1

Il 28 settembre a Trigolo serata nel ricordo del beato Arsenio

Per tener vivo il dono della beatificazione del cappuccino cremonese padre Arsenio da Trigolo, celebrata il 7 ottobre 2017 nel Duomo di Milano, la comunità parrocchiale di Trigolo (suo paese natale), insieme all’Istituto delle Suore di Maria Consolatrice (da lui fondato) e ai frati Minori Cappuccini, organizzato per la serata di venerdì 28 settembre a Trigolo (ore 20.30) un momento di riflessione e di preghiera itinerante che sarà presieduto dal vescovo Antonio Napolioni.

La celebrazione avrà un carattere itinerante e si snoderà dal Santuario di S. Maria delle Grazie, facendo tappa nel cortile della casa delle Figlie di S. Angela Merici, sino ad arrivare nella chiesa parrocchiale, dove la serata si concluderà con la riflessione del Vescovo, l’adorazione eucaristica e la benedizione.

Nell’occasione sentiremo soprattutto la parola del Beato Arsenio, tratta dai suoi Scritti.

Sarà un momento durante il quale chiedere al Signore di concedere, attraverso l’intercessione del beato Arsenio, annunciatore della pace “nel cuore, nelle famiglie e nella società”, il dono della pace. Filo conduttore della riflessioni saranno alcuni scritti del cappuccino originario di Trigolo.




La Congregazione fondata dal cappuccino originario di Trigolo

La Congregazione delle Suore di Maria Consolatrice contano oggi 250 religiose in Italia e una ventina in Africa. Operano in ambito educativo in tante scuole e case di accoglienza.

A Milano, in via Melchiorre Gioia 51, oltre alla casa madre, le scuole contano circa 1.100 studenti tra nido, infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado con il liceo scientifico, linguistico, scienze umane e Itc amministrativo-finanziario. In un’altra ala le suore gestiscono una casa per accogliere 36 lavoratrici.

In viale Corsica 78 invece c’è un pensionato universitario di 80 posti letto che ospita soprattutto ragazze che dalle regioni del Sud vengono a studiare a Milano. Sempre in viale Corsica, ma questa volta al numero 82, è attivo un Centro di accoglienza neuropsichiatrico e di psicoterapia, accreditato da Regione Lombardia e denominato “Dosso verde” per i bambini autistici, in cui c’è un Day hospital specialistico e attività ambulatoriale gestito dalle suore e da personale specializzato. Una struttura simile di maggiori dimensioni c’è anche a Pavia ed è collegata alla neuropsichiatria infantile dell’università attraverso il professor Giovanni Lanzi. Oltre al Day hospital specialistico e agli ambulatori, la struttura dispone di un internato per 15 bambini autistici.

A Milano ci sono altre due scuole di infanzia e primarie denominate “Maria Consolatrice”: la prima (via Ampezzo 8) è gestita da diversi anni da un gruppo di genitori; la seconda (viale Corsica 82) dalla Cooperativa Impegno Educativo. Infine in via Tullo Morgagni 15 c’è una casa di accoglienza delle suore missionarie utilizzata per la formazione delle giovani: si tratta di una villetta nel quartiere Maggiolina.

Nella Diocesi ambrosiana le suore sono presenti anche a Verghera di Samarate dove gestiscono una scuola materna e svolgono attività pastorali. A Leggiuno invece vivono un centinaio di religiose ammalate e anziane, anche se al momento la Regione ha accreditato solo per 16 posti in residenza leggera.

In Toscana ci sono quattro comunità di scuole materne e una di suore anziane: a Pergine Valdarno e a Ponte a Poppi (Arezzo), a San Casciano Val di Pesa nel Casentino (Firenze) e a Mirteto (Massa Carrara).

