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“Buona domenica”: il progetto di carità per la Quaresima 2022

“Buona domenica” è lo slogan della Quaresima di carità 2022: un tempo, quello in attesa della Pasqua, che intende aiutare le comunità a preparare anche una attenzione caritativa nei confronti di persone sole, in particolare di anziani. Dopo questa fase, infatti, nel tempo pasquale, ogni domenica, si organizzerà una distribuzione domiciliare di un pasto completo da asporto ad anziani oppure a persone sole.

Scarica la locandina della Quaresima di Carità 2022

Il progetto ha sicuramente finalità di un aiuto concreto, ma risponde soprattutto ad una scelta di fondo: il coinvolgimento di tutta la comunità nel vivere una azione di carità. È una semplice, ma importante possibilità di promuovere un servizio nuovo, in grado di stimolare e coinvolgere la vicinanza della parrocchia e del territorio a persone in difficoltà e, così, diventare segno di legami e di fraternità. Lo scopo è quindi quello di raggiungere e riavvicinare persone sole, che, a volte, hanno pudore a chiedere.

 

Chi coinvolge?

Il progetto viene proposto a tutte le parrocchie, le caritas e le associazioni di volontariato ed è realizzato in collaborazione con le conferenze della S. Vincenzo.

In particolare viene chiesto:

  • ai volontari dei centri di ascolto e agli adulti in generale di segnalare e contattare persone anziane o sole con cui condividere il progetto
  • ai giovani di consegnare a domicilio le borse con i pasti confezionati
  • ai bambini, ai catechisti e alle famiglie di aggiungere ogni settimana un piccolo pensiero (per esempio una preghiera, un disegno fatto dei bambini, ecc.) da inserire in ogni borsa
  • ai ristoratori o alle gastronomie (oppure cooperative o case di riposo…) del luogo di preparare un servizio professionale retribuito (magari scontato)

  

Periodo di realizzazione

  • In Quaresima si prendono i contatti (anziani e persone sole; volontari; ristoratori; catechisti) e si predispone il progetto, coordinandosi con la Caritas diocesana
  • Da Pasqua a Pentecoste, ogni domenica, si consegnano i pasti a domicilio
  • Successivamente, ogni parrocchia valuta il progetto e decide se e in che modo proseguire con risorse proprie durante l’anno (una volta al mese; in Avvento; con pranzi condivisi -quando possibile; ecc…)

 

La Caritas diocesana

Le realtà che vorranno aderire al progetto prendono contatto con la Caritas diocesana, che si impegna a:

  • sostenerne il coordinamento
  • coprire in toto o in parte (su fatturazione del ristoratore), il costo dei pasti per i due mesi indicati

 

Per info e adesioni al progetto:

 

Chiunque può sostenere il progetto diocesano con libere offerte:

  • nelle parrocchie della Diocesi di Cremona
  • presso gli uffici di Caritas Cremonese (via Stenico 2/B – Cremona)
  • con versamento su conto corrente bancario
    IBAN: IT 74 E 03069 11400 100000061305
    intestato a Caritas Cremonese
  • con versamento su conto corrente bancario
    IBAN: IT 57 H 05156 11400 CC0540005161
    intestato a Fondazione San Facio attraverso
  • con versamento su conto corrente postale n. 68 411 503
    intestato a Fondazione San Facio attraverso

Donazioni deducibili con bonifico, assegno o versamento postale

 

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Tanta voglia di Pasqua! Il messaggio del Vescovo per la Quaresima




Nei venerdì di Quaresima la “pausa digiuno” in Cattedrale

Preghiera, digiuno e carità caratterizzano il cammino della Chiesa verso la Pasqua nel tempo della Quaresima. Da questa consapevolezza prende forma a Cremona l’iniziativa promossa dall’unità pastorale Sant’Omobono nei venerdì di Quaresima, durante i quali la Cattedrale, in maniera straordinaria, rimarrà aperta anche durante la pausa pranzo, con orario continuato, per permettere, a quanti lo vorranno, di vivere un momento di preghiera. Dalle 12.30 alle 14 sarà esposto il Santissimo Sacramento per l’adorazione personale e dalle 13.15 sarà anche offerta una meditazione sul Vangelo del giorno.

