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La calda estate di Salvador de Bahia

Gennaio a Salvador de Bahia vuol dire estate, ma un’estate un po’ anomala quest’anno: molta pioggia, molto caldo e, soprattutto, tantissima umidità (niente nebbia per carità, ma quel senso di “appicicaticcio” costante). Essendo mese di vacanza le attività sono per ora ferme, ma non è mancata la distribuzione della “cesta basica” alle famiglie bisognose, la ripresa dei giochi per i ragazzi la domenica dopo la Messa e le classiche partite di calcio nei pomeriggi infrasettimanali. Proprio in questi giorni stanno terminando le iscrizioni per la scuola di danza, che ricomincerà a breve con un aumento considerevole delle presenze.

In questi ultimi giorni si è riscontrato un aumento di casi di Covid  e di una particolare influenza, anche se normalmente il tutto si risolve curandosi in casa per una settimana circa. Sono chiaramente ancora obbligatorie le mascherine, il distanziamento e l’uso del gel igienizzante nei luoghi chiusi.

Estate vuol dire anche Grest, o “Colonia de ferias” come si dice qui, e anche quest’anno, per l’undicesimo anno, la parrocchia di Gesù Cristo Risorto ha organizzato una settimana di giochi e attività intorno alla figura di don Bosco. Chiaramente non è mancata la gita sull’isola, per la gioia di piccoli e grandi. La partecipazione è stata elevata e proprio per questo, e soprattutto a causa della situazione pandemica, si è deciso di dividere bambini e ragazzi: di mattina i più piccoli fino ai 10 anni e i più grandi fino ai 15 anni di pomeriggio, arrivando più o meno ad un centinaio di iscrizioni per turno. La situazione a inizio gennaio permetteva questi numeri e, soprattutto, lo spazio esterno della parrocchia viene in aiuto: avere uno spazio ampio, curato, e a disposizione è quasi un lusso da queste parti dove la “mancanza di spazio” è una delle prime cose che saltano all’occhio guardando tutte queste case una vicino all’altra, a volte una sopra l’altra, attraversate e collegate da vicoli talmente stretti che si fatica a pensare che dietro l’angolo ci siano altre case!

Tante persone e piccole case, famiglie numerose e sicuramente poco spazio per giocare per tutti quei bambini che per la strada corrono, saltano, fanno partite di calcio e tutto quello che si potrebbe fare in un parco giochi, considerando il fatto poi che il caldo elevato è un elemento costante della quotidianità che non aiuta certamente a rimanere in spazi stretti e quindi in casa. Ecco perché lo spazio della parrocchia diventa allora un luogo importante per i più piccoli, dove possono esprimere il loro bisogno naturale di giocare, correre, saltare (e anche urlare) come tutti i bambini del mondo, in un luogo che certamente non è neutro ma in cui il pensiero educativo è radicato nel Vangelo. Avere un luogo dove poter esprimersi e sperimentarsi, in cui non mancano regole e limiti, ma in cui ci si sente accolti e rispettati, è sicuramente importante, proprio perché il luogo fisico aiuta a fare spazio a quello mentale che permette di aprire il pensiero, lo sguardo e il cuore.

Per i bambini giocare significa crescere: dar loro uno spazio per farlo significa non solo aiutarli nella loro crescita ma mostrare loro che può esistere anche un altro modo di vivere oltre a quello che vedono e vivono in strada, che un’alternativa è possibile. Può forse sembrare una banalità ma avere spazio aiuta anche a pensare al proprio posto nel mondo, soprattutto per adolescenti e giovani: sono loro che in questa fase della vita hanno bisogno di pensare al proprio futuro.

Agli adulti il compito di accompagnare bambini e ragazzi a vivere questi spazi, accompagnando e regolando con la pazienza di chi sa che l’errore può essere anch’esso occasione di crescita, ma soprattutto accogliendo e indicando a ognuno che c’è una strada possibile di bene per loro. Come diceva don Bosco: “In ognuno di questi ragazzi, anche il più disgraziato, v’è un punto accessibile al bene. Compito di un educatore è trovare quella corda sensibile e farla vibrare”.




