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Master in Food & Beverage, un convegno nel campus di Santa Monica apre la terza edizione

 

Il Master in “Food & Beverage: gestione e sostenibilità dei servizi di ristorazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore” si riconferma nella terza edizione con un’intera giornata dedicata all’approfondimento dei temi chiave del percorso offerto agli studenti, con l’obiettivo di evidenziare l’importanza della formazione dei futuri manager della ristorazione sostenibile.

La giornata, il cui titolo è “Dal prodotto al consumatore: insieme per formare i nuovi manager di domani”, è stata moderata da Ettore Capri, direttore del Master, e dalla docente Lucrezia Lamastra, rappresentando un’opportunità unica per gli studenti e i professionisti desiderosi di approfondire le proprie conoscenze e acquisire competenze specialistiche nel settore alimentare e nel campo della ristorazione commerciale e collettiva.

«La parola d’ordine che descrive questa giornata è dinamicità – spiega Roberto Di Pierro, coordinatore e organizzatore dell’evento -. Gli studenti che hanno partecipato al tirocinio nell’anno accademico 2022/2023 hanno basato il proprio percorso di studi sul metodo del “learning by doing”, e oggi possono confrontarsi con le realtà del territorio che li hanno accompagnati durante le esperienze di stage. Il confronto in una tavola aperta con le aziende e i propri docenti è un’occasione preziosa di crescita personale e di miglioramento professionale».

Nel corso della giornata sono intervenute importanti figure di spicco che operano nel settore della sostenibilità alimentare. Il primo ad intervenire è stato Alessandro Billi, Patròn del ristorante Billi’s e consigliere dell’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto, seguito da Matteo Angri, R&D innovation manager della Martino Rossi SpA. È stato poi il turno di Paolo Fiocchi, direttore tecnico di Marchese Adorno, mente a chiudere gli incontri della mattina è stato Marcello Balzarini, CEO di Capitelli F.lli.

Dopo una breve pausa, gli interventi degli esperti affiancati dai docenti e dai tirocinanti sono continuati nel pomeriggio. A dare il via è stato l’intervento di Chiara Fulgenzi, Operations Coordinator di Splendido Mare e Bagni Fiore di Porto Fino, insieme a Cristian Lertola, titolare di Kzero Piacenza. Come conclusione l’intervento di Luna Fantini, titolare dell’Olympia SRL.

«Il master raccoglie tutti gli studenti che sono accomunati da una forte passione per il mondo della ristorazione sostenibile». Spiega Di Pierro, aggiungendo che «il percorso di studio non è limitato solamente a chi conseguito una laurea in scienze agrarie, ma vuole essere una proposta interessante anche per altri ambiti culturali, basti pensare che non tutti gli studenti iscritti arrivano dalle stesse facoltà, tantomeno dalle stesse città. Per poter entrare nel settore della filiera agroalimentare servono capacità trasversali, i pilastri fondamentali che strutturano questa realtà si possono ritrovare nell’ambito tecnico, economico e anche in quello legislativo».

Competenza, capacità intersettoriali e adattabilità sono gli strumenti che il master in Food & Beverage offre ai propri studenti, dandosi come obiettivo quello di creare un futuro di produzione accorta e sensibile nei confronti dei metodi e delle attività ecosostenibili. Non si tratta solamente di produrre, la questione verte sull’importanza di riconoscere il valore dei prodotti del proprio territorio, valorizzandone le peculiarità alimentari e i benefici ambientali che derivano da produzioni a km 0 ed effettuate con tecniche moderne, innovative e green.

La giornata si è conclusa con la cerimonia di consegna dei diplomi di laurea magistrale, per poi riproporre le linee guida che caratterizzeranno il corso del prossimo anno accademico.




«Navigare Cieli»: i libri di Gabriella Benedini in mostra al Campus Santa Monica

 

Inaugurata nei giardini del Campus Santa Monica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona, la Settimana del Dono è un evento ricco di tradizioni e ricordi per la sede di Piacenza, ma che ora, all’inizio di ogni anno accademico, anche Cremona celebra con entusiasmo e spirito di comunità, proponendo ai suoi studenti e a tutta la cittadinanza una serie di incontri, spettacoli, mostre e concerti che ruotano intorno al tema della disponibilità, del volontariato e dell’aiuto gratuito e reciproco. 

