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Mons. Pergo: «Non possiamo proporci un ideale di santità che ignori l’ingiustizia di questo mondo» (AUDIO)

Una lezione di fede, di impegno, di storia, di attualità, di vita. Questa la sintesi dell’appassionato intervento di mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio originario di Vailate in occasione dell’ultimo dei Quaresimali proposto dalla Parrocchia di Soresina, nella serata di giovedì 11 aprile. Mons. Perego, già direttore nazionale di Fondazione Migrantes dopo essere stato alla guida di Caritas Cremonese, ha trattato il tema della santità e dell’impegno sociale e, in particolare, dello loro stretto legame.

«Esiste uno stretto legame tra la fede e la vita – ha sottolineato l’arcivescovo -. Infatti, un uomo spirituale può essere molto sociale. E la Chiesa non è qualcosa di distinto rispetto alla città, perché vive nella città. Dunque la Chiesa ha il dovere di essere sociale e di contribuire alla formazione della politica: non per sostituirsi ad essa, ma per inserirsi in essa così da aiutarla ad essere concreta e a prosperare. Perché non basta il pensiero, ma come questo pensiero si traduce nei fatti e nelle opere».

Nel suo intervento, mons. Perego ha ricordato come il sociale sia molto presente nel magistero di papa Francesco. Ma ha richiamato anche numerose altre esortazioni, perché i Papi e la Chiesa si sono sempre occupati del sociale. In modo diverso, a seconda delle necessità dei tempi, ma sempre con un filo conduttore comune: l’attenzione e la difesa dei più deboli e dei più poveri.

L’arcivescovo di Ferrara Comacchio ha ricordato come nel tempo cambino le povertà e i poveri, e dunque anche le modalità dell’impegno sociale. Così l’attenzione è stata rivolta alle prostitute dopo la chiusura delle “case chiuse”, ai malati di mente dopo l’abolizione dei manicomi, agli anziani soli, ai lavoratori sfruttati, ai tossicodipendenti, ai carcerati, alle famiglie nel tempo della crisi.

Mons. Perego ha aperto quindi un’ampia parentesi sulla nuova povertà di oggi, quella dei migranti. Riflettendo anche sulle diverse posizioni che spaccano anche la Chiesa. Papa Francesco è stato però perentorio, come ha sottolineato l’arcivescovo: «Spesso si sente dire che la situazione dei migranti è un tema marginale. Alcuni cattolici affermano che è un tema secondario rispetto a quello “serio” della bioetica. Che dica cose simili un politico lo si può comprendere, ma non un cristiano! La difesa dell’innocente che non è nato deve essere chiara, ferma e appassionata, perché lì è in gioco la dignità della vita umana, sempre sacra. Ma ugualmente sacra è la vita dei poveri che sono già nati, che si dibattono nella miseria, nell’abbandono, nell’esclusione, nella tratta di persone, nell’eutanasia nascosta dei malati e degli anziani privati di cura, nelle nuove forme di schiavitù e in ogni forma di scarto. Non possiamo proporci un ideale di santità che ignori l’ingiustizia di questo mondo, dove alcuni festeggiano, mentre altri guardano solo da fuori». E al riguardo, mons. Perego ha voluto ricordare che gli italiani sono un popolo di emigranti, facendo riferimento anche all’opera, ancora oggi attualissima, del vescovo Geremia Bonomelli, i cui ideali che si sposano con l’esortazione apostolica Gaudete et exsultate.

Mons. Perego ha ribadito anche l’importanza dell’impegno sociale quale via per la santità e che «una città che si chiude, e non genera vita, muore». Ecco perché è fondamentale non dimenticare quello che Papa Francesco chiede ai cattolici: accoglienza, tutela, promozione, integrazione. “A volte – ha detto ancora Perego – siamo schiavi delle nostre paure: ciò che si condivide si moltiplica, invece abbiamo il timore che donare ci tolga qualcosa”.

