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Circa 250 cremonesi a Trieste per l’ingresso in Diocesi del vescovo Trevisi

Saranno circa 250 i cremonesi che accompagneranno il vescovo Enrico Trevisi a Trieste in occasione del suo ingresso in Diocesi, in programma nel pomeriggio di domenica 23 aprile. A guidare la delegazione della Chiesa cremonese ci sarà naturalmente il vescovo Antonio Napolioni insieme a una ventina di sacerdoti (tra i quali alcuni dei compagni di Messa di mons. Trevisi) e l’intera comunità del Seminario con i quattro diaconi che a giugno saranno ordinati sacerdoti: tra loro don Jacopo Mariotti, della parrocchia di Cristo Re, di cui il vescovo Trevisi è stato parroco sino al 16 aprile. Numerosi i fedeli dalle diverse zone pastorali.

Oltre a quanti raggiungeranno Trieste con i propri mezzi, due sono i pullman che partiranno da Cremona: uno di questi è organizzato dalla parrocchia di Cristo Re che, sotto la guida del vicario don Pierluigi Fontana (scelto come amministratore parrocchiale in attesa della nomina del successore di Trevisi), ha promosso una due giorni che continuerà, lunedì 24 aprile, con la visita a Trieste.

Nella Cattedrale di San Giusto, insieme ai famigliari di mons. Trevisi, e una delegazione diocesana composta da una cinquantina di fedeli della parrocchia di Cristo Re, a rappresentare il territorio cremonese ci sarà anche il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, insieme alle autorità civili e militari del Triveneto.

 

Trasferimento e posti riservati

Per chi giungerà a Trieste in auto è consigliato il parcheggio a pagamento presso “Via del Teatro Romano Parking” o quelli, sempre a pagamento, lungo le Rive davanti a piazza Unità. Per evitare di percorrere a piedi la salita che porta alla Cattedrale è possibile anche utilizzare l’ascensore che porta sino al piazzale della Cattedrale con partenza da “Via del Teatro Romano Parking” – Livello 3.

Altri parcheggi, più distanti, sono quelli del “MOLO IV” o del “Silos” Saba nei pressi della stazione ferroviaria, da dove, con i mezzi della Linea 24 di Trieste Trasporti, sarà possibile raggiungere San Giusto.

I sacerdoti concelebranti, i diaconi, i seminaristi e la rappresentanza dei laici con il pass per entrare in Cattedrale dovranno accedervi entro le ore 15.30.

Nel piazzale esterno, dove sarà allestito un maxischermo e 400 posti a sedere, 150 posti saranno riservati ai cremonesi accreditati, che potranno accedere dalle ore 15 mostrando l’attestato di provenienza della Diocesi di Cremona.

 

L’accoglienza del vescovo Trevisi e l’insediamento

L’ingresso in diocesi di Trieste del vescovo Enrico Trevisi sarà anticipato, alle 14.45 da un momento di saluto e preghiera tra il nuovo vescovo e le famiglie e i bambini della diocesi, guidato dal Servizio per la pastorale della famiglia di Trieste, presso il Santuario mariano di Monte Grisa. Alle 15.20 il vescovo Trevisi, scortato dalla polizia locale, partirà alla volta della Cattedrale di San Giusto, dove alle 16 avrà inizio la Messa di insediamento.

Dopo aver passato in rassegna il picchetto d’onore sulla piazza, alle porte della Cattedrale il vescovo Trevisi sarà accolto dal predecessore, l’arcivescovo Giampaolo Crepaldi, insieme al preposito del Capitolo della Cattedrale, mons. Giampaolo Muggia. Dopo il bacio del crocifisso e l’aspersione dei fedeli, Trevisi raggiungerà il Battistero, da dove prenderà poi le mosse la processione d’ingresso, guidata (dietro al vescovo Trevisi) dall’arcivescovo Crepaldi che presiederà la prima parte della celebrazione. Proprio l’amministratore apostolico, dopo le parole di benvenuto rivolte a mons. Trevisi, consegnerà all’arcivescovo metropolita di Gorizia, Carlo Roberto Maria Redaelli, la bolla di nomina del nuovo vescovo, che sarà quindi letta dal cancelliere vescovile don Luigi Tonon. Al termine, dopo la formula pronunciata dal Metropolita, il vescovo Trevisi, con mitra e pastorale, prenderà posto in cattedra iniziando così ufficialmente il suo ministero a servizio della Chiesa triestina. Subito dopo riceverà il saluto del Preposito del Capitolo della Cattedrale, del Patriarca di Venezia e presidente della Conferenza episcopale del Triveneto, mons. Francesco Moraglia e del sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, rispettivamente a nome della Chiesa locale, delle Chiese del Triveneto e della città di Trieste.

