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Il Grest come occasione di laboratorio di catechesi

Tra le diverse attività che si svolgono durante il Grest, quest’anno a Cremona nell’unità pastorale Cittanova (S. Agata, S. Agostino, S. Ilario) non mancano neppure momenti di catechesi. Infatti, in un orizzonte di rinnovamento della catechesi, si è affermato più volte, a livello nazionale come a livello diocesano, che la formazione cristiana dei ragazzi non dovrebbe semplicemente adeguarsi ai ritmi scolastici, ma proseguire durante tutti mesi dell’anno.

«Quest’anno di chiusure e riprese a singhiozzo ha lasciato nei catechisti l’impressione non tanto di non aver svolto un programma, ma di non aver potuto vivere appieno le dinamiche tipiche dell’anno catechistico. Soprattutto nei periodi di zona rossa e arancione avevamo puntato sulla partecipazione delle famiglie alla Messa domenicale, privilegiando quindi i linguaggi della liturgia – esperienziali e simbolici – a quelli della narrazione e della spiegazione», ha spiegato don Luigi Donati Fogliazza, vicario dell’unità pastorale e incaricato diocesano per la Pastorale catechistica.

Il tempo del Grest coinvolge molte famiglie della comunità e può essere un tempo utile per continuare la formazione catechistica, non tanto sviluppando i temi tipici dei singoli gruppi ma vivendo laboratori su grandi tematiche trasversali. Avendo a disposizione un tempo più disteso e la possibilità di molti animatori che affiancano i catechisti, è stato così possibile svolgere laboratori di circa un’ora e mezza durante i quali si sono alternate attività di diverso tipo: ascolto, spiegazione, preghiera.

«Abbiamo scelto tre cibi biblici, ricchi di simbologie ma anche pieni di assonanze con la vita concreta dei ragazzi – spiega don Donati Foliazza -: il miele, simbolo di dolcezza, esperienza dell’amore e misericordia del Signore; il lievito, simbolo della capacità di far fermentare la realtà, in rapporto agli azzimi dell’uscita dalla schiavitù dell’Egitto; l’olio, simbologia battesimale e crismale, dell’unzione-consacrazione del cristiano».

Un modello nuovo che ha evidenziato la ricchezza di occasioni prolungate rispetto a tanti incontri brevi, suscitando nei ragazzi maggior coinvolgimento e interesse.




Rivolta d’Adda e Agnadello sul podio del torneo animatori

La squadra dell’oratorio Sant’Alberto di Rivolta d’Adda (in foto qui in alto) e una delle due squadre dell’oratorio San Giovanni Bosco di Agnadello (in foto sotto) sono risultate vincitrici rispettivamente dei tornei di calcio e di pallavolo riservati ad animatori dei Grest degli oratori della zona pastorale 1. Un momento di gioco, di festa e di socializzazione per ragazzi dai 14 ai 19 anni che stanno svolgendo l’importante ruolo di spina dorsale nelle attività estive oratoriane.

Le sfide si sono giocate sul campo in sintetico “Emiliano Mondonico” dell’oratorio di Rivolta, all’oratorio di Agnadello e all’oratorio San Luigi Gonzaga di Pandino con quest’ultimo che ha ospitato le finali.

Al torneo di calcio hanno partecipato l’oratorio di Agnadello e quello di San Luigi e Sant’Agnese di Mozzanica con due squadre e quelli degli oratori di Casirate, di Pandino e di Rivolta con una squadra a testa. Per gli animatori rivoltani si è trattato del terzo successo consecutivo. Secondo e terzo posto per le due squadre dell’oratorio di Mozzanica. Al torneo di pallavolo hanno partecipato sei squadre: due dell’oratorio di Agnadello ed una ciascuno degli oratori di Casirate d’Adda, Mozzanica, Pandino e Rivolta d’Adda. Il titolo è andato ad una delle due squadre agnadellesi. Secondo posto per il team di Rivolta d’Adda e terzo per quello di Mozzanica.

