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Genivolta ha accolto don Davide Osio

Domenica 7 ottobre è stata una giornata di festa per  Genivolta che ha accolto l’ingresso del nuovo parroco don Davide Osio, già parroco di Cumignano sul Naviglio, Ticengo e Villacampagna, presentato alla Comunità con la solenne Messa presieduta dal vescovo Antonio Napolioni.

La giornata è iniziata nell’oratorio, dove i fedeli hanno accolto don Davide per un primo saluto. Da qui il trasferimento alla casa parrocchiale da dove è iniziata la processione verso la chiesa.

Il saluto della comunità letto da Gabriella Bassi

Sul sagrato ad accogliere il nuovo parroco il sindaco Giampaolo Lazzari che ha portato il suo saluto prima dell’inizio della Messa presieduta dal Vescovo che nella sua riflessione ha sottolineato il significato di questo ingresso nell’ottica della formazione della nuova unità pastorale.

Ascolta l’omelia

Prima del termine della celebrazione don Davide ha rivolto il suo saluto alla comunità riunita

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Dopo la Messa la comunità si è ritrovata in oratorio per un rinfresco.

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Il profilo del nuovo parroco

Don Davide Osio, classe 1971, originario della parrocchia di S. Ilario in Cremona, è stato ordinato sacerdote il 22 giugno 1996. Dopo essere stato vicario parrocchiale a Soncino (1996-2002), Cristo Risorto in Cassano d’Adda (2002-2008) e Fontanella (2008-2017), è diventato parroco di Cumignano sul Naviglio, Ticengo e Villacampagna, cui ora aggiunge anche la comunità parrocchiale di Genivolta.

 

Il saluto di don Davide Osio

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo della comunità San Lorenzo martire in Genivolta, vi saluto fraternamente nel Signore, sarò il vostro parroco, non per mia volontà, ma perché il vescovo Antonio mi ha chiamato a questo compito-missione.

Vengo a voi con una certa trepidazione, sia perché conosco i miei limiti, sia perché come comunità cristiana vi troverete ad affrontare nuove sfide che ora sembrano problematiche e difficili; e comunque vengo con il desiderio di amare e servire questa comunità e vengo con la speranza che insieme potremo continuare l’opera che Dio ci affida.

In questo poco tempo ho elaborato questo pensiero dentro di me perché diventi una convinzione forti e vera: “Genivolta, insieme a Ticengo, Cumignano e Villacampagna, deve diventare una vera comunità, luogo di relazioni significative e veri, luogo di comunione dove insieme si cresce e si matura per una vita serena perché vera”.

Le vostre aspettative sono tante e anche diverse. Mi chiedo: sarò in grado di rispondere? Trovo coraggio nell’aver già sperimentato che dove non arriviamo per i nostri limiti, inizia l’aiuto del Signore che ha disposto i tempi e i modi della mia presenza tra voi e per voi, sarà Lui che porterà a compimento secondo la sua volontà l’opera che ha iniziato.

Mi sento spinto a ricordarvi alcune parole che la Chiesa in questo ultimo periodo ha messo particolarmente in evidenza perché diventino modalità del vivere ecclesiale e stili di vita che devono abitare in tutte le persone che hanno a cuore il bene della propria comunità: sinodalità, comunioni, corresponsabilità. Avremo modo di rifletterci insieme.

Nella vita della fede non esiste la delega, non esiste l’autonomia, il lavorare da liberi professionisti… Certo ognuno ha il suo compito ma per il bene comune e chi non ha questa finalità prima o dopo si renderà conto del suo fallimento.

Confido nella vostra disponibilità di aiuto per poter svolgere il mio servizio di parroco e insieme a voi far crescere sempre più la nostra comunità come “casa e scuola di comunione“.

Carissimi, diamoci la mano, impegnati a diventare veri discepoli di Cristo scoprendo la bellezza e la sicurezza di avere davanti Lui, unica nostra guida che ci aiuta a trovare i pascoli più rigogliosi a nostro favore.

Quando avessimo la disgrazia di dimenticarLo come guida rischiamo sempre di ingannarci e di illuderci riguardo a una strada migliore, e soccombiniamo nella tentazione di essere noi i protagonisti.

Mi affido alla vostra preghiera e umana mente alla vostra simpatia perché possa iniziare e portare il peso del mio servizio nella serenità. E mentre ringrazio don Renato e i sacerdoti che mi hanno preceduto nel servizio pastorale, mi impegno a pregare fin d’ora per tutti voi, in modo particolare per i piccoli, i poveri e malati. Vi saluto cordialmente e fraternamente tutti.

Don Davide Osio




«Se il Signore non costruisce la casa, invano lavorano i costruttori»

Sabato 6 ottobre la comunità di Cicognolo ha accolto festante l’ingresso ufficiale del nuovo parroco, don Antonio Mascaretti; una chiesa gremita di tanti fedeli (parecchi provenienti dal Santuario di Caravaggio presso il quale don Antonio ha svolto il suo precedente incarico) ha accolto il nuovo pastore, introdotto dal vescovo Antonio Napolioni.

Oltre al vicario zonale, don Davide Ferretti, hanno concelebrato don Federico Celini, don Antonio Facchinetti, don Cesare Nisoli, don Andrea Bastoni, don Alfredo Valsecchi, don Gabriele Filippini, don Vittore Bariselli con la presenza del diacono permanente Cesare Galantini.

La Messa di ingresso è stata preceduta dalla processione partita dall’oratorio (nonostante la pioggia battente) che ha visto coinvolti i gruppi di catechesi e i bambini della scuola materna. Arrivati in chiesa, il sindaco di Cicognolo, Angelo Bergamaschi, ha rivolto il suo personale saluto e quello di tutta l’Amministrazione comunale “ringraziando immensamente Dio per la gioia di vivere momenti come quello di oggi” e accogliendo don Antonio come “padre, guida e fratello”, ma soprattutto “come intermediario fra la nostra comunità e Dio”.

Una particolare accoglienza è stata riservata a don Antonio da parte dei bambini della scuola materna che hanno cantato una canzoncina – “Ciao” – e donato un grande cuore di cartone fatto da loro.

Molti i momenti significativi della solenne celebrazione, a partire dalla lettura del decreto di nomina da parte del vicario zonale, e del saluto, a nome di tutta la comunità di Cicognolo, di Luisa Mantovani: “Nelle nostre piccole comunità – ha sottolineato la rappresentante parrocchiale – la figura del parroco è punto di riferimento, è l’amico “speciale”, è l’uomo di Dio, è il segno di Cristo vicino, colui che si fa prossimo e si mette al fianco di chi è in cammino. Le chiediamo di sostenerci continuamente nella fede, nella speranza e nella carità: ci aiuti a vivere in comunione con Dio e tra di noi”.