«Vorremmo offrire la possibilità di occupare con la preghiera il tempo solitamente dedicato al pranzo – spiega il rettore della Cattedrale, monsignor Attilio Cibolini – consentendo l’accesso alla Cattedrale anche in un orario solitamente di chiusura, riprendendo ciò che prima del Covid si faceva nella chiesa sussidiaria di San Girolamo. Ognuno potrà decidere se partecipare all’intero momento di adorazione o fermarsi in preghiera solo per un tempo più limitato».

Adorazione e preghiera, ascolto e riflessione della Parola, ma anche carità. «Abbiamo chiamato questa iniziativa “Pausa digiuno” – spiega il sacerdote – con un legame al progetto proposto quest’anno in diocesi per la Quaresima di carità. Sarà infatti possibile donare quanto idealmente risparmiato digiunando per poter offrire un pasto ad anziani e persone sole, costrette a vivere un’altra Pasqua in fragilità e solitudine».

La prima e l’ultima meditazione sulla Parola saranno tenute dal vescovo Antonio Napolioni, mentre negli altri venerdì le riflessioni saranno a cura dei sacerdoti dell’unità pastorale cittadina che comprende le parrocchie di S. Maria Assunta in Cattedrale, Sant’Imerio e San Pietro al Po.

Scarica la locandina




Giovani, ancora aperte le iscrizioni per gli esercizi di Quaresima a Tignale

La Federazione Oratori Cremonesi propone a tutti i giovani della Diocesi gli esercizi spirituali di Quaresima nella splendida cornice dell’Eremo di Montecastello a Tignale. Il viaggio è autonomo con arrivo previsto per le 19.00 di venerdì 11 marzo (o comunque entro le 21) e conclusione nel pomeriggio di domenica 13 marzo.

Le giornate saranno scandite da momenti di ascolto del Vangelo. Si vivranno anche momenti di silenzio e preghiera personale e comunitaria con la celebrazione dell’Eucaristia. A guidare le riflessioni sarà il gesuita padre Guido Ruta, che introdurrà alla preghiera sulla Parola di Dio a partire dagli insegnamenti di Sant’Ignazio di Loyola, “l’inventore” degli Esercizi Spirituali.

Costo della pensione completa: € 95,00. Ciascuno avrà la sua camera singola: occorre portare le lenzuola o il sacco a pelo, il necessario per l’igiene personale. Sarà utile anche la Bibbia e un quaderno per gli appunti. Il resto è fornito dall’Eremo.

Iscrizioni entro il 28 febbraio e fino ad esaurimento posti disponibili. Per la partecipazione è necessario il green pass rafforzato.

 

Clicca qui per scaricare la locandina dell’evento




Tanta voglia di Pasqua! Il messaggio del Vescovo per la Quaresima

Di seguito pubblichiamo il messaggio del vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, per la Quaresima 2022.

Tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, arriva il tempo della Quaresima, quest’anno denso di speranza per la fine della pandemia, e di impegno per alleviarne le dolorose conseguenze nelle persone più fragili, nelle famiglie più povere, nelle comunità più provate e a volte anche divise.

Mentre vivo il dono della visita pastorale, vedo crescere silenziosamente “tanta voglia di Pasqua”, ossia il desiderio di sperimentare che il deserto fiorisce, la vita rinasce, anche dalle ceneri di sofferenze e paure come quelle che ci hanno attanagliato e avvilito. Il vangelo di Gesù ci ha sempre fatto compagnia con la sua luce, che ora crescerà, di settimana in settimana: invito tutti a darsi “il giorno dell’ascolto” e, in comunità o almeno in casa, fermarsi a riflettere sulla Parola di Dio, che nei tempi forti è davvero come spada a doppio taglio che fa verità in noi e ci riconcilia, con Dio e con la realtà.

