la società cooperativa sociale che fa riferimento alla Caritas.

I dettagli della suddivisione dei locali all’interno del Centro pastorale diocesano restano comunque ancora da definire, lasciando spazio anche a luoghi di formazione e incontro e, al piano superiore, ad associazioni e gruppi ecclesiali.

Dopo l’estate, con l’avvio del nuovo anno pastorale, potrebbe già essere operativa la nuova fisionomia del Centro pastorale diocesano: davvero, dunque, un “centro pastorale” in cui poter far convergere, in spirito di servizio, le varie articolazioni della comunità diocesana.