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«Grazie Cremona». È arrivato a Leopoli il camion degli aiuti per gli sfollati della guerra in Ucraina

È arrivato oggi a Leopoli in Ucraina il camion partito da Cremona il giorno di Sant’Omobono con un carico di aiuti alimentari raccolti in diocesi grazie all’impegno di comunità, associazioni e aziende, e destinato agli sfollati della guerra nei centri di Leopoli, Ivano-Frankivs’k e in due quartieri di Kiev.

E dal centro di smistamento arriva il ringraziamento di Ivanna Synytska della Comunità di Sant’Egidio in Ucraina alla comunità cremonese che ha donato questo prezioso carico: «Grazie per tutte le persone che in questo periodo molto difficile aiutano le persone che stanno soffrendo tanto per la guerra». Solo nella città di Leopoli gli sfollati sono 250 mila, ricorda l’operatrice, chwe conclude: «Grazie mille per l’aiuto che date al nostro Paese».
L’iniziativa di solidarietà a favore delle popolazioni vittime della guerra era stata annunciata dal vescovo Antonio Napolioni lo scorso 29 settembre in Cattedrale in occasione dell’intervento ad apertura dell’anno pastorale del cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, che Papa Francesco ha scelto come suo incaricato per la missione di diplomazia umanitaria in relazione al conflitto in Ucraina. A renderla possibile l’impegno della Caritas diocesana e la sinergia con la Comunità di Sant’Egidio che, dall’inizio dell’invasione, si sta occupando del trasporto e della distribuzione di aiuti umanitari ai rifugiati interni dell’Ucraina.

È partito nel giorno di S. Omobono il tir di aiuti alimentari per l’Ucraina




È partito nel giorno di S. Omobono il tir di aiuti alimentari per l’Ucraina

 

Un tir con 34 bancali di prodotti alimentari di vario genere è partito nel pomeriggio di lunedì 13 novembre alla volta dell’Ucraina. Proprio nel giorno del patrono sant’Omobono, da sempre figura modello di carità e di attenzione agli ultimi, si è concretizzata l’iniziativa promossa dalla Diocesi di Cremona all’inizio dell’anno pastorale. Era stato il vescovo Antonio Napolioni ad annunciarla in occasione dell’assemblea ecclesiale che lo scorso 29 settembre aveva visto intervenire in Cattedrale il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, che Papa Francesco ha scelto come suo incaricato per la missione di diplomazia umanitaria in relazione al conflitto in Ucraina.

L’iniziativa di solidarietà a favore delle popolazioni vittime della guerra si è concretizzata attraverso il coordinamento della Caritas diocesana e la sinergia con la Comunità di Sant’Egidio che, dall’inizio dell’invasione, si sta occupando del trasporto e della distribuzione di aiuti umanitari ai rifugiati interni dell’Ucraina, in particolare a Leopoli, Ivano-Frankivs’k e in due quartieri di Kiev.

Il ringraziamento alla Camera di Commercio di Cremona e alle tante aziende del territorio che hanno offerto la propria disponibilità per concretizzare questo progetto è stato espresso pubblicamente dal Vescovo di Cremona all’inizio della Messa pontificale del 13 novembre in Cattedrale. «Non facciamo in tempo a realizzare un gesto che ce ne vorrebbero altri mille – ha detto aprendo la celebrazione –. Non stanchiamoci di concretizzare l’esempio di sant’Omobono sotto tutti i punti di vista: la fantasia della solidarietà nella nostra Chiesa locale non si è certo inceppata».

Il tir è partito per l’Ucraina nel pomeriggio di lunedì 13 novembre dal magazzino della Pasticceria Maristella di Pozzaglio ed Uniti, che ha anche messo a disposizione i propri spazi per lo stoccaggio dei diversi aiuti.

I bancali destinati ai rifugiati ucraini contengono dolciumi di vario genere, biscotti, brioches, prodotti da forno, pasta e passata di pomodoro e scatolame alimentare.

 

«Esprimo gratitudine alle realtà produttive, a chi ha fatto da tramite per realizzare in poco tempo un gesto concreto di solidarietà – ha affermato il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, poco prima della partenza del tir per l’Ucraina –. Certamente è una goccia nell’oceano della sofferenza prodotta dalle guerre, ma è un gesto che ci educa a un impegno concreto per la pace, che non deve essere desiderata solo per paura, ma costruita in ogni modo, luogo, momento».

«Da quanto è scoppiata la guerra – ha aggiunto il direttore della Caritas diocesana, don Pierluigi Codazzi, unendosi ai ringraziamenti del Vescovo verso tutte le aziende e le persone che hanno contribuito, senza dimenticare l’impegno degli operatori di Caritas Cremonese – siamo attivi sul territorio diocesano, in sinergia con le Istituzioni, per aiutare i profughi arrivati da noi, rispondendo a bisogni emergenziali e costruendo percorsi di integrazione. Ci stiamo ancora occupando di chi ha deciso di rimanere. Per quelli che hanno scelto di tornare nel proprio Paese e per tutti i rifugiati interni inviamo questi aiuti, nella speranza che possano trovare condizioni di sicurezza e, il prima possibile, di pace».

