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Da Caravaggio l’invito ad essere “Parabole viventi”: «Fermiamoci per ascoltare il Vangelo»

A coronare la due giorni di celebrazioni che segnano l’inizio del nuovo anno pastorale, dopo il convegno diocesano di sabato 22 settembre, è il pellegrinaggio diocesano al Santuario di Santa Maria del Fonte a Caravaggio.

Come da tradizione molto partecipata, la giornata è iniziata con la preghiera mariana in basilica davanti allo speco della Madonna ed ha avuto il suo culmine con la concelebrazione della Messa solenne presieduta dal vescovo Antonio Napolioni all’altare esterno nel cortile del Santuario, alla presenza del Vescovo emerito Dante Lafranconi, di don Antonio Mascaretti, nuovo economo diocesano, e monsignor Amedeo Ferrari che gli subentra come rettore del Santuario. Dopo il benvenuto al nuovo rettore un ringraziamento anche ai volontari Unitalsi che hanno permesso la presenza di ammalati e persone sole. Fedeli che hanno poi vissuto con una particolare intensità il momento dell’aspersione con l’acqua benedetta.

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Nella sua omelia il Vescovo ha richiamato l’attenzione il tema dell’anno pastorale che inizia: “Parabole viventi”, come esortazione a tornare al confronto quotidiano con la Parola di Dio. «In questi due splendidi momenti di comunione ecclesiale, di riflessione e di preghiera – il riferimento è al Convegno pastorale e al pellegrinaggio diocesano – , la nostra Chiesa locale va semplicemente avanti. Non con cose straordinarie. Ma si specchia in Gesù e in Maria per ritrovare la propria identità».

Come per una nuova giornata che inizia, il credente

«inizia il nuovo anno in atteggiamento eucaristico, di gratitudine, perché ostinatamente può vedere il bene sempre più grande di ciò che lo ostacola»

Invitando a meditare sulla riflessione proposta da fratel Enzo Bianchi che – ha commentato – «ci riconsegna l’essenziale» del rapporto con il Vangelo, personale ed ecclesiale, il Vescovo ribadisce con forza che il «progetto pastorale di una diocesi non è quello del Papa o del Vescovo, ma è la volontà di Dio».

«Rischiamo – ha aggiunto – di essere credenti dei nostri pensieri, delle nostre versioni di ciò che Lui ci dice.

Così fioriscono iniziative, progetti, cose… ma a volte ci attacchiamo ad essi, perdendo di vista il vero “perché” dei nostri sforzi».

Commentando anche le letture della domenica, il messaggio di monsignor Napolioni mette in guardia da chiusure e individualismi: «Perché facciamo così fatica a diventare un cuor solo e un’anima sola?», chiede. E la risposta è nella fiducia eccessiva ed esclusiva nelle nostre passioni. Anche quelle positive. Il richiamo della Parola sia – ha detto – occasione «per gettare acqua sul nostro fuoco» e “perché ci sia, al posto delle nostre passioni, la grande passione.

Il nostro programma è avere la passione di Gesù. Anche se ci saranno momenti in cui la croce non ci verrà risparmiata».

Sono gli esempi di Gesù e Maria a indicare la strada da percorrere: «Morire ogni giorno all’egoismo, alla rabbia, al “ho ragione sempre io”»

per lasciarsi guidare dalla «via della tenerezza e non da quella dell’efficienza – ha sottolineato ancora monsignor Napolioni – perché non è più tempo di mostrare i muscoli, di esibire i numeri e urlare più degli altri»

La conclusione della riflessione è un richiamo non ad essere «perdenti» nel mondo, ma ad essere «fedeli al Vangelo e alla passione di Cristo per il mondo» nell’ascolto della Parola:

«Ogni comunità si fermi non solo per fare progetti e bilanci, ma per ascoltare il Vangelo e raccontarsi come ognuno di noi lo capisce, lo gusta e sceglie di viverlo. Allora davvero saremo più uniti e più credibili».

«Questa – ha concluso – è la parabola vivente: non solo a parole, ma riconoscibile nella nostra vita».