A sottolineare l’importanza di questa settimana, nel Campus Santa Monica, da lunedì 2 fino a venerdì 6 ottobre, si sono passati momenti di grande spessore culturale e sociale, iniziati con la piantumazione dei gelsomini da parte degli studenti.

Venerdì alle 12, invece, l’ateneo ha accolto nell’aula magna un grande allestimento artistico ideato e creato da Gabriella Benedini, artista di origini cremonesi nata nel 1932, e che all’età di 91 anni compiuti proprio nel giorno della mostra si afferma come una mente brillante e perspicace, capace di affermarsi sul panorama artistico nazionale e non solo con autorevolezza e talento. Già nota per la sua abilità presso l’università Cattolica di Cremona, Gabriella Benedini aveva realizzato Le Vele presenti all’interno del Campus, un’installazione realizzata per la mostra Nulla Dies Sine Linea nel 2021 formata da cinque corpi verticali di diverse dimensioni, gusci in vetroresina ricavati dal calco di uno scafo di una nave abbandonata già diventati uno dei simboli più evocativi e riconoscibili del Campus cremonese.

Con lo stesso spirito di riutilizzo e riciclo, questa volta, per tutta la lunghezza dell’aula magna, sono stati posti 50 leggii da orchestra, sopra ognuno dei quali è presente un libro aperto realizzato dall’artista cremonese, che ricreando una biblioteca personale racconta momenti e storie della propria vita attraverso ogni singolo elemento artistico. Navigare Cieli, è un progetto molto più grande e complesso rispetto a quello mostrato; le opere totali sono infatti 360 e raccontano dei momenti personali dell’artista, dei suoi viaggi e delle sue esperienze dal 1982 fino ad oggi.

A presentare il lavoro di Gabriella Benedini agli studenti e agli ospiti è stato il responsabile del Campus Santa Monica Matteo Burgazzoli, affiancato sul palco dal professor Daniele Rama, docente del corso di Marketing Agroalimentare, e da don Maurizio Compiani, incaricato diocesano per la Pastorale Universitaria. 




Si è aperta in Università Cattolica la Settimana del Dono

 

Torna anche quest’anno in Università Cattolica la Settimana del Dono, l’iniziativa promossa dall’Ateneo nelle sue sedi per offrire alla comunità universitaria un’occasione per riflettere sul valore della gratuità e della solidarietà, attraverso segni concreti che si realizzano anche grazie all’apertura delle porte dei campus alle realtà del terzo settore e del volontariato del territorio.

Ricco il programma di incontri anche nella sede di Cremona e Piacenza che ospita dal al 2 al 6 ottobre momenti di riflessione ed eventi culturali negli spazi dell’università, legati dal fil rouge del dono inteso come valore imprescindibile: «Donare non significa liberarsi del superfluo, ma mettersi in gioco nelle relazioni e scoprirne la ricchezza anche in luoghi, tempi e modi che non ci saremmo aspettati» dice il professor Daniele Rama, che ha coordinato gli appuntamenti della Settimana del dono nel campus di Santa Monica a Cremona.

Arrivata alla sesta edizione e fortemente voluta dalle tre facoltà della sede, si propone come un’occasione per riflettere sul dono inteso come componente irrinunciabile del vivere contemporaneo, come spiega l’altro coordinatore dell’iniziativa professor Paolo Rizzi: «Il dono serve alla collettività, ma serve anche a ognuno di noi: la parola “comunità”, deriva da “cum” e “munus”, ovvero dono reciproco, dono collettivo. Abbiamo bisogno di dosi di solidarietà maggiore, di fiducia di reciprocità in ogni settore del nostro vivere».

A Cremona l’edizione 2023 si è aperta nella giornata di lunedì 2 ottobre, alla presenza dei Presidi Fellegara e Trevisan, con la consegna delle borse di studio Invernizzi assegnate con il sostegno della Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi a due studenti della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali e con l’inaugurazione del nuovo filare di gelsomini nel giardino del Campus, con un segno che ogni anno caratterizza queste giornate per ricordare che anche la natura è un dono; nel pomeriggio il concerto musicale dell’orchestra inclusiva Magica Musica. La conclusione, il 6 ottobre, vedrà invece l’inaugurazione della mostra Navigare i cieli di Gabriella Benedini e lo spettacolo di danza Verso il Paese dei Balocchi. Tra gli appuntamenti, si ricorda anche l’apertura serale del campus il 5 ottobre alle 21 per lo spettacolo teatrale Io Siamo -Dall’io al noi, a cura di CSV Lombardia Sud ETS.