 




“Urlalo”, nei Grest uno spettacolo-gioco sul tema della comunicazione

Tra le proposte di animazione dedicate agli oratori per il Grest c’è “Urlalo”, uno spettacolo interamente dedicato alla dinamica del gioco: una sfida a cui il pubblico si appassionerà per decretare il vincitore. Perché, se anche l’importante è partecipare, senza un po’ di sano agonismo il gioco non potrebbe esistere. «Ogni anno offriamo agli oratori spettacoli che seguono il tema proposto per l’estate» spiega Stefano Priori, regista e attore dello spettacolo.

«Il gioco è al centro del Grest 2021 e abbiamo pensato di declinarlo a partire dalla comunicazione. Mai come durante la pandemia ci si è chiesti quali siano le buone regole della comunicazione e della comunicazione efficace e il fenomeno social e delle fake news ha amplificato l’esigenza di parlarne in maniera incisiva. Così il nostro format punta a coinvolgere i giovani spettatori: ci rivolgiamo alle famiglie e in particolare ai bambini e agli adolescenti, dividendoli in due squadre. Squadre che si devono confrontare giocando con messaggi criptati, emoticon e via dicendo». Con parodie, battute, dialoghi e gioco si punta quindi a una nuova narrazione del mondo della comunicazione, utilizzando anche immagini e mezzi multimediali per stupire. “Urlalo” è un format che si presta a essere presentato negli oratori durante il Grest, ma anche in altri contesti, a motivo della sua versatilità e per l’importanza del tema trattato.




A Sant’Abbondo i ragazzi del Grest incontrano i volontari Aido

Un’iniziativa per sensibilizzare anche i più piccoli sul tema della donazione di organi si è svolta al grest della parrocchia di Sant’Abbondio di Cremona nella mattinata di lunedì 28 giugno con la partecipazione di un volontario e un medico dell’Aido.

L’incontro promosso dall’Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule (Aido) di Cremona è stato proposto a una trentina di bambini delle elementari che frequentano il grest dell’oratorio di Sant’Abbondio: questi incontri di sensibilizzazione sono solitamente presentati nelle scuole con l’aiuto di testimonianze dei volontari, l’intervento dei medici e l’ausilio di brevi cartoni animati.

Il significato del donare un organo che può salvare un’altra vita e il valore del dono sono stati temi affrontati dal volontario Aido che ha proposto la propria riflessione ai bambini del grest mentre l’intervento del medico è servito ad inquadrare, dal punto di vista scientifico e medico, il tema dei trapianti. Terminata la presentazione è stato il momento per le domande da parte dei bambini.

In Italia annualmente vengono effettuati circa tremila trapianti ma non sono sufficienti perché ci sono altre circa seimila persone in attesa di un organo: Aido è un’associazione di persone che accettano volontariamente di donare i propri organi, tessuti e cellule in caso di morte.




Gli adolescenti al Grest, “fratelli maggiori” per un laboratorio di comunità

Dopo molto tempo l’estate 2021 si spacchetta in tante proposte educative: camp sportivi, grest, centri estivi comunali, a testimonianza della preziosità della partita, e non solo in termini economici. Per mesi ci siamo ridetti: la relazione educativa, la socialità, il coinvolgimento nella rete comunitaria ci sono mancati, generando assenze e smarrimenti troppo costosi. E si è cercato di ripartire, assaporando la bellezza delle tanto sospirate relazioni “in presenza”.

Il problema, è bene ribadirlo, non è stato ritornare nel più breve tempo possibile allo stato ante pandemia, come se esistesse un modello educativo prestabilito, installatosi nel tempo e cristallizzato nelle forme.

È vero, e ce lo siamo detti senza troppi giri di parole, che nel tempo, mutando le condizioni, ad esempio del tempo scuola e delle famiglie, le esigenze di una sempre più complessa conciliazione sono come ribalzate anche sull’estate, degli Oratori e non: anticipi mattutini, mense, uscite, quote ridotte o evaporate per le (tante) situazioni di disagio… tanto che da tempo ci si dice “ma noi non siamo assistenti sociali”. Vero, si è altro, dentro però una storia concreta, impastata di problemi, a volte frettolosamente delegati da adulti improbabili. Perché – e questo vale per tante, troppe questioni – a far fatica prima degli adolescenti e dei ragazzini è il mondo adulto.

