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Alla scoperta della favela di Salvador de Bahia con don Emilio e don Davide (VIDEO e FOTO)

Nel pomeriggio di domenica 17 novembre il vescovo Antonio Napolioni e gli altri sacerdoti delle delegazione cremonese in visita in questi giorni a Salvador de Bahia, ha attraversato una piccola porzione della favela della parrocchia di Cristo Ressuscitado, affidata a don Emilio Bellani e don Davide Ferretti.

Un intrico di stradine vicoli e umanità. La vita scorre lungo la strada, con la squadra di calcio di Bahia su tutti gli schermi della favela e tanta gente che cerca di respirare l’aria che dal mare soffia tra le case. Che spesso non sono case, ma piccoli ambienti resi dignitosi con quello che c’è.

La strada parla, la strada insegna e fa memoria e gli occhi dei bambini che la affollano scorrazzando la ascoltano. La strada parla di vita e da ogni uscio, da ogni ripida scala volti di uomini e donne di ogni età salutano don Emilio e lo strano gruppo di italiani che camminano tra le case, come i tanti fedeli che cercano proseliti per una delle decine di sette più o meno evangeliche. Vivono accanto alla comunità cattolica, bussando alle stesse porte.

La musica, nella favela, non manca mai.

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Nella mattinata di lunedì, invece, don Davide e don Emilio hanno accompagnato nella mattinata di lunedì 18 novembre il vescovo Antonio Napolioni e gli altri sacerdoti delle delegazione cremonese alla scoperta della rete di solidarietà che lega la parrocchia di Cristo Risorto alle famiglie e alle fragilità del territorio di Salvador De Bahia.

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La prima domenica di don Davide Ferretti a Salvador de Bahia

Arriva direttamente da Salvador de Bahia il saluto di Don Davide Ferretti alla diocesi di Cremona. Nel suo video messaggio don Davide parla della sua prima domenica da fidei donum nella parrocchia di Cristo Risorto a Salvador de Bahia dove proprio oggi, 3 novembre, inizia il suo nuovo servizio. Una giornata di festa per la comunità che festeggia l’arrivo del nuovo sacerdote ma anche il compleanno di don Emilio Bellani, l’altro sacerdote cremonese da dieci anni in parrocchia. Una giornata speciale che inizierà con la Messa domenicale e proseguirà fino a sera con momenti di allegria nella comunità brasiliana.

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Progetto Bahia, un invito alla missione rivolto a tutta la diocesi

«Ora la nostra diocesi ha come una parrocchia in più, di cui essere tutti corresponsabili». Così si presenta il «Progetto Bahia», il nuovo cantiere di solidarietà, missione e scambio pastorale che si fonda sull’impegno missionario della Chiesa cremonese in Brasile, nella parrocchia di Cristo Risorto che si trova nella favela di Salvador, capitale dello stato di Bahia.

Il progetto, annunciato dal responsabile dell’Ufficio missionario don Maurizio Ghilardi al termine della Veglia missionaria in cui il vescovo ha conferito il mandato a don Davide Ferretti, il sacerdote cremonese che raggiungerà come fidei donum don Emilio Bellani nella parrocchia brasiliana, è un invito a tutti i maggiorenni che si rendano disponibili ad un’esperienza di servizio a Salvador de Bahia, ma anche una proposta concreta rivolta a tutta la diocesi: «La Chiesa cremonese avrà cura di far conoscere maggiormente la vita della comunità cristiana affidata ai nostri sacerdoti in Brasile, – si legge nella brochure di presentazione (scarica QUI il pdf) – promuovendo anche iniziative concrete di raccolta fondi e microrealizzazioni di solidarietà accessibili a parrocchie, gruppi, famiglie…

Il Vescovo di Cremona, con l’ausilio dell’Ufficio missionario diocesano, accompagnerà con attenzione lo sviluppo dell’esperienza, garantendo anche con le necessarie visite la verifica del cammino, in comunione con l’Arcivescovo di Salvador di Bahia e con gli altri soggetti interessati.

