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Il vescovo alla Via Crucis delle scuole paritarie: «Solo voi ci fate fare Pasqua in maniera nuova»

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Quattro stazioni – “Gesù nell’orto degli ulivi”, “Gesù condannato a morte”, “Gesù sale al Calvario e viene crocifisso” e “Gesù muore in croce” – hanno caratterizzato, la sera di giovedì 14 marzo, la Via Crucis per le vie del centro di Cremona, organizzata dalla scuola “Sacra Famiglia”, in sinergia con le altre scuole paritarie della città. Quattro tappe – in piazza del Comune, in largo Boccaccino, poi, passando per piazza S. A. M. Zaccaria, di nuovo davanti alla Cattedrale, e infine all’interno di essa – in cui bambini e bambine, ragazzi e ragazze, accompagnati da genitori e insegnanti, hanno popolato le strade per la processione, che si è poi conclusa proprio all’interno del Duomo.

La Via Crucis è stata animata dai canti intonati dal coro delle medie ed eseguiti dai musicisti della Sacra Famiglia, dalle letture e dalle preghiere in cui i protagonisti sono stati gli alunni della “Sacra”, della scuola “Beata Vergine” e della scuola “Canossa”. La processione, guidata dalla croce e da don Stefano Montagna, vicario della Cattedrale e insegnante di religione alla “Sacra Famiglia”, è stata impreziosita dalla presenza del vescovo Antonio Napolioni, che al termine della serata ha voluto fare il suo saluto ai presenti.

«Quando arriva la sera della vostra Via Crucis, anche per il vescovo è il segnale che è proprio Pasqua – ha detto mons. Napolioni –. C’è ancora tempo, ma quando i bambini tirano fuori da casa le famiglie, la piazza si riempie e giriamo intorno alla Cattedrale, in questo canto un po’ dolente ma pieno di amore, con questo Vangelo sempre giovane, letto da bambini e ragazzi, con i genitori e gli insegnanti quasi presi per mano da voi, è proprio Pasqua, perché solo voi ci fate fare Pasqua in maniera nuova». E aggiunge: «Noi rischiamo di averci fatto l’abitudine, di essere pessimisti, di guardare solo a noi stessi. Voi invece guardate agli amici, guardate il mondo e avete diritto a non avere paura. E guadare Gesù che va a morire per noi è davvero una vittoria sulla paura». Il vescovo si è poi fermato a riflettere sul significato delle parole “Eloi, Eloi, lemà sabactani!” (“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato!): «Se lo chiedono in molti, soprattutto coloro che vivono situazioni di fragilità e sofferenza», ha sottolineato il vescovo. «Ma scopriamo che Dio non ci ha abbandonato, ma si è abbandonato, si è messo nelle mani e nel cuore di bambino, di ogni amicizia, di ogni famiglia, di ogni comunità». E ha concluso: «E allora grazie perché così ti sei abbandonato a noi affinché noi non ci sentiamo mai abbandonati da te».

Si è così conclusa, tra il silenzio e la meditazione, la Via Crucis delle scuole di ispirazione cattolica della città, con un’apertura a Dio e ai lontani, per compiere insieme il passo definitivo verso la Pasqua.




Il 15 dicembre in Cattedrale il Vescovo incontra i bambini delle scuole dell’infanzia

Ricorre quest’anno l’800° anniversario del Presepe di Greccio, riconosciuto come il primo presepe vivente della storia, messo in scena proprio a Greccio, nel 1223, da san Francesco d’Assisi. E proprio il presepe sarà il fulcro dell’evento cremonese in programma nella mattina di venerdì 15 dicembre. Alle 10.45, in Cattedrale, il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, incontrerà bambine e bambini delle scuole dell’infanzia del territorio.

«Il Presepe di Greccio è stato fatto per istruire la gente del tempo e si rifà adesso qualcosa di simile – spiega Sergio Canevari, presidente della sezione cremonese di Fism (Federazione italiana Scuole materne) che promuove l’iniziativa – perché i bambini, con l’ascolto, la vista e gli altri sensi, possano comprendere quanto Gesù sia nato povero».

Le scuole paritarie al momento coinvolte sono sei: “Sacro Cuore”, “Sacra Famiglia”, “Maria Immacolata”, “Sant’Abbondio” e “Sant’Angelo”, dalla città, alle quali si è aggiunta la scuola della cooperativa “Cittanova” di Castelverde. Oltre a esse, sono state invitati a partecipare anche gli istituti comunali più vicini.

