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PROTEGGERE, PREVENIRE, FORMARE – PRIMO REPORT – SINTESI PER LA STAMPA

CONFERENZA
EPISCOPALE
ITALIANA
17 NOVEMBRE 2022
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Gli obiettivi e la metodologia della rilevazione
L’obiettivo della rilevazione è quello di verificare, nel biennio 2020-2021, lo stato dell’arte
in merito all’attivazione del Servizio Diocesano o Inter-diocesano per la tutela dei minori
(SDTM/SITM), del Centro di ascolto e del Servizio Regionale per la tutela dei minori (SRTM)
nelle Diocesi italiane. Il presente report intende offrire uno strumento conoscitivo alla
Conferenza Episcopale Italiana per implementare le azioni di tutela dei minori e delle
persone vulnerabili nelle Diocesi italiane. A tale scopo, la metodologia del lavoro ha previsto
la definizione e la somministrazione online di tre strumenti di rilevazione, uno destinato ai
referenti diocesani per analizzare la struttura e le attività del SDTM/SITM, il secondo
destinato ai referenti delle Regioni ecclesiastiche, il terzo indirizzato ai referenti dei Centri
di ascolto. I dati raccolti sono stati elaborati differenziando le diverse situazioni a livello
territoriale e dimensionale.
1. I Servizi Diocesani e Inter-diocesani per la tutela dei minori
I Servizi sono presenti in tutte le 226 Diocesi italiane. Le elaborazioni effettuate fanno
riferimento a 158 risposte su 166 Diocesi coinvolte: 8 Servizi sono infatti a carattere Interdiocesano. La rappresentatività statistica del campione di indagine è pari al 73,4% (166
Diocesi sulle 226 totali in Italia e, ad oggi, sono in corso ulteriori accorpamenti).
 La distribuzione geografica del campione evidenzia una relativa omogeneità nella
presenza di Diocesi collocate nelle diverse aree del nostro Paese (seppure al Centro
Italia corrisponda una percentuale di poco inferiore a quella di Sud e Nord). Dal
punto di vista dimensionale, le Diocesi del campione sono soprattutto di medie
dimensioni (tra 100 e 250mila abitanti), seguite dalle Diocesi di grandi (oltre
250mila) e piccole dimensioni (fino a 100mila).
 Ad avere l’incarico di referente nella maggior parte dei casi è un sacerdote (51,3%),
seguito da laico o laica (42,4%) e solo raramente un religioso o una religiosa (6,3%).
Le Diocesi di piccole dimensioni invece si distinguono in quanto a ricoprire il ruolo
di referente, in oltre la metà dei casi, è un laico/a (56, 0%), mentre negli altri casi
un sacerdote.
 Il 77,2% delle Diocesi censite ha una équipe di esperti a sostegno del SDTM.
 Le principali attività svolte dal SDTM consistono in incontri e corsi formativi.
 Il numero di incontri formativi proposti nel biennio in esame (2020-2021) è
cresciuto notevolmente, passando dai 272 incontri del 2020 ai 428 del 2021.
 Il numero di partecipanti conferma il trend di crescita: da 7.706 nel 2020 a 12.211
nel 2021, con l’aumento più alto per gli operatori pastorali, passati da 3.268 a 5.760.
 Le relazioni tra SDTM e altri organismi ecclesiali, quali Ordinari religiosi e
Superiori di istituti femminili, risultano scarse: solo il 4,7% dichiara di aver
promosso iniziative comuni.
 Anche le iniziative o le collaborazioni con altri enti, associazioni, istituzioni non
ecclesiali, risultano limitate (12,2%); solo nell’11,4% dei casi il SDTM partecipa a
tavoli istituzionali civili.
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 Gli Uffici diocesani con i quali sono state avviate collaborazioni sono soprattutto
l’Ufficio per la pastorale giovanile (53,3%), l’Ufficio per la pastorale familiare
(47,4%), l’Ufficio scuola (35,6%).
 La maggior parte delle Diocesi ha attivato un Centro di ascolto (70,8%), in
particolare nelle Diocesi di grandi dimensioni (84,8%).
 Le modalità con cui vengono pubblicizzate le attività del SDTM si avvalgono
soprattutto del sito web (67,7%), in secondo luogo si utilizzano presentazioni o
comunicazioni ordinarie alla stampa (42,4%).
 I referenti dei SDTM sono stati chiamati a fornire un parere in merito ai punti di
forza e di debolezza del sistema sinora costituito a livello diocesano. Tra i punti di
forza vengono indicati in via prioritaria la sensibilità di educatori e catechisti nei
confronti del tema degli abusi sui minori (il punteggio medio da 1 a 10 è 7,3) e la
gestione delle relazioni con gli Uffici pastorali diocesani (7,1), con il Seminario
diocesano (6,5) e con educatori e catechisti (6,4).