«Siamo grati alla Diocesi di Cremona, alla Caritas e a tutte le aziende che hanno collaborato – ha affermato Adriano Roccucci, vicepresidente della Comunità di Sant’Egidio –. Guardando i media oggi, la guerra in Ucraina sembra scomparsa, ma non è così: il conflitto continua a causare distruzione, vittime e impoverimento della popolazione. L’aiuto di Cremona va a sostenere quei 15.000 pacchi alimentari che ogni mese distribuiamo in Ucraina, nei nostri quattro centri interni e nelle regioni meridionali e orientali prossime al fronte. Un aiuto umanitario che è la base per costruire la pace».

 

Hanno donato i prodotti, offerto un contributo e collaborato all’iniziativa:

  • Api Industria Cremona
  • Associazione Industriali Cremona
  • Astra Bio
  • Barilla
  • Bonetti
  • Camera di Commercio Cremona
  • Casalasco Società Agricola – Pomì
  • Coldiretti Cremona
  • Confartigianato Cremona
  • Confcooperative Cremona
  • Corazzi Fibre
  • Dolciaria Gadeschi
  • Fondazione Fabio Moreni
  • Forno Manini
  • Lameri
  • Molino Pasini
  • Molino Tirelli
  • Nuova Ruggeri
  • Pasticceria Maristella
  • Rivoltini Alimentari Dolciaria
  • Trasporti Pesanti – Gruppo Storti



Profughi dall’Ucraina, la storia di Elena e Giusy. Una cinquantina le persone accolte nella zona di Caravaggio attraverso la rete Caritas

Nel piccolo orto davanti alla casa di Giusy e Roberto, a Caravaggio, crescono i cetrioli di Mariupol. Elena li raccoglie e sorride: «Noi ucraini ne mangiamo così tanti». Elena è ucraina, originaria della città sud-orientale occupata dall’esercito russo. Da 17 anni è in Italia e fa l’impiegata. Il 24 febbraio, quando è iniziata la guerra, ha preso il telefono e ha cominciato a sentire parenti e amici rimasti in patria. Voleva sapere se a qualcuno serviva un aiuto. Ha trovato Elena, sua omonima, ex compagna di classe e vicina di casa a Mariupol, poi trasferitasi a Kiev. Quando è scoppiato il conflitto, con il marito e le figlie si è spostata in montagna, ma poi ha deciso di venire in Italia. Elena per le donne della famiglia ha trovato una sistemazione.

Dal 3 marzo, infatti, vivono a Caravaggio, nella casa del papà di Giusy. «Elena, che conosciamo da anni – spiega Giusy – ci ha chiesto un aiuto per i suoi amici. Noi avevamo la casa di mio padre vuota perché lui è mancato per il covid e l’abbiamo messa a disposizione».

In Ucraina, prima di scappare dalla guerra, mamma Elena lavorava in banca. Fino a maggio ha lavorato a distanza, ma poi non è più stato possibile. Dasha, la figlia più grande, si è appena “diplomata” in Dad alla scuola ucraina con il massimo dei voti. Sa quattro lingue e a Caravaggio ha frequentato la quarta del liceo Galilei. Yaroslava, la più piccola delle figlie, di anni ne ha 9 e ha frequentato la scuola ucraina a distanza e la quarta elementare a Caravaggio. È riuscita anche a proseguire le lezioni di piano on-line, con una tastiera che Giusy e Roberto sono riusciti a procurare. Il marito è rimasto in Ucraina e ha creato una Fondazione per raccogliere aiuti a favore della popolazione.

«Com’è la situazione là? Brutta – raccontano le donne ucraine –. I nostri genitori sono rimasti a Mairupol, la loro casa è distrutta. Mancano l’acqua e la corrente e la situazione sanitaria è grave, ci sono cadaveri ovunque e l’ospedale è distrutto. La gente che prova ad andare al mare per lavarsi rischia di saltare sulle mine. In questa situazione facciamo anche fatica a comunicare: riusciamo a sentire i nostri genitori una volta ogni tre settimane per sapere almeno se sono vivi».

Giusy e Roberto sono in contatto con la Caritas diocesana e in particolare con Roberto. «Ci chiama spesso per chiederci se abbiamo bisogno – dice Giusy –. Per fortuna Elena e le sue figlie sono arrivate con tutto, ma conosciamo altri nuclei che hanno avuto un supporto importante. C’è stata una bella mobilitazione per l’accoglienza».

Nella zona di Caravaggio i profughi ucraini intercettati dalla rete Caritas sono una cinquantina, tra cui ci sono minori (molti dei quali in queste settimane estive stanno frequentando i Grest parrocchiali). L’aiuto, a chi ne ha fatto richiesta, consiste nella donazione di generi alimentari e di vestiti, oltre che nell’assistenza e nell’affiancamento per le procedure burocratiche che spesso, purtroppo, procedono a rilento.

