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Il programma delle celebrazioni nella solennità di sant’Omobono

Pur con le necessarie attenzioni dovute all’emergenza sanitaria in corso, è confermato il consueto programma celebrativo della solennità di Sant’Omobono, patrono della città e della diocesi di Cremona. Momento centrale sarà la Messa che il vescovo Antonio Napolioni presiederà nella mattinata di venerdì 13 novembre in Cattedrale e che sarà trasmessa in diretta tv e sui canali web della diocesi.

Le celebrazioni della vigilia

La solennità patronale si aprirà ufficialmente giovedì 12 novembre, alle 17.30, in Cattedrale, con il canto dei Primi Vespri del Santo, cui prenderanno parte i canonici del Capitolo della Cattedrale. A guidare la preghiera sarà mons. Ruggero Zucchelli, presidente del Capitolo. Seguirà, alle 18, l’Eucaristia, già della solennità patronale, presieduta dal rettore della Cattedrale mons. Attilio Cibolini.

La giornata del 13 novembre

Venerdì 13 novembre la Cattedrale di Cremona sarà aperta dalle ore 7.30 alle 12 e dalle 15 alle 19, con possibilità di pregare davanti alle spoglie del Santo Patrono conservate nella cripta, cui si potrà accedere dalla scalinata nord (lato largo Boccaccino) uscendo poi dalla scala lato sagrestie. L’Associazione Nazionale Carabinieri di Cremona sarà di ausilio ai fedeli garantendo il mantenimento del distanziamento personale previsto attraverso un accesso alla cripta contingentato.

In mattinata le Messe saranno celebrate alle ore 8 e alle 10.30, quest’ultima presieduta del vescovo Napolioni che alle 10.15 in cripta riceverà, secondo una antica tradizione, l’omaggio dei ceri da parte dell’Amministrazione Comunale.

Anche quest’anno, insieme alle autorità locali, è prevista la presenza di una rappresentanza dell’Associazione artigiani della provincia di Cremona che tuttavia non consegnerà come consuetudine alcune stoffe al momento dell’offertorio, data la sospensione del gesto di presentazione dei doni. Si ometterà, inoltre, lo scambio del segno di pace.

Nel pomeriggio, alle 17, il vescovo presiederà i Secondi Vespri. Alle 18 l’ultima Messa della giornata, presieduta dal parroco della Cattedrale, don Antonio Bandirali.

Le celebrazioni del 13 novembre presiedute dal Vescovo saranno proposte in diretta streaming sul nostro portale diocesano, la pagina facebook e il canale youtube della diocesi, oltre che sulle frequenze dell’emittente radiofondica RCN-InBlu (Fm 100.3). L’omaggio dei ceri e il solenne pontificale potranno essere seguiti anche in diretta tv su Cremona1 (canale 80) a partire dalle 10.10.

Per l’accesso e gli spostamenti valgono le regole in vigore nella zona rossa (cliccare qui per saperne di più).




Le celebrazioni nella chiesa di S. Omobono

In occasione della solennità di sant’Omobono, nell’omonima chiesa di via Ruggero Manna, a Cremona (appartenente giuridicamente alla parrocchia “Ss. Giacomo e Agostino”, nell’unità pastorale “Cittanova”), sono previsti diversi momenti di spiritualità per onorare il Santo Patrono. Tutto naturalmente culminerà nella giornata del 13 novembre.

In preparazione alla solennità patronale è stato programmato il Triduo con le Messe nei seguenti orari: martedì 10 novembre, mercoledì 11 e giovedì 12 Eucaristia alle ore 18, venerdì 13 novembre celebrazioni alle 9 e alle 18.

Negli stessi giorni la chiesa, che conserva il primo luogo dove Omobono Tucenghi fu sepolto, sarà aperta ai fedeli dalle 9 alle 18.30.

Per l’accesso e gli spostamenti valgono le regole in vigore nella zona rossa (cliccare qui per saperne di più).

La chiesa di S. Omobono

La chiesa, dedicata inizialmente a S. Egidio, fu successivamente intitolata al santo patrono della città poiché in essa Omobono morì durante la celebrazione della messa il 13 novembre 1197. Il santo fu sepolto all’interno della chiesa stessa, che era stata costruita intorno al 1000 e di cui si vede una traccia in una piccola abside ancora esistente all’esterno della chiesa attuale sul lato sinistro.

La chiesa fu trasformata alla fine del Quattrocento e la facciata rifatta nel 1602, ornandola con le statue duecentesche di marmo rosso raffiguranti sant’Omobono e il vescovo di Cremona Sicardo, che ne aveva voluto la canonizzazione.