Il desiderio del padre, in particolare, è quello di vedere la famiglia radunata alla stessa mensa, specie nel giorno di festa, per raccontare e rallegrarsi del bene che, nascosto, si moltiplica tra i cuori semplici. Pregustiamo le domeniche dei prossimi mesi come tappe di una progressiva riscoperta della comunità, corpo di Cristo risorto, e di quanto è bello camminare insieme. Senza dimenticare la lezione di questi anni, dura scuola di essenzialità e di vera gioia, quella di chi si prende cura di sé, degli altri, del creato.

L’itinerario quaresimale è denso di simboli e richiami, che ciascuno saprà coltivare secondo la sua intelligenza spirituale: preghiera, elemosina e digiuno (dal peccato e dal superfluo, innanzitutto) restano sempre modalità attuali ed efficaci di crescita umana e cristiana. La voglia di Pasqua che lo Spirito alimenterà in noi si manifesti non tanto negli eccessi esteriori, quanto nel guardarsi negli occhi e commuoversi per il miracolo della vita, tra i bambini come tra gli anziani. Diventi così voglia di Eucaristia, del Signore che si fa pane spezzato, cibo di vita eterna per tutti quanti hanno fame e sete di ciò che non delude e non tramonta.

Dio vuole certamente che ogni domenica sia una buona domenica per tutti, anche per chi è più solo ed emarginato. Perché questo si realizzi, ci aiuterà una bella proposta che viene dalla Caritas diocesana, insieme alla San Vincenzo: portare in dono il pasto della domenica ad anziani soli e/o a persone in difficoltà economica. Non si tratterà solo di risolvere un problema materiale, quanto di far sentire la vicinanza familiare della comunità cristiana, che si preparerà con cura, con l’aiuto dei volontari come dei bambini, a questo bel gesto di attenzione e condivisione. Verranno date tutte le informazioni ed indicazioni utili a predisporre bene nelle comunità questa iniziativa, dal grande valore educativo. Anche la raccolta quaresimale di offerte economiche verrà utilizzata a questo scopo.

Tanta voglia di Pasqua, di risurrezione, c’è certamente in ogni anima inquieta, in tutti noi peccatori bisognosi di perdono e di pace. Auguro a me stesso e a voi di attraversare i quaranta giorni della Quaresima come un tempo propizio alla conversione, un deserto di ritorno filiale a Dio che tanto ci ama, un’esperienza personale e profonda della grazia che ci riconcilia e ci salva.

Preghiamo gli uni per gli altri, perché sia sempre una buona domenica per questo mondo!

+ Antonio Napolioni
vescovo di Cremona

 

Scarica il testo del messaggio in formato pdf 

 

“Buona domenica”: il progetto di carità per la Quaresima 2022




Le proposte FOCr per la Quaresima 2022

La Quaresima porta ancora una volta verso l’annuncio pasquale e verso quella primavera che dopo più di un anno promette una ritrovata serenità. A servizio di questo grande respiro, la Federazione Oratori Cremonesi propone, come tradizione, alcuni semplici strumenti che intendono bussare alla porta del quotidiano per famiglie, ragazzi, giovanissimi e giovani. Di seguito la presentazione analitica delle diverse proposte.

 

Famiglie – Un tempo per… riaccendere la fiamma

Un grande orologio da costruire e appendere in casa aiuterà a tenere il passo giusto in questo tempo di Quaresima. Un tempo per riaccendere la fiamma della fede e dell’entusiasmo di seguire il Signore. Un orologio da animare spostando le lancette di giorno in giorno, pregando in famiglia con il libretto che lo accompagna, colorandone le parti bianche con i disegni dei più piccoli ispirati alle testimonianze che incontreranno via via. Insieme all’orologio e al libretto per la preghiera in famiglia anche un salvadanaio per custodire e portare in chiesa a Pasqua i frutti della Quaresima perché possano diventare carità per i più poveri.