Nella situazione attuale pensare al futuro sembra quasi un paradosso, ma mamma Elena e le sue figlie hanno progetti molto chiari. «Vogliamo tornare in Ucraina – dicono – Speriamo di poterlo fare quest’estate. Stiamo aspettando che mettano il sistema antimissile a Kiev». Poi, l’appello corale: «Il tempo passa, la guerra continua. Il rischio è che la gente si dimentichi, invece bisogna continuare a parlarne perché molte persone muoiono e soffrono e i bisogni rimangono».

Il futuro e la speranza sono nella parole di suor Giulia, la referente Caritas per i profughi ucraini della zona pastorale 1: «Ci sono famiglie della nostra zona che avevano dato disponibilità ad accogliere, ma che non l’hanno potuto fare perché non c’è stato bisogno. Ecco, queste famiglie hanno riconfermato la loro disponibilità, nonostante sia passato del tempo. Mi colpisce sempre questa mobilitazione. è un bellissimo segno!».

Ma il futuro e la speranza sono anche negli occhi di Dasha che, determinata, dice: «Ad agosto ho gli esami di ammissione per l’università. Voglio andare in Germania a studiare cinematografia».

Fonte: www.caritascremonese.it 




Emergenza ucraina: 24 comunità protagoniste dell’accoglienza

43 nuclei familiari per un totale di 142 persone ucraine, di cui 64 minori, accolte dalla Diocesi. 24 comunità coinvolte con 36 alloggi messi a disposizione; tanti generi alimentari raccolti e diverse donazioni. E poi parrocchie che hanno messo a disposizione gli spazi, ma non hanno ancora ricevuto inserimenti perché il flusso di arrivi è diminuito, e che, insieme a Caritas parrocchiali, San Vincenzo e altre associazioni del territorio, stanno aiutando in vario modo i  rifugiati accolti da altri enti, con pacchi alimentari, vestiti e contributi per le bollette.

A distanza di due mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina, sono questi alcuni numeri della straordinaria opera di accoglienza e aiuto portata avanti sul territorio diocesano con il coordinamento di Caritas Cremonese, in sinergia con le Prefetture, i Comuni e le Associazioni del territorio.

«Le nostre comunità – sottolinea don Pierluigi Codazzi, direttore di Caritas Cremonese – sono state protagoniste di una mobilitazione forte e il ringraziamento va innanzitutto a loro e ai referenti delle zone pastorali messi in campo dalla Caritas. Abbiamo svolto e stiamo svolgendo un’opera intensa di coordinamento e di monitoraggio, in contatto con le istituzioni e con la Caritas nazionale».

Le azioni dell’accoglienza sono state tante e diverse. Dalla prima e necessaria ospitalità, con l’attivazione riguardante la casa e i beni primari, ai percorsi per l’apprendimento della lingua italiana, all’accompagnamento per la parte sanitaria e all’inserimento scolastico.

Diverse parrocchie, come anche negozi e supermercati, hanno promosso raccolte di generi alimentari, sia destinati in spedizioni all’estero che convogliati nel centro di raccolta di San Savino e poi smistati in base alle necessità. Una attivazione che ha coinvolto anche realtà del privato sociale, come per esempio il negozio Vesti&Rivesti di Cremona, gestito dalla Cooperativa Gamma, che ha messo a disposizione un fondo di vestiti e accessori dedicato ai profughi ucraini.

La situazione bellica  rimane ancora terribilmente incerta. Per chi deciderà di rimanere sul territorio si dovrà passare dall’emergenza a veri e propri percorsi di integrazione sociale, scolastica, abitativa e lavorativa. Per altri andrà sostenuto il rientro. I tempi si preannunciano, comunque, lunghi.

Delicato anche il tema dei fondi necessari per questa emergenza. «Tutto ciò che Caritas Cremonese sta facendo – chiarisce don Codazzi – è grazie alla generosità delle nostre parrocchie. Come ente non riceviamo alcun aiuto dallo Stato». Per questo, con le offerte raccolte, oltre a sostenere direttamente in loco la Chiesa ucraina, nel tempo sarà necessario aiutare le parrocchie che stanno accogliendo i profughi.

In arrivo gli aiuti statali gestiti dalla Protezione civile e destinati direttamente ai profughi (e non agli enti che si occupano della loro accoglienza). È stata attivata dal Governo una specifica piattaforma attiva sul sito internet del Dipartimento per la Protezione Civile (https://contributo-emergenzaucraina.protezionecivile.gov.it/#/), attraverso la quale i profughi con permesso di protezione temporanea possono richiedere il contributo di sostentamento di 300 euro più 150 euro per ogni minore, per un massimo di tre mesi.