La liturgia, animata con il canto dalla Cappella civica e con le letture proposte in lingua italiana e slovena, sarà concelebrata da una decina di vescovi, e tra loro anche il nunzio apostolico in Slovenia Jean Marie Speich.

Alla fine della Messa il vescovo Trevisi passerà a salutare i fedeli cremonesi e triestini che non hanno potuto partecipare al rito all’interno della Cattedrale.

La celebrazione, in collaborazione con l’Ufficio comunicazioni della Diocesi di Trieste e l’emittente Telequattro, sarà trasmessa in diretta anche sui canali web e social della Diocesi di Cremona.




A La Pace tante iniziative per la Pasqua con il saluto al vescovo Trevisi

Sono state giornate molto intense quelle vissute dagli ospiti della Fondazione la Pace di Cremona durante la Settimana Santa e nei giorni successivi alla Pasqua. Il tempo primaverile consente anche qualche uscita di gruppo in centro città e prossimamente, con l’aiuto dei volontari, anche il parco della Fondazione ritornerà agibile per tutti.

Sono momenti felici e condivisi con familiari e amici, che permettono di lasciare alle spalle i tempi difficili che sono stati attraversati e aprono orizzonti nuovi, soprattutto di relazioni forti e integrazione con il territorio, grazie anche al supporto indispensabile dei volontari dell’Avulss e della Cappellania che garantiscono, con la loro presenza, attività  di carattere ludico-ricreativo ma anche culturale.

Le celebrazioni del Triduo pasquale, molto sentite e partecipate, sono state anticipate dalla visita del vescovo Antonio Napolioni che non fa mai mancare la propria presenza e i suoi auguri in occasione delle feste, incontrando gli ospiti e condividendo con allegria la ferialità delle loro giornate.

Momento festoso e di gioia, nel contesto della programmazione settimanale dello staff di animazione coordinato da Donato Galli, è stato il concerto del Sabato Santo che ha anticipato per tutti la gioia della Pasqua.

La celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Enrico Trevisi giovedì 13 aprile ha assunto un significato ancor più forte per i tanti ospiti che hanno avuto modo di conoscerlo negli anni e che hanno voluto stringersi attorno a don Enrico per un grazie corale e una preghiera per la sua nuova missione di vescovo di Trieste che inizierà il prossimo 23 aprile. Per lui anche un semplice dono, una corona del rosario, nella consapevolezza che nella preghiera anche le distanze si accorciano e, nella fede, si rinsaldano quei legami costruiti e maturati nel tempo.

Ora la casa di riposo di via Massarotti con i propri operatori e ospiti si è già incamminata verso un appuntamento di grande risalto: la seconda edizione della “giornata aperta”, programmata per il 27 maggio, occasione di condivisione tra la comunità de La Pace e i anti amici, rinsaldando le relazioni e anche sostenendo economicamente la Fondazione con i suoi innumerevoli servizi al territorio.




Il saluto dei preti della Zona 3 al vescovo Trevisi e in serata l’affidamento alla Santa Casa

L’incontro zonale del clero, che si è svolto nella mattinata di giovedì 13 aprile, per i sacerdoti della città di Cremona ha avuto un significato particolare. Il ritrovarsi insieme presso la parrocchia di San Francesco d’Assisi, nel quartiere Zaist, è stato infatti l’occasione per salutare il parroco di Cristo Re che domenica 23 aprile si insedierà ufficialmente come nuovo vescovo di Trieste.

Un momento di amicizia e fraternità che per monsignor Enrico Trevisi è uno degli ultimi appuntamenti in diocesi di Cremona, che culmineranno domenica 16 aprile nella festa di saluto organizzata a Cristo Re nel suo ultimo giorno da parroco: alla celebrazione delle 10.30 (che sostituisce le consuete Messe delle 10 e delle 11.15) seguirà un momento di festa in oratorio.