A Torino esiste una comunità educativa molto importante, mentre a Roma, oltre alla Casa generalizia, c’è un piccolo centro di accoglienza per ragazze madri vittime di tratta. Fiore all’occhiello è anche la Casa di spiritualità di Santa Severa, vicino a Roma, per corsi di esercizi e ritiri guidati dall’équipe del Centro Aletti diretto da padre Marko Rupnik.

Le suore di Maria Consolatrice hanno superato i confini italiani con missioni in Costa d’Avorio – dove ci sono sei comunità, di cui quattro in piena foresta – mentre in Burkina Faso sono tre. L’ultima comunità è quella in Brasile, attivata con i Padri dell’Immacolata Concezione.




Intervista alla vicepostulatrice della sua Causa di beatificazione

Ormai prossimi alla beatificazione del padre cappuccino cremonese fondatore della Congregazione religiosa di Maria Consolatrice, abbiamo posto alcune domande alla vicepostulatrice della sua Causa di beatificazione.

Suor Adrianilde, ci dà qualche dato sulla vostra Congregazione?

«La Congregazione Maria Consolatrice è nata a Torino, città della Consolata. Siamo presenti in diverse località italiane, in Africa e in Brasile. Operiamo nelle scuole, nelle parrocchie e in alcune case di riposo; viene riservata una particolare attenzione alle varie forme di handicap. Complessivamente siamo 300 religiose; quelle anziane o ammalate si dedicano alle preghiera per sostenere chi è ancora sulla breccia».

Qual è l’intuizione spirituale di Padre Arsenio che resta viva e attuale oggi nella Chiesa e nella vostra congregazione religiosa?

«Ogni opera di misericordia ha rappresentato per padre Arsenio un obiettivo da perseguire. Questa intuizione spirituale ci porta ancora oggi a rispondere con “carità operativa” alle nuove esigenze apostoliche a cui la Chiesa ci chiede di aprirci».

Quali sono stati i passaggi storici fino alla beatificazione del Fondatore?

«Il miracolo strepitoso, avvenuto nel 1947 per sua intercessione, la guarigione istantanea di una giovane Suora ormai in fin di vita, ha cominciato a porre degli interrogativi sul Fondatore. Nello stesso tempo, qualcuno aveva già iniziato a raccogliere documenti e testimonianze. A poco a poco si è fatta strada la convinzione della sua santità, impostata soprattutto sull’ accettazione silenziosa e serena delle ingiustizie e delle calunnie di cui fu fatto oggetto. La documentazione raccolta con sistematicità dalle Suore, dai padri Cappuccini e dall’ ultimo suo biografo, il gesuita p. Lessi, ci hanno portato all’immensa gioia della sua Beatificazione».

Cosa personalmente l’ha colpita di questa figura di francescano, al punto da decidere di seguire la sua ispirazione e di impegnare la vita per il Vangelo?

«È stata la presenza e la testimonianza delle sue Suore che ho incontrato fin dalla prima infanzia: erano gioiose, sempre serene e pronte ad intervenire per qualunque bisogno. Appena ho avuto la consapevolezza di quello che volevo realizzare nella mia vita, mi sono detta con determinazione: “Voglio fare come loro!”. Incarnavano nella vita quello che padre Arsenio aveva loro trasmesso; credo sia questo il segreto della “sequela Christi”».

Un libro che racconti Padre Arsenio da suggerire ai nostri lettori?

«Per una lettura semplice, ma avvincente: “Padre Arsenio da Trigolo” di Silvianita Galimberti, Edizioni Velar. Per una lettura più approfondita e documentata: “Dio volle, fece e vinse” di Mario Lessi Ariosto, Edizioni ADP».




Un musical su padre Arsenio

La figura del servo di Dio padre Arsenio da Trigolo è al centro di uno spettacolo musicale, dal titolo “Servo di Dio, servo del mondo. Padre Aresenio da Trigolo, il Musical”, proposto dal gruppo teatrale “La Cometa” dell’oratorio di Annicco (paese vicino a Trigolo, luogo natale di padre Arsenio) su un’idea dell’Istituto di Maria Consolatrice di Milano. Un modo per far conoscere questo religioso cremonese, raccontare la sua vita e diffondere il suo messaggio di misericordia, umiltà e obbedienza.