Sul territorio diocesano continuano, intanto, le varie proposte a favore della popolazione ucraina. Tra queste, da sottolineare  il servizio religioso, di recente culminato con la Messa di Pasqua in rito orientale e in lingua ucraina. In questo senso, domenica 15 maggio tutte le famiglie ucraine del territorio sono invitate a un pranzo organizzato a Cremona presso l’oratorio di Sant’Ambrogio, al quale seguirà un momento di giochi e animazione curato dagli scout Agesci del Cremona2. Alle ore 15 la celebrazione della Messa in rito cattolico orientale e lingua ucraina presieduta da don Vasi Merchuk.




Consacrazione al cuore di Maria: venerdì alle 17 campane a distesa di tutte le chiese della diocesi

“In quest’ora l’umanità, sfinita e stravolta, sta sotto la croce con te. E ha bisogno di affidarsi a te, di consacrarsi a Cristo attraverso di te. Il popolo ucraino e il popolo russo, che ti venerano con amore, ricorrono a te…”. È uno dei passaggi centrali della preghiera che venerdì 25 marzo il Papa leverà per consacrare e affidare l’umanità e specialmente la Russia e l’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria. Francesco la pronuncerà al termine della liturgia della penitenza nella basilica di San Pietro, nel pomeriggio di venerdì 25 marzo, festa dell’Annunciazione. La liturgia avrà inizio alle ore 17 e tutto il popolo di Dio, vescovi, preti, religiosi, fedeli laici sono invitati a uniti in preghiera per la fine della guerra.

In diocesi il Vescovo, in comunione con l’intera Chiesa cremonese, si unirà al Papa nella celebrazione vespertina presso il Santuario della Madonna della Fontana a Casalmaggiore (Leggi per saperne di più). Ma anche tutte le Parrocchie della Diocesi sono invitate a condividere, nei modi opportuni e possibili, questo importante momento di preghiera e di implorazione. In questo senso il vicario generale, don Massimo Calvi, con un messaggio indirizzato a tutti i sacerdoti, chiede che, come ulteriore segno di invito alla preghiera, venerdì 25 marzo alle 17 “il suono delle campane a distesa di tutte le chiese della diocesi esprima l’unione dei cuori nella medesima e accorata invocazione per la pace”

“La Chiesa – ha scritto Papa Francesco nella lettera indirizzata ai vescovi di ogni Paese per invitare la Chiesa del mondo a unirsi all’atto di consacrazione di Russia e Ucraina al Cuore immacolato di Maria che compirà nel pomeriggio del 25 marzo nella Basilica di San Pietro – in quest’ora buia, è fortemente chiamata a intercedere presso il Principe della pace e a farsi vicina a quanti pagano sulla propria pelle le conseguenze del conflitto”. Il Papa si dice grato, in questo senso, “a tutti coloro che con grande generosità stanno rispondendo ai miei appelli alla preghiera, al digiuno, alla carità”. Lasciando intendere che il gesto di devozione del 25 marzo, giorno in cui la Chiesa celebra la solennità dell’Annunciazione, è una risposta a numerose richieste ricevute dal Popolo di Dio. Francesco spiega quindi il significato di questo atto: “Vuole essere un gesto della Chiesa universale, che in questo momento drammatico porta a Dio, attraverso la Madre sua e nostra, il grido di dolore di quanti soffrono e implorano la fine della violenza, e affida l’avvenire dell’umanità alla Regina della pace”. Il Santo Padre ha quindi invitato personalmente ogni vescovo “a unirsi a tale atto, convocando, nella giornata di venerdì 25 marzo, i sacerdoti, i religiosi e gli altri fedeli alla preghiera comunitaria nei luoghi sacri, così che il Popolo santo di Dio faccia salire in modo unanime e accorato la supplica alla sua Madre”.

 

 

Ecco il testo integrale della preghiera:

ATTO DI CONSACRAZIONE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

O Maria, Madre di Dio e Madre nostra, noi, in quest’ora di tribolazione, ricorriamo a te. Tu sei Madre, ci ami e ci conosci: niente ti è nascosto di quanto abbiamo a cuore. Madre di misericordia, tante volte abbiamo sperimentato la tua provvidente tenerezza, la tua presenza che riporta la pace, perché tu sempre ci guidi a Gesù, Principe della pace.

Ma noi abbiamo smarrito la via della pace. Abbiamo dimenticato la lezione delle tragedie del secolo scorso, il sacrificio di milioni di caduti nelle guerre mondiali. Abbiamo disatteso gli impegni presi come Comunità delle Nazioni e stiamo tradendo i sogni di pace dei popoli e le speranze dei giovani. Ci siamo ammalati di avidità, ci siamo rinchiusi in interessi nazionalisti, ci siamo lasciati inaridire dall’indifferenza e paralizzare dall’egoismo. Abbiamo preferito ignorare Dio, convivere con le nostre falsità, alimentare l’aggressività, sopprimere vite e accumulare armi, dimenticandoci che siamo custodi del nostro prossimo e della stessa casa comune. Abbiamo dilaniato con la guerra il giardino della Terra, abbiamo ferito con il peccato il cuore del Padre nostro, che ci vuole fratelli e sorelle. Siamo diventati indifferenti a tutti e a tutto, fuorché a noi stessi. E con vergogna diciamo: perdonaci, Signore!