Sempre accompagnato dalla propria comunità parrocchiale, nella serata di giovedì 13 aprile, monsignor Trevisi ha affidato il proprio ministero episcopale alla Madonna Nera, in occasione del pellegrinaggio parrocchiale alla Santa Casa, il santuario lauretano nella chiesa di Sant’Abbondio. Dopo la preghiera del Rosario si è tenuta la processione verso il santuario, con la lampada accesa, posta poi sotto la statua della Madonna, seguita dalla preghiera finale e della benedizione impartita dal vescovo Trevisi in particolare sulla comunità di Cristo Re e sulla città.




Ingresso a Trieste del vescovo Trevisi: entro il 13 aprile gruppi e sacerdoti devono segnalare la partecipazione all’ufficio liturgico

Per permettere di organizzare al meglio la trasferta di gruppi, fedeli e sacerdoti cremonesi a Trieste il prossimo 23 aprile in occasione dell’insediamento in Diocesi del vescovo Enrico Trevisi, parrocchie, gruppi di fedeli e presbiteri sono invitati a comunicare la propria partecipazione all’ufficio liturgico della Diocesi di Cremona entro giovedì 13 aprile.

 

GRUPPI ORGANIZZATI (Parrocchie e gruppi autonomi di fedeli)

Parrocchie, gruppi organizzati o piccoli gruppi autonomi devono comunicare la propria partecipazione entro giovedì 13 aprile segnalando all’Ufficio liturgico (liturgia@diocesidicremona.it) l’elenco dei partecipanti con riferimento telefonico e e-email del capogruppo.

L’agenzia turistica diocesana ProfiloTours è a disposizione per l’organizzazione del viaggio.

 

SACERDOTI E DIACONI

Sacerdoti e diaconi, sia che viaggino autonomamente che con un gruppo organizzato, devono comunque segnalare entro giovedì 13 aprile all’Ufficio liturgico la propria partecipazione per la celebrazione.




Enrico Trevisi vescovo: le immagini più suggestive della celebrazione




A Cristo Re la prima Messa del vescovo Trevisi: «Mi piacerebbe non prendere le distanze»

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Sopra il portone della chiesa di Cristo Re, nel quartiere Po di Cremona, lo stemma episcopale è il segno evidente della novità: il parroco don Enrico Trevisi è diventato vescovo. All’indomani della solenne celebrazione di ordinazione in Cattedrale, quello di domenica 26 marzo per la parrocchia di piazza Cazzani è stato un giorno da passare in famiglia.

L’oratorio già di primo mattino gremito di lupetti, chiamati a raccolta per la consueta caccia. E la mattinata scandita, come ogni domenica, dalle celebrazioni. Tra queste la Messa delle 10, che ha assunto però un significato particolare: a presiederla il vescovo Enrico Trevisi. La sua prima Messa da vescovo.

Ancora presto per i commiati, visto che il congedo ufficiale sarà il 16 aprile, la domenica precedente l’insediamento a Trieste. Ma comunque l’occasione per esprimere il proprio affetto e anche la riconoscenza a don Enrico (perché per tutti è rimasto don Enrico) per i sei anni passati insieme. Anni di gioie e occasioni speciali, ma anche attraversati dalla pandemia che ha portato tanta solitudine e lutti, difficoltà lavorative ed economiche, fatica a riprendere e tornare alla normalità, resa ancor più complessa dallo scoppio della guerra che ha impegnato la parrocchia anche sul fronte dell’accoglienza.

Non sono stati anni facili per un parroco. «Venire qui è stato bello. Desideravo tanto diventare parroco e mi hanno fatto aspettare 29 anni», ha confidato, citando le parole di Papa Francesco al convegno diocesano di Roma del 2016: “Io voglio tanto bene ai sacerdoti, perché fare il parroco non è facile. È più facile fare il vescovo che il parroco! Perché noi vescovi sempre abbiamo la possibilità di prendere le distanze, o nasconderci dietro il ‘Sua Eccellenza’, e quello ci difende! Ma fare il parroco, quando ti bussano alla porta: ‘Padre, questo, padre qua e padre là…’. Non è facile! Quando ti viene uno a dire i problemi della famiglia, o quel morto, o quando vengono a chiacchierare le cosiddette ‘ragazze della caritas’ contro le cosiddette ‘ragazze delle catechesi’… Non è facile, fare il parroco! Ma voglio dire una cosa, l’ho detta un’altra volta: la Chiesa italiana è tanto forte grazie ai parroci!”.

