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Il vescovo allo Zaist: «Il nostro progetto di unità sia figlio del grande progetto che viene dal Signore»

«Il nostro progetto di unità sia figlio del grande progetto che viene dal Signore». Con queste parole il vescovo Antonio Napolioni ha introdotto la celebrazione conclusiva della visita pastorale nelle parrocchie di San Francesco d’Assisi e Immacolata Concezione, nei quartieri Zaist e Maristella di Cremona, durante la quale è stata ufficialmente sancita la nascita della nuova unità pastorale “Madre di speranza”, che comprende anche le parrocchie di Borgo Loreto e San Bernardo.

Proprio alla luce di questo, il vescovo nell’omelia ha voluto proporre una rilettura dell’inno alla carità di san Paolo, immaginando che «la nostra comunità possa diventare luogo di vera benevolenza, di magnanimità, di fraternità e di amore, perché tutti quanti siamo chiamati alla stessa santità».

Il cammino di condivisione che ha portato alla formazione dell’unità pastorale “Madre di speranza” procede già da alcuni anni, tanto che tra venerdì 28 e sabato 29 gennaio monsignor Napolioni ha avuto modo di incontrare gli adolescenti, i giovani e le famiglie che partecipano ai percorsi di catechesi comuni a tutte e quattro le parrocchie.

«Abbiamo visto una bellissima partecipazione – racconta il parroco di San Francesco e Immacolata Concezione, don Gianni Cavagnoli – sia da parte dei ragazzi che delle famiglie. Sono stati momenti di incontro vivaci e frizzanti, il che è sempre un bene».

Alle sue parole hanno fatto eco quelle del vescovo: «Abbiamo vissuto momenti preziosi: è stato sufficiente incrociare lo sguardo di qualcuno perché lì avvenisse il Regno di Dio».

Quella allo Zaist e al Maristella «è stata una visita all’insegna della semplicità – prosegue don Cavagnoli – che ha posto al centro l’incontro e la relazione». Relazione che è stata oggetto di riflessione anche da parte di Napolioni, che ha sottolineato come sia opportuno ricordare che «l’onnipotenza del Signore si rivela nella piccolezza, rendendo preziose le nostre briciole di amore. Ecco perché la vita cristiana, da fratelli, chiede di essere vissuta nella logica del dono, e non del possesso».

Il vescovo ha poi concluso la propria omelia con un augurio rivolto alla nuova unità pastorale: «Le quattro parrocchie – definite da Napolioni quattro tende sempre aperte di un ospedale da campo, secondo l’immagine usata spesso da Papa Francesco – possano progettare davvero insieme il loro servizio e la loro missione, senza individualismo, ma affidandosi al Signore».

La celebrazione di domenica 30 gennaio, concelebrata, oltre che dal parroco, anche da don Pietro Samarini, don Piergiorgio Tizzi, don Vilmo Realini e don Antonio Agnelli, ha quindi concluso, dopo la prefestiva celebrata sabato 29 al Maristella, la visita pastorale. A coronamento di essa è stato dunque proclamato il decreto di costituzione dell’unità pastorale “Madre di Speranza”. Il moderatore, don Samarini, ha poi voluto ringraziare tutti i fedeli per l’impegno che, nel corso del tempo, hanno profuso a favore della comunità, ed esortare ciascuno a continuare nel cammino intrapreso.




Visita pastorale, il Vescovo incontra le comunità dei quartieri Zaist e al Maristella

È ormai alle porte, per le parrocchie di San Francesco d’Assisi e Maristella, la visita pastorale, che le vedrà coinvolte nel fine settimana dal 28 al 30 gennaio. Proseguendo il suo percorso nella Zona III, il Vescovo Napolioni incontrerà le due comunità dopo aver visitato le parrocchie di San Bernardo e Borgo Loreto, con le quali San Francesco e Maristella collaborano da alcuni anni in vista della formazione dell’Unità pastorale “Madre di speranza” che sarà formalizzata con la lettura del decreto di costituzione proprio durante la Messa di chiusura della visita pastorale.

«È estremamente significativo – racconta il parroco, don Gianni Cavagnoli – che il Vescovo abbia scelto di visitare le nostre parrocchie in settimane differenti, ma dando un senso di continuità: è il segno bello di quell’unione, quell’unità che tentiamo di costruire grazie al lavoro svolto in questi anni da sacerdoti e laici».

La preparazione di questo momento ha quindi coinvolto tutte e quattro le parrocchie di Borgo Loreto, Maristella, San Bernardo e San Francesco, benché la visita sia stata articolata nell’arco di due settimane.

In questa seconda parte della visita, giovedì 27 gennaio il Vescovo parteciperà alla scuola della Parola, in programma alle 21 a San Francesco, un momento di introduzione alla visita, «così da poter condividere con la nostra comunità – spiega don Cavagnoli – il consueto momento di formazione, crescita e discernimento che ci accompagna di settimana in settimana».

La serata di venerdì 28 gennaio, poi, sarà interamente dedicata agli incontri con adolescenti e giovani di tutte e quattro le parrocchie, dal momento che i percorsi di formazione sono ormai unificati. Si comincerà con i ragazzi più giovani, che avranno la loro occasione di confronto con il Vescovo a partire dalle 19.15 presso l’oratorio di San Francesco, ai quali si uniranno successivamente i più grandi, per vivere insieme un’esperienza formativa laboratoriale.