Un incontro pensato dalle maestre, che si svilupperà attorno alle vicende evangeliche della Natività. Durante la narrazione, ogni scuola consegnerà una sagoma raffigurante un personaggio del presepe. Le figure sono state realizzate proprio dagli alunni delle scuole dell’infanzia, con l’aiuto di maestre e maestri, di alcuni genitori e alcuni nonni. L’evento sarà inoltre allietato da una cornice canora, con l’esecuzione di canti della tradizione natalizia. Al termine della costituzione di questo presepe, il vescovo Napolioni parlerà ai bambini, consegnando loro un pensiero e un augurio per il Natale in arrivo, e consegnerà loro una statuetta benedetta di Gesù bambino.

«Ogni bambino riceverà la statuetta, che è segno di Gesù, con il quale potranno parlare ogni giorno, di ritorno da scuola, e confidarsi con Lui, raccontandogli i giorni felici e i giorni tristi», spiega Canevari. E conclude: «Perché Gesù ci aiuta sempre, per tutta la vita. E questa è l’essenza del Natale».




Scuole paritarie, nido e infanzia di Castelverde in gestione alla Cooperativa Cittanova

Ai primi di settembre riapriranno i battenti l’asilo nido “Ciribicoccole” e la scuola per l’infanzia Mons. Pietro Gardinali” di Castelverde con importanti novità.

La scuola prese forma nel 1933 accanto all’Opera Pia per volere dell’allora parroco di Castagnino Secco, mons. Pietro Gardinali, del quale quest’anno ricorre l’80° anniversario della morte. Intere generazioni di castelverdesi hanno goduto di questo servizio educativo che aveva nelle suore Adoratrici del Santissimo Sacramento di Rivolta d’Adda un vero punto di forza.

Con la sua de-pubblicizzazione e la conseguente nascita della Fondazione Opera Pia Ss. Redentore Onlus, l’Opera Pia non ha più potuto gestire direttamente la scuola tanto che nel 2005 nacque la cooperativa “Servizi per l’infanzia”, che si è preoccupata non solo di portare avanti il progetto formativo, ma di ampliarlo: accanto alla scuola dell’infanzia nacque, infatti, nel 2006 l’asilo nido. L’Opera Pia, pur avendo ceduto questo ramo di azienda, ha continuato a sostenere le attività formative fornendo, attraverso un contratto di locazione agevolato, i locali, occupandosi di tutte le grandi e piccole manutenzioni degli ambienti, accollandosi anche tutto l’aspetto gestionale e amministrativo.

Purtroppo la pandemia per Covid19 ha creato non pochi disagi e messo ancora più in luce le difficoltà dovute a una mancanza di interazione con altre istituzioni simili del territorio. «In questi anni – spiega il presidente della Cooperativa “Servizi per l’infanzia”, don Giuliano Vezzosi ci siamo sempre più resi conto della difficoltà di camminare da soli: i costi sono cresciuti in maniera esponenziale, senza contare la fatica di gestire un personale molto ridotto come il nostro a fronte di malattie, infortuni o dimissioni. Di fronte poi a un disavanzo di gestione per il 2022 non indifferente ci siamo decisi a chiedere aiuto alla cooperativa Cittanova di Cremona che, a nome e per conto della Diocesi, conduce otto scuole tra Cremona, Castelleone, Soresina e Casalmaggiore. Ringrazio il presidente don Marco D’Agostino che, sentito il suo Consiglio di amministrazione, ha accolto con favore questa nuova sfida e in poche settimane siamo riusciti a concludere l’accordo: le scuole riprenderanno ancora con più vigore le proprie attività forti di una cooperativa grande e ben organizzata come appunto la Cittanova. A tutti i soci della nostra cooperativa è stato garantito il posto di lavoro e, soprattutto, il territorio non verrà depauperato di questo servizio così importante per le famiglie, dato che nel capoluogo scuole di questo ordine e grado non sono presenti a livello comunale o statale. Un grazie va anche a chi finora ha gestito le scuole, in modo particolare al direttore dottor Renato Vailati, a tutti i dipendenti amministrativi dell’Opera Pia, che per tanti anni hanno garantito l’efficienza di materna e nido, alle maestre, educatrici e volontari, al personale ausiliario. Un grazie particolare al direttore generale della Fondazione Ss. Redentore, dottor Fabio Bertusi, che in questi mesi ha seguito l’avvicendamento tra le cooperative. Un pensiero riconoscente va anche all’Amministrazione comunale che ha sempre contribuito al sostegno delle scuole e continuerà a farlo con grande determinazione».