«Voi continuate a voler bene ai vostri preti – ha chiesto alla comunità di Cristo Re –, ad accoglierli, ad accompagnarli, a collaborare. Siate generosi!». E ancora: «È bello camminare insieme!». Poi un primo obiettivo da vescovo: «Non so se sarà più facile o più difficile, sono responsabilità diverse: quello che mi piacerebbe è non prendere le distanze. Non prendere le distanze dalla gente, dai preti, dalla vita concreta con le ferite di tanta gente». Perché «se si condivide è un po’ più faciale. È questo l’essere Chiesa». Una condivisione fatta prima di tutto dallo stare insieme, anche nelle modalità più ordinarie, come si fa in oratorio. E qui l’invito ai più giovani: «Ragazzi, frequentate l’oratorio! Viviamo la comunità».

«Insieme» la parola d’ordine, con la comunità che può diventare segno compassionevole del Signore. Con questa convinzione il vescovo Trevisi ha voluto lasciare la parola al diacono don Jacopo Maiotti, perché leggesse i nomi di alcuni defunti da immaginette conservate nello studio parrocchiale. Solo qualche nome, ma nella certezza – presentata dalla pagina evangelica della quinta domenica di Quaresima – che sono vivi e non solo nei ricordi.

E se la vita non finisce sulla terra è necessario «osare»: il vescovo Trevisi l’ha chiesto con forza. «Liberi di vivere la propria vita, osando nel Signore scelte grandi e belle». «L’importante – ha detto – è che lì dove sei, e dove ti senti chiamato dal Signore, sapendo che abita in te e con la sua grazia ti accompagna, tu non ti tiri indietro. Magari non ti senti del tutto adeguato e capace. Però osate nel Signore». Cercando di rispondere sempre a ciò che chiede nel cuore di ciascuno.

Una celebrazione resa solenne dal servizio liturgico e dal coro parrocchiale, servita all’altare dal diacono don Jacopo Mariotti, giovane di Cristo Re che a giugno sarà ordinato sacerdote. Accanto al vicario don Pierluigi Fontana (che Trevisi ha voluto ringraziare pubblicamente) anche don Andrea Destadi parroco triestino della parrocchia S. Maria Assunta di Muggia (insieme ad alcuni fedeli della propria comunità) e il togolese don Paolo Emedetongnon della diocesi di Atakpamé fidei donum a Verona.

Al termine della celebrazione, svestiti i paramenti con la mitria e il pastorale di monsignor Bolognini dato per l’occasione dal Seminario, monsignor Trevisi si è fermato volentieri con la sua comunità. Prima sul sagrato e poi in oratorio.

Il vescovo Napolioni a mons. Trevisi: «La disponibilità di Maria ad accogliere la Parola è diventata modello da seguire per il ministero del vescovo eletto di Trieste»

Enrico Trevisi vescovo: le immagini più suggestive della celebrazione

A Cristo Re la professione di fede e il giuramento di don Trevisi in vista dell’ordinazione episcopale




«Effondi ora sopra questo eletto il tuo Spirito che regge e guida», il rito di ordinazione di un vescovo

In preparazione all’ordinazione episcopale di don Enrico Trevisi, vescovo eletto di Trieste, in programma nel pomeriggio di sabato 25 marzo nella Cattedrale di Cremona, il direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, don Daniele Piazzi, aiuta a capire i gesti e i segni del rito, che viene svolto all’interno di una celebrazione eucaristica e ha una struttura generale identica per i tre Ordini: episcopato, presbiterato, diaconato. Le diverse sezioni rituali offrono una lettura dei diversi ministeri ordinati propria di ogni grado attraverso testi, orazioni e gesti.

 

  1. Apertura del rito di ordinazione

Subito dopo il vangelo si invoca il dono dello Spirito con l’antico inno Veni, Creator. È la preghiera corale della comunità che chiede a Dio di agire in essa. Quindi viene presentato l’eletto: la presentazione ha lo scopo di coinvolgere l’intera Chiesa radunata per celebrare. La richiesta, infatti, è fatta a nome della Chiesa locale, nel caso di don Enrico dalla Chiesa di Trieste attraverso la voce e la presenza di due suoi presbiteri che lo assistono. Si vuole manifestare una Chiesa che riconosce i suoi ministri; inoltre viene richiesto il mandato del Papa, affinché la nomina sia in comunione con la Santa Sede.