Dentro questa storia gli Oratori si sono variamente posizionati, condividendo come minimo comun denominatore il “tempo estivo da abitare” come opportunità, innescando processi animativi, a volte molto semplici e ripetitivi, a volte originali e più articolati.

Nel tempo si è creata una consuetudine che assomiglia non poco ad un modello, consolidato “dal basso”, reso stabile dalla contaminazione, sussidiato con alterne fortune prima dalla libera iniziativa di qualche appassionato, poi da un sistema sempre più complesso e razionale frutto di sinergie regionali.

Nel tempo si è consolidato anche un altro fattore: una sorta di binomio preti-adolescenti, un po’ alimentato dalla generosa leadership dei primi e dalla sovrabbondanza di presenze dei secondi. Con qualche correttivo via via in crescendo negli ultimi anni, come l’inserimento di figure “più grandi” (è comparso il ruolo del coordinatore), a volte professionali, sempre più spesso adulte. E questo un poco prima delle costringenti norme anti-covid, soprattutto in ragione della sempre maggior fragilità di competenze dei giovanissimi e a fronte di rapporti numerici non sempre equilibrati. Si è parlato sempre più spesso di un nuovo focus adolescenti e del loro essere forse la ragione di tante attività estive. A ben vedere, un’altra implicita forma di conciliazione, non direttamente familiare, più comunitaria, più legata ai bisogni di una fascia di età delicata.

Dall’estate 2020 qualcosa è radicalmente mutato: il modello-consuetudine è stato come smantellato dalla tempesta pandemica e dalle restrizioni operative; ci si è un po’ reinventati. Diverse comunità hanno passato mano, altre hanno provato ad abitare le norme ridefinendo spazi, tempi e modalità di approccio.

È sorta la sfida dei “piccoli gruppi” ed è comparsa una domanda grande: quale rapporto tra quantità e qualità delle proposte educative?

con tutte le ramificazioni del caso (l’ingaggio esclusivo degli adolescenti, il “ritorno” degli adulti, la capillarità della proposta, il suo carattere missionario…). Una sfida che si è saldata con altri snodi, in bilico tra profezia e fatica: in primis il lavoro di rete intra-ecclesiale e sul territorio (dalle istituzioni alle altre agenzie educative).

L’estate 2021 è arrivata puntuale a riproporre alcune domande e a rilanciare il desiderio dell’educativo, complici una più aperta condizione generale e un rinnovato bisogno di socialità.

Ancora una volta, e in forma ben più marcata che in passato, gli Oratori non si sono ritrovati soli nell’abitazione del tempo estivo. È addirittura comparso un piano ponte scolastico che ha consentito ad alcuni istituti di riorganizzare attività proprio in estate, scardinando la barriera dei 200 giorni di curricolo. Sono fiorite ancora di più offerte “tipo grest”, anche in capo alle Amministrazioni locali. E a volte alcune comunità cristiane hanno segnato il passo, per fragilità che il covid ha sicuramente accelerato più che causato.

Tutti questi passaggi sono la cronaca minuta e sintetica di un’evoluzione importante, legata a doppio filo alla questione demografica e alla contrazione non banale dell’identità comunitaria di famiglie e ragazzi. Lo si è detto tante volte:

dentro questo scenario l’Oratorio diventa ancora di più un metodo, oltre che un luogo; e dell’Oratorio come strumento di accoglienza, prossimità e cura c’è ancora bisogno, oggi più di ieri.

In queste settimane i grest corrono e si ripresenta quell’alchimia provvidenziale che sostanzia il vero metodo dell’oratorio estivo. Agli Oratori da sempre sta a cuore la catena educativa, nella chiara coscienza che si tratta di tentativi, semina, approcci che interpellano libertà messe a confronto con la grazia dell’esperienza, senza la quale evapora il concetto stesso di educazione e ci si ritrova a far prediche a chiesa vuota.

