1

Prima domenica di Messe con il popolo, il Vescovo al Santuario di Caravaggio prepara la festa dell’Apparizione (Foto, Video e Download)

In vista del 588° anniversario dell’Apparizione di Maria a Giannetta, che sarà celebrato solennemente martedì 26 maggio con un fitto calendario di appuntamenti all’insegna della precauzione, il vescovo Antonio Napolioni domenica 24 maggio si è recato presso il Santuario di Santa Maria del Fonte presso Caravaggio e ha qui celebrato la Messa festiva, la prima della “fase 2”, alla presenza di numerosi fedeli distanziati e rispettosi di ogni prescrizione.

L’occasione della solennità dell’Ascensione ha coinciso con l’annuale Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, e ha permesso al Vescovo di riflettere sul valore dei mezzi di comunicazione che mai come in questo periodo hanno permesso di restare connessi anche con la vita pastorale. «Che cosa comunichiamo? – si è chiesto mons. Napolioni – Il bene, la speranza, la verità, la buona notizia? Oppure la comunicazione porta ragioni di ulteriore pessimismo e disperazione?». Aggiungendo poi, in un riferimento al luogo che lo ha accolto: «Noi non siamo fatti per chiuderci, ma per aprirci al cielo, ai fratelli, al dono di Dio. E Maria è esempio di questa apertura fiduciosa e obbediente».

Sempre in chiave di attualizzazione, partendo dalla Parola del giorno, Napolioni ha riflettuto sul tempo dell’attesa, sulle aspettative di liberazione, sulle novità del cambiamento. Come i discepoli, che avevano seguito Cristo nella speranza che fosse venuto a ricostruire il Regno di Israele distrutto dalle invasioni dell’oppressore straniero, dalle deportazioni e dalla diaspora, così anche noi oggi dobbiamo riconoscere che «Gesù non può soddisfare queste aspettative». Cristo è apparso ai discepoli allora ed è con noi ogni giorno per chiederci di vivere il nostro essere testimoni in ogni tempo, di incarnare la sua vicinanza ai poveri in spirito, agli ultimi della società, ai sofferenti. Perché «la gloria di Dio è nella vita umile, caritatevole, fraterna, gioiosa, piena di fede, di bellezza di ogni creatura umana». La gloria di Dio è nel Vangelo delle Beatitudini che in questo periodo storico trova ispirazione in tante famiglie.

«Siamo stati nel dolore, la morte c’è, la malattia è possibile e anche la miseria torna a visitare tante nostre famiglie». Incita ad una reazione attiva, positiva, propositiva il Vescovo. Ha invitato a evitare rancori verso Dio e verso gli uomini, ma a pensare che questa grande crisi sia un’opportunità per vivere il Vangelo fino in fondo, «ricevendo dal Signore la pace e la capacità di spartirla con gli altri, anche se costa».

Proprio come fece Maria, donna nella sua storia, che dopo l’ascensione del Figlio ha partecipato nel silenzio e nell’ombra alla preghiera dei discepoli. Lei, modello della Chiesa povera umile obbediente, conduce noi uomini di questo tempo a seguire il Figlio, senza vane nostalgie di una «perfetta normalità» che non tornerà e che forse non c’è mai stata. «Maria obbediente al Padre e docile allo Spirito ci prende per mano e ci riconsegna alla normalità che Dio prepara ai suoi figli» nella certezza che «non esiste esperienza difficile che non si possa vivere nella fede. Questa è la fonte della nostra gioia».

La celebrazione si è conclusa con la benedizione impartita davanti al Sacro Speco, dopo la preghiera a Santa Maria del Fonte.

Sara Pisani

 

Photogallery della celebrazione

 

 

Le celebrazioni del 26 maggio

Dopo la conclusione della Novena (lunedì 25 maggio Messe alle 6.30, alle 8.30, alle 10 e alle 16, dopo il Rosario delle 17; in serata alle 21 la veglia solenne) a caratterizzare la giornata del 26 maggio sarà un ricco programma celebrativo alla presenza del vescovo Antonio Napolioni, tutto all’esterno, presso l’altare del crocifisso, proprio per agevolare la partecipazione dei fedeli.