Ascolta l’audio della serata

La serata si è quindi conclusa con un momento di dialogo e confronto con l’assemblea.




Al monastero della Visitazione la meditazione di padre Mosconi

Il Monastero della Visitazione di Soresina nella serata di giovedì 4 aprile ha offerto giusta location per il Quaresimale “Non credo alla santità senza preghiera”. Come sottolineato dal parroco don Angelo Piccinelli in introduzione di serata, il Monastero è sicuramente il luogo che, per antonomasia, meglio si addice alla preghiera e dunque più adatto alla meditazione preparata da padre Franco Mosconi per la comunità soresinese. Padre Mosconi, per ben spiegare il tema della santità e della preghiera, ha scelto di parlare della spiritualità nei Vangeli e della spiritualità di Gesù.

La serata, che è stata accompagnata dalla preghiera e dalla meditazione delle Sacre Scritture, è stata animata con il canto dal Coro Psallentes. Presenti anche le monache Visitandine.

Nella sua meditazione, padre Mosconi ha chiaramente manifestato la sua preparazione di biblista e, dalle tante citazioni di passi dei Vangeli, è possibile trarre alcune riflessioni decisamente interessanti.

Innanzitutto, padre Mosconi ha voluto ricordare che la spiritualità di Gesù è la Sua vita in obbedienza dello Spirito Santo. Infatti tutta la vita di Gesù è condotta dallo Spirito, anche se alcuni passi evangelici sottolineano dei momenti in cui la presenza dello Spirito Santo è particolarmente esplicita. In proposito, padre Mosconi ha ricordato i 40 giorni passati da Gesù nel deserto, spinto dallo Spirito, tentato dal Demonio e della lotta contro il male. Una situazione che denota la connessione tra spiritualità e la fatica di resistere alla tentazione.

Padre Mosconi ha poi voluto specificare come la potenza dello Spirito abbia permesso la diffusione della fama di Gesù e come, sempre lo Spirito, abbia mandato Gesù ad annunciare. Questo a conferma che la spiritualità non è solo una questione interiore, ma è missione.

In ogni caso, esiste uno stretto legame tra la spiritualità e la preghiera. Anzi, padre Mosconi ha spiegato come il momento della preghiera sia una costante quando si parla della vita di Gesù. La preghiera, infatti, accompagna Gesù nei momenti cruciali della sua vita. Sintetizzando, padre Mosconi ha usato questa metafora: “Nella preghiera Gesù ritrova se stesso e la sua missione, perché la preghiera per Gesù è come l’aria, ne ha bisogno per vivere; è qualcosa a lui connaturale”.

E in merito alla preghiera di Gesù padre Mosconi ha affermato: “La preghiera è filiale, perché Gesù è consapevole di essere il Figlio Unigenito; è continua; è obbediente, perché c’è completa adesione al progetto del Padre; è nutrita dalla Parola di Dio; è il modo per trionfare anche sulla morte”. E in maniera ancora più profonda: “Per capire chi è Gesù, bisogna entrare nella sua preghiera e nel suo rapporto filiale con il Padre. E soprattutto, la preghiera di Gesù è una preghiera di vero uomo e vero Dio, è una preghiera che non allontana dai fratelli, ma favorisce l’attenzione agli altri. La preghiera, infatti, non è un’alternativa alla carità e alla missione, ma è la condizione per entrambe”.

Una conclusione che sottolinea la natura non intimistica e fine a se stessa della preghiera, ma un’apertura al mondo. Apertura che, in chiave sociale, sarà trattata durante il prossimo Quaresima dedicato alla santità intesa come impegno sociale.

I Quaresimali promossi dalla Parrocchia di Soresina si concluderanno giovedì 11 aprile, alle 20.45, presso il salone parrocchiale “Mons. Natale Mosconi” con l’arcivescovo dell’arcivescovo di Ferrara–Comacchio mons. Gian Carlo Perego (cremonese già direttore generale di Fondazione Migrantes) che tratterà il tema “La santità è impegno sociale”.