Tutto è iniziato con la presenza decennale di don Emilio Bellani e si arricchisce ora con l’invio di don Davide Ferretti presso la parrocchia di Cristo Risorto, in Salvador, nel quartiere “Novos Alagados”. La parrocchia bahiana è inserita nel contesto di una favela popolosa, nella quale si può sperimentare la vivacità e l’essenzialità di una comunità cattolica che vive il costante confronto con numerose chiese evangeliche e pentecostali. «Fare esperienza di servizio – scrive l’Ufficio Missionario –  in questo caso, non è andare per aiutare ma andare per crescere, conoscere e arricchirsi attraverso esperienze di vita concreta, attività manuali ed educative, ma soprattutto essere e sentirsi Chiesa davvero cattolica, con uno spiccato accento sulla missionarietà che dovrebbe contraddistinguerci anche nella nostra realtà quotidiana e abituale».

Le partenze per il Brasile, per singoli o gruppi di al massimo 8 persone, saranno organizzate nei mesi di luglio e agosto 2020 (iscrizioni entro il 30 novembre 2019) ma anche durante l’inverno (contattare l’Ufficio). Il periodo di permanenza a Salvador de Bahia è da concordare con l’équipe dell’Ufficio Missionario e le spese del viaggio sono a carico dei partecipanti.

Salvador de Bahia

La parrocchia di Cristo Risorto, fandata una trentina di anni fa, si trova nella favela di Salvador, capitale dello Stato di Bahia e principale teatro della cultura afro-brasiliana, nota al mondo per essere stata la città ad avere importato più schiavi dall’Africa per le piantagioni di canna da zucchero. Fondata nel 1549, Salvador è stata la prima capitale del Brasile. Sul territorio della parrocchi di Cristo Risorto si contano circa 35mila abitanti con una presenza cattolica del 30%.




Accoglienza festosa l’arrivo di don Davide Ferretti in Brasile (FOTO e VIDEO)

Don Davide Ferretti è arrivato a Salvador De Bahia. Le prima immagini dell’accoglienza ricevuta dal sacerdote cremonese fidei donum arrivano attraverso i social, condivise da don Emilio Bellani, che con i suoi parrocchiani ha accolto il confratello in aeroporto.

Dopo i canti e gli abbracci all’amico sacerdote tornato per rimanere dopo le tante esperienze estive, il giovani e le famiglie della parrocchia di Cristo Risorto, la grande parrocchia nel quartiere di Novos Algados posano sorridenti con i due sacerdoti cremonesi che li accompagneranno collaborando nella attività pastorale.

Don Davide ha ricevuto il mandato missionario dalle mani del vescovo Antonio Napolioni nella recente Veglia Missionaria e raggiunge dunque don Emilio rafforzando il legame di fraternità tra la Chiesa cremonese e la diocesi brasiliana che – attraverso il “Progetto Bahia” – vuole coinvolgere tutta la comunità diocesana in un «cantiere di solidarietà, di missione e scambio pastorale», segno concreto di quella «svolta missionaria» a cui Papa Francesco chiama la Chiesa.

 




Un mandato missionario per l’intera diocesi: «Con don Davide partiamo tutti» (audio, video e foto)

«La missione è di tutti non è una frase fatta, ma una frase da fare». L’assemblea riunita in Cattedrale per la celebrazione della Veglia missionaria nella serata di sabato 19 ottobre, risponde al vescovo Napolioni con un sì convinto. Come l’applauso che ha sottolineato il momento del mandato missionario a don Davide Ferretti, che partirà nelle prossime settimane come fidei donum per il servizio alla Chiesa sorella di Salvador de Bahia in Brasile, nella parrocchia di Cristo Risorto

Monsignor Napolioni ha aperto la celebrazione che – come ha ricordato don Maurizio Ghilardi, responsabile dell’Ufficio Missionario diocesano –  si inserisce tra le iniziative del Mese Missionario Straordinario, voluto da Papa Francesco, con un saluto a tutti i presenti e anche a «chi ci segue attraverso i media e alla comunità della parrocchia di Cristo Risorto a Salvador de Bahia», collegata in diretta web in una serata che segna un passaggio nuovo e decisivo nella crescita del rapporto di collaborazione, scambio e servizio stretto con la Chiesa Cremonese, da dieci anni presente nel quartiere con il sacerdote fidei donum don Emilio Bellani, che sarà ora raggiunto da don Davide. Un’amicizia rappresentata dalle bandiere italiana e brasiliana.

