1

È online “Dono”, l’edizione natalizia di Riflessi Magazine

«Nel dono c’è l’attenzione a qualcuno che non siamo noi stessi, c’è la ricerca, la cura della preparazione, c’è l’ascolto a volte difficile del bisogno; ma c’è anche il fremito dell’attesa, lo scoppio della sorpresa, la tenerezza della gratitudine, la voglia di tornare ad abbracciarsi».

Così si presenta la nuova edizione di Riflessi Magazine, che alla vigilia di Natale arriva online con l’edizione dedicata significativamente al “Dono”.
Un sorriso carico di energia e meraviglia è la copertina dell’edizione che conduce in un «viaggio tra le pagine e le storie» che cerca di andare al cuore del significato del dono: «Non parliamo di cose, di idee o progetti – si legge ancora nella introduzione – quando parliamo di dono parliamo di umanità, di gentilezza, di esserci gli uni per gli altri. Il filo rosso che conduce non è la giacca scucita di Santa Claus, ma la volontà, persino il bisogno a volte, di far felici gli altri. Chi ci è più vicino, ma a volte anche uno sconosciuto, un invisibile».

Tra gli interventi anche un pensiero del vescovo Napolioni che propone una riflessione natalizia sul perdono, tra fede, gratitudine ed eternità, «con sguardo eucaristico – scrive – , cioè aperto e grato. Per tutti i doni che spingono ad una vita orientata al bene, all’Altro e agli altri, seminando qualcosa di buono, che sarà un dono per chi verrà».

Come di consueto poi il tema dell’edizione è trattato da diverse prospettive, “riflessi” del reale che rivela la sua ricchezza e la sua complessità nelle storie, nei volti, nelle persone che fanno il tessuto della comunità e del territorio, storie di carità e volontariato che affrontano le fragilità con le “armi” dell’impegno e dell’altruismo (dalle Scatole di Natale al laboratorio di cucina inclusiva della cooperativa In-Chiostro di Soncino…), storie dal mondo come quelle raccontate da una suggestiva mostra di presepi raccolti dai cinque continenti o da don Emilio Bellani, sacerdote cremonese rientrato dopo 11 anni di servizio missionario nella favela di Salvador de Bahia in Brasile, riflessioni su nuovi modelli di economia. Non manca una parte multimediale con la playlist dei dieci brani che accompagnano la lettura del numero e le video rubriche. Suggestivi e profondi i video-incontri con cinque giovani talenti che riflettono sul dono ricevuto e sulla responsabilità di farlo crescere e condividerlo, nel proprio settore (dalla musica, all’arte, allo sport, alla comunicazione) e nelle relazioni con gli altri; sorprendenti e ricche di tenerezza le videochiamate dei bambini che ringraziano a modo loro Santa Lucia per i don ricevuti nella sua magica notte.

Scopri l’edizione>

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Riflessi Magazine (@riflessimagazine)




Perché in fondo non basta un «Clic». Online la nuova edizione di Riflessi (VIDEO)

È online la nuova edizione di Riflessi Magazine, il mensile digitale diocesano che propone come titolo della sua ventesima uscita “Clic”.

«È un po’ come se fosse la colonna sonora del nostro tempo» – si legge nell’introduzione ad un numero che si muove tutto proprio sul filo del tempo. «Un clic: un attimo che non dura nulla ma che resta per sempre; il presente assoluto che diventa – nell’istante stesso in cui nasce – il primo ricordo del passato; un movimento impercettibile che lascia una traccia ineliminabile».

E allora cos’è il clic? Ci si chiede iniziando a sfogliare le storie, le interviste e le riflessioni di Riflessi. E la risposta, pagina dopo pagina, assume forma diverse e persino inattese: «Il ritmo ossessivo della rivoluzione digitale, velocità che diventa frenesia, congestione di informazioni superflue… il ticchettio del meccanismo di un orologio analogico, un cinturino che si chiude, uno zaino che si apre.
Non è solo il suono del digitale (o non lo è più), ma è rimasto il simbolo del cambiamento. Di qualcosa che scatta: c’è solo un prima da conoscere e qualche volta da salvare, e un dopo da scoprire, immaginare, costruire.
Ecco perché  è il suono del nostro tempo. Non dell’età postmoderna. È proprio il suono del nostro oggi: di questo maggio 2021. Di adesso. Del tempo delle zone a colori e dei coprifuoco, della campagna vaccinale e delle tabelle dei dati epidemiologici che ormai accompagnano le nostre colazioni come fossero le previsioni del tempo…».

I clic della rivoluzione digitale che ha cambiato le vite di tutti, dunque, i clic della macchina fotografica e delle tecnologie che salvano la vita permettendo a mani e occhi esperti di esplorare il nostro corpo. Ma i, suono di un clic è anche più profondo e avvolgente: «È un clic quello che cerchiamo. Una chiave che gira, un tappo che salta, un attimo che è trascorso e – così piccolo, rapido, disattento – ha già cambiato il mondo in cui viviamo.
L’otturatore della macchina fotografica che cattura un bacio o la stanchezza di un’infermiera piegata dalla fatica, un’opera d’arte senza materia, i codici binari che avvolgono i nostri figli e quelli che daranno loro lavoro, la macchina che ci legge nel corpo per salvarci la vita, il ritorno in campo, un film tutto in un frame…
Clic… e ci ritroviamo così, uno di fronte all’altro a guardarci negli occhi come non pensavamo più di saper fare. Il tempo si ferma. E qualcosa scatta. Ma è dentro. Finché una lacrima bagna l’occhio. Non fa rumore, non ha misura. Ha già cambiato tutto».