Photogallery della serata del 4 aprile




Don Pozza a Soresina con “Maria: la più santa tra i santi” (AUDIO e FOTO)

“Maria: la più santa tra i santi”: questo il tema del terzo Quaresimale proposto dalla Parrocchia di Soresina con il commento, mercoledì 27 marzo, di don Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova, commentatore del Vangelo festivo per RAI 1, coautore, con papa Francesco, del libro-intervista “Ave Maria”. Coinvolgente, appassionato, provocatorio … tutti aggettivi che si prestano a descrivere l’intervento di don Marco Pozza. Un intervento che è entrato nel profondo delle persone che hanno affollato il salone parrocchiale “Mons. Natale Mosconi”, accanto alla chiesa di San Siro, in Soresina, on gente giunte anche dal circondario e non solo.

Un intervento difficile da spiegare e riassumere, perché qualunque “mediazione” scritta ex post rischia di non dare il giusto peso alla passione di un discorso che nasce dal cuore, dalla fede e dalla realtà, dalla vita vissuta che, come si sa, supera ogni immaginazione. Non c’è, infatti, storia inventata che nella realtà non si dimostri già avverata e, magari, anche più grande. Un intervento mirato ad “accompagnare ciascuno dei presenti dentro il mistero di Maria”.

Maria a cui don Pozza, forte di un insegnamento della nonna, si rivolge tutte le volte che ha bisogno di aiuto, recitando un “Ave Maria” per chiederLe di arrivare prima di lui e spianargli la via. E, in modi diversi, Maria ha sempre risposto alle sue richieste di aiuto.

E dunque la nonna, la mamma, la famiglia, papa Francesco, i ragazzi e gli uomini che segue nel carcere di Padova, santi, autori del passato e contemporanei … tutti entrano nel discorso di don Pozza focalizzato sul bene, ma anche sul male. In più di un’occasione, infatti, ha richiamato l’attenzione sull’esistenza del demonio: un fatto su cui non è il caso di ironizzare, perché il demonio è sempre pronto a indurre in tentazione l’uomo, ad allontanarlo dal bene e dunque da Dio. L’esortazione di don Pozza è stata chiara: “Non ridete di Satana; il male è troppo reale per non crederci”.

E Maria, nell’eterna lotta tra bene e male, è mediatrice, anzi, come l’ha descritta don Pozza: “Maria è l’accorciamento improvviso tra il cielo e la terra; è colei che, “buttando” uno sguardo nel male, porta il bene”. Perché è Madre di Dio, ma soprattutto è Madre dei peccatori e a Lei ci si rivolge e La si prega per uscire dal peccato e ritrovare la retta via.

Una sintesi, quella appena descritta, passata attraverso il commento della Creazione, del peccato originale, delle donne dell’Antico Testamento, della storia di Paolo (Saulo), delle uniche sei volte che Maria ha parlato nel Vangelo, ma anche attraverso l’esperienza di cappellano del carcere di Padova. Don Pozza ha condiviso con i presenti due storie: quella di Jacopo e quella di Antonio, detenuti presso il carcere di Padova. Per Jacopo ha usato una lettera autobiografica, per Antonio un video. Queste vicende sono state lo spunto per raccontare Maria da una posizione completamente nuova ai più, quella del carcere. Don Pozza ha sottolineato come Maria e la preghiera dell’Ave Maria sia fondamentale per chi vive il carcere, perché la mamma – e Maria è la Madre dei peccatori – non abbandona un figlio, ma soffre per lui e con lui. E soprattutto una madre perdona. E il perdono, una volta capito e allontanato il male, è fondamentale per ricominciare, per arrivare ad una rinascita.

La serata non poteva che chiudersi con una “Ave Maria” recitata coralmente da don Pozza e da tutti i presenti: “Io la reciterò per voi, voi recitatela per me perché Lucifero ha un sogno pazzesco su di me: fare in modo che diventi un uomo d’inferno dentro l’inferno, così che nessuno si accorge più del bene. E Dio su di me ha un sogno pazzesco: che dentro all’inferno pronunci il Suo nome, in modo da ricordare che c’è un Cielo oltre la terra”.