Il rito è iniziato con l’invocazione del dono dello Spirito Santo su ciascun continente: accompagnate dal Grande coro giovanile diocesano, cinque persone hanno portato all’altare un cero acceso alla fiamma del cero pasquale, perché «in ogni angolo della Terra, ciascun battezzato continui ad ascoltare e a rispondere all’invio del Padre verso gli ultimi». Sono poi Patricia e sua figlia, originarie del Brasile, a portare l’evangeliario per la lettura della Parola, insieme ad una statuetta della Madonna di Aparecida, patrona del paese sudamericano.

La preghiera è stata poi divisa poi in due parti, seguendo il tema della Giornata missionaria mondiale: «Battezzati e inviati».

La prima parte – Battezzati – dopo una lettura dagli Atti degli Apostoli (10, 34-43) è continuata con il rinnovo delle promesse: tutti i fedeli, in una lunga processione si sono recati al fonte battesimale dove, come gesto di fraternità e di condivisione della fede, ciascuno ha attinto all’acqua e con essa ha fatto il segno della croce sulla fronte della persona che seguiva, accompagnati dalle note e dai ritmi del gruppo corale africano Saint Michel.

Nella seconda parte – Inviati – la lettrice ha proclamato il brano (Atti 10, 44-48) che racconta il momento in cui lo Spirito scese su circoncisi e pagani e Pietro «ordinò che fossero battezzati». Poi il vescovo ha proposto la sua riflessione rivolta a tutta la Chiesa cremonese.

«Una serata straordinaria, per un mese straordinario e una partenza straordinaria – ha esordito monsignor Napolioni – ma a me non piace il termine straordinario perché – ha sottolineato – noi sappiano che è il Signore a stupirci attraverso missionari… ordinari, feriali, umili e gioiosi che sono ovunque».

È lo spirito che guida una vera «missione diocesana». «Siamo tutti battezzati e inviati – ha aggiunto citando il tema della Giornata – e come Pietro  e tutti i papi, Papa Francesco ci ricorda che solo con una conversione missionaria la Chiesa può essere se stessa: una e santa». Un richiamo all’unità tra parrocchie e diocesi vicine: «La paura, la nostalgia e il pessimismo cedono il passo alla speranza, alla gioia e al coraggio»

«La missione – ha ricordato ancora il vescovo – non è un fatto privato. E’ tutta la nostra Chiesa diocesana che stasera riceve da Dio un rinnovato mandato e parte con don Davide, con don Emilio e con tutti quello che andranno e torneranno anche in futuro». Quella che in questa serata viene proposta a tutti i fedeli è una «missione non di sola andata». Ringraziando per le tante esperienza di missione nella storia della diocesi, monsignor Napolioni si fa però portavoce e garante di una novità: «Ci impegniamo tutti e non gli altri, direbbe don Primo Mazzolari. Una missione diocesana di giovani e famiglie, di vescovi e di preti, di preghiera e campi di lavoro, di conoscenza e solidarietà. C’è lavoro per tutti gli uffici di curia – ha aggiunto – per conoscere quale pastorale si può fare dall’altra parte del mondo per arricchire il nostro bagaglio e per preparare il futuro di una convivenza nella diversità che è nel disegno di Dio».

Uno sguardo che chiama tutti dunque ad «uscire»: «E’ vero – ha aggiunto – che c’è bisogno di missione anche qui, ma urge una scossa: uno scambio di energie e di doni. Così si propaga la luce del mondo che è Cristo. E la luce ci darà vita. Una scia di luce, tu, Davide, ma ognuno di noi con te e tutti noi in Cristo Gesù potremo lasciare».

L’omelia del Vescovo

Così arriva il momento del mandato a don Davide Ferretti che ha ricevuto dalle mani del vescovo il segno della croce. Poi l’abbraccio con l’applauso dell’assemblea.

Dopo la preghiera del Padre Nostro in portoghese, don Davide Ferretti ha espresso il suo saluto: «Mi piace pensare la missione come incontro. I missionari – ha aggiunto – non sono eroi, o più bravi. Solo forse più fortunati per aver avuto un po’ di tempo da dedicare agli altri. Ricordando che al centro della missione c’è l’annuncio del Vangelo: attraverso l’incontro – ha concluso – si annuncia Gesù Cristo».