A Salvador de Bahia un presepe vivente per ridare fiducia e normalità ai ragazzi

Di ragazzi per le strade di Salvador de Bahia ce ne sono tanti, piccoli e grandi che passano la maggior parte della giornata fuori da casa in cerca di qualcosa da fare insieme agli amici. Per strada, dove come è immaginabile, c’è di tutto, dove possono incontrare persone che li possono aiutare, che li possono anche sgridare se qualcosa non va. E dove ci sono anche persone che li trattano come già fossero adulti offrendo loro uno stile di vita non adeguato alla loro età. È chiaro: i pericoli che corrono sono evidenti, assistono e conoscono situazioni che un ragazzino non dovrebbe né vedere né sapere e per questo la loro crescita è un continuo bruciare le tappe, oscillando tra il voler essere riconosciuti come “grandi” e il desiderio costante di poter giocare come tutti i ragazzi della loro età.

La notte di Natale alcuni di loro hanno messo in scena un piccolo presepe vivente, con l’aiuto di alcuni ragazzi più grandi che frequentano la parrocchia di Gesù Cristo Risorto. La proposta è stata accolta molto bene e tutto si è messo in moto. Le difficoltà durante le prove non sono mancate, ma una buona parte di loro ha continuato fino ad arrivare alla vigilia di Natale e al momento della rappresentazione. Erano talmente emozionati che si sono presentati in chiesa con mezz’ora di anticipo: evento eccezionale visto che qui il tempo è abbastanza relativo!

Come spesso succede le prove sono andate meglio della rappresentazione: l’emozione, il pubblico, il mettersi in gioco per questi ragazzi non sono la quotidianità, tantomeno il fatto che una comunità adulta scommetta su di loro e sulle loro capacità di provare a realizzare qualcosa di costruttivo per la loro crescita.

Il fatto essenziale non era la recitazione, ma il fatto che fossero lì, che potessero vivere insieme un’esperienza diversa, in un modo diverso da quello che spesso la quotidianità gli offre. Il vivere lo stare insieme, l’amicizia, il divertimento in un modo più sereno, costruttivo e con una visione differente del vivere. Questi ragazzi, che normalmente vivono nella conflittualità, nella paura e nella ruvidità della vita, sempre all’erta e pronti a difendersi, la notte di Natale hanno messo in scena la nascita di Gesù. Hanno invitato le loro famiglie e molte di loro, non cattoliche, hanno partecipato alla Messa di Natale per la prima volta. La vita di questi ragazzi andrà avanti come sempre, il luogo non muta e nemmeno le persone che lo abitano, ma la cosa importante è stata che loro fossero lì, davanti a quel presepe che avevano appena raccontato, davanti a quel Gesù che nasce per tutti, ma ancora di più per loro.

Si tenta, si prova, si lanciano semi perché possano spuntare gemme laddove nessuno penserebbe, per dare un po’ di luce dentro a piccole vite già complicate, nei modi e nei tempi di Dio.




Brasile, emergenza inondazioni nello stato di Bahia. Il messaggio dai missionari Cremonesi: stiamo bene, alluvioni distanti da Salvador

Giungono in queste ore dal Brasile e in particolare dalla stato di Bahia, notizie delle gravi inondazioni causate dalle piogge torrenziali che stanno cadendo sulla zona già dal mese di novembre e che in queste settimane hanno già causato decine di vittime e decine di migliaia di sfollati.

Da Cremona l’evolversi della situazione è seguito con particolare attenzione, perché proprio nella capitale dello stato di Bahia, a Salvador, operano don Davide Ferretti e Gloria Manfredini, missionari cremonesi nella parrocchia di Gesù Cristo Risorto, nella favela della grande città brasiliana. È proprio Gloria Manfredini però, con un messaggio giunto nella mattinata di martedì 28 dicembre, a rassicurare circa la situazione del quartiere. Salvador, infatti, pur interessata dall’ondata di maltempo, non è tra le città colpite dall’emergenza alluvioni, che hanno interessato un’area situata nell’interno della parte più meridionale dello Stato, ad alcune ore di automobile dalla capitale: «Vi scrivo – sono le parole della missionaria laica – per rassicurare sul fatto che qui dove siamo noi le forti piogge non hanno provocato alluvioni. Noi stiamo bene e anche il nostro bairro (il quartiere in cui si trova la parrocchi, ndr) non è stato coinvolto. Certo, la pioggia torrenziale tra la sera del 25 e il 26 dicembre è stata veramente forte e non usuale, le “solite” strade si sono allagate come ogni volta che piove forte, ma poi tutto è rientrato nella normalità. I disastri si sono verificati a sud dello stato di Bahia a causa della rottura di 2 dighe che hanno provocato l’allagamento di molte città e l’evacuazione degli abitanti».




