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Anche il vescovo Napolioni e alcuni giovani cremonesi all’incontro regionale del 6 novembre a Milano

Sabato 6 novembre il Duomo di Milano, cuore della Chiesa lombarda, ospiterà l’incontro tra giovani e vescovi per l’inizio di un nuovo cammino. Sono stati proprio i vescovi lombardi insieme a promuovere questa iniziativa, affidandone la realizzazione a Odielle (Oratori Diocesi Lombarde).

L’esortazione apostolica di Papa Francesco “Christus Vivit”, a conclusione del Sinodo dei Vescovi sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, ha rimesso al centro della vita e della riflessione della Chiesa universale la questione della relazione con il mondo giovanile. Il percorso, pensato due anni fa, si rivela oggi ancora più necessario e si colloca come tappa di avvicinamento alla Giornata mondiale della Gioventù di Lisbona, nel 2023.

«Se non ci impegniamo, con tutte le forze a nostra disposizione, a scoprire la presenza di Dio nei giovani – spiega don Stefano Guidi, coordinatore di Odielle – non saremo in grado di assumere nei loro confronti alcuna responsabilità pastorale. I Vescovi, e con loro le Chiese di Lombardia, cercano quindi i giovani per un fatto molto semplice: senza la ricerca dell’altro non si è pastori. L’intento è di accrescere, allo stesso tempo, il protagonismo dei giovani nella Chiesa e il rinnovamento della Chiesa per rendersi più adeguata al rapporto con i giovani. Richiedono entrambi, per potersi realizzare, di “maturare” uno sguardo diverso. Si tratta innanzitutto di “disporsi” in modo diverso nei riguardi dell’altro».

«Il compito pastorale non è quello di fornire soluzioni efficaci già confezionate, ma accompagnare nell’assunzione di decisioni di destino e avviare racconti e testimonianze di vita autentica – aggiunge mons. Maurizio Gervasoni, vescovo delegato per la Pastorale giovanile della Conferenza episcopale lombarda –. Incontrare i giovani significa confrontare indirizzi di vita, suscitando libertà, con la speranza che produca scelte responsabili e vere. I vescovi si fanno interpreti di ciò che la tradizione custodisce, i giovani mettono le loro prospettive di futuro, il risultato sono scelte di vita buona».

L’incontro del 6 novembre si svilupperà in due momenti: il primo, dalle ore 9.30 alle 12.45, nel Duomo di Milano, con l’introduzione dell’arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini, sarà caratterizzato dal dialogo tra 200 giovani, rappresentativi dei pensieri e delle proposte dei giovani lombardi, e i dieci vescovi delle diocesi lombarde con i quattro vescovi ausiliari di Milano. Ai 14 tavoli predisposti, giovani e vescovi si confronteranno, in un ascolto reciproco, sulle tematiche riferite ai cinque “sentieri”: vocazione e lavoro; affetti, vita e dono di sé; riti; ecologia; intercultura.

La seconda parte, dalle 14.30 alle 17, si svolgerà presso il Salone Pio XII (in via Sant’Antonio 5, a Milano) dove sarà presentata una restituzione sintetica delle cinque tematiche. Seguiranno le conclusioni del vescovo Maurizio Gervasoni e la riflessione dell’attore comico Giacomo Poretti.

A farsi portavoce dei giovani della Diocesi di Cremona sarà il gruppo dei collaboratori dell’Ufficio di Pastorale giovanile insieme ad alcuni rappresentanti dalle associazioni e dei movimenti ecclesiali (Azione Cattolica Giovani e Scout Agesci).

«Per noi – afferma don Francesco Fontana, incaricato per la Pastorale giovanile della Diocesi di Cremona – si tratta di una tappa ulteriore di un cammino iniziato già diversi anni fa con il Sinodo diocesano dei Giovani che abbiamo celebrato in diocesi tra il 2016 e il 2018. Un dialogo, dunque, che continua e si inserisce a sua volta nel contesto ben più ampio del cammino sinodale della Chiesa universale. C’è il rischio di vivere tutte queste occasioni come appuntamenti estemporanei e per forza di cose anche poco rilevanti, al contrario possono invece diventare occasione di un cammino che prosegue in una direzione chiara: solo dal discernimento comunitario possiamo riconoscere le strade che il Signore sta tracciando per la sua Chiesa. Si tratta di metterci tutti – giovani e vescovi – in ascolto del Signore che ci parla attraverso l’esercizio paziente del dialogo, dell’ascolto reciproco, del silenzio orante e della Parola celebrata nella vita e nella liturgia. Da questa buona pratica nascerà quel rinnovamento tanto atteso nella vita della nostra Chiesa. Non certo da una ricetta pastorale semplice quanto illusoria, sicuri che il Signore non abbia smesso di parlare ai suoi discepoli e che sempre, l’impegno più serio dei discepoli è quello di imparare insieme a comprendere davvero cosa il Signore ci stia dicendo».