All’inizio dell’omelia il Vescovo ha chiamato a sé i bambini presenti “mettendo in scena” la pagina del Vangelo appena letto e cantando con loro la canzone “Se sei felice tu lo sai…”. Quindi ha sottolineando: “Perché cantiamo che siamo felici? Perché siamo una famiglia felice”. E ancora: “La parrocchia è la famiglia dei figli di Dio”. Ha poi proseguito ricordando che è il parroco che tiene unita la famiglia facendo circolare l’amore di Dio. Ha quindi concluso augurando un buon cammino, seguendo la strada di Gesù che è quella della Croce, della Pasqua e della Gloria.

Alla fine della celebrazione don Mascaretti, nel suo saluto, ha ricordato la centralità di Cristo nella vita della comunità cristiana; ha poi proseguito dicendo che il suo desiderio è di vivere con tutti l’esperienza “bella ma impegnativa” di “sporcarsi le mani col cemento della fraternità cristiana” e sottolineando “che la collaborazione è prima di tutto, una sorgente di vitalità squisitamente evangelica”. Ha infine concluso con i ringraziamenti al Vescovo, alle autorità e alla comunità di Cicognolo che lo ha da subito accolto ed affidando ogni cosa al patrono, il martire san Donnino.

Il Vescovo ha voluto ancora i bambini vicino a sé durante la benedizione finale.

La bella giornata di festa si è conclusa con un rinfresco nell’oratorio preparato con cura dai numerosi volontari.

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Profilo del nuovo parroco

Fa il proprio ingresso a Cicognolo don Antonio Mascaretti, prendendo il testimone da don Francesco Pigola (nuovo parroco delle parrocchie Farfengo, Zanengo, Crotta d’Adda e Grumello Cremonese). Classe 1965, originario di Caravaggio, dove ha recentemente retto il Santuario di S. Maria del Fonte, don Mascaretti è laureato in Economia aziendale all’Università Bocconi di Milano ed è stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1997. Con il mese di settembre inizierà anche il suo nuovo incarico di economo diocesano, nel quale succede a don Giambattista Piacentini (scelto per guidare della comunità di Castelleone). Ha iniziato il suo ministero pastorale nella parrocchia di Cristo Re a Cremona (1997-2004), trasferito alla parrocchia di Santa Maria Immacolata e San Zeno in Cassano d’Adda, nel 2009 la nomina a parroco del Boschetto a Cremona e nel 2012 anche del Migliaro, ruolo ricoperto fino alla nomina di rettore del Santuario di Santa Maria del Fonte a Caravaggio nel 2015. È stato anche presidente dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero di cui oggi è vicepresidente.

 

Saluto di don Mascaretti

Cari amici di Cicognolo, mi mancavate!

E’ vero che non ci conosciamo ancora, ma lasciate che vi chiami “amici” fin d’ora. Il motivo per cui mi mancavate è che in questi anni (‘15-’18: coincidenza significativa…) ho vissuto un’esperienza intensa, bella, costruttiva (al Santuario di Caravaggio), impegnativa (all’Istituto per il Sostentamento del Clero), ma priva del calore umano di una comunità parrocchiale. Ecco perché mi mancava una parrocchia, piccola o grande non importa, ma una comunità che prega, che sta bene insieme, che si avvicina ai più giovani nel cammino d’Oratorio, che condivide gioie e fatiche delle famiglie, che offre il calore dell’amicizia agli anziani, ai più poveri…

Tra poco inizieremo un nuovo percorso di vita insieme, un’altra tappa per voi con un nuovo parroco, in continuità con quanto vissuto con don Francesco, che ringrazio fin d’ora unitamente agli altri parroci che mi hanno preceduto, e naturalmente al Vescovo Antonio che mi ha affidato questo incarico.

Il tempo a disposizione sarà a volte un po’ risicato a causa di altri impegni diocesani, ma voglio immaginarmi come un padre di famiglia, che dedica ai figli i suoi minuti più preziosi dopo una giornata lavorativa… Saranno i minuti migliori e veri.

Sono un po’ a digiuno delle attività pastorali, anche se precedentemente ho svolto l’incarico di vicario d’oratorio a Cristo Re in Cremona e a Cassano d’Adda, e poi di parroco al Boschetto, sempre a Cremona. Chiedo quindi sin d’ora a ciascuno di voi pazienza e comprensione, nell’attendere che le mie gambe possano sgranchirsi… Con molta serenità affronteremo gli impegni della vita della parrocchia, con i progetti che insieme valuteremo. Non ho nessuna bacchetta magica (né pretendo averla), convinto che solo la collaborazione di tutti, il dialogo fraterno e la preghiera comunitaria fanno crescere una parrocchia. Eventuali lentezze e incomprensioni (bagaglio a volte inevitabile nei percorsi pastorali) possono essere superati con carità cristiana e solidale franchezza.

Imparerò a conoscere San Donnino e ad affidare a Lui ogni domenica le vostre famiglie. In queste settimane che ci separano dal nostro incontro, “consegno” la nostra comunità a Santa Maria del Fonte, venerata a Caravaggio, patrona della nostra Diocesi. Sappiate che la Madonna di Caravaggio sarà sempre nel mio cuore, e a Lei soprattutto mi rivolgerò quando la nostra parrocchia, soprattutto gli ammalati, ne avrà bisogno.

A presto!

don Antonio




Don Labadini: «Il mio compito è servire»

Giornata di grande festa sabato 6 ottobre per la comunità di Casanova del Morbasco e Cortetano, in occasione dell’ingresso del nuovo parroco, don Cristiano Labadini. Il rito d’ingresso, presieduto dal vescovo Antonio Napolioni, si è svolto nella gremita chiesa parrocchiale, intitolata ai santi apostoli Andrea e Matteo, con la partecipazione fra gli altri di una quindicina di sacerdoti e delle autorità locali, fra cui il sindaco Francesca Maria Viccardi, affiancato dal comandante della stazione dei carabinieri di Castelverde, Francesco Pietrangelo.

È stato proprio il primo cittadino di Sesto ed Uniti ad accogliere, prima dell’inizio delle celebrazione, mons. Napolioni e don Labadini, porgendo loro il saluto di rito a nome dell’Amministrazione comunale. Il sindaco ha ringraziato il Vescovo per aver offerto alle comunità di Casanova e Cortetano, da sempre caratterizzate da “salde tradizioni religiose”, la possibilità di poter contare su un nuovo parroco dopo l’”addio” di don Franz Tabaglio, destinato ad altra sede. La sindaca ha quindi augurato una proficua permanenza a don Cristiano, ponendo però l’accento sul rischio che si trovi a dover affrontare “un nemico invisibile ed insidioso: l’individualismo”, che rischia di generare “egoismo e chiusura”.