Poi, nonostante l’ora (le 23 passate) don Pozza si è fermato per gli autografi e ha commentato: “È il mio modo per ringraziarvi della vostra presenza”.

Photogallery dell’incontro

I Quaresimali proseguono con un appuntamento al Monastero della Visitazione di Soresina giovedì 4 aprile (ore 20.45). Padre Franco Mosconi, monaco Benedettino Camaldolese e biblista, priore dell’Eremo San Giorgio di Bardolino, proporrà una meditazione sul tema “Non credo alla santità senza preghiera”.




“Non io, ma Dio”, il mantra del giovane Carlo Acutis

“Non io, ma Dio”. Questo ripeteva Carlo Acutis quando parlava della fede, normalmente e quotidianamente con tutti, perché “Dio viene prima di tutto ed è tutto”. Il venerabile Carlo Acutis è stato il “personaggio” trattato in occasione del secondo appuntamento (svoltosi giovedì 21 marzo) dei Quaresimali proposti dalla Parrocchia di Soresina per la preparazione alla Pasqua. Di questa figura nota, amata e venerata in tutto il mondo, come se fosse già santa, ha parlato il dottor Sidi Perin, padrino della Cresima di Carlo Acutis.

A introdurre la serata è stato il parroco don Angelo Piccinelli che, ricordando il precedente Quaresimale e gli esercizi spirituali di tutta la Zona pastorale 2, ha sottolineato come l’intervento del dott. Perin offra un’altra figura di santità su cui meditare e a cui ispirarsi nella quotidianità di ciascuno. Anche Carlo Acutis, infatti, come Chiara Corbella Petrillo, è un esempio di “santità della porta accanto”.

Il dott. Perin ha così descritto la persona di Carlo: “Carlo era un ragazzo semplice, alla mano, con moltissimi interessi, come tutti i ragazzi amava la musica, lo sport, aveva degli hobby, studiava con profitto e aveva una dote innata per l’informatica. In questa sua normalità Dio, però, era sempre al primo posto, tanto che Carlo testimoniava la sua fede nella vita quotidiana, in particolare a scuola e con gli amici”. Per Carlo – come spiegato attraverso numerosi esempi, citazioni, ricordi personali – mettere Dio al primo posto significava fare almeno sei cose che consigliava a tutti: desiderare la santità (e pregare per desiderarla se già non si possedeva questo fuoco interiore); partecipare quotidianamente alla Messa; recitare quotidianamente il rosario; dedicarsi all’adorazione eucaristica quotidiana; accostarsi settimanalmente al sacramento della Confessione per scaricare l’anima anche dai peccati veniali; pregare l’angelo custode, il migliore amico di ciascuno. Carlo era convinto che “la santità è per tutti e che tutti siamo chiamati ad essere santi, in base al disegno straordinario che Dio ha per ciascuno”. Allo stesso tempo il peccato distoglie dal progetto divino e dalla santità e da qui l’importanza della confessione e dei sacramenti.

Costituiscono un elemento della crescita spirituale di Carlo anche i pellegrinaggi, in particolare quello di Lanciano. Proprio lì Carlo matura l’idea di una mostra sui miracoli eucaristici (per far vedere a tutti il miracolo di Gesù Eucarestia) che realizza solo anni dopo, quando ha circa 12 anni, sfruttando le potenzialità di internet.  A questo progetto se ne affiancano altri come quello sulle apparizioni mariane, angeli e demoni, Paradiso – Purgatorio – Inferno. Sembra anche maturare l’idea di entrare in seminario una volta completati gli studi classici, ma, a 15 anni, dietro a quella che sembra una banale febbre si nasconde una forma di leucemia fulminante. Inutili sono le cure prestate a Carlo a cui  i medici dicono che non sopravvivrà più di una settimana. La fede di Carlo resta la sua forza: accetta la malattia, la diagnosi, la sofferenza e nei giorni dell’agonia prega … non per sé, ma per gli altri, per i peccatori, per la Chiesa, per i sacerdoti, per il Papa.