Nel corso degli anni, l’oratorio legato al quartiere Zaist è divenuto sempre più luogo di aggregazione e formazione, sia per i ragazzi già legati alle attività della parrocchia, sia per chi, proprio grazie all’esperienza oratoriana, vi si è avvicinato. «Per questo motivo è diventato – prosegue Cavagnoli – il polo trainante dell’attività di pastorale giovanile di tutta la comunità, sebbene non manchino proposte ed iniziative particolari in ciascuna delle parrocchie. In quest’ottica, la presenza di un unico vicario, don Piergiorgio Tizzi, ha contribuito alla costituzione di un grande gruppo di adolescenti e giovani impegnati nelle attività che, insieme a catechisti ed educatori, cerchiamo di proporre».

Nel pomeriggio di sabato 29, invece, sarà dato spazio alle famiglie ed ai genitori dei ragazzi dell’iniziazione cristiana, che mons. Napolioni incontrerà al Maristella a partire dalle 15.30.

Infine, domenica 30 gennaio, sarà la celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo alle 11 a San Francesco e trasmessa in diretta tv, a concludere la visita pastorale e, come detto in precedenza, a formalizzare la costituzione dell’unità pastorale “Madre di Speranza”, che avrà come moderatore don Pietro Samarini, parroco di San Bernardo e Borgo Loreto, il quale si avvarrà anche della «preziosa collaborazione di don Vilmo Realini e don Antonio Agnelli – conclude don Gianni Cavagnoli – grazie ai quali è davvero possibile parlare di comunione e condivisione all’interno delle nostre parrocchie».

 




Visita pastorale, il Vescovo a Borgo Loreto: «Le nostre famiglie danno vita ad una sola grande famiglia»

«La Parola oggi ci ricorda che siamo un corpo solo, che le nostre famiglie, riunendosi, danno vita ad una sola grande famiglia». Così il vescovo Antonio Napolioni nella Messa di chiusura della visita pastorale nelle parrocchie San Bernardo e della Beata Vergine Lauretana e San Genesio, a Cremona, presieduta nella mattinata di domenica 23 gennaio a Borgo Loreto.A partire da giovedì 20 gennaio, infatti, le due comunità cittadine hanno accolto il vescovo che, insieme a ragazzi, famiglie e adulti, ha condiviso alcuni momenti di preghiera, formazione e confronto.

Ed è stato proprio monsignor Napolioni a prendere spunto dal dialogo avuto durante uno degli incontri in programma per aprire la propria riflessione durante l’omelia della celebrazione conclusiva, sottolineando come «la Parola del Signore è sorgente di verità e grazia, è portatrice di una pienezza che fa scoppiare il cuore di gioia».

Il Vescovo ha poi richiamato il valore unificante che il Vangelo porta con sé, sottolineando come il cammino di unione che coinvolge le parrocchie di San Bernardo e Borgo Loreto sia un sentiero da percorrere alla luce del Vangelo, «perché è in esso che troviamo la forza necessaria a guardare al futuro con speranza».

La celebrazione eucaristica – concelebrata dal parroco don Pietro Samarini insieme al vicario don Piergiorgio Tizzi e al collaboratore parrocchiale don Vilmo Realini, alla presenza di un nutrito gruppo di scout – ha formalmente concluso la visita pastorale a Borgo Loreto e San Bernardo, lasciando però una parte di cammino in sospeso.

«Abbiamo vissuto momenti particolari per le nostre parrocchie – racconta don Samarini – perché ci è stata offerta la possibilità di preparare e assaporare qualche momento di vera condivisione con il nostro vescovo. Tuttavia non è questo il momento per fermarci: davanti a noi ci attende un cammino di crescita nella comunione che dovremo percorrere insieme ai nostri fratelli di San Francesco e Immacolata Concezione».

Le quattro parrocchie, ormai da alcuni anni, stanno collaborando in vista della costituzione di una unità pastorale. Per questo motivo il vescovo visiterà proprio le comunità dei quartieri Zaist e Maristella nel prossimo fine settimana, tra il 27 ed il 30 gennaio.

«Non abbiamo paura a unire le nostre parrocchie – ha ricordato il Vescovo nell’omelia – perché sappiamo che il nostro cammino è sostenuto dalla presenza del Signore, che ci accompagna anche quando la condivisione diventa più difficoltosa».

Una condivisione che verrà formalizzata proprio domenica 30 gennaio, ma che già da alcuni anni viene vissuta dai fedeli di Borgo Loreto, San Bernardo, San Francesco d’Assisi e Maristella. A testimonianza di questo, la scelta di programmare incontri comuni, distribuiti nell’arco dei due fine settimana, «con i formatori e i collaboratori parrocchiali che hanno avuto modo di incontrare il vescovo tra venerdì 21 e sabato 22 gennaio, accogliendo la parola buona del nostro pastore», come ricorda don Samarini, e i giovani e le famiglie che si confronteranno con monsignor Napolioni nei pomeriggi di venerdì 28 e sabato 29 a San Francesco.

«Dare un volto alla nuova unità pastorale -– ha concluso il Vescovo – significa formare un solo corpo, un compito possibile grazie all’opera del Signore che si rende presente nei vostri sacerdoti e in ciascuno dei fratelli e delle sorelle che condividono questo cammino».




San Bernardo e Borgo Loreto si preparano alla visita pastorale del Vescovo: «Un momento di unità»

Sono ormai giunte alla definizione degli ultimi dettagli del programma disposto per le giornate della visita pastorale le parrocchie di San Bernardo e Borgo Loreto, in Cremona, che si preparano ad accogliere il vescovo Napolioni da giovedì 20 a domenica 23 gennaio.

«L’arrivo del Vescovo è sempre un momento speciale – racconta il parroco, don Pietro Samarini – perché è lui, a tutti gli effetti, la guida dell’intera Chiesa cremonese, di cui le nostre parrocchie fanno parte. La sua presenza comunica un’idea di unità».