 

Ragazzi – A te la parola

Nel libretto che vuole accompagnare la Quaresima dei ragazzi e delle ragazze della Mistagogia (scuole medie) il valore aggiunto dei testi è che sono stati composti da un gruppo di adolescenti e giovani. Si parte ogni giorno dalla Parola di Dio, che è accompagnata da un commento dallo stile immediato e diretto di cui i ragazzi sono maestri, e si conclude con un gesto o un proposito, perché la Parola diventi vita e la vita sia risposta alla Parola del Signore. Con il libretto c’è anche un salvadanaio per custodire durante la Quaresima i frutti di qualche piccola rinuncia da portare poi in chiesa a Pasqua, affinché possano, uniti agli altri salvadanai, diventare un gesto comune di carità verso i più poveri.

 

 

Adolescenti – Voglia di vita vera

L’ormai consolidato profilo di Instagram @voglia_di_vita_vera a breve si aggiornerà e sarà pronto a proporre ogni giorno, a partire dal Mercoledì delle Ceneri, un’immagine evocativa, una Parola e uno spunto per la riflessione e preghiera personale. Si tratta allora di invitare gli adolescenti interessati a seguire il profilo Instagram @voglia_di_vita_vera. Un’altra modalità di utilizzo prevede che un catechista scarichi gratuitamente dal sito focr.it i file della proposta (uno al giorno) e li condivida ai ragazzi quotidianamente con WhatsApp.

 

Giovani

Ai giovani per il tempo di Quaresima è proposto un cammino scandito ogni giorno da un brano della lettera del Papa ai giovani Christus Vivit accompagnato da una pagina della Parola di Dio. La proposta è in continuità con l’Avvento 2021, proseguendo nella lettura della splendida lettera del Papa. I testi saranno gratuitamente scaricabili dal sito focr.it. Saranno resi disponibili in due versioni: il file completo che ciascuno può scaricare una volta sola e tenere nella memoria interna del proprio dispositivo oppure in un file diverso giorno per giorno in modo che si possa inviare via WhatsApp ai giovani la preghiera quotidiana.

 

Poster Sono tre le illustrazioni evocative proposte per la Quaresima e il Tempo pasquale. Un’immagine che accompagnerà il cammino di Quaresima, una seconda per la Settimana Santa con una grande croce al centro della scena e, infine, l’ultima per la Pasqua e il Tempo di Pasqua. I tre poster sono separati ma possono anche essere esposti uno accanto all’altro mettendo in evidenza un unico cammino di fede: non c’è Quaresima senza Pasqua di resurrezione e Pentecoste.

Sarà presto disponibile una scheda esplicativa che offre alcuni spunti per un uso catechistico delle immagini.

Sono disponibili anche le versioni in bianco e nero da utilizzare per attività con bambini – Clicca qui per scaricare i disegni da colorare

Salvadanaio Educare alla carità e alla rinuncia al superfluo, per scoprire che il proprio rapporto con il Signore vale molto di più delle cose che abbiamo, è quanto mai difficile e indispensabile. Il salvadanaio, offerto insieme ai sussidi delle famiglie e dei ragazzi, è disponibile anche separatamente. Si propone a chi lo userà di riportarlo in chiesa il giorno di Pasqua perché si possa fare, con il contributo di tutti, un gesto comunitario di carità.

 

 

Scarica il pieghevole di presentazione dei cammini di Quaresima

Prenota i cammini online




Messaggio del Papa per la Quaresima: non stanchiamoci di seminare il bene

La Quaresima è un “tempo favorevole di rinnovamento personale e comunitario che ci conduce alla Pasqua di Gesù Cristo morto e risorto”. Nella nostra vita troppo spesso “prevalgono l’avidità e la superbia, il desiderio di avere, di accumulare e di consumare”. La Quaresima “ci invita alla conversione, a cambiare mentalità, così che la vita abbia la sua verità e bellezza non tanto nell’avere quanto nel donare, non tanto nell’accumulare quanto nel seminare il bene e nel condividere”. È quanto sottolinea Papa Francesco nel messaggio per la Quaresima 2022 ricordando che questo tempo, come tutta l’esistenza terrena, è “propizio per seminare il bene in vista di una mietitura”.