Accanto ai momenti plenari, in cui si rifletterà sulla componente del dono nella vita economica e sociale, agroalimentare e formativa, anche in aula, durante le lezioni, testimoni, esperti e docenti declineranno i loro interventi sul valore del donare e del donarsi. Insieme alla riflessione culturale, la settimana del dono propone anche forme di sperimentazione attiva del dono, attraverso gli incontri con i rappresentanti delle associazioni del dono (Avis, Aido, Admo) e “ingaggi” personali con realtà sociali del territorio che ospiteranno alcuni studenti per provare in prima persona cosa vuol dire dare un po’ del proprio tempo per aiutare chi vive situazioni di fragilità ed essere davvero “prossimo” per qualcuno.

 




Università Cattolica in città, presenza vitale per un futuro che… continua

 

Una presenza vitale: sono queste le parole più adeguate a definire il campus Santa Monica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Cremona.

Così lo ha definito il Magnifico Rettore, professor Franco Anelli, durante il Graduation Day dello scorso 6 maggio, con il primo “lancio dei tocchi” nella storia della sede cittadina dell’Ateneo, sempre più presenza caratterizzante nella vita della città del Torrazzo.

La sede cremonese della Cattolica presenta ormai tre corsi di laurea magistrali (di cui 2 in lingua inglese), due triennali e un master, suddivisi sulle due facoltà di “Scienze agrarie, alimentari e ambientali” e di “Economia e Giurisprudenza”, a cui si aggiunge la laurea magistrale in fase di istituzione (anch’essa in lingua inglese) in Consumer behaviour: psychology applied to food, health and environment, interfacoltà tra Scienze agrarie, alimentari e ambientali e Psicologia.

 

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«L’anno prossimo la facoltà di Scienze agrarie compie 40 anni di presenza a Cremona: dai 36 iscritti del ’92-93 del diploma universitario in Tecnologie alimentari siamo arrivati agli oltre 1.120 laureati magistrali e triennali della facoltà – ha sottolineato il preside della facoltà di Scienze Agrarie, alimentari e ambientali Marco Trevisan – questo a testimoniare la crescita continua e costante dell’impegno della facoltà nella sede, che prosegue con all’attivazione della nuova laurea magistrale».

«Oggi è un momento di gioia per voi, per le vostre famiglie e per i vostri amici – ha sottolineato il Rettore durante il suo intervento alla cerimonia di conferimento dei diplomi – ma anche il giorno in cui restituiamo ufficialmente alla città un ambiente rivitalizzato dalla nostra presenza».

Una presenza che è preziosa e che, nelle parole del sindaco Galimberti, si è trasformata in invito: «Che la vostra competenza maturata in questi anni sia per tutti, perché abbiamo sfide enormi davanti e abbiamo bisogno della vostra intelligenza».

 

 

La presenza di un polo universitario come quello di Santa Monica, in un luogo ricco della storia scritta nei secoli dalla comunità cremonese, di cui oggi rivela preziose tracce la splendida struttura architettonica rinnovata con un profondo rispetto progettuale, aperto a slanci di grande innovazione, è dunque una risorsa preziosa per l’intero territorio, ma, allo stesso tempo, prevede un certo grado di responsabilità. «Voi ragazzi vi trovate al centro di una transizione epocale – ha commentato la professoressa Anna Maria Fellegara, preside di Economia e Giurisprudenza – e il nostro compito è stato quello di fornirvi competenze sufficientemente solide per intercettare un futuro che è tutto da costruire».

E proprio di futuro ha parlato mons. Antonio Napolioni, vescovo di Cremona, rivolgendosi a tutti i neolaureati e ai loro familiari. «Mi piace vedere famiglie che aiutano i loro figli a crescere in un contesto serio, impegnato e pieno di prospettiva come l’Università Cattolica. Si tratta di un passo in avanti importante per la nostra comunità civile ed ecclesiale. E a voi, giovani laureati, auguro di seguire i vostri sogni, perché in essi è presente lo Spirito di Dio».