Progetto Bahia, dopo l’Avvento di fraternità la vicinanza si consolida nell’estate brasiliana

La Diocesi di Cremona ha scelto di continuare a sostenere il Progetto Bahia, in Brasile, durante il tempo dell’Avvento che si è appena concluso, con la raccolta di offerte nelle parrocchie. L’obiettivo di questo progetto, però, non consiste solo nella raccolta di fondi. Infatti desidera incontrare anche la sensibilità della nostra Chiesa locale al fine di incrementare le relazioni tra persone, la conoscenza delle esperienze e delle fatiche che spesso accomunano tutte le comunità credenti. Per questo il Centro missionario diocesano, in accordo con la parrocchia di Jesus Cristo Ressuscitado in Salvador de Bahia, vuole dedicare uno spazio specifico ai sacerdoti e ai diaconi della nostra diocesi.

Avendo avuto la disponibilità di don Davide Ferretti e dei missionari laici, è possibile avvicinare, per la prima volta in presenza, o consolidare la conoscenza del progetto e della realtà missionaria brasiliana.

I giorni successivi alle festività natalizie per il mondo brasiliano è già tempo di vacanze estive ed è il tempo propizio per quanti desiderassero partire per un’esperienza di missione breve, soprattutto presbiteri. Una piccola delegazione si sta già formando e il Centro missionario ha affidato quest’anno a don Andrea Lamperti Tornaghi, che già conosce il progetto, il ruolo di accompagnatore (partenza prevista per il 4 gennaio e rientro in Italia il 16 gennaio).

Nel rispetto delle linee guida dei Ministeri italiani degli Esteri e della Salute, dopo aver consultato il Consolato brasiliano in Italia, si può partire. Quanti, tra il clero diocesano, desiderassero maggiori informazioni o addirittura fossero interessati ad affiancare don Lamperti Tornaghi, contattino l’incaricato diocesano per la Pastorale missionaria don Maurizio Ghilardi.

L’occasione consentirà alla parrocchia brasiliana di iniziare a ricevere, brevi mano, i primi fondi raccolti insieme al materiale sportivo e didattico per le attività dei ragazzi donati da un’associazione sportiva.

Il Centro missionario diocesano ricorda che anche per i giovani maggiorenni è possibile fare l’esperienza di missione breve in Brasile, per un periodo minimo di tre settimane e dopo un percorso di formazione. Per ogni delucidazione scrivere a missioni@diocesidicremona.it oppure donmauri68@gmail.com.




Anche a Salvador De Bahia una settimana della carità

È arrivata sino in Brasile la “Settimana della carità”, l’iniziativa di solidarietà promossa della Chiesa cremonese in occasione della festa patronale di sant’Omobono. Dall’8 al 14 novembre, infatti, anche la comunità di Salvador de Bahia ha vissuto questa occasione che vuole ricordare l’importanza del dono gratuito e della carità nei confronti del prossimo. Nella parrocchia brasiliana di Gesù Cristo Salvatore, infatti, il legame con Cremona è sempre più forte: qui opera il sacerdote “fidei donum” cremonese don Davide Ferretti, che da ottobre è affiancato da Gloria Manfredini e nelle prossime settimane potrà contare anche sul supporto di un altro giovane cremonese, Marco Allegri, che proprio durante la veglia diocesana dei giovani, che si terrà al palasport di Cremona nella serata del 20 novembre, riceverà il mandato missionario dal vescovo Antonio Napolioni.

All’inizio della Settimana, durante la Messa, la comunità è stata chiamata a raccogliere generi alimentari e aiuti di ogni genere, che sono stati poi distribuiti alle famiglie più bisognose, bussando alle loro porte. L’incontro personale ha permesso di conoscere più da vicino i bisognosi, in modo da trovare il modo migliore per aiutarli.

Oltre ai generi alimentari raccolti durante la Messa, i ragazzi della parrocchia hanno distribuito, fuori della chiesa, più di cento sacchetti di fagioli, sui quali erano stampate le parole di Irma Dulce, la suora canonizzata nel 2019 da Papa Francesco e molto amata a Salvador de Bahia: «Tutto si riduce a questo: dai il meglio di te a tuo fratello, e allora ci sarà la pace sulla terra». Un messaggio molto forte e pieno di significato a Bahia, dove l’aiuto reciproco è spesso l’unico modo per poter continuare a vivere.