Un prodotto artistico nato dalla fantasia di Marialuisa Bignardi e Mario Pedrinazzi, registi della compagnia, che hanno steso i testi dei dialoghi e delle canzoni. Per la parte musicale la compagnia si è avvalsa dell’indispensabile collaborazione di un musicista professionista come Michele Lombardi.

Le coreografie sono state affidate a Francesco Lo Cascio e Chiara Faviana che, attraverso l’espressività delle danze, hanno animato gli episodi della vita di padre Arsenio; le scenografie a Giulia Cardia e Davinia Contardi che hanno disegnato i fondali che consentono di immergersi nelle vicissitudini, nei luoghi e negli ambienti della vita del Servo di Dio.

A Massimo Guindani e Giovanni Stefanoni il compito di lavorare di martello, chiodi, cacciaviti e pialla: sono stati definiti “gli operai” di padre Arsenio, nel segno del servizio gratuito.

La creazione dei costumi di scena è stata affidata alla grande abilità sartoriale di suor Venanzia, Angela Cremona, Romina Taglietti, Cinzia Pagliari. I personaggi di oggi e di allora hanno preso vita permettendo allo spettatore di tuffarsi con il cuore, gli occhi e la mente nella vita del sacerdote cremonese e delle “sue” suore.

La compagnia teatrale “La Cometa” è una compagnia amatoriale, quasi familiare, nata dall’esperienza religiosa e di catechesi svolta all’interno dell’oratorio Piergiorgio Frassati di Annicco, con la preziosa spinta iniziale data dal diacono permanente Raffaele Ferri. È composta da intere famiglie, bambini, ragazzi e genitori che con entusiasmo cercano di trasmettere la fede attraverso uno strumento alternativo, come il teatro e la musica.

   Cast dello spettacolo

 

Il musical su padre Arsenio raccontato nel “Giorno del Signore”

 

 




Il miracolo che ha portato alla beatificazione di padre Arsenio

Giovedì 21 gennaio 2016 Papa Francesco ha ricevuto in udienza privata il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso dell’udienza il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione a promulgare alcuni decreti, tra i quali quello riguardante il riconoscimento delle virtù eroiche del servo di Dio Arsenio da Trigolo (al secolo Giuseppe Migliavacca), sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, fondatore della Congregazione delle Suore di Maria Santissima Consolatrice, nato il 13 giugno 1849 a Trigolo e morto il 10 dicembre 1909 a Bergamo.

Inoltre, nel pomeriggio di venerdì 20 gennaio 2017, ricevendo in udienza il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il Pontefice ha autorizzato la Congregazione a promulgare i decreti riguardanti otto servi di Dio, e tra questi il cremonese padre Arsenio da Trigolo. Un ulteriore passo verso la beatificazione di questo uomo di Dio che visse tante situazioni travagliate.

Il miracolo preso in esame per la causa di beatificazione è avvenuto il 17 ottobre 1946 in un convento di Voghera dove suor Maria Consolatrice (al secolo Ausilia Ferraro) fu portata nella cappella dove era esposto il Santissimo. Proprio durante l’adorazione una religiosa invitò i presenti a chiedere l’intercessione di padre Arsenio per la guarigione della consorella che, dopo la benedizione eucaristica, si alzò sentendosi guarita. Suor Maria Consolatrici morì molti anni dopo, di vecchiaia. Il 25 febbraio 2016 il congresso dei medici della Congregazione delle Cause dei Santi ha espresso parere favorevole circa l’inspiegabilità scientifica della guarigione.