Unità che si sta costruendo all’interno della comunità, perché «già da alcuni anni le nostre parrocchie, insieme a quelle di San Francesco e del Maristella, stanno costruendo percorsi condivisi». Per questo motivo, nonostante la visita pastorale si articoli su due fine settimana differenti – tra il 28 e il 30 gennaio a San Francesco e Maristella – ci saranno momenti comuni a tutte e quattro le parrocchie.

Il programma prevede l’inizio ufficiale con la veglia ecumenica per l’intera città, che si terrà giovedì 20 gennaio alle 21 nella chiesa di Borgo Loreto. «Ci sembra bello iniziare in questo modo la visita pastorale – continua don Samarini – con un segno di apertura e, allo stesso tempo, comunione, vista anche la presenza della chiesa ortodossa all’interno dei confini della parrocchia».

Nella giornata successiva, invece, mons. Napolioni visiterà operatori ed ospiti della Casa d’Oro durante la mattinata, mentre nel pomeriggio verrà dato spazio al gruppo “Incontro”, «formato da un discreto numero di anziani che si ritrovano per condividere momenti di formazione e di svago». In serata, di nuovo a Borgo Loreto alle 21, il Vescovo incontrerà poi catechisti, educatori, allenatori e capi scout di tutte e quattro le parrocchie, dal momento che «i percorsi di formazione che abbiamo strutturato per loro sono condivisi». Nel pomeriggio di sabato 22, alle 15 a San Bernardo, i volontari e gli operatori che, a vario titolo, collaborano con le quattro parrocchie avranno un momento di incontro e confronto con il Vescovo.

A concludere solennemente la visita pastorale sarà la Santa Messa di domenica 23 gennaio, che verrà celebrata alle 11 presso la chiesa parrocchiale di San Bernardo. Sarà l’occasione, per le due parrocchie, di condividere con il pastore della Chiesa cremonese un ultimo momento di preghiera e riflessione.

«Mantenere momenti dedicati alle singole parrocchie e introdurne altri condivisi con l’intera comunità – precisa don Samarini – è stato un desiderio condiviso tra noi sacerdoti e con il gruppo di accompagnamento che ci sta guidando verso la formazione di una nuova unità pastorale. Ci è parso infatti un ottimo modo per valorizzare le potenzialità del nostro tessuto di Chiesa, senza perdere l’identità di ogni parrocchia». Identità che è rappresentata dalla presenza di due diversi parroci – oltre a Samarini anche don Gianni Cavagnoli, parroco di San Francesco e Maristella – che però condividono il proprio ministero con un unico vicario per le quattro parrocchie, don Piergiorgio Tizzi, e con due collaboratori, don Vilmo Realini e don Antonio Agnelli.

«Crediamo che la collaborazione tra noi sacerdoti – conclude don Pietro Samarini – sia un punto focale decisivo per l’unità delle nostre parrocchie, per cui continueremo a confrontarci per crescere e camminare insieme, avvalendoci del prezioso aiuto di tutti i membri della comunità, così come avvenuto per la preparazione di questa visita pastorale».

 




Il Vescovo alla nuova unità pastorale “don Primo Mazzolari”: «Vi auguro di essere una super parrocchia»

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La visita pastorale alle parrocchie di S. Ambrogio, S. Giuseppe (Cambonino), S. Maria Annunciata (Boschetto) e S. Maria Nascente (Migliaro) a Cremona si è conclusa nella mattina di domenica 16 gennaio con la Messa presieduta dal vescovo Antonio Napolioni a S. Ambrogio e con l’ufficializzazione della costituzione dell’unità pastorale “Don Primo Mazzolari”. La nuova unità sarà guidata da don Paolo Arienti, nominato parroco moderatore, insieme agli altri parroci: don Alberto Martinelli, parroco del Cambonino, e don Maurizio Ghilardi, parroco del Boschetto e del Migliaro. Affiancati da don Giuseppe Salomoni e don Nicolas Diène, sacerdoti che già prestano il loro servizio presso queste comunità.

La costituzione dell’unità pastorale ha segnato il coronamento della visita pastorale del Vescovo, che per alcuni giorni ha incontrato le varie realtà parrocchiali, dopo i rinvii degli scorsi anni dovuti alla pandemia. Un’unità pastorale che nasce dopo molti anni di collaborazione e conoscenza tra le varie comunità, che nel corso del tempo hanno iniziato a condividere alcuni percorsi educativi e iniziative di diversa natura. Anche l’intitolazione a don Primo Mazzolari non è casuale: il sacerdote cremonese di cui è in corso il processo di beatificazione nacque, infatti, il 13 gennaio 1890 a Cremona in una cascina del Boschetto.

Nell’omelia della Messa a conclusione della visita pastorale, mons. Napolioni ha voluto riprendere il Vangelo del giorno: «Dopo anni di pace e progresso ora vi è il timore di un futuro con il segno meno: questo significa che non c’è più speranza, che non c’è più il Signore con noi? Guai se fossimo un Chiesa senza Cristo, perché saremmo una famiglia senza amore – ha quindi proseguito il vescovo di Cremona –. Il segno delle nozze di Cana custodisce una rivelazione: Gesù riempie il vuoto nei nostri cuori trasformando la fragilità umana in risorsa di speranza, perché i poveri e i semplici sanno amare se non si chiudono nella paura e nel risentimento in se stessi».