L’eco intorno alla figura di Carlo si diffonde velocemente, grazie anche agli amici che lo ricordano e testimoniano le sue virtù. Il mondo parla del ragazzo che ispirava la conversione parlando apertamente della fede. Non a caso, attraverso Carlo, i genitori, cattolici non praticanti, si riavvicino alla fede. Il suo domestico, induista bramino, sceglie di farsi battezzare e di diventare cristiano. E come loro, altri riscoprono la fede attraverso l’esempio di Carlo.

I genitori scelgono di fondare l’Associazione Carlo Acutis e di utilizzare internet come voleva il figlio, come mezzo di evangelizzazione e di conversione. Il sito propone tutte ricerche di Carlo, in particolare quelle sui miracoli eucaristici e sulle apparizioni mariane, che vengono continuamente arricchite da nuovi miracoli e nuove apparizioni.

Per Carlo è in corso la causa di beatificazione. Il primo processo è stato superato e Carlo è stato proclamato venerabile. Ora sono al vaglio due distinti miracoli e se saranno inequivocabilmente attribuiti a Carlo potrebbe essere proclamato Santo. E c’è già chi si sbilancia e scrive che sarà il futuro il patrono di internet e il protettore dei giovani cybernauti.

La serata si è conclusa con un breve dibattito in cui Perin ha risposto alle domande del pubblico e la preghiera per chiedere la beatificazione e la canonizzazione del servo di Dio Carlo Acutis.

 

Photogallery della serata

 

Il prossimo appuntamento dei Quaresimali sarà dedicato alla Madonna. Interverrà don Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova, commentatore del Vangelo festivo per RAI 1, coautore, con papa Francesco, del libro-intervista “Ave Maria”. L’incontro si svolgerà mercoledì 27 marzo alle 20.45 presso il Salone parrocchiale “Mons. Natale Mosconi”, accanto alla chiesa di San Siro in Soresina.




Soresina. Chiara Corbella Petrillo, una storia d’amore “a tu per tu” con Cristo (AUDIO)

Si sono aperti, venerdì 8 marzo, i Quaresimali proposti dalla Parrocchia di Soresina con la testimonianza di padre Vito D’Amato, in qualità di padre spirituale, su Chiara Corbella Petrillo.

L’incontro, per volontà della Scuola paritaria “Immacolata” – co-organizzatrice dell’evento, si è svolto all’interno del teatro della scuola ed è stato ampiamente partecipato. In teatro non un posto libero e nessuno ha lasciato la sala fino all’ultima parola e all’ultima immagine. La partecipazione non è stata solo numerosa, ma condivisa e commossa e in sala si è percepita quasi un’unione e un’immedesimazione nella storia di Chiara. Le lacrime non sono mancate, ma la serenità di Chiara nell’affrontare la vita e ciò che Dio le chiesto di affrontare ha contagiato i presenti e la serenità ha superato le lacrime.

La testimonianza di padre Vito è stata introdotta dal parroco di Soresina don Angelo Piccinelli. Poche parole, per lasciare tutto il tempo a padre Vito D’Amato di raccontare Chiara e di lasciarla conoscere ai presenti attraverso le testimonianze video raccolte: far conoscere una sposa, una madre, una Santa della “porta accanto”.

Ascolta l’introduzione di don Piccinelli

Padre D’Amato ha testimoniato la vita di Chiara in tre momenti in cui ha alternato il suo personale racconto ad una serie di immagini e testimonianze dirette di Chiara e del marito Enrico.

