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“Tutto è grazia”, don Piacentini nuovo parroco di Castelleone

“Tutto è grazia”, con queste parole di santa Teresa del Bambin Gesù, ricavate dal romanzo di Bernanos, Diario di un curato di campagna, don Giambattista ha salutato come parroco i fedeli di Castelleone al termine della celebrazione eucaristica di domenica 30 settembre. “Ogni occasione e fase della vita è grazia”, ha continuato don Giambattista, e “in questi mesi ho potuto ripercorrere la mia vita esprimendo gratitudine per i doni ricevuti: la vita, essere cristiano, essere sacerdote, essere accolto nella grande famiglia della Chiesa”. Doni ricevuti che devono essere spesi per gli altri perché è necessario “guardare con occhi di simpatia tutte le persone, segni della presenza del Signore in tutti”.

Il saluto finale di don Piacentini

Dopo la preghiera di affidamento a Maria al Santuario della misericordia, il parroco è stato accolto dal vescovo Napolioni alla chiesa della Trinità da cui è partita la processione per la Parrocchiale.

Sul sagrato della chiesa parrocchiale don Giambattista ha ricevuto dal sindaco di Castelleone, Pietro Fiori, il benvenuto a nome di tutta la cittadinanza. Il sindaco ha auspicato la collaborazione tra le diverse istituzioni e tra gli uomini delle istituzioni. Augurando che don Giambattista sia ben accolto nella comunità “che forse all’inizio le sembrerà un po’ ‘sulle sue’, ma che è capace di dare cuore e anima per un ideale, di dedicare tempo e fare grandi cose per gli altri, ricca com’è di decine di associazioni, enti, società sportive”, offrendo al parroco la collaborazione per aiutare la comunità ad essere sempre più unita, solidale e disponibile all’incontro con l’altro.

Nel saluto di benvenuto delle comunità parrocchiali di Castelleone e di Corte Madama, letto da un componente del Consiglio pastorale parrocchiale, attraverso la consegna di tre simboli al parroco, sono stati messi in evidenza tre aspetti importanti della vita della comunità. Le chiavi della chiesa parrocchiale, una pietra del nuovo oratorio e una stola, rappresentano la speranza in una guida sicura, aperta al futuro e fondata sulla preghiera.

Nell’omelia il vescovo Antonio Napolioni, prendendo spunto dalle letture domenicali ha dato tre indicazioni per la vita di una comunità parrocchiale: senza muri né confini perché lo Spirito è donato a chiunque; senza tarme né ruggine, bisogna eliminare la ruggine del cuore e dei rapporti e fare circolare la misericordia; senza scandali e senza miracoli, bisogna mettersi alla scuola della parola di Dio per convertirsi. “La Parrocchia deve essere il luogo dove nessuno muore di sete e dove ci si accorge di chi ha sete” e dissetarsi così alla sorgente del Vangelo.

Al termine della celebrazione la comunità ha salutato festosamente don Giambattista con un momento conviviale in piazza del Comune, mentre nel pomeriggio il parroco si è recato presso la Fondazione Brunenghi per una preghiera mariana con gli ospiti della Fondazione e con gli anziani della parrocchia.

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