“Non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo a suo tempo mieteremo. Poiché dunque ne abbiamo l’occasione (kairós), operiamo il bene verso tutti (Gal 6,9-10a)”

Durante la Quaresima siamo chiamati “a rispondere al dono di Dio accogliendo la sua Parola” che “rende feconda la nostra vita”. “Questa chiamata a seminare il bene – scrive il Papa – non va vista come un peso, ma come una grazia”. “Seminare il bene per gli altri ci libera dalle anguste logiche del tornaconto personale e conferisce al nostro agire il respiro ampio della gratuità, inserendoci nel meraviglioso orizzonte dei benevoli disegni di Dio”. “La Parola di Dio – si legge ancora nel messaggio – allarga ed eleva ancora di più il nostro sguardo: ci annuncia che la mietitura più vera è quella escatologica, quella dell’ultimo giorno, del giorno senza tramonto”. Gesù, ricorda il Papa, usa l’immagine del “seme che muore nella terra e fruttifica per esprimere il mistero della sua morte e risurrezione”. E San Paolo la riprende per parlare della risurrezione del nostro corpo: “è seminato nella corruzione, risorge nell’incorruttibilità; è seminato nella miseria, risorge nella gloria”.

Non stanchiamoci di fare il bene e di pregare

Di fronte “alla preoccupazione per le sfide che incombono” e allo “scoraggiamento per la povertà dei nostri mezzi”, la tentazione “è quella di chiudersi nel proprio egoismo individualistico” e di “rifugiarsi nell’indifferenza alle sofferenze altrui”. Ma Dio “dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato”: la Quaresima, osserva il Papa, ci chiama “a riporre la nostra fede e la nostra speranza nel Signore”. Solo con lo sguardo fisso su Gesù Cristo “possiamo accogliere l’esortazione dell’Apostolo: non stanchiamoci di fare il bene”. Nel messaggio Papa Francesco esorta anche a non stancarsi di pregare. “Abbiamo bisogno di pregare – scrive il Pontefice – perché abbiamo bisogno di Dio. Quella di bastare a noi stessi è una pericolosa illusione”. “Se la pandemia ci ha fatto toccare con mano la nostra fragilità personale e sociale, questa Quaresima ci permetta di sperimentare il conforto della fede in Dio, senza la quale non possiamo avere stabilità”. “Nessuno si salva da solo, perché siamo tutti nella stessa barca tra le tempeste della storia; ma soprattutto nessuno si salva senza Dio, perché solo il mistero pasquale di Gesù Cristo dà la vittoria sulle oscure acque della morte”.

Non stanchiamoci di chiedere perdono

“Non stanchiamoci di estirpare il male dalla nostra vita”. “Non stanchiamoci – sottolinea il Santo Padre – di chiedere perdono nel sacramento della Penitenza e della Riconciliazione, sapendo che Dio mai si stanca di perdonare”. “Non stanchiamoci – aggiunge Francesco – di combattere contro la concupiscenza, quella fragilità che spinge all’egoismo e ad ogni male, trovando nel corso dei secoli diverse vie attraverso le quali far precipitare l’uomo nel peccato”. “Una di queste vie è il rischio di dipendenza dai media digitali, che impoverisce i rapporti umani”. La Quaresima, si legge nel messaggio, è un tempo propizio “per contrastare queste insidie e per coltivare invece una più integrale comunicazione umana fatta di incontri reali, a tu per tu”.

Cerchiamo chi è nel bisogno

“Non stanchiamoci di fare il bene nella carità operosa verso il prossimo”. Durante questa Quaresima, scrive il Papa, “pratichiamo l’elemosina donando con gioia”. “Dio che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento provvede per ciascuno di noi non solo affinché possiamo avere di che nutrirci, bensì affinché possiamo essere generosi nell’operare il bene verso gli altri”. Approfittiamo in modo particolare di questa Quaresima, spiega il Pontefice, “per prenderci cura di chi ci è vicino, per farci prossimi a quei fratelli e sorelle che sono feriti”. La Quaresima è un tempo propizio “per cercare, e non evitare, chi è nel bisogno”. “Per chiamare, e non ignorare, chi desidera ascolto e una buona parola; per visitare, e non abbandonare, chi soffre la solitudine”.

