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Torniamo al gusto del pane: una riflessione a partire dal tema del prossimo Congresso eucaristico nazionale

In preparazione al 27° Congresso eucaristico nazionale, in programma a Matera dal 22 al 25 settembre, al quale parteciperà anche il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, accompagnato da una delegazione diocesana, viene proposto un percorso di approfondimento settimanale, curato da don Daniele Piazzi, incaricato diocesano per la Pastorale liturgica.

 

Iniziamo a riflettere sul tema dell’evento: “Torniamo al gusto del pane. Per una Chiesa eucaristica e sinodale”. Il Consiglio episcopale permanente della Conferenza episcopale italiana lo ha definito «parte integrante del Cammino sinodale delle Chiese in Italia, in quanto manifestazione di una Chiesa che trae dall’Eucaristia il proprio paradigma sinodale».

Se Chiesa e Sinodo sono sinonimi, come affermava Giovanni Crisostomo, entrambi hanno nell’Eucaristia la fonte della comunione, il principio della missione e il sostegno per il cammino. La prassi celebrativa e la riflessione teologica ci insegnano che anche Chiesa ed Eucaristia non si possono pensare se non fortemente unite attraverso la partecipazione alla mensa di Cristo, quando secondo le parole di sant’Agostino, «fatti membra del suo corpo, siamo trasformati in colui che abbiamo ricevuto». Lì, Eucaristia e Chiesa appaiono così strettamente congiunte da essere l’unico Corpo di Cristo.

Se la sinodalità è anzitutto uno stile, un modo di camminare insieme come popolo di Dio nella storia, non possono mancare esperienze e situazioni, tempi e luoghi nei quali questo stile si
manifesta in modo visibile e puntuale. Sono esperienze nelle quali la sinodalità si fa evento, esercizio, “sinodo” in senso stretto, inteso come esperienza del camminare insieme, e il sinodo si fa “sinassi”, cioè raduno, per un incontro particolare della comunità (un concilio, un sinodo di vescovi, una assemblea diocesana o parrocchiale) in vista di una decisione, di uno scambio, di un discernimento e di un orientamento.

Tra queste esperienze sinodali, l’Eucaristia – e in modo paradigmatico l’Eucaristia domenicale – rappresenta quell’evento sorgivo per cui a buon diritto si è parlato di «fonte e apice di
tutta la vita cristiana» (LG 11), in questo caso fonte e apice del convenire ecclesiale e del camminare sinodale.

Pensando alla celebrazione dell’Eucaristia, sembra che in prima battuta essa rinvii all’esperienza dello stare, piuttosto che dell’andare; del fermarsi, piuttosto che del camminare. Eppure, come la stessa etimologia del termine assemblea è capace di evocare (assemblea, da ad-simulare, mettere insieme; secondo altri da simul ambulare, camminare insieme), il tema del camminare non è affatto estraneo all’evento del convenire liturgico: si cammina per andare all’assemblea; si cammina dentro l’assemblea, nei diversi movimenti previsti dal rito (tra tutti, quello della comunione eucaristica); si cammina al termine della celebrazione, per sciogliere l’assemblea e fare ritorno alla vita quotidiana, nella prospettiva del servizio testimoniale e della vita vissuta come missione. Certamente si cammina per convenire verso una meta ed insieme una sorgente: nella statio dell’assemblea radunata per la celebrazione dei misteri si manifesta al contempo il mistero del Signore che si fa presente in mezzo ai suoi e il mistero della Chiesa che si riceve dal suo Signore.

 

Verso il Congresso eucaristico di Matera: disponibile il sussidio pastorale