Prima della conclusione della celebrazione eucaristica, i fedeli hanno ascoltato e accompagnato con calorosi applausi il ringraziamento di don Antonio Mascaretti e il saluto di monsignor Amedeo Ferrari che gli succede come rettore del Santuario.

Infine la formula con cui il Vescovo ha invocato l’indulgenza plenaria su tutti i presenti e su chi era in ascolto attraverso i mezzi di comunicazione della diocesi.

 

Profilo del nuovo rettore del Santuario

Il pellegrinaggio diocesano del 23 settembre segnerà anche ufficialmente l’inizio del ministero come nuovo rettore del Santuario di mons. Amedeo Ferrari, che prende il testimone da don Antonio Mascaretti, diventato economo diocesano e parroco di Cicognolo.

Classe 1951, laureato in Pedagogia, mons. Ferrari è stato ordinato il 21 giugno 1975 mentre risiedeva nella parrocchia di Rivoltella del Garda. Ha svolto gran parte del proprio ministero nel Seminario vescovile di Cremona, di cui è stato insegnante dal 1980 al 2006 e rettore dal 1998 al 2004. È stato inoltre responsabile dell’Istituto di pastorale S. Pio X (1994/2004), presidente della commissione per il diaconato permanente (1997/2001) e delegato episcopale per il clero (1997/1998).

Diversi i ruoli ricoperti nell’Azione Cattolica, di cui è stato vice assistente diocesano giovani (dal 1983 al 1990 e ancora dal 1995 al 1997) e assistente diocesano (dal 1990 al 1997).

Nel 2004 è stato nominato parroco di S. Bernardo in Cremona e nel 2007 è stato trasferito a Castelleone come parroco delle parrocchie “Ss. Filippo e Giacomo apostoli” in Castelleone e “S. Martino Vescovo” in Corte Madama, oltre che rettore del Santuario della Beata Vergine della Misericordia.




“Parabole viventi”: con l’intenso contributo di fratel Enzo Bianchi il convegno diocesano ha aperto l’anno pastorale

Un’energica sferzata alla Chiesa cremonese nel solco della più genuina e fedele dottrina conciliare. Un atto di fede nella potenza rigenerante della Parola, letta, compresa e attualizzata nella luce che lo Spirito suscita nella comunità dei credenti. È la sintesi del vibrante intervento che fratel Enzo Bianchi – fondatore e per lungo tempo priore della comunità monastica di Bose – ha saputo donare, nel pomeriggio di sabato 22 settembre, nel corso del convegno diocesano che ha ufficialmente dato avvio al nuovo anno pastorale.

L’ampio salone e l’aula della chiesa superiore del Seminario vescovile (collegata in diretta streaming) non sono bastati a contenere i fedeli delle parrocchie e i rappresentanti delle diverse realtà ecclesiali, che il vescovo Napolioni ha salutato e invitato ad un ascolto attivo e partecipe, presentando il noto relatore del Convegno.

La rigorosa e calda riflessione di fratel Bianchi ha ripercorso «i fondamentali» dell’identità cristiana: cammino comunitario di discernimento affidato «alla libertà inafferrabile della Parola, che è efficace a suo modo e in forme molto diverse, tali da sfuggire spesso le nostre previsioni e rompere i nostri schemi» – come ha sottolineato il relatore citando papa Francesco nella Evangelii gaudium 22.

Con l’impeto della sua inconfondibile voce Enzo Bianchi ha esortato pastori e fedeli laici a tornare alla sorgente di ogni autentica conversione pastorale, personale e comunitaria: l’ascolto disarmato e consapevole della Parola. Anzi, più precisamente: dell’inattesa consolazione del Vangelo, annuncio così vero da lacerare l’annoiata indifferenza religiosa del mondo.

Il relatore ha così ridato slancio e respiro all’immagine di un «Dio che parla» la lingua della vita, un «Principio» che associa al linguaggio un volto d’uomo, una carne, una storia. E in un passaggio intenso  – e dal sapore un poco amaro – ha rivolto accorato appello ai sacerdoti, spesso depositari della chiave d’accesso a Sacre Scritture così poco conosciute e amate. Un digiuno capace di estenuare le forze, di spegnere ogni riforma duratura nella Chiesa.