Una ricca storia alle spalle, come quella dell’ex convento di Santa Monica, e lo sguardo rivolto al futuro e al mondo, che coglie l’opportunità offerta dai corsi internazionali della Cattolica per portare in città uno sguardo nuovo. Questa la condizione di chi conclude un percorso di studi e si apre al domani. Le incertezze fanno parte del viaggio, così come il desiderio di spendersi per costruire qualcosa di grande.

«Alla fine di un percorso, amici – ha concluso il Rettore Anelli – ci si trova davanti a nuove scelte da compiere e occorre assumersi delle responsabilità. Non ho ricette da proporvi, piuttosto un’indicazione. Per esprimerla, ricorro alle celebri parole dell’oracolo di Delfi: “Conosci te stesso”. Credo infatti che la scelta migliore sia quella che è dettata dalla propria indole, da ciò che voi sentite essere la vostra vocazione».

La garanzia che giunge da chi è in cammino per comprenderla è una soltanto. Per ogni persona o ambiente che incontrerà, sarà una presenza vitale.




Una Parola che apre all’incontro : il vescovo Napolioni alla consegna dei diplomi in Università Cattolica

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È stato il vescovo di Cremona Antonio Napolioni ad accogliere nel Campus di Santa Monica i ragazzi e alle ragazze che nel pomeriggio di sabato 6 maggio hanno conseguito la laurea nell’anno accademico 2021/22 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona.

Aprendo la cerimonia della consegna dei diplomi con un momento di riflessione sulla Parola di Dio ha sottolineato che «c’è spazio per tutti, abbiamo bisogno di un incontro umile, sapiente, curioso, generativo tra l’intelligenza, il cuore, l’anima dei giovani e la sapienza, l’esperienza, la delicatezza degli anziani. – aggiungendo che – Dentro i nostri sogni è presente lo spirito di Dio, lo spirito che con i suoi doni alimenta un dialogo che è più potente della morte. Questa è la profezia, che non è semplicemente predire il futuro, ma è ben altro, è toccare la parola potente di Colui che è la fonte dentro la quotidianità dei dialoghi dentro le ricerche e le azioni, che fa sì che i sogni diventino realtà, che il sogno di Dio diventi realtà, il progetto non si imponga ma venga scelto con libertà dentro la risposta di ognuno alla vita come vocazione, come dialogo, come relazione amorevole e feconda». 

La riflessione del vescovo Antonio Napolioni

Sul palco è poi salito il magnifico rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, il professor Franco Anelli, che rivolgendosi ai ragazzi e alle loro famiglie ha voluto ricordare che «oggi l’idea è stata quella di unire la consegna dei diplomi con l’apertura delle porte dell’ateneo alla cittadinanza. Un ringraziamento importante va alla fondazione Arvedi Buschini per il contributo alla ristrutturazione al Campus Santa Monica, un contributo non solo di risorse, ma un contributo di impegno, di presenza. – aggiungendo che – Abbiamo attivato 196 progetti di ricerca, abbiamo raccolto un budget di 7 milioni e mezzo di euro, abbiamo pubblicato 297 pubblicazioni, abbiamo elaborato numerosi progetti di ricerca ma stiamo certamente lavorando e abbiamo ottenuto grandi risultati». Con particolare attenzione ai ragazzi che si sono laureati, il rettore ha sottolineato che «ripartendo dall’umiltà del limite è possibile riscoprire la propria umanità. La conoscenza non è un cumulo di nozioni, la conoscenza è usare il proprio sapere per scoprire voi stessi».

L’intervento del magnifico rettore Franco Anelli

Un breve ma significativo intervento tenuto dal sindaco di Cremona Gianluca Galimberti ha preceduto la cerimonia di consegna dei diplomi di laurea: «Cremona è un luogo di opportunità, stiamo costruendo una città che sia fatta per i giovani. – e citando un brano tratto dall’Odissea di Omero ha ricordato che – La verità non si può possedere, ma è una cosa che va sempre ricercata, navigando e viaggiando, cercandola per tutta la vita».

Il saluto del sindaco Gianluca Galimberti

La giornata si è conclusa con la consegna delle dei diplomi di laurea magistrale e triennale avvenuta per mano del professor Marco Trevisan, preside della facoltà di scienze agrarie, alimentari e ambientali, e della professoressa Anna Maria Fellegara, preside della facoltà di economia e giurisprudenza. Al termine i laureati triennali e magistrali si son ritrovati nel cortile antistante al chiostro per il tradizionale lancio dei tocchi.




