Ina Siviglia e la sfida di pensare la liturgia come anima della preghiera domestica
«La sfida di oggi è provare a pensare la liturgia come anima della preghiera domestica». Con queste parole della professoressa Ina Siviglia, docente di Antropologia Teologica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, si sono conclusi i lavori della prima mattinata della Settimana Liturgica Nazionale. La riflessione della professoressa Siviglia, trasmessa dagli schermi della Cattedrale e in contemporanea sui canali web della Settimana Liturgica Nazionale, si è articolata a partire da tre coordinate fondamentale: lo spazio, il tempo e la fede.
Insistendo sulla necessità di una riforma ecclesiale, la relatrice ha sottolineato come sia prioritaria «la costruzione di spazi di verità e libertà in primis all’interno della Chiesa stessa. Viceversa diventa impossibile l’annuncio ad extra».
In quest’ottica è stata evidenziata la necessità di saper riconoscere i carismi presenti all’interno della comunità, affinché tutte le risorse presenti nel popolo di Dio siano valorizzate e la Chiesa possa essere veramente al servizio dell’umanità.
Secondo la professoressa Siviglia, «il tempo particolare che stiamo vivendo può aiutare a far emergere domande, dubbi, desideri. Ed è proprio in questa dinamica che l’esperienza di fede proposta dalla Chiesa può inserirsi, tentando di rispondere al desiderio di incontrare Cristo che abita in ciascuno».
Non è mancato poi, all’interno della relazione, un avvertimento riguardo ai rischi che spesso si corrono parlando di liturgia: pensare che il rito si esaurisca negli spazi e nei tempi tradizionali della Celebrazione Eucaristica.
«La preghiera comunitaria è uno spazio rituale – ha spiegato la Siviglia – così come l’esperienza di fede che si vive in famiglia. Sono queste le dinamiche in cui la Chiesa vive e, a partire dalle quali, ha bisogno di rinnovarsi».
Alla luce della riflessione proposta dalla professoressa Siviglia, dunque, spazio e tempo diventano le coordinate fondamentali in cui la Parola non solo viene annunciata, ma addirittura prende vita, si incarna, e, di conseguenza, stimola, promuove ed alimenta la vita di fede di ogni cristiano.
«Il cuore dell’esperienza ecclesiale – ha concluso la relatrice – non è altro che il donarsi nell’amore. La donazione non può che darsi negli spazi e nei tempi della vita di ciascuno; spazi e tempi che, illuminati dalla fede, possono effettivamente essere animati e rinnovati dalla liturgia».
La professoressa Ina Siviglia Sammartino, nata a Palermo nel 1953, è coniugata e madre di quattro ragazzi. Laureata in Lettere classiche all’Università di Palermo, dopo aver concluso gli studi teologici del quinquennio con il baccellierato, ha conseguito la licenza in Ecclesiologia alla Facoltà teologica di Sicilia e il dottorato in Sacra teologia. Insegna Antropologia teologica presso la Facoltà teologica e Teologia del servizio alla LUMSA presso la facoltà di Servizio sociale. È consultore del Pontificio Consiglio per la Famiglia; è anche esperto-teologo dell’Ufficio Famiglia della CEI. È membro dell’Associazione Teologica Italiana. Da alcuni anni ha costituito un dipartimento di Antropologia cristiana e ha completato un master biennale, a due livelli, di formazione per formatori. È spesso presente in trasmissioni di cultura religiosa a Rai 1 (come “A Sua immagine”) e cura una rubrica mensile a Radio Maria. La professoressa Siviglia ha al suo attivo numerosi scritti, di cui molti relativi alla condizione femminile, tra cui: Il femminile nella cultura contemporanea, in AA.VV., Donna nella comunità cristiana e nella società; Voci “Donna” e “Femminismo” nel Dizionario di Bioetica (S. Leone – S. Priritera); Una nuova pastorale dei divorziati nella Chiesa oltre il silenzio tra rischio e coraggio.
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