Se non desistiamo, mieteremo

Nel messaggio per la Quaresima Papa Francesco esorta anche a chiedere “a Dio la paziente costanza dell’agricoltore per non desistere nel fare il bene, un passo alla volta”. “Chi cade, tenda la mano al Padre che sempre ci rialza. Chi si è smarrito, ingannato dalle seduzioni del maligno, non tardi a tornare a Lui che largamente perdona”. In questo tempo di conversione, “trovando sostegno nella grazia di Dio e nella comunione della Chiesa, non stanchiamoci di seminare il bene”: “il digiuno prepara il terreno, la preghiera irriga, la carità feconda”. “Abbiamo la certezza nella fede – scrive infine il Papa – che se non desistiamo, a suo tempo mieteremo e che, con il dono della perseveranza, otterremo i beni promessi per la salvezza nostra e altrui”.




Presidenza CEI, il Messaggio per la Quaresima

Pubblichiamo il Messaggio della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana per la Quaresima 2022 dal titolo “Quando venne la pienezza del tempo (Gal 4,4)”.

 

Carissimo, carissima,

la Quaresima di quest’anno porta con sé tante speranze insieme con le sofferenze, legate ancora alla pandemia che l’intera umanità sta sperimentando ormai da oltre due anni. Per noi cristiani questi quaranta giorni, però, non sono tanto l’occasione per rilevare i problemi quanto piuttosto per prepararci a vivere il mistero pasquale di Gesù, morto e risorto. Sono giorni in cui possiamo convertirci ad un modo di stare nel mondo da persone già risorte con Cristo (cfr. Col 3,1). La Chiesa come comunità e il singolo credente hanno la possibilità di rendere questo tempo un “tempo pieno” (cfr. Gal 4,4), cioè pronto all’incontro personale con Gesù.

Questo messaggio, dunque, vi raggiunge come un invito a una triplice conversione, urgente e importante in questa fase della storia, in particolare per le Chiese che si trovano in Italia: conversione all’ascolto, alla realtà e alla spiritualità.

Conversione all’ascolto

La prima fase del Cammino sinodale ci consente di ascoltare ancora più da vicino le voci che risuonano dentro di noi e nei nostri fratelli. Tra queste voci quelle dei bambini colpiscono con la loro efficace spontaneità: «Non mi ricordo cosa c’era prima del Covid»; «Ho un solo desiderio: riabbracciare i miei nonni». Arrivano al cuore anche le parole degli adolescenti: «Sto perdendo gli anni più belli della mia vita»; «Avevo atteso tanto di poter andare all’università, ma adesso mi ritrovo sempre davanti a un computer». Le voci degli esperti, poi, sollecitano alla fiducia nei confronti della scienza, pur rilevando quanto sia fallibile e perfettibile. Siamo raggiunti ancora dal grido dei sanitari, che chiedono di essere aiutati con comportamenti responsabili. E, infine, risuonano le parole di alcuni parroci, insieme con i loro catechisti e collaboratori pastorali, che vedono diminuite il numero delle attività e la partecipazione del popolo, preoccupati di non riuscire a tornare ai livelli di prima, ma nello stesso tempo consapevoli che non si deve semplicemente sognare un ritorno alla cosiddetta “normalità”.

Ascoltare in profondità tutte queste voci anzitutto fa bene alla Chiesa stessa. Sentiamo il bisogno di imparare ad ascoltare in modo empatico, interpellati in prima persona ogni volta che un fratello si apre con noi. Nella Bibbia è anzitutto Dio che ascolta il grido del suo popolo sofferente e si muove con compassione per la sua salvezza (cfr. Es 3,7-9). Ma poi l’ascolto è l’imperativo rivolto al credente, che risuona anche sulla bocca di Gesù come il primo e più grande dei comandamenti: «Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore» (Mc 12,29; cfr. Dt 6,4). A questo tipo di ascolto la Scrittura lega direttamente l’amore verso i fratelli (cfr. Mc 12,31). Leggere, meditare e pregare la Parola di Dio significa preparare il cuore ad amare senza limiti.