Le due scuole potranno ancora avvalersi del supporto dell’Opera Pia: «Con la cooperativa “Servizi per l’infanzia” – spiega il presidente di Fondazione Redentore don Claudio Rasoli – abbiamo risolto il contratto di affitto di ramo di azienda e ne abbiamo sottoscritto uno nuovo con la Cittanova. Non potendo gestire direttamente questo servizio saremo comunque sempre al fianco di don Marco, della preside prof. Roberta Balzarini e di tutti i loro collaboratori. La scuola è un pezzo di storia importante della nostra realtà, un tassello imprescindibile di quel grande progetto di carità e di evangelizzazione fortemente voluto e realizzato da mons. Gardinali e dai suoi illuminati collaboratori laici. La lunga esperienza di conduzione di scuole della cooperativa Cittanova e la grande professionalità dei suoi operatori sapranno certamente dare un nuovo impulso, sia dal punto di vista didattico, ma anche amministrativo, con una salutare ottimizzazione dei costi e una più efficace gestione del personale. Rivolgo un pensiero riconoscente ai dipendenti dell’Opera Pia che in questi anni si sono fortemente impegnati dal punto di vista amministrativo per il buon funzionamento delle scuole».

Nel mese di luglio don D’Agostino, insieme ad alcuni suoi collaboratori, ha incontrato i genitori delle due scuole riscontrando piena disponibilità a intraprendere questa nuova avventura. Giovedì 31 agosto, alle ore 19, la prof. Balzarini, affiancata dalla coordinatrice didattica prof. Alessandra Ringhini e dalle maestre, presenterà le attività didattiche dell’anno, seguirà un’apericena con servizio di babysitteraggio.

«Sono molto contento – ha dichiarato il presidente della cooperativa Cittanova don Marco D’Agostino – per il virtuoso impasto che si è creato tra la presidenza dell’Opera Pia, la Parrocchia di Castelverde, il Comune di Castelverde e la Cooperativa Cittanova, nella disponibilità e nell’interesse intorno all’asilo nido e alla scuola dell’infanzia. Molti genitori, nei colloqui personali, hanno dichiarato di aver frequentato quella scuola e di nutrire grande riconoscenza e gratitudine. Credo sarà un’avventura entusiasmante, avendo costatato molta disponibilità».

Anche la dirigente scolastica, dott. Roberta Balzarini, si è detta soddisfatta del lavoro svolto in questi mesi: «Abbiamo provato a mettere la testa su una realtà che non comincia da zero, ma è ricca di storia e di opportunità. Insieme a tutte le altre scuole della Cooperativa Cittanova, legate con la Diocesi di Cremona, anche il Polo scolastico di Castelverde potrà essere un’occasione per crescere, educare e generare, insieme, le nuove generazioni». «Esse – ha concluso la preside – sono il futuro della Chiesa e della società che siamo chiamati a custodire e a far germogliare come il bene più prezioso».

«Che nello stesso cortile – ha commentato il prof. Samuele Lanzi, vice presidente della Cooperativa Cittanova, che ha seguito le operazioni da vicino – ci siano gli anziani dell’Opera Pia, un nido e una scuola dell’Infanzia: dicono la cura e l’attenzione che i nostri padri prima, l’Opera Pia, la Parrocchia e noi oggi, siamo chiamati ad avere. Curare i germogli e avere attenzione agli anziani, che custodiscono memoria e storia, sono le coordinate essenziali per un’educazione alla cittadinanza e al Vangelo. Insieme si potrà fare molto».

Tutto è pronto per il suono della campanella. Il 30 agosto per il Nido. Il 4 settembre per l’Infanzia. E anche gli inserimenti dei più piccoli saranno veloci, per aiutare i genitori a ritornare al lavoro con facilità e senza troppi inconvenienti. Entrando nel circuito delle scuole del Cittanova anche Castelverde beneficerà di tutti i progetti in atto, tra le scuole, con i più grandi del liceo, “filosofia per bambini”, inglese per i più piccoli, psicomotricità, usando anche i luoghi del Seminario di Cremona.




Il Vescovo alle scuole cattoliche: «Raccontate alla Chiesa la scuola di oggi»

«Il consiglio pastorale diocesano si è fatto carico di lavorare sul “Cantiere della strada e del villaggio”, uno dei tre proposti dal testo con le prospettive per il secondo anno del Cammino sinodale consegnato alle Chiese locali dalla Cei (QUI il documento integrale) . È un gruppo di lavoro che ha iniziato a rifletterci, e voi dirigenti siete i primi interlocutori con cui condividere questo ascolto». Sulla scia di queste parole di mons. Antonio Napolioni, si è tenuto giovedì 20 ottobre a Cremona, ospitato presso la “Sala Spinelli” del Centro pastorale diocesano, l’incontro del vescovo con i rappresentanti delle scuole cattoliche e paritarie d’ispirazione cattolica del territorio diocesano. Un dibattito costruttivo tra il vescovo e i dirigenti, al quale ha partecipato anche don Giovanni Tonani, incaricato diocesano per la Pastorale scolastica.