Ascolta l’intervento di padre D’Amato

Per il primo momento padre D’Amato ha creato un parallelo tra il matrimonio e il funerale di Chiara, sottolineando la gioia e la partecipazione che hanno caratterizzato entrambe le cerimonie. Chiara si sposa all’età di 24 anni con Enrico Petrillo e muore dopo soli quattro anni, dopo tante sofferenze, così tante che nessuno mai potrebbe anche solo pensarle e pensare che una persona le possa accettare e superare. Chiara invece non solo le accetta, ma le vive serenamente, con fede, sapendo che ci sarà Dio ad accoglierla e che “rinascerà” in cielo. Sofferenze dettate dalla malattia, un tumore alla lingua, e dalle cure invasive a cui si sottopone per cercare di vincere il carcinoma, per proseguire la sua vita accanto al marito e al piccolo Francesco. Una sofferenza che precede due gravidanze concluse con la morte dei due bambini a mezz’ora dalla nascita.

Dopo la proiezione del video, in cui erano alternati momenti del matrimonio e del funerale di Chiara, padre D’Amato ha fatto un lungo flash back per parlare del periodo del fidanzamento di Chiara ed Enrico e dei primi anni di matrimonio, contrassegnati dalla nascita e dalla morte di Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni. Chiara conosce il futuro marito a Medjugorje, casualmente, e tornando dal pellegrinaggio annuncia alla famiglia che si è innamorata che sposerà questo ragazzo incontrato per caso. Il loro fidanzamento però non è per niente facile, anzi è un periodo piuttosto catastrofico e cercano aiuto nella fede e si affidano ai frati, in particolare a padre D’Amato. Quando sembra che siano destinati a lasciarsi, su stesso suggerimento di padre D’Amato, partecipano alla marcia Francescana e si ritrovano.

E’ proprio durante la marcia che Enrico fa la proposta a Chiara. Il loro matrimonio è un momento festoso, accompagnato dalla gioia, dopo pochissimo, della futura nascita di un bambino. Purtroppo, l’ecografia mostra un’anencefalia della bambina e che la piccola non sopravvivrà alla nascita. Una dura prova per una giovane coppia di sposi a pochi mesi dal matrimonio. La scelta di Chiara è una sola: far nascere la piccola. E trova nel marito il suo “complice” perfetto. Insieme accompagneranno Maria Grazia Letizia, per il tempo che le sarà concesso, in cielo, tra le braccia di Dio. Chiara ed Enrico vivono comunque con gioia il momento della nascita della loro bambina, sanno che è chiamata ad essere amata e felice da Qualcuno più grande di loro. E la mezz’ora che passano con lei è intensa e piena di sorrisi. Chiara non si scoraggia e dopo qualche mese è di nuovo incinta. Ancora una volta l’ecografia mostra difficoltà nella gravidanza: il bambino che aspettano non presenta gli arti inferiori, ma i medici, in un primo momento, dicono che vivrà seppure con questa disabilità. Per Chiara ed Enrico è una gioia, ma i mesi successivi decretano che il bambino presenta delle malformazioni viscerali incompatibili con la vita. E così il piccolo Davide Giovanni raggiunge la sorella dopo trentotto minuti con i suoi genitori.

Il tempo necessario, in entrambi i casi, di abbracciarli, battezzarli e consegnarli nelle mani del Padre. Chiara è ferma nella sua scelta di diventare e mamma e dopo pochi mesi è di nuovo in attesa. Il bambino è sano e la gravidanza prosegue felice fino al quinto mese, quando a Chiara è diagnosticato un carcinoma alla lingua. Come ha sottolineato padre D’Amato nel suo racconto, Chiara fa tutto ciò che è compatibile con la gravidanza per salvare il bambino e lei, ma rimanda a dopo la nascita le cure che necessariamente avrebbero compromesso la salute o addirittura la sopravvivenza del nascituro.

Una lunga testimonianza video di Chiara ha ripercorso i momenti narrati da padre D’Amato. Le immagini fanno trasparire la serenità di Chiara e mostrano il sorriso che non le manca mai.