L’interno fu interamente trasformato con una scenografica decorazione ad affresco, realizzata nel 1755 dai pittori cremonesi Giovanni Angelo Borroni e Giovanni Battista Zaist, con quadrature architettoniche e storie di S. Omobono.

La parte più significativa degli affreschi è sicuramente la cupola, affrescata con la Gloria di sant’Omobono, straordinaria per l’effetto illusivo, mentre i quattro riquadri con le Virtù di sant’Omobono, dipinti dal Borroni alla base della cupola, risultano maggiormente semplificati e lineari.

All’interno è custodito l’antico crocifisso legato alla devozione del Santo patrono.

Il corpo di sant’Omobono, riposto in un’arca di marmo, rimase nella chiesa fino al 1614, quando, insieme ad altre reliquie provenienti da diverse chiese cittadine, fu traslato, con una solenne processione, nella cripta della Cattedrale, dove ancor oggi si trova.

 




“C’ero, ci sono, ci sarò anch’io”, la voce di Sant’Omobono vicina al cuore delle comunità (FOTO e VIDEO)

È la voce di Sant’Omobono che giunge fino al nostro tempo. La sua lettera, a cui il vescovo Napolioni affida la sua riflessione, è un messaggio di vicinanza e comunione e affonda le radici in una fede che resiste al tempo e alle prove a cui la storia sottopone le comunità. Così la festa del Santo Patrono diventa occasione per «leggere gli avvenimenti con il coraggio della verità», ritrovare nella carità il cuore della vita cristiana e civile, guardare al futuro con coraggio e speranza.

Photogallery della celebrazione

L’omaggio dei ceri in cripta

Le celebrazioni del 13 novembre presiedute dal Vescovo sono iniziate nella cripta della Cattedrale, davanti all’urna che conserva le spoglie del Santo Patrono, dove alle 10.15, secondo una antica tradizione, c’è stato “l’omaggio dei ceri” da parte dell’Amministrazione comunale di Cremona. Accanto al sindaco Gianluca Galimberti, il prefetto Vito Danilo Gagliardi, il presidente della Provincia di Cremona Mirco Signorini e il comandante dei Vigili urbani Pierluigi sforza .

Dopo l’accensione dei tre ceri votivi, la preghiera al Patrono. Attorno all’urna del Santo anche il vescovo emerito Dante Lafranconi e il rettore della Cattedrale, mons. Attilio Cibolini. A motivo delle norme sul distanziamento quest’anno non erano invece presenti i canonici del Capitolo della Cattedrale.

Subito dopo, alle 10.30, in Cattedrale, la solenne Messa pontificale presieduta dal Vescovo e che, a motivo dell’attuale contingeza sanitaria, non ha visto la presenza massiccia dei sacerdoti della diocesi.

Nella sua omelia il Vescovo ha portato lo sguardo dei fedeli presenti e di quelli collegati attraverso i mezzi di comunicazione, sulla realtà e le relazioni così segnate, all’interno della società e delle comunità cristiane, in questo anno. Ricorrendo all’immagine della lettera ai fedeli cremonesi in cui il santo patrono fa sentire la sua voce e la sua presenza accanto ai cristiani di questo tempo, monsignor Napolioni invita a leggere e meditare nel fasi storiche che stiamo vivendo: il silenzio, il risveglio e uno sguardo nuovo sul futuro

«C’ero anch’io, con voi nel tremendo silenzio dei giorni in cui Cremona era muta e immobile» ha assicurato il vescovo prestando parole e voce a Omobono che, prima di essere santo e modello di carità, è stato e resta concittadino degli abitanti della città e della diocesi in cui ha vissuto, e dove ha attraversato le prove della storia: la peste del 1147, le carestie, le alluvioni e le guerre. «Il pensiero della morte era costante, illuminato in me da una fede sicura».

Le parole e il richiamo alla fede che supera i secoli invitano a «di leggere gli avvenimenti con il coraggio umile della verità». E il santo patrono offre il suo punto di vista sulla vita e sulle sue prove come mappa per non lasciarsi travolgere «mentre scoprivate, brutalmente ma finalmente, la grande bugia: non esiste garanzia di perenne e spensierato benessere, per voi che (pochi privilegiati) da tanto ignoravate guerre e catastrofi così violente».