 

  1. L’interrogazione davanti all’assemblea

Dopo l’omelia del Vescovo che presiede, l’eletto è interrogato sugli impegni che è chiamato ad assumere. Nel caso del vescovo il quadro generale di riferimento è quello della dinamica del pastore del popolo di Dio: predicazione, custodia della purezza e dell’integrità del dato della fede, edificazione del corpo di Cristo, fedeltà al Papa, cura del popolo di Dio, accoglienza dei poveri e dei bisognosi, in continua ricerca delle pecore smarrite, preghiera per il proprio popolo.

 

  1. L’ordinazione

Facciamo ancora come si legge negli Atti degli Apostoli: «Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Bàrnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono» (Atti 13, 2-3).

La preghiera della comunità si esprime nelle litanie dei santi. È uso tipico del rito romano invocare i fratelli e le sorelle maggiori quando si deve compiere un importante rito. Saranno invocati anche i patroni delle Diocesi di Trieste (i martiri Giusto, Sergio e Servolo) e di Cremona (Omobono, Imerio, Antonio Maria Zaccaria). È un grande momento corale di intercessione del popolo di Dio: tutti in ginocchio, l’eletto prostrato a terra.

La lunga e insistita supplica cantillata si chiude con il solenne e austero silenzio della imposizione delle mani da parte dei vescovi presenti: rito centrale che significa il dono dello Spirito e la “catena di mani” che ricollega agli apostoli al loro ministero.

La preghiera di ordinazione, durante la quale viene posto sopra il capo dell’eletto al ministero episcopale il libro dei Vangeli, per mettere meglio in luce come la fedele predicazione della parola di Dio sia il principale compito del vescovo. Il cuore della preghiera così si esprime: «Effondi ora sopra questo eletto la potenza che viene da te, o Padre, il tuo Spirito che regge e guida (Spiritum principalem   / Pνεῦμα ἡγεμονικόν  [Pnèuma heghemonikòn]): tu lo hai dato al tuo diletto Figlio Gesù Cristo ed egli lo ha trasmesso ai santi Apostoli, che nelle diverse parti della terra hanno fondato la Chiesa come tuo santuario a gloria e lode perenne del tuo nome».

 

  1. I riti esplicativi

Seguono diversi riti secondari che, ricevuti dalla antica tradizione liturgica romano-franca (secc. IX – XIII), in un certo senso “spiegano” il ministero del vescovo:

  • unzione crismale del capo, per significare la particolare partecipazione del vescovo al sacerdozio di Cristo;
  • consegna del libro dei Vangeli, per rimarcare quanto detto prima sulla preminenza della predicazione della parola di Dio;
  • consegna dell’anello, per esprimere la fedeltà alla Chiesa, sposa di Dio;
  • l’imposizione della mitria, per esprimere l’impegno nel cammino di santità;
  • la consegna del pastorale, per meglio esprimere il ruolo di guida e di pastore della Chiesa che gli è affidato;
  • l’abbraccio dei vescovi presenti, con cui si pone quasi il sigillo alla sua aggregazione al Collegio episcopale.

 

  1. La benedizione finale all’assemblea

C’è un ultimo rito, stranamente non spiegato nelle Premesse del libro liturgico, ma significativo. Proclamata la preghiera dopo le comunioni, due vescovi accompagnano il nuovo vescovo in mezzo all’assemblea mentre si canta l’antico inno di ringraziamento, il Te Deum, perché benedica i fedeli. Oggi è un vero e proprio “bagno di folla” che sembra fisicamente riunire vescovo e fedeli. Quasi “immerso” nella comunità il vescovo appena ordinato sembra ritrovare la più autentica dimensione dell’episcopato, così come scriveva Agostino e richiamata dalla Bolla di nomina di don Enrico: «Che tu sia un vescovo per i tuoi fedeli, ma anche un cristiano tra i tuoi fedeli (Agostino, Omelia 340,1).