Quella degli adolescenti è questione delicata, spesso difficile che però è essenziale tenersi ben stretta. Altre esperienze, adulte e professionalizzate, benché legittime, non condividono questo respiro:

la proposta oratoriana non si potrà mai confondere con una prestazione di servizio o un baby-parking, perché nel suo dna sta la vocazione alla costruzione di un tessuto comunitario, reso possibile, anche oltre le appartenenze ufficiali, dallo sguardo del Vangelo.

Quest’ultimo sì diventa il metro, il metodo, lo stile della proposta estiva, tanto da giustificare l’investimento su di una catena che trasforma tutti in fratelli e restituisce a ciascuno punti di riferimento molto più profondi dei ruoli, saldandosi con il cuore stesso dell’educativo che ha sempre bisogno di una visione antropologica forte.

Fare attività con i ragazzi, ed in particolare con la “bislacca adolescenza”, significa proporre un modello di comunità fraterna, mai perfetto, ma sempre giocato su sguardi di fiducia e desideri di bene. E significa dare volto e cuore alla sfida della vocazione; sì la vocazione rivolta a questi ragazzi più grandi perché si riscoprano fratelli maggiori e lo facciano con un po’ di stupore, ogni volta con qualche consapevolezza in più, ed insieme si faccia strada. Solo così la cura e la prossimità diventano nutrimento dell’umano. Un tirocinio di servizio e di senso che non ha eguali, nemmeno nella scuola e che non perde il proprio valore sulla base della sola efficacia numerica. Per loro, i ragazzi, non si tratta di prestarsi per un lavoro; non è una pcto improvvisata né un semplice riempitivo di un tempo immaginato come infinito: è, appunto, chiamata alla vita, risposta ad un appello, perché la prossimità abiti in volti, nomi e storie.

Lavorare con gli adolescenti, lavorare per la costruzione di uno stile comunitario è già missione, è già evangelizzazione. E dunque è già risposta alla domanda di sempre: perché?

Qui sta un pezzo importante di quello che ci ostiniamo a chiamare Oratorio.

don Paolo Arienti
incaricato diocesano di Pastorale Giovanile




A Casalmaggiore il Grest è per tutti

C’è una prima volta per tutto e, all’oratorio di Casalmaggiore, c’è una prima volta anche “per tutti”. È partito il 14 giugno, con l’avvio del Grest 2021 che durerà fino al 9 luglio, il progetto di inclusione destinato a sette bambini residenti presso il Campo Sinti cittadino, che permette loro di partecipare alle proposte formative, ludiche e spirituali che l’oratorio di Santo Stefano fornisce in questa calda estate.

Il progetto, chiamato in origine “Progetto incontro” e nato nel 1998 dalla volontà della professoressa Maria Luisa Chiarini, allora docente presso l’istituto Diotti di Casalmaggiore, si occupa di favorire la partecipazione al tempo scuola e dopo scuola per bambini provenienti da una realtà fragile ma prossima, a cui rivolgere le proprie attenzioni e la propria sensibilità di cittadino e di cristiano. Nel tempo il progetto si è evoluto, fino a promuovere la partecipazione estiva alle attività parrocchiali e, per la prima volta nell’estate 2021, viene svolto presso l’oratorio di Santo Stefano.

A coordinare i lavori un’équipe composta dai sacerdoti, il parroco don Claudio Rubagotti e il vicario don Arrigo Durante, e dall’assistente ad personam Paola Vezzoni, incaricata dai Servizi Sociali del Comune di Casalmaggiore nella gestione di attività a carattere inclusivo, oltre che dall’associazione di volontariato Cittadini Insieme.

I protagonisti di questa bella storia sono Joshua, Maili, Belén, Natan, Joshua, Charlin e Evan, tutti frequentanti la scuola primaria di Casalmaggiore. Figli di quei ragazzi cresciuti dalla professoressa Chiarini tra scuola, casa e ritiri spirituali.

«La nostra realtà cattolica si distingue per l’accoglienza sempre di tutti – dichiara don Arrigo -. Siamo contenti di questa collaborazione che auspichiamo possa diventare l’inizio di un percorso che veda inseriti questi bambini anche in altre attività durante l’anno»

Nel frattempo, in attesa di vedere se a questo seguiranno altre correlazioni, i bambini partecipano con gioia all’intera giornata che si svolge in oratorio dalle 9 alle 17, tra festa, giochi, balli, riflessioni e momenti di preghiera. Ivi compreso il pasto, molto importante per entrare in relazione con i pari.