Incentrata sulla questione dell’identità delle scuole cattoliche, si è trattato della prima di tre tappe (le prossime a febbraio e maggio 2023) che, in continuità con i “Cantieri di Betania” proposti dalla Chiesa italiani e riprese nella proposta diocesana per l’anno pastorale in corso , saranno fondamentali per le scuole e per la Diocesi per poter “aprire” un cantiere sinodale dell’educazione, per conoscersi e camminare insieme.

Ad aprire l’evento, l’introduzione di don Tonani, che ha esposto, illustrandone le tappe, le finalità di questo percorso. A seguire, l’apertura del confronto con insegnanti e dirigenti, costruito sulla provocazione del vescovo Napolioni: «Cosa notate a proposito della “salute” dell’istruzione?»

Sono molteplici e urgenti le sfide, condivise durante l’incontro, con cui le scuole, in questi anni, devono fare i conti: dal calo delle iscrizioni alla carenza di personale e di motivazioni, all’emergenza educativa. Per un operato migliore «ci vuole maggiore collaborazione tra le scuole, non solo cattoliche, e le parrocchie – si è raccomandato il vescovo –. Ci sono insegnanti di religione che non dialogano nemmeno con parroci e vice-parroci. C’è bisogno di raccontare oggi la scuola alla Chiesa. Vogliamo scuole nostre, ma spesso noi non conosciamo l’ambiente scuola».

Ma l’impegno non deve essere unilaterale. Tutto gravita attorno alla passione educativa, tratto distintivo dello stile cristiano nella formazione delle nuove generazioni «È compito della Diocesi stimolare la scuola – ha proseguito Napolioni –, anche attraverso un progetto costruito insieme».

Tra criticità e ricerca di possibili soluzioni, durante l’incontro sono emersi cinque concetti fondamentali: il dialogo tra scuola e Chiesa, la figura genitoriale e i programmi di accompagnamento dedicati, il focus sui bambini da 0 a 6 anni, la spiritualità e le disabilità nelle scuole. Tutti elementi, tanto importanti quanto delicati, su cui continuare a riflettere e lavorare. Non da soli, però, come ha invitato con determinazione il vescovo, proponendo un impegno: «Per i prossimi incontri – ha detto – dobbiamo avere interlocutori che non siano soltanto quelli di oggi».

L’evento si è concluso con un monito del vescovo: «Seguendo questi passi convertiamoci a un lavoro d’insieme, a un’ecclesialità più matura. Mi auguro che vi sentiate responsabili anche della spiritualità degli insegnanti. Chiedete aiuto, facciamo di quest’anno e di quelli che verranno un cammino comune».




«Stavano sotto la croce», una serata di arte, musica e preghiera con i ragazzi della Sacra Famiglia

Nella serata di giovedì 31 marzo la cattedrale di Cremona si è animata grazie al canto del coro della scuola Sacra Famiglia che con i suoi ragazzi ha saputo incantare gli adulti, bambini e compagni di classe, creando un momento di piacevole ascolto e meditazione per bambini, docenti e genitori in preparazione della Pasqua, nella serata intitolata «Stavano sotto la croce».

La disposizione dei posti a sedere ha reso l’evento caratteristico ed innovativo, infatti tutti i banchi e le sedie sono stati girati non più verso l’altare, ma dalla parte opposta, con lo sguardo rivolto verso la controfacciata, con il sui grande affresco del Pordenone che fin dal 1520 svetta sopra le porte d’ingresso. Una scelta dettata dalla natura originale della serata, che da tradizione si svolgeva nella forma della Via Crucis lungo il perimetro della Cattedrale, ma che da due anni, a causa della recente pandemia, ha riadattato la tradizionale occasione di incontro e preghiera quaresimale.