 

  1. Concludendo

Il rito di ordinazione traduce in gesti e preghiere lo specifico ministero del vescovo, così riassunto nelle Premesse al libro rituale: «La missione del vescovo, conferita con il segno sacramentale dell’imposizione delle mani, che effonde su di lui la potenza che viene da Dio, lo Spirito che regge e guida, è anzitutto in funzione di edificazione della Chiesa. La grazia del servizio episcopale, attraverso l’effusione dello Spirito invocata nell’ordinazione e sacramentalmente operata, ripropone dunque la centralità del servizio umile e potente del Cristo capo».

 

Daniele Piazzi

 

 

Ordinazione episcopale di mons. Trevisi, sabato venti vescovi in Cattedrale




Il profilo biografico del vescovo Enrico Trevisi

Mons. Enrico Trevisi è nato a Asola (Mantova) il 5 agosto 1963. Compiuti gli studi nel Seminario diocesano di Cremona, è stato ordinato sacerdote nella Cattedrale di Cremona il 20 giugno 1987 mentre risiedeva nella parrocchia di Pieve San Giacomo.

Conseguito il Dottorato in Teologia morale a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana, è rientrato in diocesi nel 1990 con l’incarico di vicerettore del Seminario di Cremona e insegnante di Teologia morale.

Dal 1997 al 2004, pur continuando l’insegnamento in Seminario, è stato direttore del Centro pastorale diocesano di Cremona e, dal 1997 al 2003, anche dell’Ufficio diocesano di Pastorale sociale e del lavoro. Inoltre, tra il 2000 e il 2005 è stato assistente spirituale delle Acli cremonesi.

Nel 2004 ha assunto l’incarico di rettore del Seminario diocesano di Cremona.

Il 10 giugno 2016 è stato nominato parroco della parrocchia di Cristo Re in Cremona, dove ha fatto il proprio ingresso domenica 18 settembre 2016.

Dal 1 settembre 2016, inoltre, ha ricoperto il ruolo di coordinatore dell’Area pastorale “Comunità educante famiglia di famiglie” e di incaricato diocesano della Pastorale familiare insieme ai coniugi Maria Grazia e Roberto Dainesi.

È stato membro del Consiglio Presbiterale Diocesano e del Collegio dei Consultori.

Ha ricoperto incarichi di insegnamento presso l’Istituto superiore di Scienze religiose a Mantova, lo Studio teologico interdiocesano di Crema-Cremona-Lodi-Vigevano, la Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale (Milano) e la sede cremonese dell’Università Cattolica del S. Cuore.

Il 2 febbraio 2023 il Santo Padre lo ha nominato Vescovo della Diocesi di Trieste, dove farà il suo ingresso domenica 23 aprile 2023.




Il vescovo Napolioni a mons. Trevisi: «La disponibilità di Maria ad accogliere la Parola è diventata modello da seguire per il ministero del vescovo eletto di Trieste»

Commozione e gratitudine. Queste le emozioni che sono comparse sul volto di monsignor Enrico Trevisi nel momento dell’ingresso nella Cattedrale di Cremona per la sua ordinazione episcopale. Commozione e gratitudine per il gran numero di persone che hanno accompagnato la celebrazione di questo sacramento, nel pomeriggio di sabato 25 marzo.

Fedeli provenienti da Cremona, dalle parrocchie di Cristo Re e Pieve San Giacomo, e da Trieste, diocesi in cui il nuovo vescovo eserciterà il suo ministero, hanno accolto monsignor Trevisi con calore e con un lungo applauso, tanto da spingere il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, ad aprire la celebrazione ringraziando perché «fa venire i brividi entrare in questa grande esperienza di comunione».

Una comunione rappresentata dalla presenza dell’arcivescovo Giampaolo Crepaldi, amministratore apostolico della diocesi di Trieste, del vescovo emerito di Cremona, Dante Lafranconi, come conconsacranti, e da molti presbiteri e diaconi di entrambe le diocesi. Una ventina i vescovi concelebranti (l’elenco completo dei vescovi presenti).

A fare da guida alla celebrazione la liturgia del giorno, solennità dell’Annunciazione. La disponibilità di Maria ad accogliere la Parola è diventata modello da seguire per il ministero del vescovo eletto di Trieste.