Nella miseria del peccato, nelle nostre fatiche e fragilità, nel mistero d’iniquità del male e della guerra, tu, Madre santa, ci ricordi che Dio non ci abbandona, ma continua a guardarci con amore, desideroso di perdonarci e rialzarci. È Lui che ci ha donato te e ha posto nel tuo Cuore immacolato un rifugio per la Chiesa e per l’umanità. Per bontà divina sei con noi e anche nei tornanti più angusti della storia ci conduci con tenerezza.

Ricorriamo dunque a te, bussiamo alla porta del tuo Cuore noi, i tuoi cari figli che in ogni tempo non ti stanchi di visitare e invitare alla conversione. In quest’ora buia vieni a soccorrerci e consolarci. Ripeti a ciascuno di noi: “Non sono forse qui io, che sono tua Madre?” Tu sai come sciogliere i grovigli del nostro cuore e i nodi del nostro tempo. Riponiamo la nostra fiducia in te. Siamo certi che tu, specialmente nel momento della prova, non disprezzi le nostre suppliche e vieni in nostro aiuto.

Così hai fatto a Cana di Galilea, quando hai affrettato l’ora dell’intervento di Gesù e hai introdotto il suo primo segno nel mondo. Quando la festa si era tramutata in tristezza gli hai detto: «Non hanno vino» (Gv 2,3). Ripetilo ancora a Dio, o Madre, perché oggi abbiamo esaurito il vino della speranza, si è dileguata la gioia, si è annacquata la fraternità. Abbiamo smarrito l’umanità, abbiamo sciupato la pace. Siamo diventati capaci di ogni violenza e distruzione. Abbiamo urgente bisogno del tuo intervento materno.

Accogli dunque, o Madre, questa nostra supplica.
Tu, stella del mare, non lasciarci naufragare nella tempesta della guerra.
Tu, arca della nuova alleanza, ispira progetti e vie di riconciliazione.
Tu, “terra del Cielo”, riporta la concordia di Dio nel mondo.
Estingui l’odio, placa la vendetta, insegnaci il perdono.
Liberaci dalla guerra, preserva il mondo dalla minaccia nucleare.
Regina del Rosario, ridesta in noi il bisogno di pregare e di amare.
Regina della famiglia umana, mostra ai popoli la via della fraternità.
Regina della pace, ottieni al mondo la pace.

Il tuo pianto, o Madre, smuova i nostri cuori induriti. Le lacrime che per noi hai versato facciano rifiorire questa valle che il nostro odio ha prosciugato. E mentre il rumore delle armi non tace, la tua preghiera ci disponga alla pace. Le tue mani materne accarezzino quanti soffrono e fuggono sotto il peso delle bombe. Il tuo abbraccio materno consoli quanti sono costretti a lasciare le loro case e il loro Paese. Il tuo Cuore addolorato ci muova a compassione e ci sospinga ad aprire le porte e a prenderci cura dell’umanità ferita e scartata.

Santa Madre di Dio, mentre stavi sotto la croce, Gesù, vedendo il discepolo accanto a te, ti ha detto: «Ecco tuo figlio» (Gv 19,26): così ti ha affidato ciascuno di noi. Poi al discepolo, a ognuno di noi, ha detto: «Ecco tua madre» (v. 27). Madre, desideriamo adesso accoglierti nella nostra vita e nella nostra storia. In quest’ora l’umanità, sfinita e stravolta, sta sotto la croce con te. E ha bisogno di affidarsi a te, di consacrarsi a Cristo attraverso di te. Il popolo ucraino e il popolo russo, che ti venerano con amore, ricorrono a te, mentre il tuo Cuore palpita per loro e per tutti i popoli falcidiati dalla guerra, dalla fame, dall’ingiustizia e dalla miseria.

Noi, dunque, Madre di Dio e nostra, solennemente affidiamo e consacriamo al tuo Cuore immacolato noi stessi, la Chiesa e l’umanità intera, in modo speciale la Russia e l’Ucraina. Accogli questo nostro atto che compiamo con fiducia e amore, fa’ che cessi la guerra, provvedi al mondo la pace. Il sì scaturito dal tuo Cuore aprì le porte della storia al Principe della pace; confidiamo che ancora, per mezzo del tuo Cuore, la pace verrà. A te dunque consacriamo l’avvenire dell’intera famiglia umana, le necessità e le attese dei popoli, le angosce e le speranze del mondo.

Attraverso di te si riversi sulla Terra la divina Misericordia e il dolce battito della pace torni a scandire le nostre giornate. Donna del sì, su cui è disceso lo Spirito Santo, riporta tra noi l’armonia di Dio. Disseta l’aridità del nostro cuore, tu che “sei di speranza fontana vivace”. Hai tessuto l’umanità a Gesù, fa’ di noi degli artigiani di comunione. Hai camminato sulle nostre strade, guidaci sui sentieri della pace. Amen.