 




A Trigolo in cammino con padre Arsenio

Nel mese di settembre a Trigolo, nell’ambito della festa dell’oratorio, sono stati diversi i momenti organizzati volgendo l’attenzione al celebre concittadino padre Arsenio, per preparare la cui beatificazione dal 2 al 6 settembre la figura del nuovo beato è stata al centro delle Messe feriali.

Un altra importante occasione è stata, nella serata di venerdì 29 settembre, l’iniziativa “In cammino con Padre Arsenio”: percorso di fede che ha preso le mosse dal Santuario della Madonna delle Grazie di Trigolo, posto proprio di fronte alla casa natale di Padre Arsenio, che in questa chiesetta, edificata nel 1749 per conservarvi un antico affresco miracoloso della Vergine Santissima, veniva ogni giorno da bambino a pregare.

Successivamente, seguendo il percorso pedonale che da sempre unisce il santuarietto al centro del paese, e che il giovane Giuseppe Antonio Migliavacca percorreva per recarsi a scuola e in chiesa parrocchiale, si sono effettuate cinque tappe.

Ad animare il percorso sono stati i gruppi di iniziazione cristiana della parrocchia che, con l’ausilio del coro parrocchiale e di un gruppo strumentale, hanno eseguito canti intervallati dalla lettura di testimonianze della vita di padre Arsenio.

 

Non è mancata una sosta nel cortile della casa delle Figlie di S. Angela Merici (che operano ininterrottamente a Trigolo sin dal 1863) per raggiungere poi la chiesa parrocchiale, con una prima tappa presso il fonte battesimale dove Giuseppe fu battezzato, e poi all’altare maggiore dove fu chierichetto.

Numerosissima è stata la presenza dei fedeli e in modio particolare delle giovani famiglie che hanno partecipato con il canto ai vari momenti della veglia.

 

La serata raccontata nel servizio del Giorno del Signore

 

 




Chi è padre Arseio da Trigolo

Il Servo di Dio Arsenio da Trigolo nacque nell’omonimo paese della provincia di Cremona il 13 giugno 1849. Entrato nel Seminario di Cremona, per la bontà e la capacità oratoria, fu mandato anzitempo in una parrocchia dovendo così dividersi tra studio e impegno pastorale. Il 21 marzo 1874 ricevette l’ordinazione sacerdotale dal vescovo Geremia Bonomelli e fu mandato come coadiutore del parroco a Paderno Ponchielli e poi a Cassano d’Adda, dove incontrò la giovane Pasqualina Giuseppina Fumagalli.

Per il suo desiderio di dedicarsi completamente a Dio, decise di diventare religioso, facendo domanda per entrare nella Compagnia di Gesù. Il Vescovo Geremia Bonomelli accolse la sua richiesta a malincuore. Il 14 dicembre 1874 il Servo di Dio iniziava a Les Alleux (Francia) il suo noviziato, emettendo la Prima Professione religiosa nel 1877.

La Professione solenne fu emessa a Venezia l’anno successivo come coadiutore spirituale (operarius). Nel suo servizio apostolico fu stimato da tutti, specialmente dalle comunità religiose femminili che lo avevano come direttore di esercizi spirituali e come accompagnatore nella vita interiore.

In questi anni di grande impegno spirituale incontrò nuovamente la Fumagalli che era stata dimessa dalle Suore di Notre Dame du Bon Secours e aveva fondato un Istituto religioso, chiamato della Consolata, aprendo case a Torino e Milano.

Dopo alcune traversie, a 53 anni, il 21 giugno 1902, dopo aver ottenuto il voto favorevole delle Curie di Milano, di Cremona, di Torino e del Provinciale dei Gesuiti, iniziava, con il nuovo nome di fra Arsenio da Trigolo, il periodo di noviziato dai Frati Minori Cappuccini della Provincia di Milano. Al termine del noviziato, emessi i voti temporanei, fu inviato a Bergamo per guidare nello spirito i giovani studenti cappuccini. Fu quindi trasferito per qualche tempo a Lovere, nella Bergamasca. Trascorse gli ultimi tre anni nel ministero pastorale e curando il Terz’Ordine. Il Vescovo di Bergamo, mons. Giacomo Radini Tedeschi, spesso lo chiamava per consigli.