Lo testimonia ad esempio l’opera della signora Edivania che da più di vent’anni è impegnata nell’aiuto dei senzatetto che vivono per le strade della sua città, piegati da malattie e povertà, dovute alla difficoltà della vita che conducono, e dimenticati dalla società. Proprio per loro ha voluto fondare la «Casa di Marta e Maria», un ente non ufficiale, quanto piuttosto una comunità di persone che offre un aiuto stabile agli ultimi di Salvador, fondandosi sulla bontà dei cittadini e dei missionari, che in base alle proprio possibilità mantengono viva questa realtà.

In fondo proprio questo è il messaggio della Settimana della carità: aiutare il prossimo senza chiedere nulla in cambio, donare per permettere anche agli ultimi di vivere.




«Un’ umanità in movimento»: la Chiesa cremonese inizia il cammino sinodale tra comunione, partecipazione e missione

 

Si è tenuta nella serata di sabato 16 ottobre l’intensa e partecipatissima veglia diocesana per l’avvio del Sinodo. Iniziata alle 21 in tre diverse chiese di Cremona (San Pietro al Po con il vicario della zona 2 don Giambattista Piacentini, a Sant’Abbondio con il vicario don Pietro Samarini e a San Michele con don Antonio Pezzetti e don Davide Barili) con il primo momento dedicato alla comunione, è proseguita con il cammino dei tre gruppi fino alla Cattedrale. Sulla porta, aperta sulla piazza, ad attenderli per l’aspersione il vescovo Napolioni.

 

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Il secondo momento, dedicato alla partecipazione si è svolto all’interno della Cattedrale, dove il vescovo ha presieduto la preghiera alla presenza del vescovo emerito di Cremona don Dante Lafranconi e del vicario generale don Massimo Calvi. Dopo la lettura di alcuni brani tratti dal Documento preparatorio del Sinodo dei vescovi e alcuni canti significativi eseguiti dal coro Saint Michel della comunità afro-francofona e dal coro Psallentes di Soresina – don Maurizio Ghilardi, incaricato diocesano per la Pastorale Missionaria ha chiamato Gloria Manfredini e Marco Allegri (quest’ultimo assente per un’indisposizione) a rispondere prima di ricevere il mandato missionario in vista della prossima partenza per la missione di Salvador de Bahia in Brasile. Poi sono stati proclamati sette passi del Vangelo che monsignor Napolioni ha ripreso nella toccante omelia rivolta al popolo.

«C’erano i dodici con i loro nomi e soprannomi, persino il nome del traditore. E poi alcune donne, che mettevano a disposizione i loro beni. Una grande folla e in mezzo ad esso un ragazzo che avrebbe sfamato con la propria povera merenda le moltitudini; una donna straniera con il figlio posseduto dal demonio; un tale ricco desideroso di sapere se la sua osservanza avrebbe portato il frutto sperato; il centurione davanti alla croce e le donne sul Calvario: sono alcuni dei volti, dei protagonisti che attorno al Protagonista per eccellenza fanno il Vangelo. Il Vangelo è avvenuto prima di essere scritto», ha esordito il vescovo di Cremona. Ricordando che tutta la storia del cristianesimo è un’esortazione al cammino, perché Cristo stesso andava per le strade, saliva sui monti e mandava i suoi …

«Davvero la Chiesa è un popolo in cammino, è un’umanità in movimento», ha ricordato monsignor Napolioni. «Giovanni Paolo II diceva che la Chiesa è movimento, Papa Francesco la descrive invece come una marea caotica nella quale abita il Figlio di Dio risorto. È così, perché è fatta da uomini e donne, da famiglie che si accostano, che Lo cercano, che si imbattono in Lui perché Lui prende iniziativa. Sono storie di umanità rigenerate da Gesù: Gesù, l’Emmanuel, il Dio-con-noi».

«E il Dio sinodale, perché la parola sinodo è già in Lui, Lui che è la via e chi chiede di seguirLo. E così questi volti del Vangelo si rispecchiano nei nostri e ci chiedono di manifestare il volto stesso del Signore. Ma chi può farlo da solo? Possiamo farlo solo insieme. Chi può parlare nel nome di Dio se non nell’umiltà docile di accogliere l’altro come dono del Signore?», domanda il vescovo ai presenti.