Quindi il vescovo Napolioni ha riflettuto sulla costituzione della nuova unità pastorale affidandola a Maria e augurandosi che questa «super parrocchia» possa fare grandi cose con una consapevolezza particolare: «Maria è madre in ogni tempo, e credo sia felice di sapere che le nostre parrocchie non hanno paura del futuro perché lo vogliono affrontare insieme. La visita pastorale culmina nella costituzione ufficiale di una specie di super parrocchia, ve lo auguro proprio: una parrocchia di parrocchie, una comunità di comunità, una famiglia di famiglie, in cui tutte le particolarità e le tradizioni hanno diritto di cittadinanza nella misura in cui concorrono all’armonia, come in un’orchestra. Ci mettiamo insieme non per paura, ma per la consapevolezza che c’è da costruire qualcosa di grande, dove la grandezza è interiore, della carità e del senso della vita».

«C’è una storia bella iniziata nelle vostre comunità – ha pertanto continuato mons. Napolioni ripensando agli incontri dei giorni appena trascorsi durante la visita pastorale –. Ho incontrato cristiani motivati e impegnati, ho percepito più il desiderio che il lamento e mi ha fatto piacere constatarlo insieme ai vostri sacerdoti, ricordando anche quelli che vi hanno preceduti e che hanno seminato ciò che oggi noi raccogliamo, custodiamo e portiamo avanti».

In conclusione, non è mancato nelle parole del Vescovo anche il ricordo di don Primo Mazzolari: «È bello che a ispirare questo cammino sia la figura preziosa di don Primo Mazzolari, nato e cresciuto in questa nostra Cremona e poi divenuto punto di riferimento nel tempo, ancora oggi, perché chi cerca il Vangelo vero lo trovi incarnato nelle sfide di ogni tempo: lui lo sapeva fare, tocca a noi saperlo fare ancora oggi».

Una visita pastorale segnata da giorni intensi, ha quindi voluto commentare il parroco moderatore, don Paolo Arienti: «Siamo stati immersi nella vita autenticamente semplice, a volte indaffarata, magari anche un po’ indifferente, sospesa e un poco precaria delle nostre comunità: questa è la verità di quello che siamo. Perché non siamo un territorio disegnato da un cartografo, né un’azienda verificata nei suoi standard di produzione».

Ripercorrendo nelle parole di don Arienti i giorni di visita pastorale si sono ricordate le diverse realtà incontrate dal Vescovo nelle varie comunità: «In questi giorni abbiamo attraversato insieme al vescovo le diverse sfaccettature di questa vita, iniziando dalla cura dei più fragili come avviene nella casa di cura delle Figlie di San Camillo; l’alleanza fra i genitori, i nonni, i figli e i nipoti anche in questo tempo di pandemia visitando con il vescovo alcune famiglie; l’allegra curiosità dei bambini della scuola materna e la briscola degli anziani; il confronto con i più giovani e le loro idee con il desiderio grande di incontrare, benedire e fare crescere; chi tocca la carne sofferente dei più poveri aiutandoli con la carità; chi si fa carico di far risuonare la Parola nella catechesi; il confidente rispetto della comunità francofona e il ritrovarsi attorno alla Parola con gli adulti per condividere con il  nostro Vescovo la sua ricchezza e la sua provocazione».

Giorni di conoscenza e condivisione della nuova comunità dell’unità pastorale culminati nelle Messe presiedute da mons. Napolioni nelle diverse chiese parrocchiali, come ha infine ricordato don Arienti: «L’Eucaristia, dove si fa festa perché si possa tornare a vivere il quotidiano confermati dal Vescovo e rincuorati anche per quello che semplicemente siamo».

 




Riprende la visita pastorale: prima tappa nelle parrocchie S. Ambrogio, Cambonino, Boschetto e Migliaro

Con l’inizio del 2022 riprende la visita pastorale del vescovo Antonio Napolioni, che quest’anno riguarderà in particolare la città di Cremona concludendosi in terra milanese, a Cassano d’Adda, a inizio aprile. Il primo appuntamento è in programma da venerdì 14 a domenica 16 gennaio È tutto pronto per la prima visita pastorale dell’anno del Vescovo di Cremona nell’erigenda unità pastorale “Don Primo Mazzolari”. Le parrocchie interessate saranno quelle di S. Ambrogio vescovo, S. Maria Annunciata (Migliaro), S. Maria Nascente (Boschetto) e Santi Nazaro e Celso in S. Giuseppe (quartiere Cambonino).

L’istituzione ufficiale dell’unità pastorale, dopo due anni di rinvii causati dalla pandemia, avverrà durante la Messa conclusiva della visita pastorale, domenica 16 gennaio alle 11 nella chiesa parrocchiale di S. Ambrogio, celebrazione che sarà trasmessa in tv su Cremona1 e via streaming sui canali web diocesani. L’intitolazione a don Primo Mazzolari non è casuale: il sacerdote cremonese di cui è in corso il processo di beatificazione nacque, infatti, il 13 gennaio 1890 al Boschetto presso la cascina San Colombano.

La nascita di questa unità pastorale è l’ufficializzazione e il rilancio di una collaborazione che iniziata già da diversi anni e che si è gradualmente strutturata nel tempo: i sacerdoti dell’unità già si frequentano settimanalmente, come alcuni gruppi di catechismo e momenti di preghiera sono organizzati in condivisione. «Forse adesso è il momento di fare un passo decisivo – commenta don Paolo Arienti, moderatore dell’unità pastorale – sono anni che i parrocchiani sentono parlare di unità pastorale e ora è giunto il momento decisivo: il vero cammino inizia da adesso».