La testimonianza di padre D’Amato si chiude con il racconto della malattia che ha la meglio sulle cure e degli ultimi momenti di Chiara. Momenti in cui Chiara ha cercato gli affetti, si è stretta intorno alla famiglia per dire a tutti quanto li amava e per prepararsi all’incontro con Dio e a raggiungere gli altri due suoi figli. Un incontro con Dio con cui aveva imparato, in famiglia, a parlare con semplicità e a cui si rivolgeva, “a tu per tu”, per capire cosa Dio le chiedeva, perché mai Chiara si è sottratta al disegno divino, ma ha sempre cercato di capirlo. E l’ultimo video ha mostrato una mamma che trasmetteva gioia e amore al piccolo Francesco. Un’immagine di una forza dirompente: Chiara sulla spiaggia, nei suoi ultimi giorni che cantava al piccolo Francesco il noto ritornello dell’Alleluja: “La nostra festa non deve finire, non deve finire e non finirà …”.

Il prossimo appuntamento è fossato per giovedì 21 marzo 2019. Interverrà Sidi Perin, padrino della Cresima del Servo di Dio Carlo Acutis e vice – postulatore della causa di beatificazione del giovane. Perin porterà la sua personale testimonianza della vicenda, quella di un ragazzo non da conoscere e ricordare perché morto a soli 15 anni per una leucemia fulminante, ma per la sua profonda devozione e per la sua fede e, soprattutto, per la sua capacità di parlare di fede, di farla conoscere e di trasmetterla.

Giovedì 21 marzo 2019

Carlo Acutis: la santità è giovane

“Egli ci vuole santi e non si aspetta che ci accontentiamo di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente” (G. E. n. 2)

Testimonianza del dott. SIDI PERIN

Padrino della Cresima del Servo di Dio Carlo Acutis (1991 – 2006)

Vice – postulatore della causa di beatificazione

Salone parrocchiale “Mons. Natale Mosconi” – Ore 20.45




“La gioia della santità”: a Soresina i quaresimali con testimonianze ispirate a “Gaudete ed exsultate”

Per prepararsi alla Pasqua, durante il periodo della Quaresima, la Parrocchia di Soresina propone i Quaresimale 2019, ispirati al tema “Gaudete et Exsultate. Lo Spirito Santo riversa santità dappertutto …”.

Dall’inizio di marzo alla prima metà di aprile, sono la Parrocchia di Soresina ha pianificato 5 incontri, con altrettanti relatori, dedicati alle diverse forme di santità o che portano alla santità. Il programma, incentrato, come detto, sulla santità tratterà la “santità della porta accanto” attraverso la testimonianza di Padre Vito D’Amato sulla figura di Chiara Corbella Petrillo; la “santità è giovane” attraverso la voce del dott. Sidi Perin sulla breve vita di Carlo Acutis; “Maria: la più santa tra i santi” tramite i commenti di don Marco Pozza; “Non credo alla santità senza preghiera” grazie alla meditazione di padre Franco Mosconi; e la “santità è impegno sociale” insieme a mons. Giancarlo Perego, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio. Nello stesso periodo, si inseriscono gli esercizi spirituali zonali, aperti dalla Lectio Divina del vescovo Antonio Napolioni, che si svolgeranno, il 10, 11 e 12 marzo, presso la Chiesa del Buon Pastore dell’Oratorio Sirino.