Il saluto di don Davide Ferretti

Al termine, dopo l’ultimo canto del coro della parrocchia del Boschetto, a palazzo vescovile un momento di condivisione insieme per concludere festosamente la serata.

 

La photogallery della Veglia

 

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Un ponte di fraternità con Salvador de Bahia, cinque giovani cremonesi in Brasile con don Ferretti (gallery)

Una garanzia di continuità e una compagnia che può essere occasione di confronto per maturare nuove intuizioni, oltre a garantire anche una maggiore sicurezza personale. Per don Emilio Bellani, sacerdote castelleonese fidei donum in Brasile da nove anni, sono queste le aspettative in vista dell’arrivo a Salvador de Bahia di un altro prete cremonese, don Davide Ferretti che partirà a ottobre, quest’anno Mese Missionario Straordinario. Don Davide non sarà totalmente sconosciuto ai parrocchiani brasiliani. Accompagnato da alcuni giovani cremonesi, infatti, il sacerdote ha già fatto lì due esperienze missionarie.

L’ultima gli scorsi luglio e agosto con cinque giovani: Chiara Allevi, Diego Donnarumma, Andrea Lava, Gloria Manfredini e Matteo Righetti. «I giorni a Salvador sono stati intensi – raccontano i ragazzi -. Abbiamo vissuto in una realtà totalmente diversa dalla nostra, con codici di comportamento che abbiamo dovuto conoscere a poco a poco. Il linguaggio del sorriso e degli abbracci è però universale. Tutti, dai bambini agli adulti che frequentano la parrocchia solo sporadicamente, ci hanno accolti come se fossimo di famiglia. Abbiamo guadagnato fratelli, sorelle e tanti, tantissimi amici che non dimenticheremo mai».

E chissà che non possano ritornare. Due dei ragazzi del gruppo di quest’anno – Gloria e Chiara – infatti sono state e a Salvador anche l’anno scorso e non escludono di tornare anche l’anno prossimo: «Ormai possiamo dire di avere due case. Tornare a Salvador è stato come essere riaccolti in una grande famiglia».

Il vescovo Napolioni conferirà il mandato a don Ferretti durante la veglia missionaria che sabato 19 ottobre si svolgerà nella Cattedrale di Cremona coinvolgendo tutte le zone pastorali.

È un vero e proprio gemellaggio quello che sta consolidandosi tra l’arcidiocesi brasiliana – e nello specifico la parrocchia di Cristo Risorto – e la Chiesa cremonese. Le basi, che erano state poste nel 2017 con il viaggio del vescovo Napolioni a Salvador, vengono consolidate ora con la presenza anche di don Ferretti e l’impegno dell’Ufficio diocesano per la Pastorale missionaria, diretto da don Maurizio Ghilardi, a predisporre uno stretto collegamento transoceanico.

«Si tratta di un progetto di cui stiamo ponendo le fondamenta – spiega don Ghilardi – e attraverso il quale vogliamo creare le condizioni perché partano anche dei laici, eventualmente anche delle famiglie e i nostri seminaristi, in modo tale che l’esperienza missionaria diventi sempre più quotidiana per la nostra Chiesa». Ma l’obiettivo non è solo offrire le condizioni per nuove partenze: «Dobbiamo creare un’apertura mentale verso culture diverse. Viviamo una situazione sociale dove la diversità culturale diventa quasi un limite, un difetto. Noi, invece, vogliamo la Chiesa sappia andare oltre questo che pare essere un problema e che in realtà è una grande ricchezza».

La parrocchia di Cristo Risorto si trova nella favela di Salvador, capitale dello Stato di Bahia e principale teatro della cultura afro-brasiliana, nota al mondo per essere stata la città brasiliana ad avere importato più schiavi dall’Africa per le piantagioni di canna da zucchero. Fondata nel 1549, Salvador è stata la prima capitale del Brasile e i fasti di quell’investitura si notano ancora nell’eleganza dei suoi edifici e nell’imponenza delle sue chiese in stile barocco, in netto contrasto con la vita delle favelas. È proprio qui che si trova la parrocchia di Cristo Risorto, fondata una trentina di anni fa grazie a un progetto dell’Avsi (parte integrante dell’esperienza della Compagnia delle opere nel mondo) per dare una migliore qualità di vita alle famiglie che vivevano in vere e proprie palafitte costruite dentro il mare, perché non c’era più terreno libero. Il progetto ha portato alla costruzione di un vero e proprio quartiere, nel quale è stata incastonata la nuova chiesa. Un’area di circa 35mila abitanti, in prevalenza sono discendenti degli schiavi portati dall’Africa, che vivono in condizioni davvero precarie.

Dal punto di vista religioso la presenza nella favela è per lo più pentecostale ed evangelica, con i cattolici che sono circa il 30 per cento. La parrocchia – che ha nove chiese sparse sul territorio – è una comunità giovane, vivace e ben organizzata, dove i laici giocano un ruolo determinante.

A guidare la parrocchia è proprio don Emilio Bellani che guarda oggi con ottimismo questo “gemellaggio” con la diocesi di Cremona anche pensando al futuro, alla continuità. Gli ulteriori passi sono da costruire giorno dopo giorno. Mettendo in conto anche di stravolgere i progetti. Unico punto fermo, per ora, sono l’amicizia e la volontà di rafforzare la collaborazione pastorale, testimoniata dalla visita che il vescovo Napolioni farà nuovamente a Salvador de Bahia a metà novembre.

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Nella parrocchia di Cristo Risorto a Savador mettendo le basi per futuri progetti

Dopo la tappa in diocesi di Serrinha, per gli incontri con il sacerdote “fidei donum” cremonese don Giancarlo Regazzetti, originario di Romanengo, e il vescovo Ottorino Assolari (bergamasco d’origini), il gruppo dei cinque preti cremonesi in visita in Brasile domenica 27 gennaio ha fatto rientro nella parrocchia del “fidei donum” cremonese don Emilio Bellani. Una permanenza che ha permesso di dedicare tempo alla quotidianità, alla pastorale ordinaria, guardando ai progetti per il futuro. In particolare quello che il Ufficio per la pastorale missionaria della Diocesi di Cremona desidera mettere a disposizione dei giovani cremonesi: un luogo dove sperimentare la missione alle genti, in una situazione di diversità linguistica e culturale, perché sia un incontro di Chiesa e non una supplenza.

Il tempo per incontrare la parrocchia di Cristo Risorto di Savador è anche occasione per dedicare attenzione alla prosecuzione della collaborazione tra Chiese, grazie ad eventuali fidei donum (che tra l’altro era uno degli obiettivi dell’anno pastorale dedicato alla missionarietà della Diocesi di Cremona).

La prossima estate partirà ancora un gruppo, guidato da don Davide Ferretti, sempre per Salvador, per alcune settimane di servizio e condivisione. Ma da don Emilio c’è già anche la disponibilità affinché, durante tutto l’anno, chi desidera partire, ben formato e ben motivato, possa fare esperienza di Chiesa missionaria.

I giorni che rimangono da vivere a Salvador serviranno per sviluppare altri obiettivi: un progetto di sostegno allo studio, la formazione di educatori parrocchiali. La realizzazione dell’obiettivo generante questo viaggio invece dipenderà dal livello di desiderio della nostra Chiesa cremonese di mettere a disposizione un suo presbitero.

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In visita al Grest di don Emilio Bellani a Salvador de Bahia

Il 22 gennaio una delegazione di preti cremonesi è volata in Brasile, uno dei Paesi a cui si rivolge in modo particolare l’attenzione missionaria diocesana. Insieme a don Maurizio Ghilardi, incaricato diocesano per la Pastorale missionaria, il vicario della Zona pastorale IV don Davide Ferretti e i vicari parrocchiali don Matteo Alberti (S. Bernardo, Zaist e Maristella a Cremona), don Fabrizio Ghisoni (Soncino) e don Davide Pezzali (Casalbuttano).

Il gruppo ha fatto una prima tappa a Salvador de Bahia, nella parrocchia di Cristo Risorto, dove opera il sacerdote fidei donum cremonese don Emilio Bellani. Il gruppo cremonese è stato accolto dalla Figlie della Chiesa, istituto religioso che accoglie nei propri ambienti singoli o gruppi che desiderano fare un’esperienza missionaria.