La celebrazione è poi entrata nel vivo con la lettura del decreto di nomina e la benedizione ai fedeli intervenuti da parte del nuovo parroco.

Il saluto della comunità parrocchiale è avvenuto attraverso le parole di Fabio Manfredi: “Ti accogliamo come padre, come fratello. Da oggi percorreremo assieme un nuovo tratto della nostra esistenza, insieme faremo fatica, impareremo a conoscerci, lavoreremo assieme”.

Nell’omelia il Vescovo ha ricordato ai presenti quello che è il reale ruolo di un parroco: non organizzatore o un giudice , ma colui che ascolta e porta la benedizione di Dio nelle famiglie, “cercando di far crescere al loro interno l’unità e la fraternità”.

Prima della benedizione di mons. Napolioni, don Cristiano, nel suo saluto alla nuova comunità, si è detto pronto ad accogliere l’invito del vescovo: “Il mio compito è servire”, ha terminato il proprio discorso il nuovo parroco.

La liturgia è stata animata dalla Schola cantorum diretta da Davide Carando.

Alla fine della Messa rinfresco in oratorio per conoscere e salutare personalmente il nuovo parroco.

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Il profilo del nuovo parroco

Don Cristiano Labadini, classe 1972, originario di Castelleone, è stato ordinato il 18 giugno 2011. Dopo essere stato vicario a Cristo Risorto in Cassano d’Adda, dal 2014 era vicario a Vailate. Nella sua prima missione da parroco, succede a don Franz Tabaglio (trasferito a Scandolara Ripa d’Oglio, Grontardo e Levata).

 

Saluto di don Labadini

È con grande sorpresa e gioia che ho accolto l’annuncio del vescovo che mi ha nominato parroco di Casanova del Morbasco e di Cortetano, ed è con queste righe che esprimo il mio desiderio di incominciare questa nuova storia con voi. Fino ad ora ho svolto il mio ministero sacerdotale come vicario parrocchiale prima nel milanese, a Cassano D’Adda, nella parrocchia di Cristo Risorto, e successivamente in quel territorio sospeso tra l’alto cremasco e il bergamasco in cui è situata la parrocchia di Vallate. In questi giorni quindi mi è chiesto lo strappo doloroso con la comunità con la quale ho condiviso per anni gioie, speranze e fatiche, ma insieme anche di vivere la disponibilità piena di letizia a iniziare una nuova strada in due comunità che attendono di essere conosciute, amate e servite. Nell’attesa di conoscervi personalmente posso già iniziare a manifestare alcuni desideri che mi stanno a cuore: Spero anzitutto in un rapporto schietto e leale con ciascuno di voi: nelle comunità io vorrò proteggere la genuinità del popolo di Dio che vuole scoprire e vivere con letizia e semplicità la bellezza della fede cristiana, che unisce e consente di ospitare la carità e la misericordia tra di noi. Il camminare insieme seguendo l’unico Pastore, scoprendo quanto è desiderabile e conveniente essere suoi discepoli, e così cercare di vivere il Vangelo che illumina la vita di tutti i giorni con il sostegno dei sacramenti, segni visibili del suo operare in noi e attraverso di noi. È mio desiderio essere disponibile per condividere e accompagnare ogni singola storia, per essere umile segno dell’abbraccio di Dio che si china nella concretezza di ogni singola esistenza. Penso allora ad alcuni ambiti della vita pastorale. La vita delle famiglie, la condivisione della passione educativa dei genitori verso i propri figli nelle diverse fasi della loro crescita, comprendendo come questo compito sia una sfida difficile e meravigliosa allo stesso tempo, ma penso anche a tutti coloro che svolgono un’attività educativa che va dall’insegnamento alla catechesi. Il pensiero va poi alla gioventù: all’età dell’infanzia, dell’adolescenza e poi della giovinezza, questo è tempo fatto di crescita, di domande, di generosità, a volte anche di contestazione: chiede una vicinanza intelligente fatta di comprensione. Mi piacerebbe in particolare che i giovani ascoltassero la fame di bene che abita nei loro cuori, che consente di avere il coraggio di orientarsi verso scelte sane e belle che rendono luminosa la vita e la allontanano dai veleni che possono insidiarla. Penso poi l’aiuto alla comprensione della fede che è offerta dalla catechesi, rivolta a tutte le fasce di età, per scoprire l’attrattiva del regno di Dio che attende di essere sempre di più accolto, vissuto e gustato. Non per ultimo penso alle persone sole, ai malati, agli anziani: con Cristo il significato della vita è un tesoro da scoprire nelle diverse situazioni dell’esistenza umana che è fatta anche di sofferenze, ma in cui la Sua presenza prorompe viva e potente. Ho pensato a queste cose di getto, a livello un po’ generico, ma per essere realista dovrò attendere di conoscere le due comunità nella loro entità e mentalità, credo che da lì, da quel momento, il Signore inizierà a far intravedere in modo più dettagliato il cammino da fare insieme. Nel frattempo il regalo che vi chiedo è quello di un ricordo quotidiano nella preghiera, il ministero del pastore ha un forte bisogno di questo “carburante”. Un carissimo saluto a tutti, e… un arrivederci a presto!

Don Cristiano




“Tutto è grazia”, don Piacentini nuovo parroco di Castelleone

“Tutto è grazia”, con queste parole di santa Teresa del Bambin Gesù, ricavate dal romanzo di Bernanos, Diario di un curato di campagna, don Giambattista ha salutato come parroco i fedeli di Castelleone al termine della celebrazione eucaristica di domenica 30 settembre. “Ogni occasione e fase della vita è grazia”, ha continuato don Giambattista, e “in questi mesi ho potuto ripercorrere la mia vita esprimendo gratitudine per i doni ricevuti: la vita, essere cristiano, essere sacerdote, essere accolto nella grande famiglia della Chiesa”. Doni ricevuti che devono essere spesi per gli altri perché è necessario “guardare con occhi di simpatia tutte le persone, segni della presenza del Signore in tutti”.

Il saluto finale di don Piacentini

Dopo la preghiera di affidamento a Maria al Santuario della misericordia, il parroco è stato accolto dal vescovo Napolioni alla chiesa della Trinità da cui è partita la processione per la Parrocchiale.