Ad esso il vescovo di Cremona ha dedicato la propria omelia, che si è articolata intorno a tre elementi fondamentali: un angelo, una vergine, un figlio. Per ciascuno di essi ha voluto rivolgere un particolare e significativo invito al nuovo confratello. «Un angelo porta la Parola a Maria, così come è accaduto a te. Hai ricevuto un annuncio, sei stato chiamato. E tu stesso sarai angelo, annunciatore, per la Chiesa di Trieste. Per questo avrai il Vangelo sul capo, nelle tue mani, nel cuore e sulle tue labbra». Chiaro il riferimento al rito di ordinazione, durante il quale viene posto sopra il capo del vescovo eletto il libro dei Vangeli.

25/03/2023 – Ordinazione episcopale mons. Enrico Trevisi (Cattedrale di Cremona)

L’ordinando, poi, riceve l’unzione e l’anello episcopale, segno della fedeltà alla Chiesa. E proprio nella comunità cristiana Napolioni ha individuato l’immagine di Maria. «In lei, giovane serva del Signore, riconosciamo la Chiesa di Cremona, che ti vuol bene e ti dona, come una madre». Segno evidente della maternità della Chiesa cremonese nei confronti di monsignor Trevisi è stata la presenza di Maria Grazia e Roberto Dainesi alla consegna dei doni nella processione offertoriale. Con la guida di Trevisi, infatti, i due coniugi cremonesi hanno diretto l’ufficio di pastorale familiare della diocesi. «In Maria — ha proseguito Napolioni — vediamo anche la Chiesa di Trieste che ti attende, ti guarda, ti riceve come una sposa tutta da conoscere e onorare. Bacia allora tu quell’anello, per custodire nella comunione la sposa di Cristo».

La disponibilità di Maria a essere madre e sposa, però, come il ministero del vescovo, non è fine a se stessa, ma porta un frutto. «Gesù è l’unico vero protagonista di tutto — ha ricordato il vescovo Napolioni — che ha orientato la sua vita al servizio del Padre. Il bastone del pastore sorregga la missione, tua, del tuo presbiterio e di un popolo di discepoli missionari sulla medesima via della croce».

Annuncio, fedeltà e guida. Sono questi i punti focali del ministero episcopale che Trevisi sarà chiamato a esercitare, sostenuto dallo Spirito Santo ricevuto tramite l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione. Non nella solitudine, ma nella pienezza della condivisione, simboleggiata dall’abbraccio di pace scambiato con gli oltre venti vescovi, provenienti da Lombardia e Triveneto, che hanno concelebrato insieme a Napolioni. Tra gli altri, particolarmente significativa la presenza dell’arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli, metropolita di Gorizia, e di monsignor Giancarlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e abate di Pomposa, e dom Carmelo Scampa, vescovo emerito di São Luìs de Montes Belos, entrambi originari di Cremona.

Quella che ha accompagnato Trevisi, dunque, è stata un’assemblea entusiasta e festante, guidata nel canto da una compagine formata da circa un’ottantina di cantori tra il coro della Cattedrale, la schola cantorum di Castelverde, il coro «Il Discanto» e il coro San Pio V di Soncino, sotto la direzione di don Graziano Ghisolfi e l’accompagnamento del maestro Fausto Caporali all’organo, insieme a un quartetto di ottoni.

Molte sono state anche le autorità presenti, tra cui i sindaci di Cremona e Trieste, Gianluca Galimberti e Roberto Dipiazza. A loro e ai moltissimi fedeli, si sono inoltre uniti tutti coloro che hanno seguito la celebrazione in diretta: l’ordinazione episcopale di Trevisi è stata trasmessa, grazie alla collaborazione tra le diocesi, sui canali televisivi e social di Cremona e Trieste.

Il saluto del vescovo Trevisi: «Moja duša poveličuje Gospoda. L’anima mia magnifica il Signore»

E proprio alla sua nuova diocesi, che lo accoglierà domenica 23 aprile, il vescovo Trevisi ha rivolto un saluto al termine della celebrazione — azzardando qualche parola in sloveno — ringraziando per la fiducia accordatagli da Papa Francesco e invocando nuovamente l’aiuto del Signore e di Maria.

A sancire l’ordinazione di monsignor Enrico Trevisi come vescovo sono stati i consueti riti: l’assunzione degli impegni, il canto delle litanie, l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione.

Ciò che ha reso speciale per le Chiese di Cremona e Trieste questo momento è stato però l’affetto, la vicinanza e la condivisione mostrate da tutti i presenti, presbiteri e diaconi, vescovi e laici.