Il 25 marzo al Santuario di Casalmaggiore la festa patronale con il Vescovo pregando per la pace in comunione con il Santo Padre

Anche la Chiesa cremonese risponde all’invito rivolto da Papa Francesco ai vescovi di tutto il mondo e i loro presbiteri a unirsi a lui nella preghiera per la pace e nella consacrazione e affidamento della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria. Il Pontefice pronuncerà la preghiera nel pomeriggio di venerdì 25 marzo, festa dell’Annunciazione, nella Basilica di San Pietro in occasione della Celebrazione della Penitenza prevista alle ore 17. Lo stesso atto, lo stesso giorno, sarà compiuto da tutti i vescovi del mondo. E anche in diocesi di Cremona, al Santuario della Madonna della Fontana di Casalmaggiore.

L’Eucaristia già programmata alle 17 di venerdì 25 marzo nel Santuario casalasco, dedicato proprio all’Annunciazione, alla presenza del Vescovo, sarà dunque vissuta in comunione con il Pontefice e l’intera Chiesa universale. In particolare al termine della Messa, nella cripta sottostante l’altare, davanti all’immagine della Vergine, sarà recitata la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.

La celebrazione sarà trasmessa in diretta televisiva su Cremona1 (dall’8 marzo visibile in tutta la Lombardia sul canale 19 del digitale terrestre) e in streaming sui canali web diocesani.

Già all’Angelus dello scorso 13 marzo il Santo Padre aveva invitato la Chiesa intera a pregare: «Chiedo a tutte le comunità diocesane e religiose di aumentare i momenti di preghiera per la pace». E all’udienza generale del 23 febbraio aveva indetto per il Mercoledì delle Ceneri una Giornata di preghiera e digiuno per la pace in Ucraina affermando: «La Regina della pace preservi il mondo dalla follia della guerra».

 




Accoglienza profughi: in questa prima fase in parrocchie, istituti religiosi e alloggi autonomi

La mobilitazione della rete Caritas a favore delle vittime della guerra è sempre più intensa, a supporto degli sforzi della rete internazionale Caritas in Ucraina e nei paesi di confine, e in diocesi di Cremona per aiutare le persone già giunte in Italia e organizzare una rete di accoglienza capillare, pronta a rispondere a eventuali, ingenti arrivi di profughi tramite canali ufficiali.

I cittadini ucraini arrivati in provincia di Cremona ad oggi sono 146, di cui 70 minorenni. Al momento, tutti sono ospitati all’interno di una rete familiare o di conoscenti già residenti nel nostro territorio, ovvero presso privati o comunità parrocchiali che, nell’immediato, hanno deciso di accogliere gratuitamente i cittadini ucraini.

La straordinaria generosità di tante persone e comunità si sta manifestando tramite la segnalazione a Caritas Cremonese di alloggi che potranno essere utilizzati per l’accoglienza di profughi, in accordo con le istituzioni governative e locali. Il tentativo è quello di promuovere un modello di accoglienza diffusa su tutto il territorio della diocesi, dando la precedenza agli alloggi messi a disposizione dalle parrocchie e dagli istituti religiosi. Saranno presi in considerazione anche gli alloggi autonomi, resi disponibili da privati cittadini. Si riserverà a una seconda fase l’eventuale accoglienza di profughi nelle famiglie, che generosamente hanno messo a disposizione parte delle proprie abitazioni. Tutto dipenderà dai flussi che potrebbero arrivare a noi a partire dagli accordi internazionali.

Ogni comunità parrocchiale coinvolta, al momento, deve poter garantire la sostenibilità economica delle accoglienze, come anche una rete di supporto e di relazioni.

Caritas Cremonese si impegna al coordinamento delle diverse esperienze e all’indicazione dei necessari adempimenti in accordo con gli Enti preposti. Ci sarà da verificare un possibile sostegno economico, anche in base a eventuali accordi di carattere nazionale o locale, che si spera di definire con le istituzioni.

La Caritas diocesana si metterà inoltre in contatto con le parrocchie e gli istituti religiosi che hanno messo a disposizione spazi per l’accoglienza per inserire questi posti nel sistema di accoglienza istituzionale che le Prefetture stanno coordinando. A chi accoglie saranno fornite tutte le indicazioni necessarie per l’espletamento delle pratiche giuridiche, sanitarie e per l’inserimento scolastico dei minori.

Si ricorda che chi ospita cittadini ucraini appena giunti in Italia è tenuto ad effettuare la dichiarazione di presenza e di ospitalità entro 48 ore. Tale comunicazione deve essere inoltrata alla Questura (per il Comune di Cremona), agli uffici comunali per gli altri Comuni.

Per i soggetti in arrivo dall’Ucraina è obbligatorio effettuare un tampone nasofaringeo per SARS-CoV-2 entro 48 ore dall’ingresso in Italia. Contestualmente sarà rilasciato il codice STP (Straniero Temporaneamente Presente), necessario per ottenere prestazioni sanitarie e prescrizioni, anche di farmaci, a carico del Servizio Sanitario Regionale.