Quella di Sant’Omobono ai cristiani d’oggi sarebbe la lettera di un amico, ma anche di un padre e di un maestro che invita a riconoscere che «il limite umano è stato riscoperto e, semmai, valicato dalla solidarietà con cui avete mostrato di non essere insensibili allo sguardo dei bisognosi».

Il vescovo ancora una volta ricorda il «bene che non fa notizia» e che nei momenti più difficili ha già dimostrato saper sostenere le fragilità dei fratelli più esposti – attraverso la voce di Sant’Omobono, mercante capace di una conversione radicale guidata e orientata al Vangelo – indica le vie della . Non solo nei suoi moti profondi, ma anche nelle strutture che ne regolano ritmi e rapporti: «Anche voi dovrete convertire il mercato alle esigenze della giustizia. Perché non sia un subdolo tiranno, ma uno strumento di vera promozione umana».

Le domande che risuonano nella navata mezza vuota della Cattedrale sono un richiamo alla responsabilità , senza alimentare «polemiche e risentimenti»: «Qual è oggi il vostro più grande desiderio? Cosa volete per i vostri figli? Quali criteri guidano le vostre scelte, personali e familiari, sociali ed ecclesiali?».

Nella sua riflessione monsignor Napolioni non ha fatto mancare il suo richiamo alla solidarietà concreta: «Ora tocca a voi – ha detto – accogliere l’invito della Chiesa cremonese a dilatare nel tempo e nello spazio la “borsa di Sant’Omobono”, perché un concreto aiuto giunga alle famiglie più deboli, a chi perde il lavoro, a chi è solo e fragile nell’urto con la crisi che sta montando», con un diretto invito all’impegno nel sostegno della «Borsa di S. Omobono» il fondo solidale diocesano promosso dalla Caritas per il sostegno alle fragilità sul territorio, con attenzione particolare alle persone disoccupate o che hanno perso il lavoro e cercano possibilità di reinserimento.

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Un riferimento poi, anche al tema educativo, con il ricordo della riapertura dell’ex monastero di Santa Monica, in città, come nuovo polo dell’Università Cattolica, per i corsi in “Agricultural and food economics”, la cui inaugurazione, rimandata di un anno a causa della pandemia, avrebbe dovuto essere – significativamente – proprio alla vigilia della festa patronale, alla presenza del Presidente della Repubblica: dal vescovo l’auspicio fiducioso che diventi un luogo di crescita e fecondità, un «eco del Cantico come quello di san Francesco su cui Papa Francesco ha costruito un progetto per la salvezza della terra e dell’umanità».

E il il pensiero, dalla Laudato si’, corre nella conclusione dell’omelia all’ultimo documento del Santo Padre. Concludendo la sua riflessione, infatti, il vescovo ha invitatocon risolutezza «ad essere fratelli, tutti» , secondo la formula scelta da Papa Francesco con la sua ultima enciclica: «Non è la solita pia esortazione, ma la sfida epocale con cui rispondere allo sfacelo di un mondo che si chiude».

Il testo integrale dell’omelia (pdf)

Tra l’assemblea, nelle prime file, la rappresentanza di amministratori, politici, forze dell’ordine e categorie economiche cittadine, tra cui l’Associazione dei sarti di Cremona e provincia che, nel giorno del santo patrono della categoria artigianale, solitamente al momento dell’offertorio portano all’altare alcune stoffe insieme a un’offerta per la Caritas Cremonese, unica tradizione che quest’anno hanno potuto rispettare.

La solenne celebrazione, servita all’altare dai seminaristi diocesani, si è conclusa con la benedizione e l’indulgenza plenaria.

Infine un ultimo gesto con la distribuzione alle autorità presenti, come segno di affidamento alla comunità, della nuova Lettera Pastorale del vescovo Napolioni dal titolo “Cristo non ha mani” [leggi per saperne di più] che è stata poi distribuita anche a tutti i presenti all’uscita dalla Cattedrale.

 

 

Appuntamenti del pomeriggio

Nel pomeriggio la Cattedrale è rimasta aperta dalle 15 alle 19, con possibilità di accedere ancora alla cripta dove sono conservate le spoglie del Patrono, pur nel rispetto delle normative previste per gli spostamenti nella “zona rossa” [tutti i dettagli]. A garantire il regolare afflusso dei pellegrini l’Associazione Nazionale Carabinieri di Cremona.

Nel pomeriggio, alle 17, il vescovo emerito Dante Lafranconi ha presieduto i Secondi Vespri.

Alle 18 l’ultima Messa della giornata, presieduta dal parroco della Cattedrale, don Antonio Bandirali.