Nel 1909 il Servo di Dio incominciò ad avere problemi di salute. Trasferito nell’Infermeria provinciale di Bergamo, nella notte del 10 dicembre 1909, morì per aneurisma cardiaco.

Il suo funerale, celebrato nella semplicità propria dei Cappuccini, vide un’imponente partecipazione di popolo che testimoniava rendendo evidente il bene seminato come sacerdote. Sepolto nel cimitero di Bergamo, i suoi resti mortali furono traslati nel 1940 al cimitero di Cepino Imagna (BG) e successivamente, il 13 ottobre 1953, nella Cappella della Casa Madre delle Suore di Maria SS. Consolatrice a Milano.




Padre Arsenio da Trigolo è beato

Uomo di straordinaria umiltà, bontà, carità e nascondimento. Potrebbe essere questa la cifra sintetica della figura e della tribolata esistenza di padre Arsenio da Trigolo, proclamato beato la mattinata di sabato 7 ottobre nel Duomo di Milano davanti a tanta gente, tra cui la quasi totalità delle Suore di Maria Consolatrice, la congregazione da lui fondata, e moltissimi studenti ed ex alunni delle loro scuole, provenienti anche dall’estero.

Il Rito è stato presieduto dal cardinale Angelo Amato, rappresentante di Papa Francesco e prefetto della congregazione delle Cause dei Santi. A concelebrare una quindicina di Vescovi, e tra di loro naturalmente, oltre al nuovo arcivescovo di Milano Mario Delpini, c’erano il vescovo di Cremona Antonio Napolioni insieme all’emerito Dante Lafranconi.

Folta anche la rappresentanza giunta di Trigolo, con il parroco don Vilmo Realini. Presenti anche alcuni altri sacerdoti cremonesi con i diaconi permanenti Raffaele Ferri (proprio di Trigolo) e Angelo Papa che hanno servito all’altare come assistenti del card. Amato.

Non mancano poi i frati Minori, con alcuni vescovi Cappuccini, il nunzio in Niger e Burkina Faso (nazione dove è presente la Congregazione) Piergiorgio Bertoldi, il superiore generale dei Cappuccini padre Mauro Jöhri e il provinciale italiano padre Sergio Pesenti, il postulatore della Causa don Carlo Calloni e decine di altri sacerdoti e frati.

Nelle prime file la superiora generale delle Suore di Maria Consolatrice, suor Silvianita Galimberti, alcune Provinciali (ad esempio del Brasile), accanto a diversi sindaci, tra cui quello di Trigolo, Christian Sacchetti.

In apertura di celebrazione, il responsabile dell’arcidiocesi di Milano per le Cause dei Santi, mons. Ennio Apeciti, ha presentato i cenni biografici di padre Arsenio, rivolgendosi al cardinale Amato che, in latino, ha pronunciato la formula di beatificazione. Mentre è stato scoperto, tra gli applausi, lo stendardo con l’immagine di padre Arsenio, è stato eseguito l’Inno del Beato. A cantarlo 40 elementi del coro della compagnia teatrale “La Cometa” di Annicco, protagonisti di un musical su padre Arsenio. Nel frattempo sono state portate all’altare maggiore le sue reliquie, conservate in un artistico reliquiario a forma di stola che, realizzato da Mark Ivan Rupnik, evoca il prediletto Ministero di confessore del Cappuccino.