Rimane l’indicazione per le parrocchie, gli istituti religiosi e i privati di comunicare la propria disponibilità all’accoglienza mandando una mail a caritas@diocesidicremona.it oppure chiamando lo 0372-35063, specificando nome e cognome, contatto telefonico, dove si trova l’abitazione, quante persone possono essere ospitate, per quanto tempo ed eventuali costi.




Emergenza Ucraina, il territorio si mobilita. Giovani in prima linea sul fronte della solidarietà

In queste settimane segnate dalle tragiche notizie che giungono dall’Ucraina, non mancano, nelle parrocchie, le iniziative di carità e condivisione in favore dell’emergenza umanitaria di cui sono vittime le popolazioni dei territori sotto assedio. Tra le tante azioni solidali messe in campo in questi giorni da parrocchie, gruppi e famiglie su tutto il territorio diocesano, anche alcune proposte che vedono il coinvolgimento dei giovani, particolarmente sensibili al tema della pace, nelle parrocchie di Castelleone, Bozzolo e Cassano d’Adda, e presso le Acli di Casalmaggiore.

Le associazioni di volontariato di Castelleone, tra le quali anche la Caritas parrocchiale, alla quale si aggiungono gli scout e l’Azione cattolica, si sono accordate, coordinate dal Comune, per una raccolta straordinaria di alimenti e beni di prima necessità. I materiali saranno raccolti sabato 12 marzo davanti a tutti i supermercati di Castelleone, durante l’intero orario di apertura e saranno spediti ai campi profughi in Romania, impegnati ad accogliere il popolo ucraino in fuga dal conflitto.

Anche il Gruppo scout “Daniele – Bozzolo 1” si sta muovendo in soccorso dei profughi ucraini. I ragazzi e le ragazze dai 12 ai 16 anni saranno infatti impegnati, sabato 12 marzo, dalle 15.30 alle 17 in un’iniziativa originale, una raccolta di giocattoli, pennarelli, pastelli, libri da colorare da spedire a padre Eugen, superiore della comunità di Cappuccini a Sighet, in Romania, che in questi giorni sta accogliendo centinaia di rifugiati. Le guide e gli esploratori saranno impegnati, presso gli oratori di Bozzolo e San Martino dall’Argine, nell’inscatolamento dei giocattoli, divisi per genere e ai quali verrà allegata una frase di sir Baden Powell, fondatore del movimento: “Il vero modo di essere felici è rendere felici gli altri”. Uno spirito di servizio alle fragilità ribadito anche dal capo scout di Bozzolo Stefano Bonati; «L’obiettivo è quello di una riflessione sul dono, l’educazione alla rinuncia e alla condivisione: ogni ragazzo rinuncerà a un suo giocattolo perché questo possa essere sfruttato da chi ha più bisogno di distrazione».

A Cassano d’Adda, invece, due iniziative già in corso: una raccolta di beni primari e un progetto di ospitalità. Sono gli scout del gruppo Cassano 1 ad occuparsi della raccolta: alimenti, coperte, beni di prima necessità che vengono donati dai cittadini e che saranno inviati nei prossimi giorni al Sermig, l’arsenale della pace di Torino, nella sede di Bonate di Sopra (Bergamo). Per quanto riguarda l’iniziativa di ospitalità, invece, sono le quattro parrocchie della città a scendere in campo unite, con la collaborazione dell’Amministrazione comunale; sono già state accolte, presso l’oratorio Don Bosco due famiglie di profughi ucraini, alle quale, verosimilmente, se ne aggiungeranno altre: sono infatti quaranta i posti messi a disposizione per i rifugiati. È inoltre stata attivata una raccolta fondi per sostenere le necessità delle famiglie che hanno messo a disposizione spazi per l’accoglienza dei rifugiati.

Infine anche nel territorio casalasco si è attivata la macchina della generosità. Tra le iniziative in campo quella di Acli Casalmaggiore che, con Spazio Tenda ha attivato una raccolta di aiuti che si aggiungerà agli aiuti raccolti da Acli Cremona nell’ambito del progetto «Together for Ukraine» promosso in collaborazione con l’associazione Pellegrini con gioia, e che ha già fatto partire un camion di aiuti per le zone ai confini del conflitto.




Emergenza Ucraina, a Cassano d’Adda quaranta posti pronti ad accogliere i profughi

Tra le dimostrazioni di impegno che le parrocchie della diocesi stanno mettendo in pratica sul fronte dell’accoglienza diffusa dei profughi dall’Ucraina c’è l’esperienza delle parrocchie di Cassano d’Adda.

La prima, attiva già da qualche settimana, consiste in una raccolta di beni alimentari e di prima necessità che saranno poi consegnati direttamente dagli scout cassanesi al Sermig di Torino, l’arsenale della pace di Torino, attraverso la sede di Bonate di Sopra, nella Bergamasca.