Sul sagrato della chiesa parrocchiale don Giambattista ha ricevuto dal sindaco di Castelleone, Pietro Fiori, il benvenuto a nome di tutta la cittadinanza. Il sindaco ha auspicato la collaborazione tra le diverse istituzioni e tra gli uomini delle istituzioni. Augurando che don Giambattista sia ben accolto nella comunità “che forse all’inizio le sembrerà un po’ ‘sulle sue’, ma che è capace di dare cuore e anima per un ideale, di dedicare tempo e fare grandi cose per gli altri, ricca com’è di decine di associazioni, enti, società sportive”, offrendo al parroco la collaborazione per aiutare la comunità ad essere sempre più unita, solidale e disponibile all’incontro con l’altro.

Nel saluto di benvenuto delle comunità parrocchiali di Castelleone e di Corte Madama, letto da un componente del Consiglio pastorale parrocchiale, attraverso la consegna di tre simboli al parroco, sono stati messi in evidenza tre aspetti importanti della vita della comunità. Le chiavi della chiesa parrocchiale, una pietra del nuovo oratorio e una stola, rappresentano la speranza in una guida sicura, aperta al futuro e fondata sulla preghiera.

Nell’omelia il vescovo Antonio Napolioni, prendendo spunto dalle letture domenicali ha dato tre indicazioni per la vita di una comunità parrocchiale: senza muri né confini perché lo Spirito è donato a chiunque; senza tarme né ruggine, bisogna eliminare la ruggine del cuore e dei rapporti e fare circolare la misericordia; senza scandali e senza miracoli, bisogna mettersi alla scuola della parola di Dio per convertirsi. “La Parrocchia deve essere il luogo dove nessuno muore di sete e dove ci si accorge di chi ha sete” e dissetarsi così alla sorgente del Vangelo.

Al termine della celebrazione la comunità ha salutato festosamente don Giambattista con un momento conviviale in piazza del Comune, mentre nel pomeriggio il parroco si è recato presso la Fondazione Brunenghi per una preghiera mariana con gli ospiti della Fondazione e con gli anziani della parrocchia.

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L’unità pastorale di Grontardo, Levata e Scandolara Ripa d’Oglio ha accolto il nuovo parroco

«Che cosa dovrai fare don Franz? È detto nel Vangelo di oggi: “Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità vi dico, non perderà la sua ricompensa”. Tieni aperta questa sorgente, in modo che tutti possano attingervi la misericordia e la tenerezza di Dio». Con queste parole il vescovo Antonio Napolioni, sabato 29 settembre, nella chiesa di San Michele Arcangelo in Scandolara Ripa d’Oglio, ha affidato a don Franz Tabaglio l’unità pastorale di Grontardo, Levata e Scandolara Ripa d’Oglio. Tre parrocchie che sotto la guida di don Roberto Pasetti hanno mosso i primi passi verso “l’unità” e in sei anni, attraverso l’esperienza della catechesi comune, delle Messe unitarie, del giornalino parrocchiale unico, della corale e del Grest dei tre oratori, hanno imparato a considerarsi consorelle.

Omelia del vescovo Napolioni

Con una celebrazione accurata e festosa hanno dato il benvenuto a don Tabaglio mostrando, nelle parole di saluto del rappresentante dell’unità pastorale, la consapevolezza di avere ancora molto cammino da fare: «Ci sono  campanilismi da superare, personalismi da smussare, difficoltà a muoversi tra una parrocchia e l’altra quando la messa non è nella propria chiesa. Abbiamo gettato le reti e qualche pesce l’abbiamo tirato in barca ma molti altri no». E poi: «Non le chiederemo di essere un prete perfetto né tantomeno un prete superman, ma semplicemente un uomo di Dio, padre e fratello».

Anche il sindaco di Grontardo, Piera Mairino (presidente dell’Unione lombarda dei Comuni Oglio-Ciria), ha formulato parole di fiducia e di attesa: «Esprimiamo riconoscenza a don Franz per la sua disponibilità ad operare nel nostro territorio. Costruire aggregazioni è un impegno che richiede pazienza, tolleranza e determinazione, specie oggi dove lo stile di vita individualistico è sempre più radicato. (…) Solo costruendo alleanze tra coloro che amano la vita sarà possibile procedere».

La risposta a tutti di don Franz è stata semplice ma essenziale: «Quando entriamo in chiesa abbiamo davanti un Crocifisso che ci accoglie, quando usciamo abbiamo davanti un Crocifisso che ci dice di portare Cristo a tutti e di riconoscerlo in tutti. Questo è lo stile di vita del cristiano e il proposito è quello di fare ogni giorno sempre un po’ più di bene». Alle parole di don Franz ha fatto eco il Vescovo: «È lo sguardo di Dio a renderci fratelli».

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Profilo del nuovo parroco

Don Franz Tabaglio, classe 1964, è stato ordinato sacerdote il 19 giugno 1993 mentre risiedeva nella parrocchia di Ca’ de’ Stefani. Dopo essere stato vicario a San Pietro al Po in Cremona (1993-1998) e a Rivolta d’Adda (1998-2002), per lui cappellano dell’ospedale di Cremona (2002-2008). Dal 2008 era parroco a Casanova del Morbasco e Cortetano. Con il nuovo incarico di parroco dell’unità pastorale di Scandolara Ripa d’Oglio, Grontardo e Levata prende il testimone dal parroco don Roberto Pasetti (trasferito a Commessaggio) e dal collaboratore don PIerluigi Vei (destinato all’unità pastorale di Vescovato – Ca’ de’ Stefani – Pescarolo – Pieve Terzagni – Gabbioneta – Binanuova).

 

Saluto di don Tabaglio

Carissimi parrocchiani, entro nelle vostre case con queste poche righe prima di iniziare il mio ministero di parroco e di potervi quindi incontrare di persona.

Un saluto speciale per gli ammalati e a chi soffre nel corpo e nello spirito. I miei sentimenti sono in questo momento di timore e tremore nell’assumere la responsabilità di pastore di una comunità cristiana costituita da tre parrocchie: Grontardo, Levata e Scandolara Ripa d’Oglio.

Sono qui per camminare con voi verso il Signore consapevole che solo insieme potremo veleggiare velocemente.

Due verbi sono le colonne sulle quali dovremo lavorare:

STARE con Gesù: la preghiera che porta all’intimità con Dio non deve mancare nella nostra giornata. Essa è la linfa che ci fa crescere come cristiani e ci identifica come tali davanti ai non credenti.

ANDARE verso i fratelli: se pregheremo ci renderemo conto che ogni persona diventerà per noi un fratello o una sorella da aiutare, servire ed amare. Una comunità cristiana se resta chiusa in sagrestia è destinata a scomparire, come una comunità che non prega .