Nel calendario concordato per la visita pastorale oltre all’incontro e alle celebrazioni con le comunità parrocchiali, è previsto anche un momento riservato alla comunità della casa di cura delle Figlie di San Camillo, l’associazione “Gli amici di Davide Rossi”, le famiglie africane seguite da don Nicolas Diène e le Acli di S. Ambrogio. Inoltre, vi sarà anche la visita con la Comunità di Bessimo, una realtà che si occupa del recupero e il reinserimento di persone tossico-dipendenti.

La visita pastorale permetterà a mons. Napolioni di incontrare le famiglie, gli adulti, i bambini, gli adolescenti, i giovani, i gruppi di catechismo, gli operatori Caritas e gli educatori delle diverse parrocchie attraverso gli incontri e le celebrazioni eucaristiche che saranno vissute nelle diverse comunità.

Come spiega don Arienti lo spirito con il quale ci si avvicina a questo incontro non è quello di un incontro formale e di facciata: «Questa visita pastorale avviene in un momento di fatica, mentre ci avviciniamo a un altro picco pandemico, e lo spirito con il quale accogliamo il Vescovo è quello di un incontro con i ritmi comunitari reali, con il bello e il faticoso che caratterizza ogni realtà per far in modo che la visita non sia soltanto una parata».

L’unità pastorale moderata da don Paolo Arienti, parroco di S. Ambrogio, conta sulla presenza di alcuni altri sacerdoti: don Maurizio Ghilardi (parroco del Boschetto e del Migliaro) e don Alberto Martinelli (parroco di S. Giuseppe), oltre a don Giuseppe Salomoni (collaboratore parrocchiale al Cambonino) e don Nicolas Diène, sacerdote di origini senegalesi proveniente dalla Francia e incaricato di seguire la comunità francofona, da alcuni mesi residente al Cambonino.

 

Il programma della visita pastorale

14 gennaio

  • 9.30 preghiera presso la clinica S. Camillo
  • 10.00 visita di alcune famiglie a S. Ambrogio
  • 12.30 pranzo al Migliaro
  • 15.30 visita di alcune famiglie al Boschetto
  • 17.30 Messa al Migliaro e adorazione eucaristica. Al termine incontro con l’associazione “Gli amici di Davide Rossi”
  • 21.00 incontro con adolescenti e giovani a S. Ambrogio

15 gennaio

  • 9.00 lodi al Boschetto
  • 9.30 incontro con operatori Caritas al Boschetto
  • 10.45 incontro educatori e catechisti al Cambonino
  • 12.30 pranzo al Cambonino
  • 15.00 giro gruppi catechismo al Cambonino
  • 16.30 visita alla comunità Bessimo
  • 18.00 Messa al Cambonino. Al termine incontro famiglie africane con don Nicolas
  • 21.00 giorno dell’ascolto per adulti al Cambonino

16 gennaio

  • 9.30 Messa al Boschetto
  • 11.00 Messa S. Ambrogio
  • 12.30 pranzo alle Acli di S. Ambrogio



Visita pastorale: da gennaio ad aprile altre nove tappe

Con l’inizio del nuovo anno riprende la visita pastorale del vescovo Antonio Napolioni che, sino all’inizio di aprile, prevede dieci fine settimana di incontri all’insegna dell‘ascolto – reciproco e nella preghiera – per fare il punto della situazione insieme alle diverse comunità e tracciare la strada da percorrere nei prossimi anni. Una visita pastorale che quest’anno si svolgerà principalmente nella città di Cremona, ultimando così l’incontro con le parrocchie della zona pastorale terza. Unico appuntamento (e ultimo) al di fuori del capoluogo, spostandosi sino all’estremo confine settentrionale della diocesi, in provincia di Milano, sarà nei primi giorni di aprile l’incontro con le quattro parrocchie di Cassano d’Adda.

Questa ultima tappa in agenda è un recupero dello scorso anno, quando la visita era slittata a motivo delle restrizioni nuovamente imposte dalla pandemia. Così come lo è anche la prima tappa: quella che da venerdì 14 a domenica 16 gennaio vedrà il vescovo tra le comunità di Sant’Ambrogio e dei quartieri Cambonino, Boschetto e Migliaro. Nel marzo 2020 l’arrivo della pandemia e il con- seguente lookdown generale aveva bloccato tutto, e anche il tentativo di recupero nel febbraio dello scorso anno non era andato meglio. Slittamenti che hanno comportato anche il rinvio dell’ufficializzazione della collaborazione pastorale stabile tra le quattro parrocchie cittadine. Una sinergia ormai consolidata nella prassi pastorale e che si è voluta idealmente affidare al servo di Dio don Primo Mazzolari: il parroco di Bozzolo di cui è in corso il processo di beatificazione nacque, infatti, proprio in una cascina del Boschetto il 13 gennaio 1890.

Salvo ulteriori adattamenti che l’evolversi della situazione sanitaria potrebbe comportare, la visita pastorale prosegue con lo schema già consolidato nei due precedenti anni e cioè con gli incontri in programma dal venerdì alla domenica. Un modo per conoscere da vicino tutte le realtà che caratterizzano la vita di ogni comunità, senza dimenticare le realtà di particolare significato presenti sul proprio territorio e con un attenzione privilegiata per le persone più fragili. Ogni settimana la Messa conclusiva sarà trasmessa alle 11 in diretta tv su Cremona1 e in streaming sui canali web diocesani.