Oltre i rischi dell’utilizzo della Parola di Dio per piegarla a parole e misure umane (in virtù di presunti quanto incerti carismi); oltre la tentazione di una lettura fondamentalista e letterale della Parola, chiusa ad ogni autentica mozione dello Spirito, fratel Bianchi ha suggerito di «saggiare» intuizioni e scelte alla luce di un comunitario esercizio di ascolto e discernimento, ormai improrogabile in ogni parrocchia, aggregazione, realtà ecclesiale.

 

Il testo della riflessione di Enzo Bianchi (pdf)

Photogallery della prima parte del convegno

Testimoni per i lavori di gruppo

Dopo la riflessione di Enzo Bianchi i partecipanti si sono suddivisi nei gruppi delle quattro aree pastorali per condividere riflessioni sul tema proposto, cogliendo gli spunti proposti da alcune testimonianze introduttive. Per l’area carità quella di Rudy Vernizzi, psicologo e counselor, volontario presso “Casa Paola”, il servizio di accoglienza migranti della Tenda di Cristo; per l’area giovani l’educatrice Francesca Capelli. Sono state invece due coppie di sposi a introdurre i lavori dell’area “Famiglia di famiglie”: Marta e Gilberto Gerevini e Aldo ed Elena Lena, parlando dell’esperienza del corso della Consulta regionale cui hanno partecipato in rappresentanza della diocesi; infine l’area comunicazioni e cultura ha invitato Giacomo Ghisani, vice direttore generale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede e presidente di TeleRadio Cremona, con lo storico Giovanni Scotti nel ruolo di facilitatore del dibattito.

Photogallery dei lavori di gruppo

Il mandato alle équipe di coordinamento zonale

A chiusura del pomeriggio, durante il momento di preghiera finale nella cappella del Seminario, il Vescovo ha impartito la sua benedizione ai membri delle équipe di coordinamento delle cinque zone pastorali. A loro, simbolicamente, ha consegnato il testo degli orientamenti pastorali che questi nuovi organismi si impegnano a tradurre in percorsi operativi sul territorio.

 

Photogallery della preghiera conclusiva con il mandato




“Parabole viventi”, il cammino diocesano per il nuovo anno pastorale

“Parabole viventi” è lo slogan del cammino diocesano per l’anno pastorale 2018/2019, presentato come ogni anno nel libretto predisposto a livello diocesano. Un testo che si apre con la presentazione da parte del vescovo Antonio Napolioni, cui segue un approfondimento biblico. Non manca quindi il calendario diocesano 2018/2019 e il programma pastorale predisposto dai diversi uffici di pastorale per il nuovo anno.

 

Gli appuntamenti di apertura del nuovo anno

Il nuovo anno pastorale in Diocesi di Cremona prenderà ufficialmente avvio con il convegno in programma in Seminario, a Cremona, nel pomeriggio di sabato 22 settembre (ore 16). L’invito è rivolto in particolare a presbiteri e diaconi, consacrati e consacrate, membri dei consigli diocesani e parrocchiali, responsabili di aggregazioni ecclesiali e collaboratori dei vari settori pastorali. A caratterizzare i lavori sarà la riflessione di fratel Enzo Bianchi, cui seguirà – suddivisi nelle quattro aree pastorali – una testimonianza e la condivisione.

Il giorno successivo, domenica 23 settembre, tutte le parrocchie sono attese, nel pomeriggio, al Santuario di Caravaggio per il consueto pellegrinaggio diocesano, nel quale affidare a Maria i “semi del Regno” che si ha il compito di far fruttare.

 

L’opuscolo e il calendario pastorale

Come consueto mettiamo a disposizione la versione online dell’opuscolo che raccoglie, insieme al calendario diocesano, la programmazione dei singoli Uffici diocesani.

Il testo in formato cartaceo può già essere ritirato presso il Centro pastorale diocesano di Cremona (via S. Antonio dei Fuoco 8A) secondo gli orari di apertura (tel. 0372-495077).

Il libretto per l’anno pastorale 2018/2019

Il calendario del nuovo anno pastorale

 

 

È sempre possibile consultare il calendario e l’opuscolo diocesano nell’area Download del menu del Portale, sotto la testa