Università Cattolica e AC dal Papa nel nome di Armida Barelli, «modello di leadership femminile nella società e nella Chiesa»

La delegazione della sede di Piacenza-Cremona
dell’Università Cattolica in Piazza San Pietro

 

Circa dodicimila tra soci e socie dell’Azione Cattolica Italiana da 130 diocesi, studenti, docenti e dipendenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e appartenenti all’Istituto Missionarie della Regalità di Cristo, hanno preso parte all’Udienza con papa Francesco promossa dalle tre realtà a un anno dalla beatificazione di Armida Barelli avvenuta il 30 aprile 2022 nel Duomo di Milano. Folta la delegazione della sede di Cremona-Piacenza, con studenti e docenti guidati dai presidi delle facoltà di Economia e Giurisprudenza, Anna Maria Fellegara, e di Scienze agrarie alimentari e ambientali Marco Trevisan.

La mattinata in Piazza San Pietro è stata condotta dai giornalisti di Tv2000 Antonella Ventre e Gennaro Ferrara. Ad aprire il programma la proiezione di un video sulla cerimonia di beatificazione dello scorso anno, di cui l’udienza con Papa Francesco (inizialmente prevista in Aula Paolo VI e poi spostata in piazza San Pietro per il gran numero di adesioni) rappresenta continuazione ideale e occasione di ringraziamento da parte delle realtà a cui Armida Barelli ha dedicato la sua missione

In attesa dell’arrivo di Papa Francesco testimonianze e letture dagli scritti di Armida Barelli hanno sottolineato l’attualità della sua figura per la Chiesa ma anche per la società di oggi, insistendo sui temi della vocazione laicale, di una spiritualità in grado di tenere insieme fede e vita e di una scommessa su formazione e cultura in grado di rispondere alle sfide poste dai tempi presenti. È stato quindi  monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, a proporre una momento di preghiera con una riflessione sul messaggio e sull’eredità della co-fondatrice, introducendo l’arrivo di Papa Francesco, accolto dall’entusiasmo delle migliaia di giovani in piazza e dal saluto, a nome delle tre realtà che hanno promosso la causa di beatificazione, di Emanuela Gitto, vicepresidente per il Settore Giovani dell’Azione Cattolica Italiana, che per questa speciale occasione indosserà i gioielli lasciati da Armida Barelli in eredità alla Gioventù femminile e alle responsabili di AC che ne raccolgono il testimone nel tempo: una croce e una spilla d’oro con l’immagine dell’Immacolata.

 

(VATICAN MEDIA Divisione Foto)

Rivolgendosi alla delegazione dell’Università Cattolica il Papa ha sottolineato come Armida sia stata «una donna generativa»; una generatività nel tempo riconosciuta come tipicamente femminile, ma che «si può realizzare in un dialogo di reciprocità con l’uomo». La Barelli – ha aggiunto il Santo Padre – è stata «tessitrice di grandi opere e lo ha fatto realizzando una trama formidabile di relazioni».

Un tratto che spinge a riflettere sul nostro tempo e in particolare sulle «spinte de-generative, così dannose a livello famigliare, ma che si riconoscono anche a livello sociale nelle polarizzazione e negli estremismi che non lasciano spazio al dialogo».

Sempre rivolgendosi alla delegazione dell’Ateneo del Sacro Cuore, il Papa ha sottolineato il tema «della leadership femminile in ambito ecclesiale e sociale di cui la Barelli può essere considerata formidabile anticipatrice: abbiamo bisogno di un modello integrato […] che unisca la competenza e la prestazione, spesso associate al ruolo maschile, con la cura dei legami, l’ascolto, la capacità di mediare, di mettere in rete e di far crescere le relazioni, a lungo ritenute appannaggio del genere femminile e spesso sottovalutate nel loro valore produttivo. Anche in questo caso – ha proseguito – è l’integrazione, la reciprocità delle differenze a garantire reciprocità. È un compito affidato in modo particolare all’Università Cattolica di cui domani si festeggia la 99 giornata Nazionale sul tema Per amore di conoscenza. Le sfide del nuovo umanesimo» e che, ha sottolineato ancora il pontefice – è chiamata «ad avere oggi lo stesso slancio educativo e la stessa intraprendenza formativa che hanno ispirato padre Gemelli e Armida Barelli». Non è quindi mancato un riferimento al contributo della beata alla formazione della coscienza di migliaia di giovani e di donne in particolare, nel delicato periodo della costruzione della democrazia in Italia: «Abbiamo oggi bisogno di donne che, guidate dalla fede, siano capaci di lasciare segni nella vita spirituale, nell’educazione e nella formazione professionale».