Uomo e sacerdote dalla vita non semplice – il suo vero nome era Giuseppe Migliavacca, nato il 13 giugno 1849 e morto il 10 dicembre 1909 –, prete nel 1874, per 15 anni Gesuita, costretto nel 1892 a uscire dalla Compagnia per accuse false e infamanti, dal 1902 Cappuccino, fondatore di una Congregazione femminile, accolta, nel 1892, dal cardinal Ferrari a Milano. Per la precisione in via Melchiorre Gioia, dove ancora oggi si trova l’Istituto paritario delle Suore di Maria Consolatrice, allora luogo, alla periferia della città, segnato da estreme povertà e degrado. Da lì l’irradiazione della Congregazione in Italia, Cina, Libia, poi, in Costa d’Avorio, Burkina Faso, Brasile, Ecquador e, ultimamente, in Angola.

Tutti passi che il card. Amato ha richiamato nell’omelia, ricordando che già «Suor Maddalena Defendi, superiora della Congregazione alla morte del Padre, disse: “Egli era veramente un Santo, la perfezione in persona”». «Padre Arsenio – ha quindi ricordato – era un sacerdote fiero della sua vocazione e del suo apostolato di bene. Egli seppe mantenere sempre viva la tensione alla santificazione propria e altrui. Amava la preghiera, il sacrificio, il lavoro. Era un apprezzato maestro di vita spirituale e un esperto confessore, aveva una cultura non comune».

Colui che, già nel 1876, si riproponeva di «non tralasciare tutte le occasioni che Cristo mi dà per farmi santo», fu, insomma, un esempio seppure da molti, persino confratelli, non prediletto.

«Le virtù dell’umiltà e della carità sono le colonne portanti della sua spiritualità. Fu lui – ha sottolineato Amato – il primo a viverle. Diceva: “L’umiltà ci fa amare i rifiuti, i disprezzi, e tollerare pazientemente le contrarietà”. Ripeteva spesso: “Siate umili, non temete di abbassarvi”».

Poi, altre preziose virtù come l’obbedienza, la carità oblativa, sacrificata, misericordiosa, accogliente e cordiale che si presentava con amabilità, benignità e comprensione.

Se un testimone dell’epoca ebbe a scrivere che padre Arsenio era «affabilissimo nelle conversazioni e pareva la mansuetudine personificata», il suo comportamento «di fronte a sgarbi e scortesie, cui rispondeva sempre con un sorriso indulgente, fu notoriamente testimoniato anche dalle sue figlie spirituali per cui ebbe un atteggiamento di grande carità e benignità».

Da qui, la conclusione del rappresentante del Papa: «Il dossier della sua vita è pieno di episodi concreti di bontà e consolazione. La Grazia di Dio trasformò il nostro Beato fino a renderlo eroico discepolo di Gesù. Oggi egli chiama tutti noi all’imitazione del suo esempio. Invita soprattutto le sue figlie spirituali alla fedeltà alla loro vocazione e apostolato tra i bisognosi. La Beatificazione del fondatore è un’ulteriore conferma della validità del loro carisma che vede nella carità operativa, la più alta manifestazione della carità apostolica».

Al termine della Messa ha preso la parola l’arcivescovo di Milano che, raccontando di aver conosciuto la figura di padre Arsenio a un corso di esercizi spirituali a Leggiuno grazie a un libro trovato sul comodino, ha poi affermato: «Voglio ringraziare tutti a nome del Beato e penso che ciascuno di noi abbia bisogno di un momento di raccoglimento e di meditazione per rendersi conto di quale Grazia abbiamo ricevuto in questa giornata. Egli fece sempre il bene nel nascondimento e ritengo che oggi stia facendo qualche Grazia nascosta. Impariamo a essergli grati e a configurare la nostra vita alle sue virtù, facendo in modo di avene frutto».

 

Photogallery

 

Locandina della beatificazione

 

La veglia prima della beatificazione

Alla vigilia della beatificazione di padre Arsenio, nella serata di venerdì 6 ottobre, il vescovo Antonio Napolioni ha presieduto la veglia di preghiera nella chiesa della casa madre dell’Istituto delle Suore di Maria Consolatrice di Milano, dove sono conservate le spoglie del padre fondatore.

 

 

 

Per approfondire: