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Stop ai voli dal Brasile, slitta il rientro del gruppo cremonese a Salvador de Bahia

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, il 16 gennaio ha firmato una ordinanza che blocca i voli in partenza dal Brasile e vieta l’ingresso in Italia di chi negli ultimi 14 giorni vi è transitato. Il provvedimento, adottato per contrastare la nuova variante di SARS-CoV-2 identificata in Brasile, riguarda anche il gruppo di volontari della diocesi di Cremona che nei giorni scorsi ha raggiunto la parrocchia di Cristo Risorto, a Salvador de Bahia, dove operano i sacerdoti fidei donum cremonesi don Emilio Bellani e don Davide Ferretti.

Il gruppo cremonese, guidato dall’incaricato diocesano per la Pastorale missionaria, don Maurizio Ghilardi, era volato oltreoceano per un periodi di volontariato in occasione della “Colonia de ferias”, l’equivalente del Grest, visto che in Brasile è estate.

La delegazione cremonese, oltre a don Ghilardi, comprende le giovani pandinesi Elisa, Erica e Federica insieme al vicario don Andrea Lamperti Tornaghi e un giovane della parrocchia di Sant’Ambrogio in Cremona, Marco.

Nella serata di sabato 16 gennaio, In un video messaggio attraverso la pagina Facebook della Diocesi, il gruppo rassicura gli amici in Italia sulla loro situazione, annunciando tuttavia lo slittamento del loro rientro, al momento slittata a inizio febbraio.

«Pur distanti, rimaniamo “connessi e in comunione” – scrive il gruppo sui canali social – pregando reciprocamente gli uni per gli altri. Até logo».

 

Il gruppo cremonese è stato intervistato nella rubrica diocesana “Giorno del Signore” in onda proprio dalla serata del 16 gennaio.




Arrivati in Italia i volontari cremonesi rimasti bloccati in Brasile

È previsto nel pomeriggio di sabato 20 febbraio il rientro in Italia del gruppo di volontari cremonesi che dal 7 gennaio scorso si trovava in Brasile, a Salvador de Bahia, per offrire il proprio contributo alla comunità cattolica Jesus Cristo Ressuscitado, retta dai due sacerdoti “fidei donum” cremonesi don Emilio Bellani e don Davide Ferretti. Un’esperienza che avrebbe dovuto concludersi il 21 gennaio scorso e che, invece, è dovuta continuare, dopo la scoperta della “variante brasiliana” del SARS-CoV-2, data l’impossibilità di imbarcarsi per l’Italia.

Il 16 gennaio il ministro della Salute, Roberto Speranza, con un’ordinanza aveva bloccato tutti i voli in partenza dal Brasile, vietando l’ingresso in Italia a tutti coloro che nei precedenti 14 giorni vi fossero transitati. Un provvedimento successivamente prorogato, sino alla decisione – il 16 febbraio scorso – di consentire comunque il rientro degli italiani presenti oltreoceano.

Così, fatto il tampone e ricevuto l’esito negativo, nella mattinata di venerdì 19 febbraio il gruppo ha potuto imbarcarsi all’aeroporto di Bahia a volta di San Paolo: un primo scalo prima della lunga trasvolata atlantica alla volta di Parigi, ultima tappa prima dell’arrivo a Milano Malpensa, previsto nel pomeriggio di sabato 20 febbraio. Un mese dopo la data prevista originariamente per il rientro.

Una volta a casa tutti dovranno nuovamente sottoporsi a tampone e, dopo quattordici giorni di quarantena, ripetere nuovamente l’esame a conferma della loro negatività.

Si pone così la parola fine al lungo periodo di incertezza vissuto dalle tre giovani della parrocchia di Pandino – Erica, Federica, Elisa – in Brasile insieme al vicario don Andrea Lamperti Tornaghi e a Marco, un giovane della parrocchia di Sant’Agostino in Cremona. I cinque avevano aderito alla proposta di volontariato all’esterno attraverso il Progetto Bahia, coordinato dall’Ufficio missionario della Diocesi di Cremona il cui incaricato, don Maurizio Ghilardi, pure in Brasile, ha commentato prima della partenza per l’Italia: «Rimanere forzatamente ha dato alla nostra esperienza di volontariato un sapore molto diverso rispetto a quando eravamo partiti a gennaio, però è stato anche provvidenziale per conoscere ancora di più questa realtà che noi solitamente conosciamo solo attraverso attività di tipo straordinario. Invece il vivere e l’abitare con i nostri due preti cremonesi e le persone di questa comunità parrocchiale, che ormai è legata alla nostra diocesi, ci ha permesso di vedere veramente quali sono le fatiche della favela e di una realtà grande come Savador. Stare di più e forzatamente ci ha obbligati a relativizzare tante cose. E ci ha permesso di conoscere un modo di essere ospitali, nei nostri confronti, davvero bello, profondo e gratuito dimostrato da tantissime persone».

Proprio il Progetto Bahia sarà sostenuto, insieme alla Borsa di Sant’Omobono, dalla Chiesa cremonese durante la Quaresima di Carità 2021 (leggi per saperne di più).




Preghiera, carità e presepi… un mese speciale per la comunità di Salvador de Bahia

Nelle ultime ore dell’anno giungono dalla parrocchia di Gesu Cristo Resuscitato di Salvador de Bahia, in Brasile, notizie dalla comunità guidata dai due sacerdoti missionari fidei donum cremonesi don Emilio Bellani e don Davide Ferretti che raccontano le iniziative e lo spirito con cui la parrocchia ha trascorso il periodo delle festività natalizie, tra preghiera, solidarietà e segni tradizionali capaci di unire lo spirito Cristiano alla quotidianità delle famiglie nel quartiere.

Il caldo mese di dicembre (è estate in Sudamerica) è stato infatti caratterizzato dalle iniziative pastorali proposte per il cammino di Avvento.

Si è partiti con la festa dell’Immacolata, quest’anno anticipata a domenica 6 dicembre per via di alcune norme legate alla pandemia. Preceduta dal triduo nella piccola chiesa del Cabrito, la festa è iniziata sabato mattina con una grande e partecipata caccia al tesoro, sotto la pioggia, per i ragazzi del quartiere. La domenica la S. Messa nella piazzetta a fianco al campetto di calcio per permettere alle persone di partecipare (la chiesa più contenere in questo periodo solo 15 persone). Dopo la Messa la distribuzione di un pasto da portare a casa preparato dai volontari del quartiere.

Domenica 13 dicembre la mattinata è stata invece organizzata dalle giovani famiglie della comunità. S. Messa con grande affluenza nella grande chiesa parrocchiale, presieduta da un padre cappuccino responsabile della pastorale famigliare e dopo la Messa un piccolo momento di festa sotto al chiostro con un po’ di musica e qualcosa da mangiare (sempre da poter portare a casa).  

Domenica 20 è stata la domenica della carità. Le famiglie sono state invitate a portare in parrocchia o nella chiesina alimenti per la composizione di ceste basiche. “La raccolta – sottolineano i sacerdoti fidei donum – è stata decisamente significativa; qui la gente non ha molto, ma è molto generosa, ed ha contribuito all’iniziativa di carità che per tutto il mese di dicembre ha visto la distribuzione della “cesta basica” alle famiglie bisognose (circa 100) anche grazie alle parrocchie cremonesi che ci hanno aiutato e ci stanno aiutando in questa iniziativa. E’ un segnale importante di aiuto alle famiglie bisognose”.

 

A questo proposito durante tutto il periodo di Avvento è sta fatta una proposta interessante chiamata “l’albero dell’amicizia”. Su un albero di natale posizionato in chiesa erano presenti alcune buste che contenevano la possibilità di comprare e portare in parrocchia materiale necessario per la vita di tutti i giorni (sapone, lenzuola, asciugamani …). Chi voleva poteva prendere la busta, leggere il contenuto e comprarlo per poi consegnarlo in parrocchia. “E’ stato davvero un grande successo – raccontano don Emilio e don Davide – tanto che si è dovuto più volte mettere buste nuove”. Alla fine i regali sono stati tantissimi e tutti consegnati con un piccolo pacco. Alcuni di questi doni sono stati portati nelle strutture di Irma Violeta (che aveva predicato il ritiro nella parrocchia a inizio Avvento), altri sono stati consegnati personalmente a persone bisognose della parrocchia. La gioia del dare… e la gioia del ricevere.   

Il Natale è stato preparato spiritualmente in  modo particolare con la novena nelle case. Ogni comunità fa questi incontri in diverse case dove ci si riunisce verso sera per pregare. “E’ una iniziativa molto semplice, ma che spesso porta la preghiera e la presenza cattolica in case di persone che a volte in chiesa non vengono  “per i motivi più diversi e che fa sentire la presenza cattolica nelle vie del quartiere. Noi stessi sacerdoti cerchiamo di essere presenti quando possiamo”.

Non è mancato poi l’allestimento del presepio in chiesa, quest’anno ambientato tra le case del quartiere (tra l’altro  è stato premiato con il primo premio nel concorso dell’arcidiocesi). E poi il concorso presepi della parrocchia,  lanciato per la prima volta quest’anno con la partecipazione di 15 famiglie (“non va dimenticato – sottolineano i don – che qui non c’è la tradizione del presepe e che le chiese protestanti hanno fatto e fanno una grande campagna contro i presepi”).

Il Natale è stato celebrato in particolare con quella che viene chiamata “Missa do Galo” (un po’ come se fosse la Messa di mezzanotte), celebrata il giorno 24 alle 20,00 con una grande partecipazione, ma anche con il rispetto delle norme in vigore per la pandemia. La Messa è stata preceduta da una piccola rappresentazione organizzata da alcuni ragazzi che si stanno preparando alla prima comunione.

Il giorno di Natale è per lo più il giorno che la gente vive con le proprie famiglie o in strada mangiano e facendo festa (quest’anno un po’ condizionata da un forte temporale). 

A tutto questo vanno aggiunte alcune iniziative che hanno permesso di tenere i contatti con i più giovani: il pranzo con  i ragazzi che si stanno preparando alla prima comunione e con gli adulti e i giovani della cresima, l’incontro con i giovani… e gli immancabili “Bingo” nelle zone del quartiere (un Bingo anche nella  casa famiglia di Anna e Reno, cremonesi che abitano vicino all’aeroporto) .

Sul fronte sanitario intanto – spiegano ancora i missionari cremonesi – il virus c’è, anche se nel quartiere per ora non ha fatto i danni che ha fatto in altre parti del mondo. I numeri sono in aumento in questo mese, speriamo in bene e cerchiamo di stare attenti. Onestamente sta facendo più paura la violenza che anche in questo mese di dicembre purtroppo non è mancata”.

Il 2021 è alle porte. Dalla comunità di Salvador arriva un augurio ai fratelli e alle sorelle cremonesi: “Buon anno a tutti”. 




“Cesta basica”, un contributo di solidarietà per le famiglie povere della missione di Bahia. Ecco come donare

I sacerdoti cremonesi don Emilio Bellani e don Davide Ferretti, missionari fidei donum in Brasile, stanno affrontando, insieme alle autorità locali, gli effetti del lockdown che sta mettendo in difficoltà molte famiglie privandole del necessario per vivere. L’impegno della parrocchia di Gesù Cristo Risuscitato a Salvador de Bahia a fianco delle fasce di popolazione più fragili non  è mai venuto meno e, anzi, si intensifica con l’aumentare del bisogno concreto.

Uno degli strumenti più utilizzati sul territorio del quartiere è quello della “cesta basica”, una vera e propria borsa della spesa mensile che la parrocchie procura e consegna alle famiglie più povere come sostegno concreto al sostentamento.
Un gesto oggi ancora più prezioso per ampie fasce della società di Salvador a cui è possibile contribuire anche da Cremona, grazie ad un’iniziativa inserita nel progetto Bahia, il ponte di solidarietà aperto dalla diocesi con la parrocchia “sorella” brasiliana.

È infatti possibile inviare il denaro necessario per la Cesta Basica (una borsa contenente: riso, fagioli, pasta, caffè, zucchero, latte, olio, farina, mais, prodotti per l’igiene personale), preparata per una famiglia, una volta al mese e che costa 10 euro.

L’invito a partecipare a questa iniziativa di carità missionaria è rivolto a scuole, gruppi di catechismo, parrocchie, famiglie… tutti.

È sufficiente versare la quota sul conto corrente della Curia (iban: IT 28 X 08454 11403 000000080371 ) specificando nella causale CESTA BASICA PROGETTO BAHIA oppure versando la quota direttamente in Curia.

Con soltanto dieci euro di solidarietà, una famiglia di 5-6 persone può trovare un importante aiuto per il proprio mantenimento per tutto un mese.

 




A Salvador de Bahia ci si prepara al Natale dopo un novembre ricco di iniziative

Il mese di novembre nella parrocchia Jesus Cristo Ressuscitado di Salvador de Bahia, in Brasile, è stato ricco di iniziative e di novità che si sono incentrate soprattutto la domenica.

Anzitutto la presentazione alla comunità del gruppo dei ragazzi che si stanno preparando alla prima comunione e degli adulti e dei giovani che si preparano alla cresima. Un momento nuovo per la comunità, ma che si è reso necessario vista la situazione della pandemia che ha dilatato i tempi per arrivare ai sacramenti. Sono state due domeniche mattina belle e intense. La presenza dei ragazzi e delle loro famiglie alla Messa (cosa non scontata), gli adulti che si sono messi in gioco per la prima volta, alcuni giovani che, anche loro per la prima volta, hanno letto le letture durante la Messa, sono piccoli segni di una comunità che è viva e cammina dietro la croce del Signore Gesù.

Il 29 novembre il ritiro di inizio Avvento e in preparazione al Natale. Normalmente era l’occasione per una gita in qualche posto particolare dove poter pregare e stare un po’ insieme. Quest’anno non è stato possibile e il ritiro si è svolto in parrocchia con il rispetto di tutte le norme richieste dalla pandemia. Circa 140 persone, tra adulti e giovani (per fortuna la chiesa è grande), hanno seguito con grande attenzione la testimonianza di Irma Violeta, che ha invitato tutti ha tornare all’essenza del Natale e ha raccontato la sua esperienza di vita a fianco delle persone che vivono in strada.

Il 1 novembre è stato inaugurato il chiosco installato dietro la chiesa. A questa nuova e bella struttura è stato dato il nome di “Chiosco Ignazio” in ricordo di padre Ignazio (oggi in Amazzonia) che è stato il primo parroco di questa parrocchia. Una struttura più che mai utile, soprattutto nei mesi estivi per dare un po’ di ombra.

A tutto questo si aggiunge, anche se con molte attenzioni, la ripresa delle varie attività, dal catechismo al calcio, dal balletto ai vari incontri di formazione, soprattutto serali. Non sono mancate anche due grandi tombolate (qui comunemente chiamate “Bingo”). Una in una casa di una ragazzina che si sta preparando alla prima comunione, con una cinquantina di persone tra bambini e mamme, molte delle quali non assidue in parrocchia; l’altra in una piazzetta vicino alla parrocchia con tantissimi bambini e adulti, e premi sempre molto ricchi.

Da segnalare anche la tinteggiatura di una delle chiesina del “Cabrito” (uno dei quartieri della parrocchia), la sistemazione dello spazio alla chiesa della Trasfigurazione, le tante riunioni per la sistemazione e la riapertura della palestra del “Boiadero” (un altro dei quartieri).

Novembre è stato anche il mese del compleanno di don Emilio (il 3 novembre) e i giovani hanno organizzato una festa a sorpresa con pizza e torta per fargli sentire la loro vicinanza. Era in programma anche un passeggio in un parco (parco S. Bartolomeo) con i ragazzi che si stanno preparando alla prima comunione e quelli che l’anno ricevuta ultimamente, ma la pioggia della mattina ha costretto a spostare questo appuntamento ad una prossima data.

A Salvador de Bahia ci sono state anche le votazioni per l’elezione del nuovo prefetto della città, che come è tradizione si sono svolte in un clima “di grande carnevale”: gente per strada a tutte le ore, feste e birra in tutti gli angoli.

A tutto questo va aggiunto purtroppo la ripresa della violenza e degli scontri tra bande rivali. In alcuni momenti gli scontri sono molti forti e la gente, oltre che essere impaurita, è decisamente stanca di questa situazione. La polizia è un po’ ovunque e lascia sempre un po’ stupito l’assetto di guerra con cui si presenta, ma è comprensibile. È comunque sempre prudente evitare di uscire di sera in certe zone se non è strettamente necessario.

Questo è stato novembre. Ora a Salvador de Bahia è iniziato un dicembre altrettanto ricco di iniziative e di preparazione al Natale.




La chiesa di Santa Lucia apre le porte per raccogliere i ricordi felici dei bimbi che aspettano il 13 dicembre

Anche in questo anno così faticoso, come avviene ormai da una decina di anni,  è stato proposto alle scuole materne e primarie di Cremona (ma non solo) il progetto finalizzato ad aspettare santa Lucia leggendo insieme una storia che ha per protagonista l’angelo Celestino, scritta da Rossella Galletti.

L’angioletto stavolta ha raccontato di come in questi mesi alcuni affreschi della chiesa cittadina di santa Lucia abbiano ritrovato il loro splendore grazie ai restauri e di come, proprio questi affreschi, siano riusciti a resistere alla tristezza degli anni di chiusura della chiesa pensando ai ricordi felici vissuti tra quelle mura. Questi ricordi felici sono riusciti a colorare anche la polvere più grigia e triste e a tenere viva la speranza che un giorno il portone di questo luogo sacro si sarebbe riaperto, come effettivamente sta avvenendo proprio in questo periodo.
Ai bambini è quindi stato chiesto di condividere
, attraverso un disegno e dei semplici pensieri, un loro ricordo felice di questo anno, per poterlo mettere accanto all’altare di santa Lucia in segno di ringraziamento per tutti gli attimi di vita belli che comunque ci sono stati e che rischiano di passare inosservati, sommersi dalla tristezza e dalla paura degli ultimi tempi. Molte le scuole coinvolte sia in città che in provincia.

Come ogni anno al progetto è stata affiancata anche una proposta benefica: raccogliere offerte per l’iniziativa “Cesta Basica” della parrocchia di Jesus Cristo Ressusitado di Salvador di Bahia, che i bambini hanno potuto conoscere attraverso un video inviato da don Davide Ferretti. Non essendo possibile, come negli anni scorsi, organizzare il momento di festa e preghiera nel pomeriggio del 12 dicembre, i bambini sono invitati a passare proprio nella chiesa di Santa Lucia a Cremona dal 7 al 13 dicembre per vedere dove sono stati raccolti tutti i ricordi felici (più di cinquecento…), dire una preghiera all’altare della santa e lasciare una piccola offerta per la “Cesta basica”… e ovviamente potranno lasciare anche la loro letterina a santa Lucia!




A Salvador de Bahia si prepara il Grest con un nuovo spazio esterno

Domenica 1 novembre nella parrocchia di Jesus Cristo Resussitado a Salvador de Bahia, in Bahia, è stato inaugurato un nuovo spazio, un gazebo permamente realizzato negli spazi esterni. Questa struttura permetterà la realizzazione di attività anche all’aperto, momenti di socializzazione e incontro.

Il clima tropicale dalle temperature elevate rende spesso difficoltoso il poter usufruire dello spazio esterno, ecco perché questo “chiosco” può diventare un ulteriore aiuto nell’azione pastorale pensata e realizzata dai due “fidei donum” cremonesi don Davide Ferretti e don Emilio Bellani.

A gennaio, infatti, sarà realizzata la “Colonia de ferias”, equivalente al Grest italiano, che ospiterà più di un centinaio di bambini. Sicuramente questa struttura potrà essere un punto di ristoro e di incontro.




La Veglia missionaria di Sant’Ilario trasmessa anche a Salvador de Bahia

Uniti nella preghiera. Così – grazie alla rete – la veglia Missionaria celebrata sabato sera nella chiesa cittadina di Sant’Ilario, Cremona e Salvador de Bahia si sono incontrate virtualmente e spiritualmente.

La veglia per la Zona pastorale 3, che ha visto la testimonianza di don Davide Ferretti, sacerdote fidei donum proprio nella città brasiliana, in queste settimane in Italia per un periodo di vacanza, è stata infatti registrata e trasmessa in differita sugli schermi della parrocchia di Jesus Cristo Resussitado, dove si sono riuniti i giovani per un momento di ascolto e preghiera che li ha uniti alla Chiesa cremonese.

Un ponte di comunicazione, che rafforza quello di carità e di condivisione della fede tra la diocesi e la comunità brasiliana.




Veglie missionarie/4 – A Scandolara Ravara tutti sulla sulla stessa barca della missione

La veglia missionaria dei gesti, colma di segni e di presenze. Così si potrebbe definire il momento di ascolto, preghiera e riflessione che, in occasione alla vigilia della Giornata missionaria mondiale si è svolto nella serata di sabato 17 ottobre presso la chiesa di Santa Maria Assunta a Scandolara Ravara coinvolgendo le comunità delle zone pastorali 4 e 5.

Presieduta dal vicario zonale della Zona 5, don Davide Barili, e alla presenza di altri sacerdoti tra i quali il parroco don Ettore Conti e il vicario zonale della Zona 4 don Antonio Pezzetti, la serata, che poteva essere seguita anche tramite ebook con apposita app, è stata suddivisa in tre momenti – la chiamata, la tempesta, la salvezza – con espliciti riferimenti alla vocazione di Giona e san Paolo.

A introdurre, un brano della meditazione di papa Francesco del 27 marzo scorso, in cui il Pontefice ha richiamato tutti gli uomini alla fratellanza e alla reciproca vicinanza in un periodo storico in cui “ci siamo resi conto di trovarci tutti sulla stessa barca”.

E proprio la barca è stata scelta dagli organizzatori quale simbolo della veglia, una barca a cui tutti i presenti hanno avuto accesso scrivendovi il proprio nome e da cui tutti hanno portato a casa un’intenzione scelta tra tante, segno di condivisione nel bisogno e nella richiesta.

Momento centrale della veglia è stata la testimonianza di don Davide Ferretti, in Italia in queste settimane per un momento di riposo a conclusione del primo anno di permanenza a Salvador de Bahia, in Brasile, in qualità di “fidei donum” insieme a don Emilio Bellani presso quella che il Vescovo Napolioni non esitò a definire, in occasione del suo mandato un anno fa, la 223esima parrocchia della diocesi di Cremona. Per lui, che a Scandolara è stato parroco per cinque anni, sino alla sua partenza per la missione, è stato un ritorno in famiglia.

Don Ferretti ha parlato della sua esperienza di crescita personale come di chi sta «imparando – dai fratelli brasiliani della favela in cui si trova – come vivere la fede» nel completo abbandono a chi ti cammina accanto in ogni situazione della vita. E dopo aver descritto la pastorale in un contesto particolare com’è quello del Covid 19, ha richiesto preghiere per chi «è dall’altra parte del mondo», perché nessuno si senta dimenticato.

La serata si è conclusa con il mandato missionario a tutti i partecipanti, affinché possano rispondere con generosità, nei luoghi dove dilagano malattia, sofferenza, solitudine, abbandono, smarrimento: “Ecco, manda me!”, come ricorda il messaggio del Papa per questa Giornata.




Veglie missionarie/1 – A Cremona la testimonianza di don Davide Ferretti

È stata la zona pastorale 3 a inaugurare, la sera di venerdì 16 ottobre, gli appuntamenti zonali di preghiera in preparazione alla Giornata missionaria mondiale del 18 ottobre. L’appuntamento è stato nella chiesa di S. Ilario a Cremona.

Proprio i giovani della parrocchia, insieme ad alcuni dei seminaristi diocesani, hanno animato la celebrazione, proponendo le letture e supportando la preghiera con il canto.

Al vicario zonale, don Pietro Samarini, il compito di presiedere la veglia, introdotta da alcuni passaggi del messaggio del Papa per la Giornata e che è stata suddivisa in tre momenti – la chiamata, la tempesta e la salvezza – con la figura biblica di Giona e quella dell’apostolo Paolo a fare da filo conduttore. Per ciascuno dei tre passaggi i partecipanti sono stati invitati a fare un nodo al cordoncino che rilegava il libretto della veglia, segno di quell’essere “Tessitori di fraternità” che è lo slogan della Giornata di quest’anno.

La serata è stata anche l’occasione per rinsaldare il legame con la parrocchia Gesù Cristo Risorto di Salvador de Bahia, gemellata con la Diocesi di Cremona grazie alla presenza dei “fidei donum” don Emilio Bellani e don Davide Ferretti.

Proprio quest’ultimo, in Italia in queste settimane per un momento di riposo, ha raccontato, a un anno dalla sua partenza per la missione, ciò che ha trovato in Brasile. Una realtà così diversa da quella italiana e che l’ha costretto a riadattare completamente la propria vita.

Don Ferretti ha proposto una fotografia della realtà parrocchiale, con le tante attività pensate per i ragazzi, ma anche con quello che per i due sacerdoti è uno degli aspetti principali del loro ministero: le visite nelle case. Per don Feretti è stata proprio questa la cosa più bella della sua nuova esperienza: imparare ad incontrare le persone, nelle loro case, nelle strade; anche grazie anche all’aiuto e all’esperienza di don Emilio, in quella terra ormai da dieci anni.

Una vicinanza apprezzata anche dai non cattolici, cui la parrocchia non fa mai mancare un supporto pure di tipo materiale. Il tutto in una situazione che anche in Brasile è diventata ancor più difficile a motivo della pandemia e del lockdown che per diverso tempo ha costretto tutti nelle case senza alcuna fonte di reddito.

Rivolgendosi ai presenti, ma con un invito rivolto all’intera Chiesa cremonese, don Ferretti ha chiesto di accompagnare la propria missione e quella di don Emilio con la preghiera e con un ricordo reciproco che possa davvero dar sempre più forma a questo gemellaggio. Un legame che anche attraverso la tecnologia può essere rinsaldato [leggi qui per approfondire].

In questo senso l’incaricato diocesano per la Pastorale missionaria, don Maurizio Ghilardi, al termine della veglia ha presentato l’iniziativa di solidarietà attraverso l’acquisto di ceste basiche [leggi qui per approfondire], ricordando anche la recente liberazione del missionario cremasco Gigi Maccalli e quanti, invece, sono ancora nelle mani dei rapitori.

Nella serata di sabato 17 ottobre gli altri appuntamenti zonali:

  • ZONA 1 – CARAVAGGIO ore 21 basilica Santuario S. Maria del Fonte
  • ZONA 2 – SORESINA  ore 20.45 chiesa parrocchiale
  • ZONA 4 E 5 – SCANDOLARA RAVARA ore 20.30 chiesa parrocchiale