«Viviamo un momento storico in cui tutti abbiamo bisogno di vedere per intero il volto di Dio», ha proseguito. «Sono tempi difficili, di crisi, non mancano denunce e proclami (solo oggi il Papa ha gridato l’urgenza di ascoltare davvero l’urlo dell’umanità più povera e sfruttata) ma questo tempo di crisi può essere un tempo di fede: kairos, il momento favorevole in cui il dolore si schiude perché si lascia visitare dall’amore proprio come accade nel tempo pasquale».
La fatica della pandemia, il dolore per una Chiesa chiamata a vergognarsi dei suoi peccati (del clero ma anche di tutti) sono per il vescovo di Cremona un’occasione da non sprecare, una lezione da imparare. «Per questo possiamo dire “Vieni, Gesù”, sapendo però che Lui non si sostituisce a noi trattandoci da bambini, ci coinvolge nella responsabilità di andargli incontro. Le scene evangeliche evocate cantano ed esaltano questa libertà. Lui va avanti, accostandosi: è Gesù che vive tutto questo per primo».

 

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Per monsignor Napolioni è questo il metodo da seguire nel cammino sinodale che verrà: «L’avvicinarsi agli altri senza pretendere di risolvere problemi, ma facendo sì che la carezza di Dio raggiunga tutti. Ecco il cammino sinodale da fare, da scegliere e compiere con decisione, cura, senza fretta ma senza rinvii. Lo facciamo come Chiesa di Cremona trascinata insieme a tante altre Chiese italiane del mondo dal Papa, che in particolare alla Chiesa iItaliana dice “fermati, svegliati, non ti cullare sugli allori del passato, non ti illudere che basti fare ciò che si è sempre fatto, ma ascolta la voce dello Spirito che parla nella preghiera e nella realtà, che parla attraverso la voce di tutti» .

Avverte però il Vescovo che non bisogna correre il rischio di sedersi rimanendo ancorati al già saputo, ma sempre più si renderà necessario «ascoltare la voce dello Spirito che parla nella preghiera e nella realtà, che parla attraverso la voce di tutti se abbiamo cura dell’altro». Del resto anche l’autorità, ha proseguito, «è al servizio dell’ascolto, del discernimento, per infondere coraggio nel cammino. Scegliamo di compiere questo cammino sinodale in dialogo con tutti: non solo per colmare vuoti, ma per essere più contenti di spartire il dono ricevuto anche con chi ancora non lo conosce. Il cammino sinodale è infatti chiamata missionaria – dove la missione è andare a cercare chi è smarrito, chi si è allontanato: non per fare proselitismo, ma per costruire un rapporto e tendere la mano, perché da tutti avremo qualcosa da imparare».

Soprattutto, ha insistito, «il cammino sinodale è parabola di Comunione, perché il mistero dell’Eucaristia chiede una dinamica di partecipazione: dobbiamo farne una scelta e un metodo. «È il momento di fare ma imparando anche a dirci le difficoltà o le nuove idee che arrivano sottoponendole al vaglio della preghiera e del confronto».

Per questo – ha chiosato – non è improprio il mandato missionario conferito stasera a Gloria e Marco che andranno a Salvador de Bahia ad affiancare per un anno don Davide Ferretti in quella che è di fatto l’unica missione diocesana. «Non dobbiamo smettere di andare per il mondo per paura di non avere abbastanza preti o mezzi», ha detto il vescovo, «ma continuare a essere Chiesa in uscita con missionari capaci di servizio al Vangelo e ai fratelli». Concludendo l’omelia, poi, il Vescovo ha richiamato l’atteggiamento con il quale intraprendere il viaggio sinodale che deve coinvolgere tutti. «Facciamo nostro il metodo dell’ascolto, per ascoltarlo ascoltandoci in una crescente docilità allo Spirito. Non sospendiamo certo le attività ma le facciamo insieme; avendo più cura dello sguardo degli uni verso gli altri per riconoscere in ogni istante la nostra comune storia di salvezza. Maria, l’Assunta, ci incoraggia ad osare. È lei che ha detto “sì” all’impossibile: e noi stasera ci fidiamo di Lei».

Conclusa l’omelia, il vescovo ha conferito ai due laici Gloria Manfredini e Marco Allegri il mandato missionario per il la missione di Salvador de Bahia. A loro ha consegnato i segni del crocifisso e del cero. Altri due ceri sono stati consegnati per la chiesa della parrocchia brasiliana dove già opera il sacerdote fidei donum cremonese don Davide Ferretti e per la Cattedrale, come segno di vicinanza e fraternità.

 

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Prima della benedizione finale, ecco poi la consegna ad ogni gruppo parrocchiale, associazione o famiglia religiosa un manifesto con il logo del Sinodo che sarà di accompagnamento all’intera fase diocesana.