Scarica qui la locandina

Sulla scelta degli interventi, il parroco don Angelo Piccinelli si è così espresso: “Il segreto per rendere interessante ed esplosiva la vita dei cristiani è nascosto, oggi come ieri, nel desiderio e nella scelta di essere “santi”. Lo lascia intendere, senza troppi giri di parole, papa Francesco nella sua Esortazione Apostolica “Gaudete et exsultate”. In questo contesto trova la sua ispirazione il programma degli appuntamenti quaresimali a Soresina, che prevede due testimonianze su altrettante emblematiche figure del nostro tempo, icone della santità quotidiana nella famiglia (Chiara Corbella Petrillo, presentata dal suo direttore spirituale p. Vito D’Amato) e nell’età adolescenziale (Carlo Acutis, presentato dal padrino della Cresima dott. Sidi Perin). Durante il percorso saranno richiamate anche le ineludibili dimensioni verticale (la preghiera: a cura di padre Franco Mosconi, monaco camaldolese) e orizzontale (l’impegno sociale: a cura di mons. Giancarlo Perego, arcivescovo di Ferrara- Comacchio, già Direttore Generale della Fondazione Migrantes) della sequela di Gesù. Nella stessa logica verranno proposte, per l’intera Zona Pastorale Il in collaborazione con l’Azione Cattolica, tre serate (esercizi spirituali zonali) di ascolto della Parola di Dio e di adorazione. A presiedere, idealmente, i Quaresimali 2019, è la figura della Vergine Maria “la più santa tra i santi”, verso la quale papa Francesco nutre un affetto profondo, filiale, intenzionalmente “quasi infantile”: ne sarà testimone don Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova e commentatore del Vangelo domenicale su Rai1 , autore, insieme al pontefice, di un libro intitolato “Ave Maria”. Un graditissimo ritorno a Soresina, quello di don Pozza, dopo l’appassionata “lezione” dello scorso anno, dedicata alla preghiera del “Padre nostro”.

I Quaresimali si svolgeranno principalmente presso il Salone parrocchiale “Mons. Natale Mosconi”, ma anche presso il Teatro della Scuola Cattolica “Immacolata” e il Monastero della Visitazione per raggiungere il maggior numero di persone e coinvolgere anche le monache claustrali.

 

PROGRAMMA QUARESIMALI 2019 A SORESINA: LA GIOIA DELLA SANTITA’

Venerdì 8 marzo 2019

Chiara Corbella Petrillo: la santità della porta accanto

“La difesa dell’innocente che non è nato deve essere chiara, ferma e appassionata, perché è in gioco la dignità della vita umana, sempre sacra… al di là del suo sviluppo” (G. E. n. 101)

Testimonianza di padre VITO D’AMATO

Direttore spirituale della Serva di Dio Chiara Corbella Petrillo

Teatro Scuola Immacolata – Ore 20.45

 

Giovedì 21 marzo 2019

Carlo Acutis: la santità è giovane

“Egli ci vuole santi e non si aspetta che ci accontentiamo di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente” (G. E. n. 2)

Testimonianza del dott. SIDI PERIN

Padrino della Cresima del Servo di Dio Carlo Acutis (1991 – 2006)

Vice – postulatore della causa di beatificazione

Salone parrocchiale “Mons. Natale Mosconi” – Ore 20.45

 

Mercoledì 27 marzo 2019

Maria: la più santa tra i santi

“La Madre non ha bisogno di tante parole… Basta sussurrare ancora e ancora: Ave Maria!” (G. E. n. 178)

Incontro con don MARCO POZZA

Cappellano del Carcere di Padova – Commentatore del Vangelo festivo per RAI 1

Coautore, con papa Francesco, del libro-intervista “Ave Maria”

Salone parrocchiale “Mons. Natale Mosconi” – Ore 20.45

 

Giovedì 4 aprile 2019

Non credo alla santità senza preghiera

“La santità è fatta di apertura abituale alla trascendenza, che si esprime nella preghiera e nell’adorazione” (G. E. n. 147)

Meditazione di padre FRANCO MOSCONI

Monaco Benedettino Camaldolese e biblista

Priore dell’Eremo S. Giorgio di Bardolino (VR)

Monastero della Visitazione – Ore 20.45

 

Giovedì 11 aprile 2019

La santità è impegno sociale

“Non possiamo proporci un ideale di santità che ignori l’ingiustizia di questo mondo!” (G. E. n. 100)

Incontro – confronto con S. E. Mons. GIANCARLO PEREGO

Arcivescovo di Ferrara – Comacchio

già Direttore Generale della Fondazione Migrantes

Salone parrocchiale “Mons. Natale Mosconi” – Ore 20.45