L’ascolto trasforma dunque anzitutto chi ascolta, scongiurando il rischio della supponenza e dell’autoreferenzialità. Una Chiesa che ascolta è una Chiesa sensibile anche al soffio dello Spirito. In questo senso, può essere utile riprendere quanto il Consiglio Episcopale Permanente scriveva nel messaggio agli operatori pastorali, lo scorso settembre: «L’ascolto non è una semplice tecnica per rendere più efficace l’annuncio; l’ascolto è esso stesso annuncio, perché trasmette all’altro un messaggio balsamico: “Tu per me sei importante, meriti il mio tempo e la mia attenzione, sei portatore di esperienze e idee che mi provocano e mi aiutano a crescere”. Ascolto della Parola di Dio e ascolto dei fratelli e delle sorelle vanno di pari passo. L’ascolto degli ultimi, poi, è nella Chiesa particolarmente prezioso, poiché ripropone lo stile di Gesù, che prestava ascolto ai piccoli, agli ammalati, alle donne, ai peccatori, ai poveri, agli esclusi».

Questa prima conversione implica un atteggiamento di apertura nei confronti della voce di Dio, che ci raggiunge attraverso la Scrittura, i fratelli e gli eventi della vita. Quali ostacoli incontra ancora l’ascolto libero e sincero da parte della Chiesa? Come possiamo migliorare nella Chiesa il modo di ascoltare?

Conversione alla realtà

«Quando venne la pienezza del tempo» (Gal 4,4). Con queste parole Paolo annuncia il mistero dell’incarnazione. Il Dio cristiano è il Dio della storia: lo è a tal punto da decidere di incarnarsi in uno spazio e in un tempo precisi. Impossibile dire cosa abbia visto Dio di particolare in quel tempo preciso tanto da eleggerlo come il momento adatto per l’incarnazione. Di certo la presenza del Figlio di Dio tra noi è stata la prova definitiva di quanto la storia degli uomini sia importante agli occhi del Padre.

L’epoca in cui Gesù è vissuto non si può certo definire l’età dell’oro: piuttosto la violenza, le guerre, la schiavitù, le malattie e la morte erano molto più invasive e frequenti nella vita delle persone di quanto non lo siano oggi. In quell’epoca e in quella terra si moriva certo di più e con maggiore drammatica facilità di quanto non avvenga oggi. Eppure in quel frangente della storia umana, nonostante le sue ombre, Dio ha visto e riconosciuto “la pienezza dei tempi”.

L’ancoraggio alla realtà storica caratterizza dunque la fede cristiana. Non cediamo alla tentazione di un passato idealizzato o di un’attesa del futuro dal davanzale della finestra. È invece urgente l’obbedienza al presente, senza lasciarsi vincere dalla paura che paralizza, dai rimpianti o dalle illusioni. L’atteggiamento del cristiano è quello della perseveranza: «Se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza» (Rm 8,25). Questa perseveranza è il comportamento quotidiano del cristiano che sostiene il peso della storia (cfr. 2Cor 6,4), personale e comunitaria.

Nei primi mesi della pandemia abbiamo assistito a un sussulto di umanità, che ha favorito la carità e la fraternità. Poi questo slancio iniziale è andato via via scemando, cedendo il passo alla stanchezza, alla sfiducia, al fatalismo, alla chiusura in se stessi, alla colpevolizzazione dell’altro e al disimpegno. Ma la fede non è una bacchetta magica. Quando le soluzioni ai problemi richiedono percorsi lunghi, serve pazienza, la pazienza cristiana, che rifugge da scorciatoie semplicistiche e consente di restare saldi nell’impegno per il bene di tutti e non per un vantaggio egoistico o di parte. Non è stata forse questa “la pazienza di Cristo” (2Ts 3,5), che si è espressa in sommo grado nel mistero pasquale? Non è stata forse questa la sua ferma volontà di amare l’umanità senza lamentarsi e senza risparmiarsi (cfr. Gv 13,1)?