 

Il video completo da Vatican News

 

Quindi nel suo intervento Papa Francesco si è rivolto agli associati di Azione Cattolica, richiamando una seconda caratteristica della vita e del modello della fondatrice della Gioventù Femminile: «L’essere apostola». Una scelta che ancora oggi «ci permette di contemplare come il Signore compia cose grandi quando le persone si rendono disponibili e docili alla sua volontà impegnandosi con umiltà creativa e indipendenza. La sua biografia narra grande perseveranza nel cercare di restare con il Signore e il desiderio di condividere questa esperienza con tanti altri» e ancora la sua decisione «di farsi dono per gli altri di essere lei stessa una missione, oltre limiti e imperfezioni: la missione è uno stimolo costante per non abbandonarsi alla mediocrità e per continuare a crescere»

Da questa osservazione sulla vita e le opere della beata, ancora il Papa ha invitato a guardare alla testimonianza a cui i cristiani e, in particolare rivolgendosi agli associati di Ac, ha aggiunto: «Essere apostoli oggi vuol dire essere laiche e laici con passione, appassionati del Vangelo e della vita, prendendosi cura della vita buona di tutti e costruendo percorsi di fraternità per dare anima a una società più giusta, inclusiva e solidale. Facendo tutto questo insieme, nella bellezza di un’esperienza associativa». In ogni ambito della vita – ha concluso Papa Francesco – «nella costante tensione ai più piccoli, vi incoraggio a cercare strade su cui camminare con tutti perseguendo la pace e la giustizia, come fece nel suo tempo Armida Barelli in totale affidamento al Signore e con stile improntato alla concretezza. Al cuore della vita associativa ci sia sempre una formazione integrale e al cuore della formazione la spiritualità evangelica. L’essere radicati e dedicati alla vita delle vostre Chiese locale alimenti sempre in voi la spinta missionaria per allargare ancora di più il cuore e il vostro sguardo contemplativo sul mondo» accogliendo «l’esortazione della “sorella maggiore” ad amare, amare, amare. Amare senza misura, rigenerati dall’amore di Dio».

 

Una rappresentanza dell’Azione Cattolica (VATICAN MEDIA Divisione Foto)

Infine il Papa parla alle Missionarie della Regalità di Cristo, le consacrate volute dalla Barelli, e rimarca che la consacrazione secolare è «una vocazione esigente» ma è «paradigma di un nuovo modo di vivere da laici nel mondo: laici impegnati a scorgere i semi del Verbo dentro le pieghe della storia, impegnati ad animarla dall’interno come lievito, capaci di valorizzare i germi di bene presenti nelle realtà terrene» e ancora «promotori dei valori umani, tessitori di relazioni, testimoni silenziosi e fattivi della radicalità evangelica». Ma riflette sul fatto che la beata Barelli ha promosso le donne in modo nuovo nella vita consacrata, perché non stessero in disparte, perché fossero inviate «a costruire il Regno». Francesco aggiunge, poi che la Barelli «è stata capace di leggere i segni dei suoi tempi e i bisogni più urgenti», che sono stati per lei «terreno di impegno e di missione», e ancora che ha coinvolto donne e uomini, giovani e adulti, laici e sacerdoti, in uno stile comunitario, in una collaborazione volta al «fine apostolico della Chiesa».

 

Francesco venera una reliquia della beata Armida Barelli (VATICAN MEDIA Divisione Foto)

Spesso facciamo fatica a intraprendere una strada di impegno, perché pensiamo di non essere mai all’altezza, nelle scelte personali e in quelle del servizio alla comunità. Se Armida fosse qui a parlare oggi, ci direbbe ancora che se ci affidiamo al Signore nulla è impossibile.

E allora affidarsi a Dio, ha concluso il Papa, «è un atto di fede che dà vigore e slancio alla speranza e all’azione».