La visita pastorale del vescovo proseguirà quindi con il seguente programma:

  • 21-23 gennaio San Bernardo e Beata Vergine Lauretana e S. Genezio (Borgo Loreto)
  • 28-30 gennaio San Francesco d’Assisi (Zaist) e Immacolata Concezione (Maristella)
  • 4-6 febbraio Sant’Abbondio
  • 11-13 febbraio San Michele
  • 18-20 febbraio San Sebastiano
  • 4-6 marzo Sant’Antonio Maria Zaccaria (Seminario) e Picenengo
  • 11-13 marzo Cavatigozzi
  • 18-20 marzo San Felice e San Savino
  • 1-3 aprile Cassano d’Adda



«I cristiani di Viadana siano dono di luce, speranza, solidarietà»

Si è chiusa domenica mattina, con la celebrazione della Messa solenne nella chiesa di Castello, la visita pastorale del Vescovo alle comunità di Viadana e Buzzoletto. «Sono stati – ha assicurato monsignor Napolioni al momento dei saluti – tre giorni di incontri, fraternità, preghiera e accesso alle fonti della speranza. Giorni delicati e intensi, in cui siamo andati all’essenziale. E in cui ci siamo anche divertiti».


«Ora – ha notato nell’occasione il parroco don Antonio Censori – riceveremo una lettera di consegne, di cui dovremo fare tesoro». Un’indicazione di massima è già stata data: «Sta per iniziare – ha notato infatti il vescovo – l’anno incentrato sull’esortazione apostolica “Amoris laetitia”, che ci invita a mettere le famiglie al centro».
La visita era iniziata venerdì, con una giornata interamente dedicata alle situazioni di sofferenza e solitudine: in mattinata la visita e la benedizione alla casa di riposo Grassi e ad alcuni cittadini infermi con le loro famiglie; al pomeriggio, al cimitero, una preghiera solenne in ricordo di tutti i morti di Covid, alla presenza delle autorità civili e militari cittadine.

Il tema della pandemia è più volte riemerso: Viadana, infatti, è stata colpita con particolare virulenza. In un anno si sono contati oltre 1600 contagi (su circa 20mila residenti nel Comune) e almeno settanta vittime. Solo nell’istituto geriatrico Grassi, che occupa 99 posti letto, nel corso del 2020 si sono contati 34 ospiti positivi al Covid, dodici dei quali purtroppo non ce l’hanno fatta. Un anno difficile, dunque; ma, come hanno ribadito proprio gli amministratori e operatori della Rsa, si è sempre cercato di salvaguardare la qualità della vita, garantendo agli ospiti stimoli, gratificazioni e motivazioni. Segni di speranza, questi come altri, sui quali il Vescovo ha posto l’accento nella sua riflessione conclusiva.

Nel corso della visita, monsignor Napolioni ha avuto modo di incontrare tra gli altri i consigli parrocchiali, i volontari Caritas, il gruppo famiglie, la comunità Scout, i catechisti e collaboratori, i ragazzi del sesto anno.

Al sindaco Nicola Cavatorta è spettato il compito di fornire un inquadramento storico e sociale. Il primo cittadino, in particolare, ha sottolineato come le chiese cittadine costituiscano, nell’insieme, una vera e propria pinacoteca di arte sacra; come i pellegrinaggi e i commerci snodatisi anticamente lungo il Po abbiano arricchito il tessuto sociale e culturale locale; come un tempo fossero presenti in città quattro ordini religiosi, quattro collegi e numerose confraternite; e come questa lunga tradizione prosegua anche oggi attraverso realtà al passo dei tempi come i gruppi Caritas e Scout.

Alla celebrazione di chiusura, oltre a numerosi fedeli erano presenti lo stesso Cavatorta, i comandanti della Compagnia Carabinieri Gabriele Schiaffini e della stazione cittadina Maresciallo Burroni e la comandante della Polizia locale Doriana Rossi.

Nella sua omelia, il vescovo ha riflettuto sul tema delle tenebre e della luce, tracciando diversi parallelismi anche con la complessa situazione legata alla pandemia. «Stiamo vivendo – ha affermato il vescovo – un tramonto sanitario, ma anche culturale e spirituale. C’è tanto pessimismo, ma non è giusto: l’importante è che il risveglio venga preparato riconoscendo Gesù presente. La rrisurrezione inaugura l’era dei viventi: da credenti in Cristo, in questa Quaresima andiamo incontro alla notte con speranza. In questi tre giorni abbiamo riconosciuto le tracce di Dio vivente; e ci stiamo chiedendo, attraverso la curiosità dei bimbi, l’amore delle giovani coppie, le aspirazioni dei giovani e tanti altri segni di speranza, dove Dio ci stia portando».

Da qui, una prima indicazione alla comunità: «Osiamo venire alla luce gli uni per gli altri, al di là dei pregiudizi, dando credito al prossimo. I cristiani di Viadana siano dono: portino il contagio benefico della luce, della speranza, della solidarietà. Sappiano essere famiglia di famiglie in cammino. Rendano palpabile il passaggio di Gesù».




Il Vescovo a Calcio, Pumenengo e S. Maria in Campagna: «La Chiesa che salva si fonda sulla Pasqua di Cristo»

«Il bene che ci siamo scambiati ci ha riforniti di speranza»: con queste parole mons. Antonio Napolioni ha invocato la benedizione sui fedeli delle comunità di Calcio, Pumenengo e Santa Maria in Campagna: tra venerdì 5 e domenica 7 marzo, infatti, il Vescovo è stato ospitato dalle tre parrocchie della diocesi per la visita pastorale “Gesù per le strade”.

Quelle di Calcio, Pumenengo e Santa Maria in campagna sono comunità distinte che, negli ultimi anni, si sono impegnate per progettare e strutturare un cammino comune, ed è per questo che mons. Napolioni ha voluto incontrarle tutte insieme.

La giornata di venerdì ha visto il Vescovo muoversi tra Calcio, Pumenengo e Santa Maria in Campagna per visitare malati e anziani e, in serata, per celebrare insieme a numerosi fedeli l’incontro con la Parola.