«Questo segno, questo manifesto, ci rimanda alla Chiesa che si raccoglie insieme per celebrare, per ascoltare la Parola, ciò che il Signore ha da dirci», ha sottolineato don Gianpaolo Maccagni, vicario episcopale per il clero. I segni rimandano sempre ad altro e il cammino sinodale è un continuo rimandare a Cristo che chiama.

«Siamo aperti ai suggerimenti che Dio manda e per questo chiunque abbia idee sul Sinodo le mandi, le condivida perché è il cammino di tutti», ha concluso monsignor Napolioni, prima di salutare ancora Gloria, che partirà domani, e Marco che partirà poco dopo di lei.

 

Guarda il video integrale della veglia

 




“Chiesa di Casa”. Una missione che ci chiama tutti, la Chiesa cremonese accompagna Gloria e Marco

È la missione il tema della seconda puntata della trasmissione di approfondimento “Chiesa di Casa”. Ospiti nello studio della Casa della Comunicazione sono stati infatti don Maurizio Ghilardi, incaricato diocesano per la pastorale missionaria, Gloria Manfredini e Marco Allegri che il prossimo sabato 16 ottobre riceveranno dal vescovo Napolioni in Cattedrale il mandato missionario e nelle prossime settimane partiranno come missionari laici per Salvador de Bahia, nella parrocchia di Gesù Cristo Risorto, in Brasile.

Il dialogo, condotto da Riccardo Mancabelli, affronta il tema missione a partire dal tema del mese missionario in corso, “testimoni e profeti”: «È l’invito a vivere una missionarietà fatta di gesti, nel quotidiano. Lo possiamo fare sul nostro territorio, o a distanza» dice don Ghilardi, sottolineando la novità rappresentata per la Chiesa cremonese dalla partenza di due laici come missionari diocesani.

I due missionari saranno al fianco di don Davide Ferretti, successore di don Emilio Bellani come parroco della comunità di Gesù Cristo Risorto.

Alla domanda sul perché della loro partenza, Gloria e Marco hanno sottolineato l’importanza della propria storia, cioè della loro personale esperienza di vita: Gloria Manfredini, insegnante di scuola dell’infanzia dell’Unità pastorale cittadina di Sant’Omobono, risponde: «Non mi sono svegliata una mattina e deciso di farlo, ma è la tappa di un percorso». Anche quello che spinge Marco Allegri, ingegnere, dell’Unità pastorale cittadina Cittanova, a dire di sì alla missione è un cammino intrapreso nella quotidianità: «È una scelta che affonda le sue radici nel passato, nella mia vita e nelle relazioni. Negli ultimi anni cresceva in me la curiosità di provare a vivere accanto ad altri, in missione».

Questo dunque il cuore dell’impegno missionario che attende i due missionari in Brasile: «La relazione. Prima di tutto noi e la comunità di Salvador ci accogliamo a vicenda» spiega Gloria, aggiungendo che il desiderio è quello di mettersi in gioco appena possibile nel mondo educativo della parrocchia brasiliana. E Marco continua: «Siamo lì, prima di tutto per condividere una porzione di tempo, di vita: donarci e offrirci, rimanere in ascolto. Dopodiché metterò a disposizione le mie competenze per adulti e ragazzi delle favelas».

L’esperienza di dono è reciproca: anche chi parte può imparare molto. Infatti, come aggiunge don Maurizio, «le condizioni, anche quelle sociali, non sempre sono favorevoli, perciò, in Brasile si può riconoscere l’azione libera dello Spirito». Mentre, in Brasile, la comunità aspetta con gioia l’arrivo di Marco e Gloria, i due missionari cremonesi «saranno i primi a farci comprendere che ricaduta potrà avere la loro esperienza sulla nostra comunità».

I gesti correlati al gemellaggio con la parrocchia brasiliana sono molto concreti, come la già avvenuta adesione da parte di molti nostri diocesani alla “cesta basica”, il progetto di distribuzione di generi alimentari alle famiglie bisognose del quartiere. Ma non solo. Don Maurizio sottolinea che durante la prossima estate riprenderanno anche le esperienze di missione breve, segno, fra gli altri, che la scelta di Marco e Gloria può diventare occasione per molti.

La partenza di Gloria e Marco come segno della vocazione missionaria di tutta la Chiesa cremonese. Questo il significato profondo del mandato, con la consegna del crocifisso, che il vescovo conferirà loro in Cattedrale sabato 16 ottobre, davanti a tutta la diocesi, in occasione della veglia di apertura del cammino sinodale.