Ecco che allora insieme nei prossimi anni cercheremo di crescere nella conoscenza tra di noi, nella fratellanza, nella santità “facendo a gara” a chi ama di più Gesù, la Madonna, i santi e a chi vive le opere di misericordia con maggiore zelo.

Sono certo che continueremo sulla strada tracciata dai miei predecessori consapevoli che la Chiesa è più grande delle nostre piccole menti.

Non dimentichiamo un motto che fino alla nausea ci ricorderemo: “Pensa in grande, parla in grande, credi in grande e DIO farà in grande”.

Il vostro nuovo parroco
don Franz Tabaglio




Da Caravaggio l’invito ad essere “Parabole viventi”: «Fermiamoci per ascoltare il Vangelo»

A coronare la due giorni di celebrazioni che segnano l’inizio del nuovo anno pastorale, dopo il convegno diocesano di sabato 22 settembre, è il pellegrinaggio diocesano al Santuario di Santa Maria del Fonte a Caravaggio.

Come da tradizione molto partecipata, la giornata è iniziata con la preghiera mariana in basilica davanti allo speco della Madonna ed ha avuto il suo culmine con la concelebrazione della Messa solenne presieduta dal vescovo Antonio Napolioni all’altare esterno nel cortile del Santuario, alla presenza del Vescovo emerito Dante Lafranconi, di don Antonio Mascaretti, nuovo economo diocesano, e monsignor Amedeo Ferrari che gli subentra come rettore del Santuario. Dopo il benvenuto al nuovo rettore un ringraziamento anche ai volontari Unitalsi che hanno permesso la presenza di ammalati e persone sole. Fedeli che hanno poi vissuto con una particolare intensità il momento dell’aspersione con l’acqua benedetta.

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Nella sua omelia il Vescovo ha richiamato l’attenzione il tema dell’anno pastorale che inizia: “Parabole viventi”, come esortazione a tornare al confronto quotidiano con la Parola di Dio. «In questi due splendidi momenti di comunione ecclesiale, di riflessione e di preghiera – il riferimento è al Convegno pastorale e al pellegrinaggio diocesano – , la nostra Chiesa locale va semplicemente avanti. Non con cose straordinarie. Ma si specchia in Gesù e in Maria per ritrovare la propria identità».

Come per una nuova giornata che inizia, il credente

«inizia il nuovo anno in atteggiamento eucaristico, di gratitudine, perché ostinatamente può vedere il bene sempre più grande di ciò che lo ostacola»

Invitando a meditare sulla riflessione proposta da fratel Enzo Bianchi che – ha commentato – «ci riconsegna l’essenziale» del rapporto con il Vangelo, personale ed ecclesiale, il Vescovo ribadisce con forza che il «progetto pastorale di una diocesi non è quello del Papa o del Vescovo, ma è la volontà di Dio».

«Rischiamo – ha aggiunto – di essere credenti dei nostri pensieri, delle nostre versioni di ciò che Lui ci dice.

Così fioriscono iniziative, progetti, cose… ma a volte ci attacchiamo ad essi, perdendo di vista il vero “perché” dei nostri sforzi».

Commentando anche le letture della domenica, il messaggio di monsignor Napolioni mette in guardia da chiusure e individualismi: «Perché facciamo così fatica a diventare un cuor solo e un’anima sola?», chiede. E la risposta è nella fiducia eccessiva ed esclusiva nelle nostre passioni. Anche quelle positive. Il richiamo della Parola sia – ha detto – occasione «per gettare acqua sul nostro fuoco» e “perché ci sia, al posto delle nostre passioni, la grande passione.

Il nostro programma è avere la passione di Gesù. Anche se ci saranno momenti in cui la croce non ci verrà risparmiata».

Sono gli esempi di Gesù e Maria a indicare la strada da percorrere: «Morire ogni giorno all’egoismo, alla rabbia, al “ho ragione sempre io”»

per lasciarsi guidare dalla «via della tenerezza e non da quella dell’efficienza – ha sottolineato ancora monsignor Napolioni – perché non è più tempo di mostrare i muscoli, di esibire i numeri e urlare più degli altri»

La conclusione della riflessione è un richiamo non ad essere «perdenti» nel mondo, ma ad essere «fedeli al Vangelo e alla passione di Cristo per il mondo» nell’ascolto della Parola:

«Ogni comunità si fermi non solo per fare progetti e bilanci, ma per ascoltare il Vangelo e raccontarsi come ognuno di noi lo capisce, lo gusta e sceglie di viverlo. Allora davvero saremo più uniti e più credibili».

«Questa – ha concluso – è la parabola vivente: non solo a parole, ma riconoscibile nella nostra vita».

Prima della conclusione della celebrazione eucaristica, i fedeli hanno ascoltato e accompagnato con calorosi applausi il ringraziamento di don Antonio Mascaretti e il saluto di monsignor Amedeo Ferrari che gli succede come rettore del Santuario.

Infine la formula con cui il Vescovo ha invocato l’indulgenza plenaria su tutti i presenti e su chi era in ascolto attraverso i mezzi di comunicazione della diocesi.

 

Profilo del nuovo rettore del Santuario

Il pellegrinaggio diocesano del 23 settembre segnerà anche ufficialmente l’inizio del ministero come nuovo rettore del Santuario di mons. Amedeo Ferrari, che prende il testimone da don Antonio Mascaretti, diventato economo diocesano e parroco di Cicognolo.

Classe 1951, laureato in Pedagogia, mons. Ferrari è stato ordinato il 21 giugno 1975 mentre risiedeva nella parrocchia di Rivoltella del Garda. Ha svolto gran parte del proprio ministero nel Seminario vescovile di Cremona, di cui è stato insegnante dal 1980 al 2006 e rettore dal 1998 al 2004. È stato inoltre responsabile dell’Istituto di pastorale S. Pio X (1994/2004), presidente della commissione per il diaconato permanente (1997/2001) e delegato episcopale per il clero (1997/1998).

Diversi i ruoli ricoperti nell’Azione Cattolica, di cui è stato vice assistente diocesano giovani (dal 1983 al 1990 e ancora dal 1995 al 1997) e assistente diocesano (dal 1990 al 1997).

Nel 2004 è stato nominato parroco di S. Bernardo in Cremona e nel 2007 è stato trasferito a Castelleone come parroco delle parrocchie “Ss. Filippo e Giacomo apostoli” in Castelleone e “S. Martino Vescovo” in Corte Madama, oltre che rettore del Santuario della Beata Vergine della Misericordia.




Don Pigola si presenta a Grumello: «Aiutatemi a dare il meglio»

Quattro comunità hanno festeggiato, domenica 23 settembre, l’ingresso ufficiale del nuovo parroco don Francesco Pigola; in molti i fedeli di Crotta d’Adda, Zanengo, Farfengo, Grumello in quest’ultima chiesa per accogliere il pastore, introdotto dal vescovo Antonio Napolioni.