«In basilica – spiega il rettore monsignor Amedeo Ferrari – considerate le normative vigenti la capienza è di 200 posti. Il 26 maggio prevediamo un consistente afflusso di fedeli, ecco perché abbiamo previsto che tutti i momenti liturgici si tengano all’esterno, presso l’altare del crocifisso. Questo permetterà la partecipazione di un maggior numero di fedeli, potendo ospitare negli spazi esterni, come previsto dal protocollo Cei–Governo, fino a mille persone».

Ma non sarà l’unica novità. Il simulacro dell’Apparizione sarà portato all’ingresso della basilica, sotto il porticato, in modo che i fedeli non debbano entrare per la preghiera personale.

Proprio in vista del giorno anniversario monsignor Ferrari si è relazionato con il sindaco di Caravaggio Claudio Bolandrini e le forze dell’ordine per approntare un piano organizzativo che prevede il presidio degli accessi (con personale del Santuario e comunale), entrate e uscite separate con percorsi a senso unico in modo che i flussi di fedeli non si incrocino e il divieto di circolare liberamente sul piazzale. Obbligatorio indossare guanti e mascherina a coprire bocca e naso; ci si potrà accomodare solo sulle sedie precedentemente disposte con le necessarie distanze di sicurezza (senza possibilità di spostarle).

Altro cambiamento imposto dalle misure di sicurezza riguarda il sacramento della Penitenza che, non potendo essere celebrato nei confessionali, vedrà i sacerdoti a disposizione dei fedeli in appositi spazi approntati presso il Centro di Spiritualità.

Per quanto riguarda le celebrazioni solenni del 26 maggio le Messe saranno alle 6.30, alle 8.30, alle 10 (presieduta dal vescovo Napolioni) e alle 18.

Nel pomeriggio dalle 14.30 inizierà la recita continuata del Rosario fino alle 16.40 quando si farà memoria dell’Apparizione. Quest’ultimo momento di preghiera (cui seguirà alle 17 il canto dei Vespri presieduti dal vescovo Napolioni) sarà proposto in diretta televisiva su Cremona1 (canale 80 del digitale terrestre) e sui canali web della Diocesi.

 

Scarica e condividi il post della diretta del 26 maggio

 

 

Materiali liturgici per la solennità del 26 maggio
Informazioni in breve sulla solennità di Santa Maria del Fonte, patrona della Diocesi
Approfondimento
Messale    Lezionario    Preghiera universale
Liturgia Ore    Spartiti antifone
Litanie italiano    Litanie latino    Litanie melodia

Melodia delle Lodi

Melodia dei Vespri

 

Visita il sito internet del Santuario di Caravaggio



Sulla soglia del Santuario la Madre va incontro ai suoi figli (FOTO e VIDEO)

La prima celebrazione a carattere diocesano dopo l’emergenza Coronavirus. È nel giardino del Santario di Caravaggio, di fronte alla basilica, che nella mattina di martedì 26 maggio il vescovo Antonio Napolioni ha presieduto la solenne Messa pontificale nella solennità di santa Maria del Fonte, patrona della Diocesi di Cremona insieme a sant’Omobono.

Un primo passo verso un graduale ritorno alla normalità anche per quanto riguarda le celebrazioni. Così, pur nel distanziamento, con indosso le mascherine, la festa nel 588° anniversario dell’Apparizione non è andata deserta.

Accanto a monsignor Napolioni il vescovo emerito mons. Dante Lafranconi e il rettore del Santuario mons. Amedeo Ferrari. Insieme a diversi altri concelebranti, tra collaboratori del Santuario e sacerdoti della zona.

E proprio alla “novità” di questa celebrazione ha guardato il Vescovo nell’omelia: la presenza dell’immagine della Madonna e di Giannetta non dentro, ma «sulla soglia del Santuario».

«Maria, come ogni madre, – ha detto il Vescovo – va incontro ai suoi figli dispersi che vogliono tornare a casa, vivere in pace anche se fanno fatica, soffrono e talvolta si perdono. Ma la Madre non smette di sperare e di attendere: sta sulla soglia del Santuario non per dire: “chiudo, vi controllo”, ma “vi aspetto”».

Un’immagine che monsignor Napolioni ha accostato anche alla fase storica che la Chiesa sta attraversando, chiamata ad affrontare le sfide nuove e inedite sorte con la pandemia. Sfide che – dice citando «un amico vescovo» – suggeriscono un cambiamento pastorale: «Da una pastorale del campanile a una pastorale del campanello. Non aspettando che qualcuno si accorga che c’è Cristo in Chiesa. Ma una Chiesa che va a portare Cristo a chi è già amato da Cristo».

Così – sottolinea – l’immagine della Madonna sulla soglia del Santuario diventa «significativa per una Chiesa che sia accogliente, che sta sulla soglia, non chiusa in se stessa a contarsi i fedeli, ma che si rimette in cammino e che accoglie ogni uomo, “non più straniero o ospite, ma concittadino dei santi”. Non per essere insistenti cacciatori di proseliti, ma come amici, fratelli che ascoltano i bisogni».

«La soglia di ogni casa è benedetta», ha continuato. «Tanti oggi non sono qui perché hanno ancora paura, preferiscono stare ancora un po’ in casa: noi li assicuriamo che Maria è lì, con loro, come il Signore è stato con noi sempre, anche nei momenti più duri».

Ma la soglia è anche quella di ogni vita: «Ogni persona è tempio di Dio e sulla soglia della vita c’è da inchinarsi con infinito rispetto. all’inizio e alla fine, nei momenti di fragilità e di buio. Anche le scelte sociali e politiche sul futuro che ci preoccupa dipendono da questo sguardo sulla vita: soprattutto della vita più fragile. Di ogni vita che non è mai un numero, che non può essere scartata»

«Sulla soglia del Santuario – ha poi aggiunto il vescovo – Maria ci introduce nella pienezza della vita, nel Paradiso. Ci crediamo? Crediamo nelle realtà eterne che danno il giusto peso alle cose di quaggiù e la motivazione per impegnarci di più gli uni per gli altri. Lo Spirito è all’opera perché i cristiani siano testimoni dell’invisibile, della certezza di essere amati che trasforma anche la morte in una soglia di eternità».

«Siamo noi la soglia del Santuario – ha concluso il vescovo – Maria ha fatto la sua parte, appare, manda messaggi, si lascia pregare ma chiede a noi di essere con lei dietro a Gesù testimoni della accoglienza infinita che Dio riserva a chi lo cerca anche nella debolezza e nel peccato. Chiamati ad essere accoglienti, aperti, sorridenti, non per sforzo di volontà, ma perché ciò che abbiamo ricevuto non resti solo per noi. Ma diventi vero nella condivisione».

La celebrazione, vissuta con partecipazione dai fedeli presenti, si è conclusa con l’omeggio a Maria e la preghiera di affidamento, recitata dal Vescovo davanti al simulacro dell’Apparizione che per l’occasione è stata portata all’ingresso della basilica, proprio di rimpetto al giardino del Crocifisso dove è stata celebrata l’Eucaristia.

La benedizione finale, con annessa indulgenza plenaria, ha concluso i momenti liturgici della mattinata, proseguiti nel pomeriggio con la recita incessante del Rosario ad accompagnare al momento di ricordo dell’Apparizione.

Fotogallery della Messa pontificale a Caravaggio

 

 

 

 

Materiali liturgici per la solennità del 26 maggio
Informazioni in breve sulla solennità di Santa Maria del Fonte, patrona della Diocesi
Approfondimento
Messale    Lezionario    Preghiera universale
Liturgia Ore    Spartiti antifone
Litanie italiano    Litanie latino    Litanie melodia

Melodia delle Lodi

Melodia dei Vespri




Il Vescovo a Caravaggio nella Memoria dell’Apparizione: «Maria, come una madre, ci dice: ci sono, non avere paura, sono qui» (VIDEO e FOTO)

«Sono qui, non abbiate paura». Questo il messaggio della Madre che si rinnova ancora oggi, invitando tutti a guardare al figlio Gesù per ritrovare speranza. Così il vescovo Antonio Napolioni nella memoria dell’Apparizione di Maria a Caravaggio.