Al termine dell’incontro con il Pontefice, sempre in piazza San Pietro, monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano e presidente dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi superiori, ha presieduto la celebrazione eucaristica, a conclusione della giornata di festa e ringraziamento dedicata alla memoria e all’attualità della Beata Armida Barelli.

 




Con la Messa natalizia in Università Cattolica accolta la reliquia della beata Armida Barelli a Santa Monica

«Per noi, come università è un momento importante, è il riconoscimento di questa straordinaria donna che si è impegnata per tutta la vita nell’ambito della cultura, del volontariato, nell’ambito dell’azione cristiana». Si è aperta con queste parole, riferite alla beata Armida Barelli, pronunciate da don Maurizio Compiani, assistente spirituale della sezione cremonese dell’Università cattolica del Sacro Cuore e incaricato diocesano per la Pastorale universitaria, la Messa natalizia celebrata nella cappella del campus Santa Monica dell’Università Cattolica.

La celebrazione, presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, alla presenza di studenti, docenti, responsabili di ateneo e responsabili delle residenze universitarie che hanno gremito la cappella del campus, si è aperta con la lettura, da parte di una studentessa, della biografia della fondatrice dell’ateneo beatificata da Papa Francesco lo scorso 30 aprile, le cui reliquie sono state accolte nelle sedi dell’Università Cattolica di tutta Italia, tra cui la proprio la nuova sede di Cremona.

«Il campus di Santa Monica custodisce questa sfida: un’aula speciale, che rende possibile l’acquisizione di una sapienza più integrale. E il genere letterario che qui si usa è quello del silenzio, dell’ascolto, della poesia, cioè della creatività spirituale, oltre che intellettuale», ha detto il vescovo durante la sua omelia in cui mette in guardia dalla tentazione degli uomini di «impossessarsi» della giustizia di Dio «e in nome di questo Dio si facciano “religiosamente” giustizieri gli uni degli altri». Una denuncia, quella di mons. Napolioni, alle notizie che oggigiorno, e ogni giorno, saturano le menti e le coscienze di ognuno: «Sentire che delle ragazze che vogliono studiare vengono ammazzate, violentate e incarcerate nel mondo perché offendono Dio, oggi, nel 2022 – ha proseguito –, ci devono far raccapricciare».

Ma allora – ha quindi aggiunto continuando a commentare il brano del profeta Isaia proposto dalla liturgia – viene naturale chiedersi «perché questo brano viene letto proprio durante il periodo di Avvento?». E la risposta è ben presto detta dal vescovo: «Viene letto perché, attraverso lo scandalo, attraverso questo rischio di essere al servizio di un Dio despota e a nostra volta violenti propagandisti di questa sua autorità, si risvegli in noi un sussulto di coscienza». E ha proseguito: «La risposta a questo sussulto è proprio quel Bambino, che rappresenta la differenza e la novità cristiana davanti alla tentazione umana di farci delle religioni che ci rendano vincenti, ci diano potere. La novità di un Dio che rivela la sua onnipotenza attraverso la tenerezza, l’umiltà e il perdono».

 

 

E anche il Vangelo del giorno costituisce uno spunto su cui il vescovo Napolioni ha costruito la sua omelia. Viene narrato il racconto in cui Giovanni il Battista, all’inizio della sua missione, vuole verificare chi sia colui per il quale sta dando la sua vita, e manda a chiedere a Gesù: “sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?” «Gesù stava guarendo molti da malattie, infermità e spiriti cattivi e dice loro: “Andate e raccontate ciò che avete visto e udito”. «Neppure Gesù sa rispondere alla domanda del Battista, perché anche Gesù prende progressivamente coscienza della Sua missione. Non è il “manichino” di Dio, non è il prodigio di Dio, ma è l’avventura umana di Dio, che entra nella nostra storia e ne assume la fragilità, il rischio della libertà».

«Gesù non risponde chiaramente alla domanda, perché lascia la porta aperta a tutti noi, che siamo “quell’altro Gesù” – ha concluso –. Gesù ha iniziato un’opera e, attraverso il dono dello Spirito, fa sì che ogni ragazzo, ogni ragazza, ogni docente, ogni vocazione, sia un prolungamento della Sua missione d’amore nel mondo. Lui ha inaugurato un’umanità nuova in cui ognuno trova realizzazione nell’identificarsi con la presenza di Gesù. Questo è il Natale che auguro a me stesso e a voi».