Sabato 25 marzo, nella Cattedrale di Cremona, si è vista una vera famiglia di famiglie. Questo non può che aver suscitato in ciascuno due emozioni particolari, condivise con il vescovo Trevisi: commozione e gratitudine.

 

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«Effondi ora sopra questo eletto il tuo Spirito che regge e guida», il rito di ordinazione di un vescovo

“Admirantes Iesum”, lo stemma del vescovo Trevisi

 

Tutti gli articoli sull’elezione di mons. Trevisi a vescovo di Trieste




Ordinazione episcopale di mons. Trevisi, sabato venti vescovi in Cattedrale

Saranno venti i vescovi che sabato 25 marzo nella Cattedrale di Cremona prenderanno parte alla consacrazione episcopale di monsignor Enrico Trevisi, sacerdote cremonese classe 1963 originario di Pieve San Giacomo, eletto vescovo di Trieste, dove si insedierà ufficialmente domenica 23 aprile.

Nel Duomo di Cremona fervono già i preparativi in vista della solenne celebrazione nella solennità dell’Annunciazione che dalle 15 sarà trasmessa in diretta sui canali web e social della Diocesi di Cremona, così in tv su Cremona1 (canale 19) e Telequattro (per l’area di Trieste).

La Cattedrale aprirà le proprio porte alle ore 14 con la possibilità per tutti i fedeli di accedere liberamente. Alcuni settori della navata centrale, però, saranno riservati alle autorità del territorio cremonese e triestino, dalla cui diocesi sono attesi alcuni pullman di fedeli, che troveranno posto in un’area loro riservata. Folta anche la rappresentanza della parrocchia di Cristo Re (di cui don Trevisi è parroco dal 2016) e di Pieve San Giacomo (suo paese d’origine).

La processione d’ingresso prenderà il via poco prima delle 15 dal palazzo vescovile, raggiungendo la Cattedrale dopo aver percorso piazza S. Antonio Maria Zaccaria e piazza del Comune, entrando in Duomo dal portone principale.

Nel transetto settentrionale prenderanno posto i diaconi e i sacerdoti concelebranti, mentre in presbiterio prenderanno posto la rappresentanza delle due diocesi, i compagni di Messa di monsignor Trevisi e i vescovi. Tra loro, insieme al vescovo di Cremona Antonio Napolioni, che presiederà l’Eucaristia, ci saranno in particolare l’amministratore apostolico di Trieste Giampaolo Crepaldi e il vescovo emerito di Cremona Dante Lafranconi. Non mancheranno i cremonesi Gian Carlo Perego (arcivescovo di Ferrara-Comacchio) e Carmelo Scampa (vescovo emerito di São Luís de Montes Belos, in Brasile) e diversi vescovi lombardi e del triveneto, tra cui il l’arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli di Gorizia (di cui la chiesa triestina è suffraganea), oltre anche al vescovo di Atakpamé Moise Messan Touho legato alla diocesi di Cremona per gli studi teologici e a cui monsignor Trevisi aveva recentemente preso parte all’ordinazione in Togo.

La solenne liturgia, con il servizio liturgico affidato ai seminaristi diocesani e servita all’altare dai quattro diaconi che a giugno saranno ordinati sacerdoti, sarà animata con il canto da una compagine formata da circa un’ottantina di cantori tra il coro della Cattedrale, la schola cantorum di Castelverde, il coro “Il Discanto” e il coro San Pio V di Soncino, sotto la direzione di don Graziano Ghisolfi e l’accompagnamento del maestro Fausto Caporali all’organo insieme anche a un quartetto di ottoni.

All’inizio della celebrazione monsignor Trevisi prenderà posto ai piedi dell’altare, proprio davanti all’ambone, accompagnato dal vicario generale di Trieste, mons. Pier Emilio Salvadé, e dal vicario episcopale per il coordinamento della Pastorale di Trieste, mons. Roberto Rosa, che leggerà la Bolla papale di nomina.

A garantire il regolare afflusso dei fedeli sarà il sevizio d’ordine garantito dal gruppo di volontari coordinato dall’ufficio liturgico diocesano.

 

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A Cristo Re la professione di fede e il giuramento di don Trevisi in vista dell’ordinazione episcopale

“Admirantes Iesum”, lo stemma del vescovo Trevisi

 

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