Un invito rivolto in un 26 maggio insolito al Santuario di S. Maria del Fonte. I volontari della protezione civile agli ingressi a misurare la temperatura corporea. Tutti con indosso la mascherina. La basilica chiusa, così come il Sacro Fonte. Chiusi anche i rubinetti del Santuario. Eppure è stata comunque una giornata di devozione e supplica, all’insegna della festa per la patrona della Diocesi.

Gradualmente in un pomeriggio di sole gli spazi esterni del Santuario hanno iniziato a riempirsi con i fedeli che hanno preso posto negli spazi circostanti l’altare del Crocifisso, dinnanzi all’ingresso della basilica dove è stato posto il gruppo statuario dell’Apparizione. Portato all’esterno proprio per permettere l’afflusso dei fedeli in sicurezza. Tutto predisposto in modo da far rispettare le distanze, secondo le norme per la prevenzione del contagio da Coronavirus.

I ceri accesi in omaggio a Maria e la recita del Rosario hanno accompagnato tutto il pomeriggio. Sino alle 16.30, con l’ultima decina alla presenza anche i vescovi Napolioni e Lafranconi.

Tutto vissuto nel ricordo di quanto qui accadde 588 anni fa. Un evento straordinario che è stato ricordato nel racconto dell’Apparizione che la tradizione ha tramandato e che ha accompagnato sino alle 17 quando, dopo l’attesa orante nel silenzio, il suono festoso delle camapane e dell’organo hanno ricordato il prodigioso evento accaduto a Giannetta.

Un ricordo che ha assunto il sapore della gratitudine a Dio, della consolazione e della conversione, con l’acqua viva dello Spirito per il corpo della sua Chiesa. Per questo a caratterizzare questo momento è stata come sempre l’aspersione dei fedeli. Il vescovo Antonio Napolioni attorno all’altare, il prorettore don Cesare Nisoli e il collaboratore del Santuario don Tonino Bini negli altri spazi del Santuario che, nonostante la situazione contingente e il giorno infrasettimanale, all’ora dell’Apparizione ha visto convenire molti fedeli, dal circondario così come da altre parti della diocesi e dalle varie parti della regione.

Un momento atteso che, però, non tutti hanno potuto vivere in quanto prima dell’aspersione il numero delle presenze all’interno del Santuario ha raggiunto il limite consentito e i canelli sono stati chiusi, contingentando gli ingressi man mano che qualcuno lasciava il luogo.

Alla Memoria dell’Apparizione ha fatto seguito il canto del Vespro nel quale il Vescovo per la sua omelia ha voluto riflettere proprio sul silenzio con cui è stata vissuta l’attesa, silenzio che è «grembo della manifestazione dell’amore di Dio nella storia umana».

Motivo di speranza perché «l’Apparizione rende possibile la speranza». Perché, come ogni mamma, dà fiducia ai figli, senza soffocarli con la propria presenza, pronta a lasciarli affrontare l’avventura della libertà.

Uno sguardo di madre che è sempre garantito a distanza, discreto, fedele, sempre necessario e prezioso. In questo senso è sono da leggere le Apparizioni, «in quei momenti difficili in cui i figli cadono, si fanno male, si perdono e invocano» una mamma che arriva semplicemente per dire: «Ci sono, non avere paura, sono qui». «Credo che il messaggio essenziale – ha detto il Vescovo – sia questo “sono qui, non abbiate paura” con il solo fatto di esserci, anche dal Cielo». E da lì «ci dà pace, ci indica la strada, ci rimette in carreggiata, ci restituisce la speranza, perché ci insegna a guardare al Figlio Gesù».