Al termine della celebrazione, l’annuncio, da parte di don Compiani, dell’appuntamento del prossimo 22 aprile, in cui Papa Francesco accoglierà in udienza tutte le istituzioni che hanno contribuito alla beatificazione di Armida Barelli, delle quali anche l’Università Cattolica fa parte.

 




Università Cattolica, il 29 novembre la benedizione della scultura “Madre di Sapienza”

Martedì 29 novembre alle 15.30 nella sede cremonese dell’Università Cattolica del S. Cuore (via Bissolati 74) sarà inaugurata e benedetta dal vescovo Antonio Napolioni la “Madre di Sapienza”, opera lignea scolpita appositamente per la cappella del Campus dal dott. Sergio Lotta. L’evento, a cui sarà presente l’artista, è aperto a tutti e non richiede prenotazione.

Sono previsti due momenti: dapprima in aula magna sarà presentata l’opera. In collegamento streeming da Milano interverrà l’assistente generale dell’Università, il vescovo Claudio Giuliodori. A seguire prenderanno la parola il direttore di sede Angelo Manfredini e l’assistente pastorale don Maurizio Compiani. Quindi per la benedizione ci si sposterà in cappella dove la scultura è collocata e potrà essere ammirata.

«Grazie all’intraprendenza di un committente, che preferisce rimanere anonimo – commenta don Compiani – è stato possibile impreziosire la cappella del Campus con questa scultura opera del dott. Lotta, conosciuto da molti in città per la sua professione medica. Non tutti invece sanno che egli è “figlio d’arte”: il padre Igino era uno straordinario e apprezzatissimo intagliatore, ricercato sia per la competenza nel restauro sia per l’abilità con cui ha dato vita a opere di sorprendente bellezza. Dal padre, Sergio ha ereditato attrezzi, talento e amore per l’ebanisteria. Nel corso degli anni ha scolpito numerosi lavori riservandone però la visione solo alla cerchia ristretta di amici e familiari. La destinazione dell’opera e l’amicizia con il committente hanno convinto l’artista a scolpire la “Madre di Sapienza”, permettendo di collocarla oggi in Università: questa è dunque la sua prima opera esposta al pubblico, opera frutto maturo e di valore. Il progetto nato dalla genialità del dott. Lotta è stato continuamente condiviso con il committente, con me e con i suoi stessi familiari, accogliendo suggerimenti e suggestioni che l’opera stessa suscitava in tutti mentre prendeva vita. In tale concerto i colpi di scalpello hanno inciso nel legno quanto sapienza e fede hanno maturato nei cuori».




I 100 anni della Cattolica, il 19 maggio in uno spettacolo teatrale nei cortili di Santa Monica

Giovedì 19 maggio, alle ore 20.45 nella splendida cornice dei cortili di S. Monica, il Campus dell’Università Cattolica (via Bissolati 74) ospiterà lo spettacolo all’aperto: “Un luogo libero cent’anni”, rappresentazione teatrale della Compagnia “Ai due Chiostri”. L’iniziativa si colloca a conclusione delle celebrazioni del centenario dell’Ateneo (1921– 2021).

Sotto la direzione di Francesco Giorgi, autore e regista, nonché alunno della Facoltà di Economia della sede milanese, tredici attori della Compagnia, tutti studenti della Cattolica, ne rivisiteranno la storia dal 1899 fino ai nostri giorni. Un’avventura che attraversando la Seconda Guerra Mondiale e le tensioni del Sessantotto non ha mai rinunciato a due costanti punti di riferimento: cultura e libertà.

Torneranno a rivivere Padre Agostino Gemelli, Armida Barelli e personalità quali Ludovico Necchi, Giuseppe Toniolo e Ezio Franceschini insieme alle loro battaglie, le difficoltà, la tenacia nel perseguire il progetto, la solidarietà di tutta la Chiesa italiana.

Dopo aver debuttato a Milano lo spettacolo giunge ora nel Campus di Cremona. La partecipazione è libera e gratuita. Per ragioni organizzative è gradita l’iscrizione. È possibile registrarsi qui

La locandina




Studiare all’Università Cattolica, la voce dei “fuorisede”