Tra la mattina ed il pomeriggio di sabato 6 marzo, invece, il pastore della Chiesa cremonese ha avuto modo di ascoltare e confrontarsi con bambini, ragazzi e giovani, catechisti e famiglie, sperimentando con mano le gioie e le fatiche, dei tentativi di collaborazione che si stanno portando avanti.

«Il vero volto del credente – ha poi sintetizzato durante la Messa conclusiva mons. Napolioni – è quello di chi sa trovare e celebrare le gioia che si cela nella quotidianità, proprio come ognuno di noi cerca di fare ogni giorno. E’ su queste basi che si fonda la comunità cristiana».

Quella del Vescovo è stata visita all’insegna dell’attenzione e dell’ascolto dell’altro: con lo stile del pastore, che è proprio del suo ministero, mons. Napolioni ha guidato ed incoraggiato i fedeli che hanno partecipato agli incontri proposti invitandoli a condividere – con lui e tra loro – il proprio vissuto.

La significativa partecipazione dei giovani ha permesso anche di guardare al domani con fiducia e speranza, con la consapevolezza che «fa parte dell’identità della Chiesa la missione di costruire un mondo nuovo. Esso, però, – ha poi concluso il Vescovo – non può essere frutto semplicemente della Legge, o di un Dio miracolistico che elimina i problemi con un colpo di spugna. Nemmeno la cultura, o la politica, salvano. La Chiesa che salva, la vera comunità cristiana, è quella che si fonda sulla Pasqua di Cristo».

Con la celebrazione eucaristica, presieduta da mons. Napolioni, nella chiesa parrocchiale di Calcio, dunque, si è conclusa una visita pastorale che ha visto nella spontaneità, unita al desiderio di guardare avanti insieme, due caratteristiche peculiari. Anche le parrocchie di Pumenengo e Santa Maria in Campagna hanno avuto modo di incontrare il proprio pastore e vivere in prima persona una tappa – quella della visita – del cammino di comunione che le vede coinvolte da qualche anno a questa parte.

Photogallery della visita pastorale




I volti, le famiglie, le povertà… si è conclusa la Visita pastorale del vescovo Napolioni a Casalmaggiore (GALLERY E VIDEO)

È terminata domenica 28 febbraio con la Messa festiva delle ore 11 nella Chiesa di S. Stefano in Casalmaggiore la Visita Pastorale del vescovo Napolioni alla città iniziata nella giornata di venerdì.

Particolarmente significativa, tra i molti incontri vissuti dal Vescovo Napolioni, la visita al Campo della comunità Sinti di Casalmaggiore, avvenuta sabato 27 in mattinata. Dopo aver incontrato la Comunità Socio-Sanitaria “Casa Giardino”, struttura gestita dalle suore di Gesù sofferente, che accoglie ragazzi disabili, anziani soli e persone con parziale o temporanea non autosufficienza, il Vescovo è stato accompagnato dal parroco don Claudio Rubagotti, alla presenza di don Arrigo Durante e di don Angelo Bravi, presso campo sinti di via del Porto, che da decenni ospita diverse famiglie di etnia sinti e che nel 2013 è divenuta a tutti gli effetti un quartiere di Casalmaggiore, grazie a un importante processo di integrazione e riqualificazione urbana.

Ad accogliere monsignor Napolioni c’era Maria, abitante del campo dalla prima generazione, quando nel 1986 i rom sinti provenienti dalla regione indiana del Punjub decisero di divenire stanziali e di farlo in questa zolla di terra casalasca dimenticata da tutti: da un lato il fiume Po e dall’altro la discarica cittadina.

«Vi ringrazio di avermi accolto nella vostra casa» ha dichiarato il Vescovo salutando i bambini che numerosi accorrevano a lui. «Oggi con voi conosco un angolo di Casalmaggiore che non mi era noto». A contenere l’entusiasmo dei bimbi Achemi, Paola e Marisa, che con il marito Franco costituiscono da sempre il nucleo centrale del campo.

È proprio Franco a spiegare il perché della specificità di questo quartiere di Casalmaggiore che un tempo veniva definito, contro tutte le evidenze, “campo nomadi”. «Mio nonno è originario della Sicilia – ha spiegato al Vescovo -. Ma noi siamo lombardi da generazioni e abitiamo in case fisse. Per noi la stanzialità è una scelta».

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Nel campo di Casalmaggiore, infatti, le tipiche roulotte a cui il nostro immaginario si è abituato sono state sostituite alla fine degli anni ‘80 da case con tutte le forniture idro-elettriche. È il risultato di uno storico accordo tra gli abitanti del Campo e l’allora Amministrazione comunale, che ha permesso a tanti bambini sinti di frequentare la scuola. E che fa sì che dal 1998 a Casalmaggiore si abbia la prima generazione scolarizzata tra i Sinti di tutta la Regione Lombardia.

Al Vescovo sono state narrate le storie belle di rivalsa, di diplomi presi, di matrimoni riusciti, di integrazione. Così come i problemi comuni a tutti i quartieri di una città di medie dimensioni. «Non si può vivere – ha denunciato Marisa- sui fontanazzi sopra cui sono state costruite le nostre case. Ad ogni alzata del fiume portano centimetri d’acqua tra bagno e cucina». Il Vescovo, in ascolto silenzioso, ha condiviso preoccupazioni e portato il suo conforto.

Non è mancata poi la visita alla piccola chiesetta costruita al centro del Campo, dove ogni settimana (in periodo di Covid i tempi si sono dilatati) viene ricevuto il pastore della Chiesa Evangelica di Mantova o di Piacenza e i tanti giovani del campo pregano e cantano inni al Signore.