In Brasile è piena estate, le scuole sono chiuse e riapriranno dopo il carnevale. Come ogni parrocchia di “stampo” lombardo che si rispetti c’è il Grest. Il tema scelto da don Emilio è la figura di Irma Dulce (la Madre Teresa dei poveri delle favelas a Salvador). Nelle attività proposte dagli animatori, attraverso il gioco e la recitazione, anche quella che intende valorizzare le radici di questi ragazzi, che in gran parte sono discendenti di schiavi o indi. Perché nessuno si senta escluso o discriminato, come Irma ha saputo fare in tutta la sua vita.

«Non siamo qui tanto per assistere a un Grest – spiega don Ghilardi – ma per comprendere meglio, insieme a don Emilio, come codificare, mantenere e proseguire – se possibile – il legame tra questa parrocchia e la nostra Diocesi, come già era emerso dall’incontro con l’arcivescovo, due anni fa nella visita con il vescovo Napolioni. Inoltre vorremmo far nascere un progetto di sostegno allo studio per quei ragazzi che difficilmente avrebbero la possibilità di accedere, per ragioni economiche, alle scuole superiori: così li aiuteremmo a casa loro e sosterremmo anche delle famiglie fragili». «Forse un po’ ambiziosa, ma sicuramente molto allettante, – continua l’incaricato per la Pastorale missionaria della Diocesi di Cremona – è l’idea di stabilire una continuità anche con un progetto di pastorale giovanile, di scambio e non di supplenza, di condivisione e non di sostituzione».

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Successiva tappa, dopo sei ore di pullman, a Serrinha, da un atro fidei donum cremonese: don Giancarlo Regazzetti.

 

L’esperienza estiva di alcuni giovani cremonesi (estate 2018)

La visita del Vescovo in Brasile (estate 2017)




Viaggio in Brasile per alcuni sacerdoti cremonesi

Dal 22 al 29 gennaio, a confermare il forte legame missionario che unisce la Chiesa cremonese alle popolazioni più bisognose del Brasile, uno dei Paesi a cui si rivolge in modo particolare l’attenzione missioanria diocesana, vi sarà il viaggio di alcuni sacerdoti insieme a don Maurizio Ghilardi, incaricato diocesano per la Pastorale missionaria. Il gruppo farà tappa a Salvador de Bahia e Serrinha, dove sono presenti due sacerdoti fidei donum cremonesi: don Emilio Bellani e don Giancarlo Regazzetti.

«Sentendoci un po’ più a casa nostra – spiega don Ghilardi – ora che il ponte tra la nostra e le loro diocesi, da mediatico che era, inizia ad essere un po’ più tangibile, speriamo di poter creare le condizioni per la prosecuzione di una collaborazione tra Chiese sorelle. Vorremmo anche poter creare un progetto che crei occasioni di servizio per i giovani della nostra diocesi».

A partire insieme all’incaricato diocesano della pastorale missionaria saranno il vicario della Zona pastorale IV don Davide Ferretti e i vicari parrocchiali don Matteo Alberti (S. Bernardo, Zaist e Maristella a Cremona), don Fabrizio Ghisoni (Soncino) e don Davide Pezzali (Casalbuttano).

Un ponte di fraternità che già in estate aveva iniziato a consolidarsi grazie a un gruppo di giovani che ha trascorso alcune settimane di volontariato nella missione di don Bellani. Per saperne di più

Le due realtà brasiliane sono state visitate durante l’estate del 2017 anche dal vescovo Antonio Napolioni, voltano in Sudamerica per incontrare i sacerdoti cremonesi missionari e conoscere la loro opera di servizio nelle aree più povere. Per saperne di più




Don Davide Ferretti sarà “fidei donum” in Brasile

In foto da sinistra: don Ghilardi, il vescovo Napolioni, don Bellani e don Ferretti
a Salvador de Bahia nell’estate 2017

Durante la Messa del Crisma del 18 aprile il vescovo Antonio Napolioni ha ufficialmente annunciato l’accordo stipulato con l’arcidiocesi di Salvador de Bahia, in Brasile. Un progetto che porterà la Diocesi di Cremona ad assumersi più stabilmente la responsabilità della parrocchia di Cristo Resuscitado, dove già opera il sacerdote “fidei donum” cremonese don Emilio Bellani, cui si affiancherà presto un altro cremonese: don Davide Ferretti.