 


 

Chiesa di Casa è l’appuntamento settimanale con i protagonisti della vita pastorale della Chiesa Cremonese. Ogni giovedì dalle 20.30 sui canali web e social della Diocesi di Cremona (Facebook, Youtube, IGTV e diocesidicremona.it) e in tv ogni domenica alle 8.00 e alle 12.15 circa (dopo l’Angelus) su Cremona1, alle 11.45 e alle 20.40 su TelePace.

 

 




La scelta di Gloria e Marco, missionari laici in partenza per il Brasile

Il pellegrinaggio di inizio anno pastorale a Caravaggio, è stata l’occasione per presentare ufficialmente alla diocesi i due giovani laici che nei prossimi mesi partiranno come missionari per Salvador de Bahia, in Brasile.

Si tratta di Gloria Manfredini, insegnante di scuola dell’infanzia dell’Unità pastorale cittadina di Sant’Omobono, e Marco Allegri, ingegnere dell’Unità pastorale cittadina Cittanova.

È stato il vescovo Napolioni a presentarli al termine del momento introduttivo nella Basilica di Santa Maria del Fonte, rivolgendo ai due giovani alcune domande sulle motivazioni e sulle attese che preparano il loro servizio missionario nella parrocchia di Gesù Cristo Risorto a Salvador de Bahia in Brasile, dove saranno al fianco di don Davide Ferretti, fidei donum cremonese che ha appena fatto il suo ingresso come parroco, succedendo a don Emilio Bellani, che per 11 anni ha guidato la comunità brasiliana.

In dialogo con il vescovo i due giovani hanno spiegato le ragioni della loro scelta: Gloria Manfredini ha voluto spiegare il motivo alla base di questo percorso: «Per me è stato un percorso, mettersi prima in ascolto e poi in viaggio: lo stile sarà quello dello stare in mezzo: in mezzo alle persone e alle situazioni e nel mondo dell’educazione non mancano certamente le sfide».
Anche Marco Allegri, l’altro giovane missionario in procinto di partire, ha voluto esprimere le motivazioni che lo hanno portato a scegliere questo percorso: «Questa è stata una scelta mia ma che è cresciuta nella fede: dopo l’esperienza di gennaio scorso in Brasile ho sentito il desiderio di condividere parte della mia vita con quella comunità cristiana, senza voler imporre nulla, rimanendo in ascolto e donando quello che potrò».

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Salvador de Bahia, l’ingresso di don Davide Ferretti come parroco. Messa con il cardinale Da Rocha

È stato il cardinale Sergio Da Rocha, arcivescovo di Salvador de Bahia e primate del Brasile a presiedere la Messa con cui venerdì 17 settembre la parrocchia di Gesù Cristo Risorto ha salutato l’ingresso ufficiale di don Davide Ferretti come nuovo parroco, con un primo saluto a don Emilio Bellani che nelle prossime settimane lascerà il Sudamerica per tornare in diocesi a Cremona.

In una parrocchiale occupata da molti fedeli, distanziati ma profondamente partecipi, con la presenza anche del diacono Geraldo, abitante in parrocchia, la celebrazione si è svolta in semplicità. Ad aprirla il saluto al cardinale da parte di don Bellani che ha ripercorso brevemente la storia di questi 13 anni di vita di questa comunità (il 14 settembre è stato l’anniversario dell’inaugurazione della chiesa). Il Cardinale ha più volte ringraziato don Emilio per gli 11 anni trascorsi in terra brasiliana, per il grande lavoro svolto e per la grande dedizione e il servizio alla comunità e ha invitato don Davide a proseguire su questa strada: «Grazie di cuore al nostro carissimo don Emilio – ha detto – che ringrazio per tutti questi anni di presenza fraterna, di dedizione generosa alla parrocchia e all’arcidiocesi. Ma stasera accogliamo in modo ufficiale un sacerdote che fa già parte della vostra comunità e che già collabora alla vita della parrocchia e che da oggi assumerà il servizio tanto prezioso di parroco, una missione esigente, che richiede dedizione, responsabilità ma ho la certezza che potrà contare sulla vostra collaborazione, sulle vostre preghiere e sulla vostra presenza viva alla vita parrocchiale: accogliamo don Davide».