Come comunità cristiana, oltre che come singoli credenti, dobbiamo riappropriarci del tempo presente con pazienza e restando aderenti alla realtà. Sentiamo quindi urgente il compito ecclesiale di educare alla verità, contribuendo a colmare il divario tra realtà e falsa percezione della realtà. In questo “scarto” tra la realtà e la sua percezione si annida il germe dell’ignoranza, della paura e dell’intolleranza. Ma è questa la realtà che ci è data e che siamo chiamati ad amare con perseveranza.

Questa seconda conversione riguarda allora l’impegno a documentarsi con serietà e libertà di mente e a sopportare che ci siano problemi che non possono essere risolti in breve tempo e con poco sforzo. Quali rigide precomprensioni impediscono di lasciarsi convincere dalle novità che vengono dalla realtà? Di quanta pazienza è capace il cuore dei credenti nel costruire soluzioni per la vita delle persone e della società?

Conversione alla spiritualità

Restare fedeli alla realtà del tempo presente non equivale però a fermarsi alla superficie dei fatti né a legittimare ogni situazione in corso. Si tratta piuttosto di cogliere “la pienezza del tempo” (Gal 4,4) ovvero di scorgere l’azione dello Spirito, che rende ogni epoca un “tempo opportuno”.

L’epoca in cui Gesù ha vissuto è stata fondamentale per via della sua presenza all’interno della storia umana e, in particolare, di chi entrava in contatto con lui. I suoi discepoli hanno continuato a vivere la loro vita in quel contesto storico, con tutte le sue contraddizioni e i suoi limiti: ma la sua compagnia ha modificato il modo di essere nel mondo. Il Maestro di Nazaret ha insegnato loro a essere protagonisti di quel tempo attraverso la fede nel Padre misericordioso, la carità verso gli ultimi e la speranza in un rinnovamento interiore delle persone. Per i discepoli è stato Gesù a dare senso a un’epoca che altrimenti avrebbe avuto ben altri criteri umani per essere giudicata.

Dopo la sua morte, dall’assenza fisica di Gesù è fiorita la vita eterna del Risorto e la presenza dello Spirito nella Chiesa: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani» (Gv 14,16-18; cfr. At 2,1-13). Lo Spirito domanda al credente di considerare ancora oggi la realtà in chiave pasquale, come ha testimoniato Gesù, e non come la vede il mondo. Per il discepolo una sconfitta può essere una vittoria, una perdita una conquista. Cominciare a vivere la Pasqua, che ci attende al termine del tempo di Quaresima, significa considerare la storia nell’ottica dell’amore, anche se questo comporta di portare la croce propria e altrui (cfr. Mt 16,24; 27,32; Col 3,13; Ef 4,1-3).

Il Cammino sinodale sta facendo maturare nelle Chiese in Italia un modo nuovo di ascoltare la realtà per giudicarla in modo spirituale e produrre scelte più evangeliche. Lo Spirito infatti non aliena dalla storia: mentre radica nel presente, spinge a cambiarlo in meglio. Per restare fedeli alla realtà e diventare al contempo costruttori di un futuro migliore, si richiede una interiorizzazione profonda dello stile di Gesù, del suo sguardo spirituale, della sua capacità di vedere ovunque occasioni per mostrare quanto è grande l’amore del Padre.

Per il cristiano questo non è semplicemente il tempo segnato dalle restrizioni dovute alla pandemia: è invece un tempo dello Spirito, un tempo di pienezza, perché contiene opportunità di amore creativo che in nessun’altra epoca storica si erano ancora presentate.

Forse non siamo abbastanza liberi di cuore da riconoscere queste opportunità di amore, perché frenati dalla paura o condizionati da aspettative irrealistiche. Mentre lo Spirito, invece, continua a lavorare come sempre. Quale azione dello Spirito è possibile riconoscere in questo nostro tempo? Andando al di là dei meri fatti che accadono nel nostro presente, quale lettura spirituale possiamo fare della nostra epoca, per progredire spiritualmente come singoli e come comunità credente?

Roma, 11 febbraio 2022
Beata Vergine Maria di Lourdes

La Presidenza
 della Conferenza Episcopale Italiana