Davvero un grande inizio che Paola Vezzoni, accompagnata nel suo lavoro da Gaia Lazzarini della coop. Il Cerchio, sintetizza così: «Andiamo avanti insieme. Questi bambini hanno un gran bisogno di andare avanti con gli altri, per combattere la discriminazione di cui la comunità Sinti è stata vittima per tanto tempo».




Centri estivi e alleanza educativa: don Arienti auspica orizzonti di condivisione pedagogica nuovi andando oltre calendari e finanziamenti

«Piano scuola estate 2021 è parte della sinergia fra tutti gli attori cittadini che forniscono le loro proposte di formazione per i giovani cremonesi» queste le parole di don Paolo Arienti, responsabile dell’Ufficio per la Pastorale Giovanile e presidente della Federazione Oratori Cremonesi, a margine dell’incontro tenutosi nella mattinata di venerdì 18 giugno nella sala della Consulta di palazzo comunale per fare il punto sull’offerta formativa per il periodo estivo da parte del Comune di Cremona.

Il tavolo, coordinato dall’assessore all’Istruzione Maura Ruggeri, è infatti uno strumento utile per offrire alle famiglie una panoramica di tutte le realtà formative presenti, una forma di promozione del territorio con una panoramica su tutte le realtà.

Un primo aspetto che don Arienti ha voluto mettere in risalto è il valore del mutuo riconoscimento di tutti gli enti che contribuiscono a questo palinsesto che va in aiuto alle famiglie durante il periodo estivo.

«I Grest non sono immediatamente centri estivi e la differenza nei servizi offerti dalle parrocchie è nella natura di questo strumento che si configura come un’attività propria della parrocchia e che fa parte di un progetto educativo più ampio, di durata annuale e con uno stile proprio – ha aggiunto il sacerdote presidente della Federazione Oratori Cremonesi –. La catena educativa degli animatori minorenni, come pedagogia degli adolescenti, afferisce a tradizioni differenti: è una carità educativa, a trazione volontaristica. Nei Grest non c’è solo l’esperienza pedagogica di professionisti, ma c’è la freschezza dell’animazione grazie al contributo dei giovani volontari. L’obiettivo è che una comunità sia sempre più soggetto educante: esprima un mandato e si avvalga del servizio dei più giovani come valore aggiunto, come tirocinio di cura e prossimità».

L’auspicio e la proposta di don Arienti è di poter andare oltre a una condivisione delle proposte estive offerte dalle diverse realtà cittadine: «Ci siamo trovati in questi due anni intorno a una condivisione di calendari e una proposta concreta potrebbe esse quella di trasformare questo tavolo per le attività estive in un tavolo di condivisione pedagogica, ad esempio per quanto riguarda le povertà educative e i problemi delle famiglie». E ancora: «Si potrebbero portare avanti orizzonti di condivisione pedagogica nuova andando oltre i calendari e i finanziamenti per poter ragionare insieme del senso pedagogico delle proposte presenti in città: analizzare quali sono i bisogni e pensare allo scopo di queste attività estive in una logica economica diversa, di un’economia umana».

In tale prospettiva il ruolo già ricoperto dal Comune rimarrebbe di grande importanza ha spiegato don Arienti: «La regia del Comune potrebbe andare più in profondità: non solo per pensare dove collocare i bambini, ma avendo anche un’attenzione alle povertà e all’educazione. Le famiglie scelgono già oggi in base alle loro necessità: la socializzazione e l’incontro quest’anno sono fondamentali. L’esperienza di questi ultimi mesi ci ha messo davanti l’esigenza che certe attenzioni educative siano condivise, fare e proporre educazione è diverso rispetto a tre anni fa».

I centri estivi saranno attivi a Cremona da giugno sino alla fine di agosto e, in alcuni casi, anche la prima settimana di settembre. I posti disponibili sono 500 per i bambini da 3 ai 5 anni, 450 per bambini da 6 a 11 anni e 300 per i ragazzi da 12 a 17 anni. Numerose e variegate le offerte educative, in base anche della fascia di età. Vi saranno attività ad alto impatto educativo e sociale e con finalità di ricreazione, socializzazione e potenziamento delle conoscenze pregresse.