Durante l’omelia ha sottolineato l’importanza del lavoro di tutta la comunità in unione con i suoi pastori per l’annuncio del Vangelo e l’attenzione particolare per le persone più bisognose. Lavorare insieme come segno di comunità, in un vero cammino missionario. Soffermandosi sul brano del Vangelo del giorno ha quindi anche ringraziato tutto il mondo femminile che lavora con dedizione per la comunità e ha invitato tutti i parrocchiani a continuare il loro impegno pastorale accanto al loro parroco.

Non è mancato il ringraziamento alla diocesi di Cremona da cui sia don Emilio che don Davide provengono, con la speranza che questa collaborazione possa continuare sempre più forte: «Ringraziamo di cuore la Diocesi di Cremona in Italia che ci ha fatto dono prezioso con la presenza missionaria di questi sacerdoti che sono entrati e fanno parte della nostra famiglia ma che fanno parte anche della famiglia della diocesi di Cremona.Per questo ringraziamo il vescovo Antonio, il clero e i fedeli della diocesi di Cremona che accompagnano questi sacerdoti missionari fidei donum con la preghiera e la presenza fraterna. La loro presenza è importante ma il sacerdote da solo non può compiere la missione della Chiesa, ha bisogno di voi. Quindi questa sera non solo accogliamo don Davide ma assumiamo l’impegno di pregare per loro, con loro, di lavorare insieme per la cura di questa parrocchia e della Chiesa».

Al termine della Messa nessun momento ufficiale, anche a causa della situazione della pandemia, ma solo spazio per altri saluti e ringraziamenti.


Il video della Messa pubblicato sul profilo instagram della parrocchia di Gesù Cristo Risorto

 

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L’inverno d’agosto di Salvador de Bahia

È finito anche il mese di agosto. Agosto in Brasile vuol dire pieno inverno. Normalmente vuol dire “freddo”, minima 21 gradi e massima 30 (21 gradi per i brasiliani è molto freddo). Normalmente in agosto non piove, ma non sempre le cose sono “normali” e quest’anno, almeno fino al 10 agosto, è piovuto proprio tanto. Non che poi non sia più piovuto, anzi, soprattutto di notte gli acquazzoni non sono mancati, ma hanno cominciato ad alzarsi le temperature.

Pioggia vuol dire un po’ di difficoltà, soprattutto in molte case dove i tetti non sono proprio “a prova di pioggia”. Ma anche nel lavoro, in particolare nella pesca quando il mare è agitato. Ma qui ci si abitua facilmente un po’ a tutto.

Il virus sembra sotto controllo (ma non urliamo). La vaccinazione procede spedita. Sono riprese le scuole, anche se non tutte e, comunque, sempre in modo ridotto e a giorni alterni; è un piccolo segnale. Quasi due anni senza scuola qui si fanno sentire e molto. L’istruzione è uno dei grandi problemi del Brasile.

In tutto questo in parrocchia sono continuate le attività.

La catechesi sta accompagnando alcuni gruppi verso i sacramenti. In settembre alcuni adulti e ragazzi riceveranno il Battesimo e, dopo qualche settimana, ci saranno le Prime Comunioni. In ottobre le Cresime per una trentina tra giovani e adulti.

È ripresa anche la catechesi dei bambini più piccoli e di un gruppetto di ragazzi delle medie. Qui difficilmente ci sono i genitori che ti spingono alla catechesi: sono i ragazzi stessi che, magari per qualche amico che ti invita, cominciano a frequentare, si trovano bene e continuano. Quando ci si fermerà per le vacanze estive bisognerà andare casa per casa a ricontattarli.

L’attività del balletto ha ripreso alla grande dopo una breve sosta in luglio; adesso la ragazze che frequentano sono circa 130. Continuano anche gli allenamenti di calcio con circa 60 ragazzi.

Agosto è servito anche per cominciare a preparare alcuni avvenimenti importanti per la parrocchia di Gesù Cristo Risorto: in settembre don Emilio Bellani rientrerà in Italia, in ottobre le feste di San Francesco e di Nostra Signora Aparecida, patrona del Brasile, (due chiesine sono proprio a loro dedicate) e il presepio, perché qui il presepio nella chiesa parrocchiale è sempre una cosa pensata e in grande stile e ci vuole tempo.

Agosto è anche il mese delle vocazioni e ogni domenica si prega per una vocazione differente. Tra queste c’è la vocazione ad essere papà (seconda domenica del mese). È un po’ la nostra festa del papà, tanto basta per fare festa in tutti gli angoli per due giorni (la Bahia è festa).

Ora è iniziata un mese di settembre che si prospetta intenso.