 I punti negativi risultano invece: la capacità di gestire relazioni con Istituti e
Congregazioni religiose (5,1), con le associazioni non ecclesiali (4,9), con gli enti locali
(4,8); infine, il giudizio più negativo è riservato all’attività di comunicazione
realizzata sui media locali (4,1) circa le iniziative proposte dai Servizi.
2. I Centri di ascolto
Sono stati rilevati dati relativi a 90 Centri di ascolto: di questi 21 attivati nel 2019 o prima,
30 nel 2020, 29 nel 2021 e 10 nel 2022. L’attivazione dei Centri di ascolto è strettamente
correlata alla dimensione delle Diocesi, con 38 Centri costituiti in Diocesi di grandi
dimensioni o Diocesi che si sono aggregate.
 La sede del Centro di ascolto differisce dalla sede della Curia diocesana nel 74,4% dei
casi.
 Il responsabile del Centro, in oltre due terzi dei casi, è un laico o una laica (77,8%).
Meno frequente è la scelta di un sacerdote (15,5%), oppure un religioso o una religiosa
(6,7%). Tra i laici prevalgono nettamente le donne, che quindi rappresentano i due
terzi dei responsabili.
 Nella maggior parte dei casi (83,3%), i Centri di ascolto sono supportati da una
équipe di esperti.
 Nel biennio in esame il totale dei contatti registrati da 30 Centri di ascolto è stato
pari a 86, di cui 38 contatti nel 2020 e 48 nel 2021.
 Il genere delle persone che hanno contattato il Centro rivela una maggiore
rappresentazione delle donne (54,7%).
 I contatti sono avvenuti principalmente via telefono (55,2%) o, in misura inferiore,
tramite corrispondenza online (28,1%).
 Il motivo del contatto è rappresentato dalla volontà di segnalare il fatto all’Autorità
ecclesiastica (53,1%), dalla richiesta di informazioni (20,8%), da una consulenza
specialistica (15,6%).
 I casi segnalati, anche per fatti riferiti al passato, riguardano 89 persone, di cui 61
nella fascia di età 10-18 anni, 16 over 18 anni (adulto vulnerabile) e 12 under 10 anni.
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 Circa la tipologia dei casi segnalati, è emersa la prevalenza di “comportamenti e
linguaggi inappropriati” (24), seguiti da “toccamenti” (21); “molestie sessuali” (13);
“rapporti sessuali” (9); “esibizione di pornografia” (4); “adescamento online” (3);
“atti di esibizionismo” (2).
 Le segnalazioni fanno riferimento a casi recenti e/o attuali (52,8%) e a casi del
passato (47,2%).
 Il profilo dei 68 presunti autori di reato evidenzia soggetti di età compresa tra i 40
e i 60 anni all’epoca dei fatti, in oltre la metà dei casi. Il ruolo ecclesiale ricoperto al
momento dei fatti è quello di chierici (30), a seguire di laici (23), infine di religiosi
(15). Tra i laici emergono i ruoli di insegnante di religione; sagrestano; animatore
di oratorio o grest; catechista; responsabile di associazione.
 Il contesto nel quale i presunti reati sono avvenuti è quasi esclusivamente un luogo
fisico (94,4%), in prevalenza in ambito parrocchiale (33,3%) o nella sede di un
movimento o di una associazione (21,4%) o in una casa di formazione o seminario
(11,9%).
 A seguito della trasmissione della segnalazione all’Autorità ecclesiastica da parte dei
Centri di ascolto, tra le azioni poste in essere sono risultati prevalenti i
“provvedimenti disciplinari”, seguiti da “indagine previa” e “trasmissione al
Dicastero per la Dottrina della Fede”.
 Tra le azioni di accompagnamento delle presunte vittime, i Centri forniscono
informazioni e aggiornamenti sull’iter della pratica (43,9%), organizzano incontri
con l’Ordinario (24,6%), offrono un percorso di sostegno psicoterapeutico (14,0%)
e di accompagnamento spirituale (12,3%).
 Ai presunti autori degli abusi vengono proposti percorsi di riparazione,
responsabilizzazione e conversione, compresi l’inserimento in “comunità di
accoglienza specializzata” (un terzo dei casi rilevati) e percorsi di
“accompagnamento psicoterapeutico” (circa un quarto dei casi).
3.I Servizi regionali per la tutela dei minori
I Servizi regionali (SRTM) attivati sono 16 e comprendono la totalità delle Regioni
ecclesiastiche (le Regioni politiche Piemonte e Valle D’Aosta; Abruzzo e Molise; Veneto,
Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia costituiscono rispettivamente la Conferenza
Episcopale Piemontese, la Conferenza Episcopale Abruzzese-Molisana e la Conferenza
Episcopale Triveneta). Rappresentano il luogo di coordinamento tra i Servizi diocesani e
organizzano iniziative di formazione dei membri degli stessi Servizi. Le attività del SRTM
sono state quasi esclusivamente iniziative di carattere formativo, con 36 incontri nel 2020
e 62 nel 2021 (per un totale di 98 incontri con 2.746 partecipanti)