La solenne celebrazione ha visto una chiesa gremita anche di fedeli della parrocchia di Cicognolo, che hanno accompagnato il loro ex parroco in questa nuova avventura. Presenti inoltre le rappresentanze delle realtà sportive e delle associazioni di volontariato attive sul territorio.

La Messa di ingresso è stata preceduta sul sagrato dal saluto dei sindaci Fabio Scio di Grumello e Renato Gerevini di Crotta d’Adda, i quali si sono rivolti a don Francesco citando le parole di Madre Teresa di Calcutta: “Dai al mondo il meglio di te, e forse sarai preso a pedate; non importa, da’ il meglio di te!” e incoraggiandolo «La pazienza e l’umiltà non saranno mai sufficienti, ma ne siamo certi, le nostre comunità si stringeranno intorno al nuovo pastore e lo accompagneranno in questa entusiasmante avventura».

Molti sono stati i momenti significativi della celebrazione, a cominciare dalla lettura del Decreto di nomina da parte del vicario zonale don Pietro Samarini e dal saluto di Enzo Cerutti, a nome delle comunità dell’Unità pastorale. «È importante – ha sottolineato quest’ultimo – in questo particolare momento storico in cui, come dice il Vangelo di Luca, “la messe è molta, ma gli operai sono pochi”, essere una vera comunità cristiana» – e ancora – «Siamo certi che il suo arrivo porterà una ventata d’aria nuova che abbraccerà tutti i campanili facendoci sentire tutti parte di un’unica grande Chiesa».

Ascolta l’audio del saluto della comunità

Molto apprezzato da don Francesco il dono consegnato da Ilaria Penna, una valigetta con tutto l’occorrente per le celebrazioni all’aperto, commentato dal vescovo “per le tue messe itineranti…”.

Durante l’omelia, il vescovo ha esortato l’assemblea ad accogliere don Francesco come un figlio attraverso l’immagine dell’affidamento di Giovanni a Maria, Madre dell’umanità.

Ascolta l’omelia del vescovo Antonio

Alla fine della celebrazione don Francesco, dopo aver ringraziato la sua famiglia, i concelebranti, quanti lo hanno preceduto, le autorità e tutti i presenti ha esortato la comunità: “Aiutatemi a dare il meglio di me!”.

Ascolta il saluto di don Francesco alla comunità

Dopo la benedizione solenne un lungo applauso ha accolto don Francesco e quattro testimoni, Carlo Trespidi, Ignazio Pagliari, Luciano Fortuna e Tiziana Pinoni, rispettivamente delle comunità di Crotta, Farfengo, Grumello e Zanengo, hanno firmato gli atti dell’insediamento.

Poi in oratorio una bambina, un adolescente e un giovane hanno espresso a don Francesco la felicità per il suo arrivo in mezzo a loro, l’impegno di mettersi tutti all’opera per coltivare il loro oggi e il loro domani con la certezza che il don sarà per loro guida nel loro cammino e la volontà di fare degli oratori luogo di gioia, gioco, incontro per crescere nell’amicizia e nel servizio.

Una giornata intensa di emozioni, eventi e grande partecipazione popolare che si è conclusa con un rinfresco per tutti, grazie al contributo generoso di numerosi volontari.

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Profilo del nuovo parroco

Don Francesco Pigola, classe 1965, originario di Castelleone, è stato ordinato il 17 giugno 1995. Dopo essere stato vicario a Vailate (1995-2002) e Castelverde (2002-2007), dal 2007 era parroco di Cicognolo.

 

Il saluto di don Pigola

Carissimi fratelli e sorelle.

Alla vigilia del mio ingresso nella nostra Unità Parrocchiale, sono molto contento di potervi raggiungere, anticipatamente, con questa lettera.

Ringrazio prima di tutto il Signore per il dono del sacerdozio e di poterlo viverlo in mezzo a voi; ringrazio il Vescovo Antonio per la fiducia dimostratami malgrado la mia povertà e piccolezza; ringrazio i miei predecessori don Ettore e don Stefanito che con passione e amore vi hanno guidati in questi anni, condividendo con voi un bel tratto di strada; un affettuoso grazie va a don Angelo per la sua disponibilità e dolcezza nel mettersi ancora in gioco al servizio delle nostre parrocchie dando quel respiro di continuità in un momento così delicato di consegne: so che per me sarà un confronto, un amico, un padre, grazie!

Ringrazio la mia famiglia che con umiltà e tanta discrezione, ha condiviso con me le gioie, le fatiche e i momenti difficili del mio ministero. Ringrazio le Giunte comunali e tutte le associazioni, volontari e le persone che si adoperano al servizio della persona in tutti i suoi ambiti. Grazie a tutti!!!

Non nascondo la mia trepidazione e agitazione nel nuovo compito che sono chiamato a svolgere in mezzo a voi, non tanto per il lavoro da fare che per me anzi è uno stimolo e ho tanto entusiasmo, ma è per la responsabilità di coordinare quattro parrocchie con le proprie tradizioni e ricchezze che desidero conoscere e incentivarle sapendo però di essere l’unico e solo parroco (so comunque che non mi lascerete solo e condivideremo la gioia del confronto e della collaborazione).

Malgrado i miei 11 anni di esperienza da parroco a Cicognolo, mi sento ancora prete “novello”, abituato alla realtà oratoriana, alla semplicità e all’immediatezza dei rapporti con i ragazzi e la gente, vi chiedo tanta pazienza e quando, conoscendoci, vi accorgerete delle mie fragilità e povertà, aiutatemi con la vostra misericordia, bontà e coraggio nel dialogo perché impari giorno per giorno ad essere sempre più me stesso e come mi vuole Cristo che desidero servire e amarlo con voi e per voi.

Vi abbraccio tutti con tanto affetto e con tanto desiderio di conoscere i vostri volti.

Con affetto.

Don Francesco




Con gli ingressi di don Rota, Castelverde va verso l’unità

Domenica 16 settembre doppio appuntamento per don Roberto Rota che ha assunto, insieme ai precedenti, anche il ministero di parroco di Marzalengo e di S. Martino in Beliseto. 

La costruzione dell’Unità Pastorale che vede coinvolte le comunità di Castelverde, di Castelnuovo del Zappa, di Costa S. Abramo ed ora anche di Marzalengo e di S. Martino in Beliseto, non è principalmente un lavoro di carattere tecnico – organizzativo, bensì di un impegno per ritornare all’essenziale della vita cristiana, fondato sull’amore per Dio e per i fratelli, che sa apprezzare le cose belle, stimare le persone per quello che sono, perdonare le inadempienze.

