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Tante emozioni per l’Unitalsi cremonese a Roma per il Giubileo dei Malati

Anche una delegazione cremonese ha preso parte al Giubileo degli ammalati e delle persone disabili che dal 10 al 12 giugno si è svolto a Roma: presenti 13 persone in carrozzina, una ventina di volontari, tra dame e barellieri, insieme a pellegrini provenienti dall’intera diocesi.

“Il pellegrinaggio è un segno peculiare nell’Anno Santo, perché è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è viator, un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata. Anche per raggiungere la Porta Santa a Roma e in ogni altro luogo, ognuno dovrà compiere, secondo le proprie forze, un pellegrinaggio. Esso sarà un segno del fatto che anche la misericordia è una meta da raggiungere e che richiede impegno e sacrificio. Il pellegrinaggi, quindi, sia stimolo alla conversione: attraversando la Porta Santa ci lasceremo abbracciare dalla Misericordia di Dio e ci impegneremo ad essere misericordiosi con gli altri come il Padre lo è con noi”. (Misericodiae Vultus)

È leggendo e meditando queste parole, scritte da Papa Francesco, che ha avuto inizio il viaggio della delegazione cremonese dell’Unitalsi, accompagnata dalla presidente Maria Enrica Lambri e dall’assistente spirituale don Maurizio Lucini.

Nella primissima mattina di venerdì 10 giugno con due pullman, di cui uno con pedana per disabili, una settantina di partecipanti si sono trovati per il pellegrinaggio unitalsiano verso Roma per il Giubileo degli ammalati e delle persone disabili. Prima tappa romana la Basilica di San Paolo fuori le Mura dove il folto gruppo ha visitato l’interno della grande chiesa e pregato sulla tomba dell’apostolo Paolo ripetendo le sue parole: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, conservato la fede” (2Tm 4,7).

Dopo la foto di gruppo nel cortile antistante, ai piedi della statua di San Paolo, la sistemazione alla Casa Bonus Pastor, all’interno del Vicariato di Roma. A conclusione del primo giorno la Santa Messa nella cappella maggiore, dedicata ai Santi Protomartiri Romani per volere di papa Pio XI, collocata all’interno dell’edifico.

Il secondo giorno romano, sabato 11 giugno, si è aperto con la celebrazione eucaristica. Dopo la colazione l’appuntamento è stato presso la Grotta di Lourdes, all’interno dei Giardini Vaticani, copia fedele di quella di Massabielle, donata nel 1902 dai francesi a Papa Leone XIII, con l’altare originale della Grotta dei Pirenei regalato al Pontefice Giovanni XXIII nel 1960.

Con una salita che costeggia la Scogliera Artificiale e passa davanti al Monastero Mater Ecclesiae, residenza del papa emerito Benedetto XVI, le persone in carrozzina, spinte dal personale unitalsiano e accompagnate dai pellegrini, hanno raggiunto questo luogo speciale per l’affidamento personale a Maria e per il cammino Giubilare, appuntamento successivo della mattinata.

Il pellegrinaggio è un simbolo che ha arricchito la tradizione giubilare ed è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è un pellegrino che percorre la strada fino alla meta attesa e desiderata.

Con questo pensiero ha avuto inizio la preparazione al passaggio della Porta Santa, che ha portato tutti in processione verso San Pietro, per poi all’interno pregare sulla tomba di Pietro, cuore della basilica, con le parole dell’apostolo “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”, professando la propria fede. Il passaggio sulle tombe di San Giovanni Paolo II e San Giovanni XXIII ha concluso la visita.

dopo pranzo un giro per le strade di Roma, da piazza Navona al Pantheon, dalla Fontana di Trevi all’Altare della Patria, dai Fori Imperiali al Colosseo e all’Arco di Costantino chiude una giornata densa di emozioni.

Al centro dell’ultimo giorno di soggiorno a Roma, domenica 12 giugno, la Santa Messa con papa Francesco nella piazza San Pietro. L’attesa sotto la pioggia per la prima parte della mattina non ha scalfito l’entusiasmo delle migliaia di persone presenti, entusiasmo che ha svegliato anche il sole per il resto della mattinata.