Da ultimo il Vescovo ha invitato tutti i presenti a gridare: «Vieni Signore Gesù». «Vieni presto – ha affermato – non solo a liberarci dai mali di questo momento, non solo a ridarci giorni sereni, ma a essere tu la nostra vita, quella che nel profondo del cuore desideriamo, quella che Maria ha regalato al mondo». «Percé noi abbiamo bisogno – ha concluso – di orientare la nostra vita al suo ritorno, alla sua presenza, alla sua fedeltà, alla sua grazia».

 

Photogallery del pomeriggio al Santuario

 

 

Sulla soglia del Santuario la Madre va incontro ai suoi figli (FOTO e VIDEO)




Il maggio silenzioso di Caravaggio: cancellati ben 170 pellegrinaggi

Primavera senza pellegrinaggi, per via del coronavirus, per il santuario di Santa Maria del Fonte presso Caravaggio, abituato, in condizioni di normalità, a ricevere decine di migliaia di pellegrini fra aprile, maggio e giugno. Così, nel giorno stesso in cui avrebbero dovuto effettuare il rispettivo pellegrinaggio, il rettore monsignor Amedeo Ferrari e gli altri sacerdoti del santuario ricordano le parrocchie e i gruppi nel Rosario delle 17, che viene celebrato quotidianamente allo speco della Madonna.

«Erano previsti – spiega monsignor Ferrari – 25 pellegrinaggi in aprile, 109 in maggio e 39 in giugno, con parrocchie, gruppi spirituali e gruppi con malati, provenienti dalle zone di Milano, di Como e del Cremasco, ma anche dal Veneto e dal Piemonte. Difficile quantificare il numero di persone, ma bisogna considerare che alcuni gruppi sono formati anche da 200 persone, mentre le parrocchie vanno dai 50 ai 500/600 fedeli. Nel darci disdetta tutti quanti si sono detti dispiaciuti e lo hanno fatto nella speranza di poterci rivedere presto. Li aspettiamo, nel caso qualcuno di loro voglia recuperare più avanti il pellegrinaggio, se le condizioni lo permetteranno».

La devozione alla Madonna è radicata e il ricordo quotidiano che i sacerdoti fanno dei pellegrini nel Rosario delle 17 diventa un collegamento vero fra loro e il Santuario, nella preghiera. «È uno scambio reciproco – spiega il rettore – noi diventiamo un punto di riferimento per la loro devozione a Maria e i pellegrini, da casa, pregano per noi. In questo senso diventiamo una comunità d’intercessione e anche in questo tempo così difficile ci sentiamo valorizzati e considerati».

Fra quelle costrette a cancellare l’annuale pellegrinaggio a Santa Maria del Fonte ci sono le parrocchie dei paesi limitrofi al santuario. Caravaggio, Masano e Vidalengo il lunedì dell’Angelo hanno ovviato celebrando, con solo i rispettivi parroci, la messa in Santuario delle 10.15, presente il sindaco di Caravaggio Claudio Bolandrini.

La stessa cosa ha fatto Vailate, che ha il pellegrinaggio più sentito, con tanto di rievocazione storica da parte di una trentina di figuranti in costume d’epoca e paese interamente o quasi mobilitato il secondo lunedì dopo Pasqua: l’Amministrazione comunale ha proposto di recuperarlo un sabato di settembre oppure di ottobre, ma non sarà semplice.

Anche la parrocchia di Calvenzano la domenica “In albis” avrebbe dovuto effettuare il proprio pellegrinaggio: in rappresentanza della comunità il sindaco Fabio Ferla e il parroco don Franco Sudati si sono recati a piedi al santuario e lì hanno pregato affidando i loro concittadini a Maria e ricordando in particolare i defunti di quest’ultimo periodo.

Nulla da fare neanche per Misano (saltata anche la tradizione dell’innalzamento della pianta dei neo-diciottenni, alla vigilia del pellegrinaggio), per Arzago e per Mozzanica, né per Casirate che avrebbe avuto il proprio pellegrinaggio il 25 aprile, giorno della festa patronale di San Marco.

Luca Mestri

Il 1° maggio a Caravaggio l’atto di affidamento dell’Italia a Maria: video messaggio del card. Bassetti

Verso il mese di Maggio, le Messe della domenica dai santuari mariani