La proposta estiva dei Grest degli oratori cittadini torna quest’anno a essere più capillare e articolata. Il periodo di attivazione è quello consueto, tra giugno e luglio. Gli Oratori che si sono attivati per proposte indirizzate a ragazzi e bambini sono Cristo Re, S. Ambrogio, Beata Vergine, S. Giuseppe, Boschetto, Cavatigozzi, S. Ilario-S. Agata-S. Agostino, S. Michele, S. Abbondio, Cattedrale- S. Imerio-S. Pietro, S. Francesco-S. Bernardo-Borgo Loreto-Maristella, S. Antonio Maria Zaccaria. Le proposte coprono gran parte della giornata, da lunedì a venerdì, articolate per elementari e medie con l’ausilio di adulti e adolescenti come figure di coordinamento e animazione. Tutte sono accomunate da un tema condiviso: Hurrà, giocheranno sulle sue piazze, un’occasione preziosa per porre al centro la socialità dei ragazzi e la preziosità di esperienze (giochi, laboratori, visite, momenti di riflessione, teatro) secondo il metodo oratoriano dell’animazione.

Soprattutto dopo l’anno di pandemia, «È stato doveroso – ha sottolineato l’assessore Ruggeri – organizzare i centri estivi finalizzando le azioni e le attività alla ripresa della socializzazione e delle esperienze di gioco anche con scrupolosa attenzione alle misure di sicurezza previste: si tratta di una risposta che vogliamo dare alle famiglie che faticano a conciliare gli impegni lavorativi e quelli familiari, aiutandole concretamente affinché i loro figli riescano a frequentarli».

Quest’anno inoltre, grazie a contributi diretti del Ministero dell’Istruzione nell’ambito del Piano Scuola Estate 2021, anche alcune scuole del territorio hanno organizzato attività estive gratuite rivolte ai propri alunni, finalizzate soprattutto al potenziamento disciplinare e relazionale.

L’assessore Ruggeri è stata affiancata da Silvia Bardelli, responsabile del Servizio politiche educative del Comune, e dallo staff del servizio stesso: inoltre alla presentazione hanno partecipato anche l’assessore alle Politiche sociali Rosita Viola, la dirigente del settore Politiche Sociali Eugenia Grossi, Giusi Biaggi, Chiara Piovani e Alessandro Portesani per la Cooperativa il Sol.Co., Gianna Balestra dell’Azienda agricola Maghenzani, Pierluigi Poli, dirigente dell’Istituto comprensivo Cremona Uno, Daniela Marzani, dirigente dell’Istituto comprensivo Cremona Due, e Marcella Maffezzoni in rappresentanza dell’Istituto comprensivo Cremona Cinque.




Al Grest “Alice on stage” … e il teatro si fa meraviglia

La Compagnia dei Piccoli e la Federazione Oratori Cremonesi, grazie alla disponibilità dell’unità pastorale Sant’Omobono, propongono a tutti gli oratori come ulteriore proposta durante il Grest, il progetto «Alice on stage». Si tratta di una narrazione teatrale della storia di Alice, rivisitata e ricca di animazione per i giovani spettatori. Il testo teatrale, elaborato da alcuni giovani delle scuole medie cremonesi, viene portato in scena dagli attori Mattia Cabrini e Eleonora Vincenti.

Racconta Cabrini: «Alice è una delle tante fiabe che ci racconta la voglia di evadere dalla realtà. Che questa fuga avvenga tramite la tana del coniglio o attraverso uno specchio poco importa, tanto come afferma il Cappellaio Matto “non si può scappare”. In questi ultimi mesi tutti, grandi e piccoli, abbiamo desiderato per qualche istante evadere dalla realtà ed è per questo che la vicenda di questa bambina ci riguarda. Alice ci mostra che occorre sempre attraversare la vita anche quando questa diventa assurda o senza senso. Lei si mette a giocare con essa, piange perché è troppo piccola di fronte al mondo e scoppia a ridere quando il mondo impazzisce. E cerca una strada per tornare al mondo reale, un po’ come tutti noi. Non a caso, senza svelare nulla, possiamo dire che Alice (interpretata dalla Vincenti) è una giovane annoiata che passa le giornate su youtube. Ma una serie di personaggi entra in scena come in un grande gioco per farle tornare la voglia di vivere e uscire con gli amici».