Alla messa per il Giubileo dei disabili e dei malati, Francesco ha messo in guardia dalla tentazione di rinchiudere gli “imperfetti” in “riserve di pietismo” o di considerarli “un costo insostenibile”. “La felicità che ognuno desidera, d’altronde, può esprimersi in tanti modi e può essere raggiunta solo se siamo capaci di amare. Questa è la strada! E’ sempre una questione di amore, non c’è un’altra strada. La vera sfida è quella di chi ama di più. Quante persone disabili e sofferenti si riaprono alla vita appena scoprono di essere amate! E quanto amore può sgorgare da un cuore anche solo per un sorriso! La terapia del sorriso…”.

Le letture della Messa sono state proclamate da persone con diverse disabilità e tradotte nella Lingua dei Segni Internazionale. Una ragazza cieca ha letto da un lezionario in braille e il rito è stato seguito in diretta mondiale in streaming con la lingua dei segni. Anche in piazza i maxi schermi hanno trasmesso le traduzioni in L.I.S. mentre le preghiere dei fedeli, in varie lingue, sono eseguite da persone ammalate e con disabilità di diversa nazionalità.

Inoltre, per la prima volta in Piazza san Pietro, la lettura del vangelo è stata anche drammatizzata da un gruppo di persone disabili intellettive (con i costumi della Palestina di 2000 anni fa) per permettere che il testo fosse compreso soprattutto dai pellegrini con disabilità mentale/intellettiva.

Al termine della Celebrazione, il Papa ha salutato alcuni malati e accompagnatori presenti. Quindi, ha voluto rivolgere il suo saluto alla folla, facendo un giro in Piazza a bordo della papamobile.

Omelia di Papa Francesco (testo)

Le parole del Santo Padre all’Angelus (testo)

L’attesa della Messa, invece, è stata scandita da testimonianze di fede anche nel dolore, come quella di Enrico Petrillo, marito di Chiara Corbella deceduta a soli 28 anni per un tumore scoperto durante la gravidanza, e del noto padre Cyril Axerold, redentorista, sordo-cieco, che ha messo in risalto come ancora resti molto da fare per l’accoglienza delle persone disabili.

Dopo pranzo la partenza per il rientro. “Nel ringraziavi per aver partecipato a questo pellegrinaggio – le parole di saluto della presidente Maria Enrica durante il viaggio di ritorno – mi sorgono alcune riflessioni che desidero condividere con voi. Siamo stati bene insieme in questi tre giorni ed abbiamo vissuto momenti veramente indimenticabili, abbiamo fatto amicizia e ci siamo scambiati confidenze, ma sopratutto abbiamo saputo cogliere alcuni aspetti essenziali che ci aiutano ad essere ancor più cristiani. Le piccole incomprensioni e i piccoli inghippi, normali come nella vita quotidiana, ci hanno fatto crescere come persone fiduciose della disponibilità e dell’aiuto degli altri. Fare comunione ed essere a supporto dell’altro è ciò che ci chiede il Signore e noi con la preghiera e con i nostri atteggiamenti abbiamo cercato di seguire questo cammino.  Ci lasciamo oggi con la speranza di poter vivere altri momenti come questi”.

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Prossimi appuntamenti

Il prossimo appuntamento sarà dal 31 luglio al 5 agosto a Lourdes. Quest’anno con una grande novità: non si andrà più con il cosiddetto “treno bianco”, bensì in pullman.  Tra i pellegrinaggi 2016 da ricordare anche quello di domenica 25 settembre al Santuario di Caravaggio, in apertura del nuovo anno pastorale, presieduto dal vescovo Antonio Napolioni. Per informazioni e iscrizioni (per Lourdes stanno per chiudersi) occorre rivolgersi alla sede dell’Unitalsi cremonese in via S. Antonio del Fuoco, 9/a – 26100 Cremona – tel./fax 0372/458946 – mail cremona@unitalsilombarda.it  – www.unitalsicremona.info.