All’evento del 6 novembre a Milano potranno accedere i 200 giovani coinvolti (tra i quali appunto una rappresentanza della diocesi di Cremona, insieme al vescovo Antonio Napolioni), ma sarà possibile per tutti seguire i momenti in plenaria in diretta sul canale youtube “ODL Oratori Diocesi Lombarde”.



Verso il 6 novembre: i Vescovi in cammino con i giovani lombardi. Intervista a mons. Antonio Napolioni

Un giovane è «un ragazzo o una ragazza che cerca la propria strada, che vuole volare con i piedi, che si affaccia sul mondo e guarda l’orizzonte con occhi colmi di speranza, pieni di futuro e anche di illusioni. Il giovane va con due piedi come gli adulti, ma a differenza degli adulti, che li tengono paralleli, ne ha sempre uno davanti all’altro, pronto per partire, per scattare. Sempre lanciato in avanti. Parlare dei giovani significa parlare di promesse, e significa parlare di gioia. Hanno tanta forza i giovani, sono capaci di guardare con speranza. Un giovane è una promessa di vita che ha insito un certo grado di tenacia» (Christus Vivit, n.139).

 «I giovani ci appartengono come parte di un organismo vivente, di una famiglia (che dunque deve saper affrontare anche la loro ricerca di autonomia), come grande risorsa – approfondisce il Vescovo di Cremona, Mons. Antonio Napolioni – In una società meno adulta e viziata di giovanilismo, è decisivo ristabilire un rapporto corretto tra le generazioni, stimando il carisma della giovinezza, che non consiste nell’esteriore esuberanza ma nella profonda ricerca di senso e di strade per la vita».

Punto di partenza del cammino insieme sarà l’incontro del 6 novembre in Duomo a Milano. Un’occasione straordinaria per i Vescovi, che potranno così dialogare con i giovani, ascoltarne le loro esperienze e il loro vissuto, e, per i giovani, per esprimere i loro pensieri e le loro proposte. Un prezioso esercizio di incontro, perché i giovani possano aiutare i pastori nel discernimento di alcune dinamiche culturali, decisive proprio per la vita dei giovani. Sui cinque “sentieri” “Giovani e Vescovi” si preparano a muovere i loro passi.

«I cinque ambiti di confronto scelti per il 6 novembre sono molto ampi, e direi anche molto “laici”, il più possibile vicini al vissuto reale di tutti i giovani, non tanto per indulgere a forme di sociologismo, quanto per rispettare la logica dell’incarnazione – prosegue il Vescovo Antonio Napolioni – Cristo è già invisibilmente presente nelle attese di giustizia, nei gesti di bella umanità, nelle domande e nei silenzi, nella ricerca e nel dono… di cui tanti giovani sono portatori. A noi Vescovi spetta riconoscere e valorizzare ciò che lo Spirito suscita ovunque, senza tacere la narrazione ecclesiale del Vangelo che tanta gioia e santità ha seminato nella storia, anche nelle nostre realtà».

«Innanzitutto venga l’ascolto, paziente e fiducioso, empatico e aperto al nuovo, di cui i giovani possono essere portatori. Quindi la comunicazione di una passione per la vita, testimoniata e non solo detta. La questione del linguaggio ha questi fondamenti, prima di essere tradotta in tecniche e metodiche, che altrimenti avrebbero il fiato corto. Sono convinto che la pedagogia evangelizzatrice di Gesù conservi sempre la sua grande attualità: sulle strade e nelle case, affiancando il cammino degli altri, guardando negli occhi, ascoltando e educando le domande, annunciando la densità del Mistero che salva, offrendo spazi di condivisione ed esperienza, per giungere ai segni della fede. Troppo spesso pretendiamo di celebrare subito questi ultimi, che invece richiedono una marcia di avvicinamento, che parta dal punto reale in cui ogni giovane vive».

«La brevità dell’incontro che avremo a Milano sarà comunque fruttuosa, perché davvero si colloca in un continuum di dedizione delle nostre Chiese ai giovani, in tanti modi e momenti. Sarà il rilancio di un cammino, forti del magistero del Papa nella Christus Vivit e anche del suo esempio. I ragazzi crescono in fretta e nuovi volti attendono di essere riconosciuti e accolti nel dialogo educativo e spirituale che i credenti vogliono condividere con loro. Mi auguro che ogni parrocchia, gruppo, associazione… ne tragga stimolo a non temere di ricominciare, di osare strade nuove, di farsi magari anche mettere in discussione dalle nuove generazioni».

«Ben venga questa iniziativa, espressiva di un amore di sempre delle Chiese di Lombardia alle nuove generazioni». Un’iniziativa desiderata da tutti i Vescovi lombardi «per le nostre comunità diocesane, forti della collaborazione costante delle Pastorali giovanili e dei coordinamenti degli oratori».

«Noi abbiamo bisogno di voi – conclude il Vescovo -, non come manovalanza, non per avere seguaci, ma per discernere il passaggio del Risorto, il Messia sempre giovane, nel presente e nel futuro della Chiesa. Per questo sono molto curioso di scoprire cosa imparerò e porterò a casa dall’incontro».

 




Incontro regionale “Giovani e Vescovi” sui sentieri del dialogo

È la giovinezza il periodo in cui si orientano in modo più significativo i grandi sentieri della vita. Attraverso di essi i giovani si interrogano sul loro essere nel mondo, ricercandone il senso. In un momento della vita in cui si cominciano ad assumere diverse responsabilità, l’amicizia con Gesù può guidarli nelle scelte e nelle decisioni che sono chiamati a prendere nella costruzione del proprio progetto di vita, dall’ambito professionale, sociale e politico, a quelle più radicali per la propria esistenza.

La necessità di rendere i giovani protagonisti della proposta di una nuova Pastorale giovanile ha sollecitato le Diocesi lombarde a intraprendere con loro un dialogo, come inizio di un percorso che possa dare frutto, a partire dall’incontro di “Giovani e Vescovi” del 6 novembre in Duomo a Milano.

«La pastorale giovanile non può che essere sinodale, vale a dire capace di dar forma a un “camminare insieme” che implica una valorizzazione dei carismi che lo Spirito dona secondo la vocazione e il ruolo di ciascuno dei membri della Chiesa, attraverso un dinamismo di corresponsabilità» (Christus Vivit, n.206)

La rappresentanza di giovani delle Diocesi lombarde porterà un contributo, secondo le proprie esperienze e sensibilità, raccogliendo anche l’apporto dei coetanei del proprio territorio.

Il dialogo tra i Vescovi e i giovani metterà al centro il loro vissuto, secondo i sentieri individuati da 5 macro-aree tematiche:

Vocazione e Lavoro In un contesto sociale in continuo mutamento, segnato da incertezze e precarietà, “scoprirsi alla luce di Dio” permette di riconoscere la vita come vocazione e, secondo la propria originalità, considerare  il lavoro come opportunità nel quale spendere le proprie energie, al servizio del bene comune.

Intercultura “La società sempre più globalizzata ci rende vicini, ma non ci rende fratelli” (Fratelli tutti). Al processo di globalizzazione, legato a un’economia globale, si aggiunge oggi l’impatto della pandemia. Le nostre società, sempre più multiculturali, portano all’incontro, non sempre libero da pregiudizi, di identità culturali diverse. La sfida di una società interculturale esige l’impegno di tutti.

Gli affetti, la vita e il dono di sé Nonostante il dilagare di una cultura del provvisorio che causa la paura dei legami stabili, la famiglia rimane come punto di riferimento principale. I giovani sono invitati a confrontarsi sul dono di sé come misura alta degli affetti: per prepararsi al matrimonio e alle responsabilità della generatività bisogna educare sé stessi ad “amare sul serio”.

L’ecologia La percezione dell’urgenza di questo tema e una sensibilità ecologica che ha a cuore il futuro del pianeta deve tradursi in nuove abitudini da maturare: scelte e stili di vita più consapevoli, a partire da piccole azioni quotidiane, per proteggere la “casa comune”, nella custodia del Creato.

I riti In ogni epoca e cultura, attraverso i riti (riti di passaggio, riti di gruppo, riti liturgici…), si esprime una particolare visione del mondo, il rapporto con la vita e con la morte, le domande, le paure e le speranze. Essi valorizzano i momenti di festa, le celebrazioni religiose, i pellegrinaggi.




I Vescovi dialogano con i giovani lombardi. Il 6 novembre l’incontro a Milano

«Un dialogo sinodale che porta frutto» è il senso del percorso che i Vescovi delle Diocesi della Lombardia vogliono iniziare il prossimo 6 novembre in Duomo a Milano. Cinque saranno i “sentieri”, punto di partenza di un percorso più ampio in cui i Vescovi si propongono di mettersi in ascolto del vissuto dei giovani.

L’appuntamento di novembre si inserisce come intermedio tra le sollecitazioni della esortazione post-sinodale Christus Vivit di Papa Francesco, rivolto ai giovani e a tutto il popolo di Dio, e la Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona, riprogrammata per il 2023. L’evento del 6 novembre, che vedrà la partecipazione di un gruppo rappresentativo di 200 giovani, è inizio di un percorso di riflessione, che si svilupperà all’interno delle singole Diocesi ma in stretta sinergia, per un rinnovamento della Pastorale Giovanile lombarda. Sono stati proprio i Vescovi lombardi insieme a promuovere questa iniziativa, affidandone la realizzazione a Odielle (Oratori Diocesi Lombarde).

Due realtà che si incontrano ed entrano in relazione: Giovani e Vescovi. Un segno distintivo che caratterizzerà il percorso di avvicinamento e risonanza dell’incontro del 6 novembre. I colori, già immediatamente, permettono di riconoscere due delle sfumature principali di quest’iniziativa: il porpora viola (a richiamare l’abito talare dei Vescovi) e il verde (simbolo di speranza, futuro, crescita, per i giovani). Dal loro dialogo nasce un fiore, con un pistillo costituito da cinque stami, riferiti ai “sentieri” di vita lungo i quali si svilupperà il dialogo. Un fiore che giungerà a maturazione con il frutto di una nuova Pastorale Giovanile.