Ecco allora che il Cappellaio matto, lo Stregatto, il Brucaliffo o la Regina diventano occasione di cambiare lo sguardo.

«Il mondo dipende molto da come lo guardi. Così, attraverso gli altri, ci si può accorgere che può anche essere pieno di meraviglie. La storia che raccontiamo, del resto, vuole essere anche una riflessione sul tempo, ma questo si svelerà durante lo spettacolo», spiega ancora Cabrini.

La pièce, che ha debuttato giovedì scorso nell’oratorio della Cattedrale di Cremona, è richiestissimo: oltre 25 le repliche già fissate. Molte andranno in scena proprio nel teatro allestito all’interno dell’oratorio, altre invece saranno portate anche all’esterno. «Il teatro che abbiamo a disposizione conta 100 posti, ma lo riempiamo con 50, per via delle regole Covid. Poiché la diocesi è grande, in alcuni casi ci spostiamo in trasferta per poter raggiungere tutti», chiosa Cabrini.

I bambini saranno protagonisti in qualche modo dello spettacolo perché, nel rispetto delle norme vigenti, saranno coinvolti con giochi, danze e canti.

A ciascun oratorio è chiesto un contributo di partecipazione, una cifra simbolica grazie al sostegno della Federazione Oratori Cremonesi che si è resa partner di questo progetto teatrale.




Attività estive, pubblicate le linee guida. Due occasioni di approfondimento con la FOCr

Sono state rese note le Linee guida nazionali per le attività estive che disegnano in termini vincolanti l’architettura anche dei Grest e delle altre iniziative educative, formali ed informali. Ora si attendono l’ordinanza di Regione Lombardia e le determinazioni operative che proverranno, come lo scorso anno, dalle ATS. Le procedure e le modulistiche più precise discenderanno infatti dalla cornice complessiva degli interventi delle autorità.

Va sottolineato che rispetto all’emergenza sanitaria del 2020, che aveva delineato regole molto rigide e procedure burocratiche complesse, si andrà a quanto pare in una direzione più semplice e con vincoli meno stringenti. Accanto ai protocolli sanitari le Linee richiamano anche la necessità di prestare attenzione alle esigenze educative dei minori, come da mesi sottolineato anche nei materiali di riflessione proposti a livello diocesano.

La prima novità: non ci sarà quest’anno, diversamente dall’anno scorso, un rapporto numerico prestabilito e fisso tra educatori/animatori e ragazzi, né la divisione rigida per età. Criterio determinante sarà il mantenimento del distanziamento interpersonale. Dunque la composizione dei gruppi, per i quali sarà necessario comunque prevedere adeguate condizioni, sarà determinata dai luoghi deputati a garantire il distanziamento di almeno un metro, cui vanno aggiunte le ormai consuete precauzioni igieniche (mascherine, gel, triage di accoglienza, tracciamento delle presenze, area di isolamento per chi manifestasse sintomi…). Il vincolo maggiore è costituito dal fatto che le attività devono svolgersi in “bolle” stabili nel tempo ed occorre evitare il contatto tra gruppi diversi. Sarà necessario individuare un referente per COVID-19 che sovraintenda il rispetto delle disposizioni previste.

Sarà possibile organizzare gite in giornata, seguendo i protocolli in vigore, soprattutto per quanto riguarda i trasporti. Il distanziamento resta il criterio principale anche per gli eventuali pernotti che richiederanno la rilevazione della temperatura corporea ogni giorno. Anche i pasti andranno gestiti secondo la logica del distanziamento e del “monouso”, possibilmente con materiali biodegradabili e compostabili. Resta decisiva l’organizzazione di pulizie approfondite dei servizi igienici e degli altri ambienti educativi.