 

L’insediamento a Marzalengo

La celebrazione del mattino, presieduta dal vicario episcopale per la Pastorale e il Clero don Gianpaolo Maccagni ha visto radunata nella chiesa parrocchiale dedicata a S. Biagio la comunità di Marzalengo.

All’inizio del rito Massimiliano Bozzoni, in rappresentanza della comunità parrocchiale, ha salutato don Giampaolo e ha dato il benvenuto a don Roberto, prospettando la disponibilità di un lavoro in sinergia tra tutte le cinque comunità ora affidate alla sua responsabilità.

Da parte sua, portando il saluto del Vescovo Antonio, don Giampaolo ha ricordato come non sia una strategia pastorale quella di scegliere un unico parroco per più comunità, bensì il desiderio della costruzione di un progetto pastorale sempre più unitario, con una forte accentuazione missionaria, attento agli ultimi, capace di valorizzare tutto quanto c’è di bello e di buono nella comunità.

 

L’insediamento a S. Martino in Beliseto

La celebrazione pomeridiana si è svolta nella chiesa di S. Martino in Beliseto, vestita a festa, e presieduta dal vicario generale don Massimo Calvi.

Anche in quest’occasione Lorenzo Pianta, a nome della comunità ha salutato e dato il benvenuto, rimarcando la gioia di avere nuovamente un riferimento spirituale che possa accompagnare i passi della fede di tutti.
Anche don Massimo, durante l’omelia ha voluto sottolineare il valore della presenza del parroco che nel caso di don Roberto, oggi è chiamato a dilatare la sua paternità, senza venir meno all’intensità del rapporto ma amando tutti con il cuore stesso di Dio a immagine di Cristo buon pastore.

Al termine di ciascuna celebrazione, accompagnata dai canti della corale diretta da Francesco Camozzi, don Roberto ha rivolto un pensiero di saluto e di ringraziamento per l’accoglienza e per la disponibilità ad un lavoro comunitario.

Don Roberto infine, ringraziando tutti i presenti e i sacerdoti collaboratori don Enrico Ghisolfi, don Luciano Carrer e don Paolo Arienti, ha espresso un pensiero di augurio per don Anselmo Gorni, a lungo parroco di S. Martino e il ricordo per don Giuseppe Bombeccari che pure aveva prestato, in passato, il suo servizio in questa comunità.
Al termine in oratorio la festa ha visto nuovamente riunite le due comunità, per un momento conviviale e di prima conoscenza reciproca.

 

Profilo del nuovo parroco

Classe 1959, originario della parrocchia di S. Agata in Cremona, don Rota è stato ordinato sacerdote il 18 giugno 1983.

Ha iniziato il proprio ministero come vicario al Boschetto, nella periferia di Cremona, dove è rimasto sino al 1991. Nel frattempo è stato impegnato in Curia: prima come addetto della Ragioneria (1984/1995), poi come cassiere (1995/2004), ricoprendo anche l’incarico di direttore della Cassa del Clero (1993/2004) e poi quello di responsabile dell’Ufficio Assistenza e pensione clero (1997/2004).

Dopo essere stato collaboratore parrocchiale al Cambonino in Cremona (1999), è diventato parroco di Olmeneta (2000/2004).

Segretario per il Giubileo del 2000, è stato anche incaricato diocesano FACI-Federazione nazionale del clero italiano (2001/2008) e presidente della Società di mutuo soccorso tra i sacerdoti (2007/2008).

Dal 2004 è parroco di Castelverde e Castelnuovo del Zappa e lo scorso anno era diventato parroco anche di Costa S. Abramo. Ora, prendendo il testimone da don Cesare Castelli (nominato collaboratore parrocchiale delle due parrocchie di Casalmaggiore), don Rota assume la guida di tutte e cinque le parrocchie situate nel comune di Castelverde, dove è presente anche il vicario don Enrico Ghisolfi, il diacono permanente Umberto Bertelle e il collaboratore parrocchiale don Luciano Carrer.

Dal 2008 don Rota è anche incaricato diocesano del Segretariato Pellegrinaggi e dell’Ufficio per la Pastorale del turismo e dei pellegrinaggi; oltre che, dal 2012, presidente dell’agenzia turistica diocesana ProfiloTours.




“Esci e cammina in mezzo alla gente”: l’augurio del Vescovo a don Galetti

Nel pomeriggio di domenica 16 settembre don Bruno Galetti ha fatto il suo ingresso nella parrocchia di Santo Stefano protomartire di Mozzanica. La giornata di gioia e letizia è iniziata alle 16 quando il nuovo pastore ha incontrato i nuovi parrocchiani nel grande cortile dell’oratorio, per l’occasione addobbato a festa.

Sulle note del Corpo bandistico parrocchiale “Don Gaspare Paltenghi” si è avviato il festoso corteo verso la chiesa parrocchiale.

Dopo una tappa nella chiesa sussidiaria di Santa Marta, i sacerdoti concelebranti si sono mossi verso il Municipio, davanti al quale il sindaco Beppino Massimo Fossati ha rivolto al Vescovo e al nuovo parroco il saluto della comunità civile. Dopo aver ringraziato mons. Napolioni per il dono del nuovo pastore, il primo cittadino ha sottolineato le potenzialità della comunità mozzanichese assicurando la collaborazione per il raggiungimento del bene comune.

Alle 17, accompagnati dal canto dalla corale parrocchiale e dal suono delle campane, don Bruno, visibilmente emozionato, ha preso posto in presbiterio insieme agli altri sacerdoti per la celebrazione Eucaristica.

Il nuovo parroco è stato presentato alla comunità dal vicario zonale, don Marco Leggio. Dopo l’invocazione allo Spirito Santo la parola è passata al vescovo che con la preghiera di benedizione ha affidato a don Bruno la comunità di Mozzanica, che l’ha salutato auspicando che il nuovo oratorio e la chiesa ristrutturata possano essere luoghi di vita e di fede vissuta.

Con i riti esplicativi è terminato il momento particolare della celebrazione che è proseguita con la liturgia della Parola.

Nella breve ma intensa omelia il vescovo Napolioni ha esortato il nuovo parroco a mettersi in cammino nella nuova comunità: “Esci e cammina in mezzo alla gente”.

Al termine della celebrazione, curata dal vicario don Gabriele Mainardi coadiuvato dai numerosi chierichetti, ha preso la parola don Bruno che ha salutato innanzitutto le comunità che l’hanno accompagnato in questi anni e si è rivolto poi ai nuovi parrocchiani impegnandosi nel conoscere ciascuna famiglia, giovane, anziano e ammalato e ad instaurare un rapporto personale con ciascuno.