 

L’origine del progetto

Il progetto è il frutto di un percorso che ha preso avvio nel 2017 in occasione della visita del Vescovo ai missionari cremonesi presenti in Brasile. In questa occasione si è riallacciato il rapporto con l’Arcivenscovo di Salvador de Bahia ed è nata l’idea proseguire il servizio della Chiesa cremonese in terra brasiliana con la parrocchia di Cristo Risorto. Proprio la presenza di don Emilio, insieme all’anno pastorale dedicato interamente alla missionarietà della Chiesa cremonese e al fatto che diversi giovani abbiano fatto esperienza di volontariato lì durante l’estate, ha aiutato a riflettere sul nostro missionario e capire meglio come un sacerdote fidei donum avrebbe potuto inserirsi in questa realtà, portando a progettare una nuova partenza.

«Non è soltanto la partenza di uno di noi, che tra qualche anno rivedremo in diocesi – spiega don Maurizio Ghilardi, incaricato diocesano per la Pastorale missionaria –. Si tratta di un progetto ben costruito, attraverso il quale si vogliono creare le condizioni perché partano anche dei laici, eventualmente anche delle famiglie, e i nostri seminaristi. In modo tale che l’esperienza missionaria diventi sempre più esperienza quotidiana per la nostra Chiesa. Diciamo che si aggiuge una parrocchia alla nostra diocesi: quella di Cristo Risorto sarà la 223esima parrocchia della diocesi di Cremona».

«Vogliamo fare in modo – afferma ancora don Ghilardi – che si creino le condizioni magari per nuove partenze, ma soprattutto per un’apertura mentale verso culture diverse. Una scelta in controtendenza. Noi viviamo una situazione sociale dove la diversità culturale diventa quasi un limite, un difetto. Noi, invece, vogliamo creare le condizioni perché almeno la Chiesa sappia andare oltre questo che pare essere un problema, quando in realtà è una grande ricchezza».

Il progetto spiegato da don Maurizio Ghilardi

 

La parrocchia di Cristo Salvatore

La parrocchia di Cristo risorto si trova nella favela di Salvador, che conta circa 35mila abitanti. In prevalenza sono discendenti degli schiavi portati dall’Africa. Qui le condizioni sono davvero precarie. Dal punto di vista religioso la presenza è per lo più pentecostale ed evangelica, con i cattolici che sono circa il 30 per cento. La parrocchia ha nove chiese sparse sul territorio. Una Chiesa giovane, vivace e ben organizzata, dove i laici giocano un ruolo determinante».

 

Don Ferretti nuovo “fidei donum”

Don Ferretti nella favela di Salvador

Una scelta maturata a lungo, dopo più di dieci anni avanti e indietro dal Brasile, dove ha speso le proprie estati insieme ad alcuni giovani volontari cremonesi. Prima a Goiania, in collaborazione con l’associazione “Amici dell’Ecovam”, legata all’Istituto Rifugio Cuor di Gesù di Cremona; poi proprio nella favela di Salvador, collaborando con l’attività pastorale di don Emilio Bellani.

«Questi piu di 10 anni di avanti indietro – confessa don Davide Ferretti – mi hanno fatto conoscere da vicino questo mondo ed è nata in me un po’ di curiosità e nostalgia, quella che i brasiliani chiamano “saudade”».

Classe 1967, don Ferretti, è stato ordinato sacerdote nel 1991 mentre risiedeva nella parrocchia di Pizzighettone. Ha iniziato il ministero come vicario a Robecco, poi il trasferimento, sempre come vicario, a Cremona, presso le parrocchie di S. Imerio e della Cattedrale. Dal 2007 è parroco di Motta Baluffi e Solarolo Monasterolo, dal 2014 anche di Scandolara Ravara e Castelponzone. Dal 2017 è pure amministratore parrocchiale di S. Martino del Lago e Ca’ de Sorsini, oltre che vicario zonale della zona pastorale 4.

Riguardo al suo nuovo impegno non ha molte certezze se non l’atteggiamento con il quale iniziare la nuova esperienza in Brasile: «Per prima cosa dovrò imparare. Imparare ad ascoltare, imparare i loro ritmi e il loro modo di fare e di vivere».