Per rileggere il senso delle Linee e scaricarle a terra nella progettazione, ormai immediata, dei mesi estivi, la Federazione Oratori Cremonesi mette a disposizione due momenti di informazione e confronto: giovedì 3 giugno, alle ore 18.30, e venerdì 4 giugno alle ore 20.45. Sono invitati i giovani e gli adulti che svolgeranno ruoli di coordinamento nei Grest. Per iscriversi è necessario completare il form sulla pagina di focr.it dedicata al Grest 2021 Hurrà – Giocheranno sulle sue piazze. Qualche ora prima dell’appuntamento scelto sarà rilasciato per mail il link Zoom.

 

Il testo delle Linee guida nazionali 




«Hurrà!». Presentata la proposta estiva per le parrocchie della Diocesi

Con una presentazione trasmessa sul canale youtube della Federazione Oratori Cremonesi è stata ufficialmente lanciata la proposta pensata per l’estate 2021. “Hurrà! – Giocheremo sulle sue piazze” il titolo scelto, a livello regionale, per il prossimo CreGrest, che avrà, come tema fondamentale, quello del gioco.

«I tempi che stiamo vivendo non ci aiutano – ha esordito il responsabile della pastorale giovanile diocesana, don Paolo Arienti – ma ci mettono di fronte ad un’emergenza educativa che non può essere ignorata». Da qui è nata l’idea di offrire alle parrocchie gli strumenti necessari per ripensarsi, «recuperando l’esperienza dell’anno passato, provando a coglierne le positività e tentando di crescere ulteriormente laddove possibile».

La proposta di “Summerlife” per l’estate 2020, infatti, aveva, almeno in parte, stravolto la tradizione del centro estivo parrocchiale: piccoli gruppi, grandi limitazioni nelle attività proposte, necessità di attenzione estrema alle norme anticovid… «Dall’altra parte, però, – ha concluso don Arienti – ci ha aiutato a scoprire l’importanza di costruire alleanze, di entrare nelle reti territoriali, di collaborare per realizzare, insieme, un progetto significativo e radicato».

Al Grest2021 è dedicata l’edizione di Marzo Aprile de “Il Mosaico” (SCARICA QUI)

All’introduzione più generale del responsabile Focr hanno fatto seguito tre interventi più specifici. La dottoressa Paola Pighi, psicologa e psicoterapeuta, ha declinato il significato del gioco, sottolineando che si tratta di una «questione estremamente seria ed importante, che fa da motore alle attività umane e che, spesso, dice molto di una persona. Per questo rimetterlo al centro può avere un rilevanza notevole, soprattutto in questo tempo».

Successivamente è stata fatta luce sugli strumenti utili per la preparazione e la strutturazione della proposta grazie all’intervento di Paolo Mazzini, grafico che, tra gli altri, ha contribuito alla realizzazione dei materiali per il CreGrest. Con il suo intervento ha spiegato la nuova forma del manuale «destrutturato in più fascicoli per far sì che un numero maggiore di educatori ed animatori abbiano la possibilità di consultarlo e coglierne gli spunti e le provocazioni».

Mattia Cabrini, educatore e collaboratore Focr, ha infine fatto chiarezza sugli aiuti che la Diocesi metterà a disposizione delle parrocchie, «a partire dai workshop formativi nelle varie zone, per arrivare ai materiali utili ai coordinatori per interfacciarsi con le altre agenzie educative del territorio».

A concludere la presentazione del grest “Hurrà! – Giocheremo sulle sue piazze” è stata una sottolineatura, da parte dell’ufficio di Pastorale Giovanile diocesano, sulla necessità di riservare un’attenzione particolare alla tutela dei minori, a favore della quale sarà dedicato un webinar nel pomeriggio di lunedì 19 aprile.

Nonostante le incertezze del nostro tempo, dunque, la Federazione Oratori Cremonesi ha voluto mettersi in gioco e condividere una proposta seria e strutturata, con il desiderio di mettere le parrocchie e gli oratori nelle condizioni di potersi ripensare e organizzare per offrire a bambini, ragazzi e giovani l’occasione per vivere dinamiche relative e relazionali vere ed autentiche.