La seconda iniziativa, pensata dalle quattro parrocchie di Cassano d’Adda, è un vero e proprio atto di ospitalità e condivisione a sostegno di coloro che oggi necessitano di un tetto sotto il quale vivere in pace.

L’oratorio Don Bosco ha recentemente accolto due famiglie di profughi, ma con la prospettiva di ulteriori prossimi arrivi. Per questo sono pronti quaranta posti, allestiti presso gli spazi parrocchiali e anche grazie all’altruismo dei parrocchiani che hanno messo a disposizione ambienti privati.

«Con l’arrivo dei primi rifugiati ucraini – spiega don Simone Duchi, vicario dell’unità pastorale di Cassano – abbiamo cercato di fornire loro tutto ciò che potesse farli sentire a casa. E quindi non solo attrezzando dormitori, una cucina e predisponendo ogni oggetto di utilizzo quotidiano, ma anche attraverso un’ospitalità linguistica, culturale e religiosa. Per questo, accanto a indicazioni bilingue, nella cappellina dell’oratorio abbiamo preparato uno spazio con alcune icone, di modo che la loro preghiera quotidiana possa trovare le immagini e lo stile della loro terra».

Ma il supporto delle parrocchie cassanesi non si limita all’ospitalità. «Le parrocchie di Cassano – spiega don Vittore Bariselli, parroco dell’unità pastorale di Cassano d’Adda – stanno già sostenendo la raccolta fondi proposta dalla Caritas diocesana, ma hanno scelto, di comune accordo, di indire un’ulteriore colletta per contribuire all’accoglienza dei profughi, sia attraverso un loro sostegno economico diretto a loro, ma senza dimenticare neppure di contribuire alle spese sostenute da quei parrocchiani che hanno scelto di ospitarli nelle proprie casa: una sorta di rimborso spese che è il segno concreto della riconoscenza per il loro gesto».

«Le loro speranze, le loro sofferenze, ci invitano a una preghiera accorata e costante – conclude don Duchi, guardando al dramma vissuto dalla popolazione ucraina – affinché le disgrazie della guerra possano cedere il passo alla bontà e alla riconciliazione».




Ucraina: da Caritas Cremonese nuove indicazioni per ospitalità e raccolta di aiuti

La straordinaria generosità di tante persone e comunità si sta manifestando in molti modi, non solo attraverso la segnalazione alla Caritas Cremonese di alloggi che potranno essere utilizzati per l’accoglienza di profughi, ma anche attraverso la raccolta di alimenti e beni di prima necessità da fornire alla popolazione ucraina. In questo momento Caritas si trova in raccordo con le istituzioni pubbliche per le questioni giuridiche, sanitarie e scolastiche. Il tentativo è quello di promuovere un modello di accoglienza e supporto diffuso su tutto il territorio della diocesi, dove saranno chiamate ad essere protagoniste le comunità cristiane.

Per questo motivo, in una prima fase gli inserimenti dei profughi ucraini stanno avvenendo presso strutture messe a disposizione dalle parrocchie e negli alloggi autonomi resi disponibili da privati cittadini, sempre all’interno di una condivisione con le parrocchie di riferimento. Nei prossimi giorni è previsto un primo momento di condivisione e di verifica con i sacerdoti o i referenti delle parrocchie che stanno già accogliendo oppure che hanno dato la loro disponibilità ad accogliere.

Si riserverà ad una seconda fase l’eventuale accoglienza di profughi nelle famiglie, che generosamente hanno messo a disposizione parte delle proprie abitazioni.

Le parrocchie che intendono promuovere raccolte di generi alimentari a favore dei profughi ucraini ospiti sul territorio diocesano possono far confluire le derrate presso il magazzino Caritas di San Savino, concordando la consegna con il responsabile Egidio (339-4426707). Sarà poi compito dell’organizzazione ridistribuire al bisogno.

Chi intendesse donare abiti per i profughi ucraini presenti sul territorio cremonese può conferirli al negozio “Vesti e rivesti” di Corso Pietro Vacchelli 69 a Cremona (tel. 0372-413445).

Viceversa i profughi ucraini che avessero necessità di vestiario possono essere indirizzati al Centro d’ascolto di Caritas Cremonese (via Stenico 2 a Cremona, tel. 0372-23370) dove riceveranno un “buono” da utilizzare presso il negozio “Vesti e rivesti”.

 

Continua la raccolta di fondi per sostenere la popolazione ucraina:

Attraverso la Fondazione San Facio (La donazione alla Fondazione San Facio è deducibile se fatta con bonifico, assegno o versamento postale) :

Conto Corrente Bancario
IBAN: IT 57 H 05156 11400 CC0540005161

Conto Corrente Postale n. 68 411 503

 

Oppure, direttamente alla Caritas Cremonese:

Conto Corrente Bancario
IBAN: IT 74 E 03069 11400 100000061305

 

Per informazioni:

Caritas diocesana       0372 35063    Via Stenico 2/B

www.caritascremonese.it

caritas@diocesidicremona.it