«Osservare questo bellissimo affresco – ha commentato Francesca Bellini, preside della scuola secondaria di primo grado della Sacra Famiglia – ci ha permesso di entrare nel racconto della Passione di Gesù attraverso le riflessioni dei ragazzi che ci hanno fatto stare di fronte a questo mistero che si sta compiendo». Riflessioni sull’arte che hanno trovato espressione attraverso la musica, come spiega Giovanni Grandi, insegnante di musica e direttore del coro che ha animato la serata: «L’idea di partire dalla bellezza dell’arte che continua nella musica e nel canto. Il linguaggio del bello unisce ragazzi e adulti in modo sorprendente». «Questa serata – ha aggiunto il professor Stefano Seghezzi – Un segno della voglia di partecipare e di vivere che crea questa comunione tra noi»

La preghiera e il canto corale hanno creato un’atmosfera di raccoglimento e stupore, che ha saputo ricordare a tutti i presenti l’importanza della Quaresima che si sta vivendo e della Settimana Santa ormai alle porte.

 




Assemblea delle scuole cattoliche: «Lo scopo è quello di parlare tutte le lingue: non integralismo, ma integrazione»

Si è tenuta il 14 dicembre, presso il Centro Pastorale di Cremona, l’assemblea delle scuole cattoliche del territorio, alla presenza del Vescovo Antonio Napolioni e di don Aldo Basso, collaboratore dell’Ufficio per la Scuola e l’Educazione della Diocesi di Mantova.

L’attenzione si è inizialmente concentrata sull’introduzione di don Aldo, che ha presentato la situazione attuale delle scuole cattoliche italiane, evidenziandone i due problemi principali: la questione dell’identità cattolica e le condizioni organizzative necessarie per un efficiente funzionamento degli istituti.

L’introduzione ha riguardato una distinzione fra scuole cattoliche e scuole di ispirazione cristiana; apparentemente possono sembrare la stessa cosa – ha spiegato il sacerdote – e in effetti si basano entrambe sui medesimi principi, ma c’è una differenza di tipo formale, giuridico: la scuola cattolica è tale solo se gestita da un’autorità ecclesiastica, da una persona giuridica ecclesiastica o da terzi, ma con una delega dell’autorità ecclesiastica. «Ci sono numerosi documenti a testimoniare l’identità delle scuole cattoliche, ma dove è dichiarata? – spiega don Aldo – È scritta in ogni Progetto Educativo. È un diritto e un dovere esprimere la natura cattolica della scuola».

Citando Papa Francesco, don Aldo ha spiegato che le scuole cattoliche non forniscono nulla in più rispetto alle scuole statali, bensì offrono qualcosa di diverso: «Se nelle nostre scuole non si sviluppa un modo diverso di essere umani, una cultura e una società diversa, stiamo buttando via il tempo».

Il secondo tema, quello riguardante il funzionamento delle scuole, è un problema che si pone sulla figura degli insegnanti. «Se la scuola cattolica fa molto affidamento agli insegnanti, si riesce a trovare insegnanti su cui fare affidamento? – continua don Aldo – Serve formazione, serve declinare in senso cristiano ogni proposta». Ognuno risulta responsabile dell’identità di una scuola, il gestore in primis, ma anche gli insegnanti, i genitori, i Vescovi: «Il reperimento e la formazione dei docenti – ha osservato – stanno diventando molto più difficili. Servono alcuni requisiti fondamentali: il Probitas Vitae, cioè la rettitudine, l’integrità morale, ma anche la formazione cristiana, l’insegnamento della religione».

A seguire, alcuni docenti delle scuole cattoliche cremonesi hanno condiviso la loro esperienza, la loro testimonianza. Il passaggio dalla scuola statale a quella paritaria ha fatto da filo conduttore negli interventi degli insegnanti, che hanno spiegato come la passione, la curiosità, la personale esperienza di fede e l’interesse verso la centralità della persona a discapito della sicurezza monetaria abbiano svolto un ruolo fondamentale nelle loro scelte.

«Il nostro compito non è essere dei “criticoni” del mondo. – ha poi riflettuto il Vescovo Napolioni nel suo intervento – L’aggettivo “critico” lo caratterizzerei in un altro modo: la scuola cattolica è quella che sa superare le crisi, che insegna a superare le criticità». «Lo scopo – ha proseguito – è quello di parlare tutte le lingue; non l’integralismo, ma l’integrazione. Il metodo della scuola cattolica deve essere quello della Pentecoste, non l’assolutizzazione di un gergo».

L’incontro si è concluso con il messaggio di don Aldo: «Mi ha colpito, nelle testimonianze, la passione educativa. Sono convinto che gli insegnanti pratichino esercizio di carità nel loro lavoro, nel loro impegno. Ma prima di guidare, dobbiamo essere guidati». Con questo spirito di apertura è disponibilità si è dunque concluso l’incontro con un momento di preghiera e gli auguri del Vescovo Antonio.

 

Fare scuola dopo l’emergenza, presentato il XXIII Rapporto sulla scuola cattolica in Italia