Cantano come avvenuto sabato mattina, sotto il pergolato apparecchiato per l’occasione con un lauto aperitivo. Imbracciata la chitarra, Kamir (divenuto dopo gli studi capo-magazziniere in un noto supermercato della zona) ha intonato il primo canto di Lode a Dio, accompagnato da Dameris, Sciatilo, Jessica, Mosè, Achemi, Keira, Belen, Freida e molti altri. Sono la terza generazione dei Sinti di Casalmaggiore. Qualcuno abita ancora nel campo, altri hanno trovato una sistemazione diversa ma tornano sempre nelle occasioni speciali, come questa della visita del Vescovo Antonio. Loro, che non si dichiarano cattolici ma uomini di profonda fede, per cui Dio ha lasciato segni indelebili nelle loro vite, alzano le braccia al cielo in segno di preghiera, tutti insieme, padroni di casa e ospiti, invocando il Padre Nostro in un clima di fratellanza e reciproca fiducia. «Oggi ci avete testimoniato l’amore che parla al Signore -ha concluso Mons. Napolioni- che dà senso alla fatica di crescere e di costruire un mondo nuovo insieme, a partire dallo stesso Gesù». E, benedicendo i presenti, «su di voi, sui vostri sogni, sui vostri desideri, scenda la benedizione di Dio che ci unisce oggi in una grande e sola famiglia».

 

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Nel pomeriggio il Vescovo ha avuto l’occasione di incontrare gli operatori della carità, in un dialogo aperto e sincero sulle necessità che le associazioni locali impegnate nel sociale stanno riscontrando, in tempi in cui la povertà aumenta e le risorse vanno equamente distribuite. «Saremo giudicati sulla carità perché questo è il nostro primo comandamento» Monsignor Napolioni ha incitato i rappresentanti delle associazioni presenti nella Chiesa di San Francesco, Centro di aiuto alla vita, San Vincenzo de’ Paoli, Croce Rossa, Protezione Civile e Acli. Alla presenza di don Pier Codazzi, responsabile di Caritas Cremona, il Vescovo, ha rilanciato su alcuni risultati che vanno perseguiti: maggiore partecipazione dei giovani alle azioni di volontariato, maggiore sinergia tra gli enti e le istituzioni, cambio di mentalità nell’ottica di riconoscere come “fratelli tutti”, principio fondatore della Croce Rossa Italiana che richiama da vicino il senso e il titolo dell’ultima enciclica di Papa Francesco.

«C’è un’urgenza – ha dichiarato il Vescovo -. Come dare speranza alle tante famiglie che hanno necessità impellenti». E, citando un brano di “Fratelli tutti”, ha ricordato che per avere un mondo aperto servono uomini e donne dal cuore aperto.

«Non esiste carità senza preghiera, senza oratorio e senza fare rete. Dobbiamo aprirci di più per far crescere la rete. Per noi tutti sono figli di Dio. In quest’ottica la comunità deve avere un progetto condiviso, che vada al di là degli steccati ideologici».

Ha concluso l’incontro un pensiero di don Codazzi: «Ho il desiderio che tutte queste realtà qui rappresentate trovino un senso di unità», aggiungendo «Vorrei che la Casa di accoglienza (fondata nel 1989 da don Paolo Antonini, ndr) ritornasse ad essere un segno per tutta la cittadinanza». Il riferimento implicito è all’avvio del Progetto APRI di Caritas Italiana anche a Casalmaggiore, grazie ad alcune famiglie che vi hanno aderito con entusiasmo.

Nel pomeriggio hanno fatto seguito altri incontri, con le famiglie di bambini e ragazzi in procinto di ricevere i Sacramenti; e un incontro ecumenico tra il Vescovo e la comunità cattolica ghanese di Casalmaggiore, la comunità pentecostale e quella metodista. Entrambi i momenti hanno richiamato numerosi cittadini, che hanno potuto dialogare francamente con il loro Vescovo.

Infine, ultima tappa della Visita, la celebrazione della S. Messa di domenica 28, presieduta dal Vescovo, concelebrata dal parroco don Claudio Rubagotti e dai collaboratori don Angelo Bravi e don Cesare Castelli.

«Oggi vengo da voi per confermare che Dio è con noi e che ad ogni sofferenza segue la risposta della trasfigurazione» ha esordito il Vescovo nell’omelia, facendo riferimento alla Parola del giorno. «Il Padre ha trasfigurato il dolore in amore eterno. A noi spetta consegnare ai giovani la speranza della trasfigurazione, superando la tentazione della continua lamentela». E ha concluso dando appuntamento al prossimo anno per raccontarsi se siamo stati in grado di «percorrere la strada dell’amato che ci indica il cammino».

A chiusura della celebrazione la comunità ha voluto fargli dono di un segno ricco di significato, una croce pettorale di color argento su sfondo color oro. Ad accompagnare il gesto Letizia Frigerio, conservatore del Museo del Bijou di Casalmaggiore.

«Nel pensare quest’opera – ha dichiarato la Frigerio – l’artista si è ispirato al patrimonio del Museo del Bijou, in ricordo di operai e operaie capaci di creare con materiali umili oggetti belli e preziosi. Lo doniamo a Lei con la speranza di imparare ad essere parte viva di una Chiesa umile in un mondo fragile».

È seguito, tra gli applausi, un pensiero all’«amato don Alberto Franzini che – ha dichiarato il Vescovo- avrebbe sicuramente apprezzato». La celebrazione si è conclusa con i ringraziamenti da parte del Parroco don Rubagotti a tutti coloro che si sono impegnati in questa tre giorni di Visita Pastorale.