Al termine della celebrazione la festa è continuata in oratorio dove don Bruno ha incontrato i nuovi parrocchiani e la folta rappresentanza di fedeli delle precedenti parrocchie in cui ha prestato servizio.

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Profilo del nuovo parroco

Classe 1969, don Bruno Galetti è stato ordinato il 21 giugno 2003 mentre risiedeva della parrocchia di Martignana di Po. Ha iniziato il proprio ministero sacerdotale come vicario a Sant’Abbondio in Cremona; dal 2012 era collaboratore parrocchiale delle parrocchie di S. Stefano Protomartire e S. Leonardo in Casalmaggiore. Ora il trasferimento, come parroco, a Mozzanica prendendo il testimone lasciato da don Giuseppe Bernardi Pirini (trasferito come parroco in solido di Casalmorano, Azzanello, Castelvisconti e Mirabello Ciria). Nel suo nuovo incarico sarà coadiuvato dal vicario don Gabriele Mainardi.

 

Saluto di don Galetti

Carissimi,

vi scrivo queste mie prime e poche righe con una certa trepidazione, perché è la prima volta che da parroco rivolgo un saluto alla mia prima e nuova comunità. Sono consapevole che state attraversando un momento particolarmente delicato: il cambio del parroco. Immagino i pensieri di gratitudine e di affetto nei confronti di don Giuseppe che dopo quindici anni lascia e va in un’altra comunità, e immagino le attese e i vostri pensieri nei miei riguardi. Vengo con il desiderio di amare e servire questa Comunità e vengo con la speranza che insieme potremo continuare l’opera che Dio ci affida…

Quando nei primi giorni di febbraio il vescovo Antonio mi ha chiamato e mi ha chiesto la disponibilità a diventare parroco, ho risposto con due affermazioni:

  • faccio quello che mi chiede nello spirito dell’obbedienza
  • alla mia età non posso permettermi di aspettare.

Vista la mia risposta, il vescovo mi ha comunicato l’intenzione di propormi come parroco di Mozzanica, e in quel momento mi sono reso conto e mi sono detto: “il Signore mi chiama a seguirlo in una nuova realtà, in una nuova comunità”.

Vi confido la mia disponibilità e serenità ad intraprendere con voi un nuovo cammino, e vi chiedo di portare pazienza e di aiutarmi ad inserirmi nella nostra comunità.

In questi giorni di attesa non vi nascondo i tanti pensieri, emozioni, riflessioni che mi passano per la mente ed il cuore, e vi confido che la mia prima preoccupazione è quella di voler trovare umilmente una sintonia, un dialogo e una relazione vera sincera e familiare con ciascuno di voi.

Penso a tutte le nostre famiglie, ai bambini, ragazzi, giovani, adulti, anziani, ammalati, alle persone sole… a ciascuno voi! Ringrazio anche don Gabriele per tutto quello che ha fatto e che farà.

Diamoci la mano per proseguire il nostro cammino di fede, impegnati a diventare veri discepoli di Cristo scoprendo la bellezza e la sicurezza di avere davanti Lui, unica nostra guida che ci aiuta a trovare i pascoli più rigogliosi a nostro favore.

Mi affido alla vostra preghiera e all’intercessione della beata vergine Maria e di santo Stefano nostro patrono.

Vi saluto cordialmente tutti. Grazie e arrivederci.

Don Bruno




Don Roberto Pasetti accolto a Commessaggio

Nel tardo pomeriggio di sabato 15 settembre a Commessaggio don Roberto Pasetti è stato accolto dai suoi nuovi parrocchiani, assieme alle comunità di Belforte e Gazzuolo (le altre due parrocchie che costituiscono l’unità pastorale) e a quelle di Scandolara Ripa d’Oglio, Grontardo e Levata (dove è stato parroco rispettivamente dal 2002 e dal 2012).

La Messa di insediamento del nuovo parroco di Commessaggio è stata presieduta dal vescovo Antonio Napolioni e concelebrata, oltre che da don Roberto, da don Marco Tizzi (precedente parroco e parroco di Belforte e Gazzuolo) e don Virginio Morselli (collaboratore nell’Unità pastorale), dal vicario zonale don Davide Barili, dal missionario padre Luigi Brioni e da don Gino Assensi (originari di Commessaggio), insieme anche ad alcuni altri presbiteri.

Ad accompagnare il nuovo parroco anche i famigliari, dal vicino paese di San Martino: i fratelli Giovanni e Giuseppe, la cognata Palmira, la zia Giuseppina, i nipoti Marco e Sara, accompagnata dal marito Luca e dal figlio Pietro.

La Messa è stata animata con il canto dl coro di Commessaggio supportato dai bambini della scuola primaria e dell’infanzia.

La celebrazione, iniziata alle 17, è stata preceduta dal saluto del sindaco di Commessaggio Alessandro Sarasini, che ha messo in rilievo la felice collaborazione tra Amministrazione civile e Parrocchia, soprattutto nell’ambito educativo con la scuola parrocchiale dell’infanzia “S. Albino”, ma auspicato anche iniziative future.

Quindi l’ingresso dei sacerdoti nella chiesa affollata. Il vicario zonale don Davide Barilli ha letto il decreto di nomina a parroco di Commessaggio e moderatore dell’unità pastorale di Commessaggio, Gazzuolo e Belforte. Don Roberto è stato, quindi, salutato da un rappresentante della comunità, Dario Lodi Rizzini, che si è soffermato su sguardo della fede, fraternità e carità operosa come segni di accoglienza e di benvenuto al sacerdote da parte della comunità.

Nell’omelia mons. Napolioni, prendendo spunto dal salmo, ha descritto la missione del parroco come un camminare, non uno stare fermo in attesa, in una Chiesa di viventi illuminata dalla presenza del Signore.

Al termine della celebrazione, don Roberto ha ringraziato i suoi precedenti parrocchiani e salutato i nuovi manifestando la propria disponibilità alla collaborazione, allo scambio di idee e, soprattutto, all’amicizia fondata sulla fede.

Subito dopo il vescovo Antonio Napolioni ha invitato don Roberto, don Marco e don Virginio ad un abbraccio fraterno come segno di comunione ecclesiale e di futura collaborazione nell’unità pastorale.

Dopo la Messa la festa è proseguita con un rinfresco aperto a tutti, allestito dai volontari dell’oratorio, a base di antipasti, panini con salumi e dolci. Prima di congedarsi, i parrocchiani nuovi e vecchi e i familiari si sono uniti in un momento di convivialità e di scambio di saluti.

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