1

«Avere il Paradiso in casa», a S. Sigismondo le monache domenicane in preghiera attorno all’urna con le reliquie dei santi

In preparazione alla Dedicazione della Cattedrale, nel pomeriggio di giovedì 3 novembre alle 17.30 nel salone degli Alabardieri di Palazzo Comunale avrà luogo la presentazione pubblica alla cittadinanza dell’adeguamento liturgico della Cattedrale, seguita due giorni dopo, nel pomeriggio di sabato 5 ottobre alle 17, in Battistero, dal canto dei Primi Vespri con la preghiera intorno alle reliquie dei santi e dei beati che saranno poste nel sepolcreto ricavato al di sotto della mensa durante il rito della Dedicazione dell’altare della Cattedrale.

Un momento particolare in cui la Chiesa cremonese potrà pregare sulle spoglie dei santi espressione della devozione e della spiritualità del nostro territorio. Una preghiera già iniziata nei giorni scorsi nel monastero di San Sigismondo dove le monache domenicane hanno custodito la preziosa urna, accompagnandola con una novena di preghiera.

In questi giorni infatti  l’urna contenente le reliquie di S. Imerio, S. Facio, S. Paola Elisabetta Cerioli, S. Vincenzo Grossi, S. Francesco Spinelli, S. Antonio Maria Zaccaria e dei Beati Enrico Rebuschini e Arsenio da Trigolo è in sosta presso il monastero di clausura in attesa di essere collocata, domenica prossima, nel nuovo altare della Cattedrale.

«Noi monache di clausura sentiamo questa sosta come un privilegio che ci fa amare ancor più la nostra vocazione – spiega la Madre Priora Caterina Aliani -. Domenica prossima noi non saremo presenti in cattedrale, la clausura, infatti, anche nelle normative più recenti emanate da Papa Francesco, esclude la partecipazione fisica a eventi importanti della comunità ecclesiale. La esclude per favorire una più intensa comunione spirituale, invisibile ma reale, in cui crediamo fortemente e che in questo caso ci è dato quasi di toccare con mano. Ci sentiamo membra vive della Diocesi e la dedicazione del nuovo altare non ci lascia indifferenti. A quell’altare della Cattedrale, centro della Chiesa locale, sul quale viene offerto il sacrificio eucaristico noi ci uniamo quotidianamente con la nostra assidua preghiera di lode».

Una preghiera che ha portato e porta nel monastero un gioioso senso di vicinanza con la Cattedrale e con tutta la diocesi: «Avere tra noi le reliquie di alcuni santi cremonesi proprio in questi giorni in cui abbiamo celebrato la festa di tutti i santi e commemorato i defunti è stato un po’ come “avere il Paradiso in casa”: li preghiamo, li onoriamo, ci sentiamo fortificate e protette dalla loro intercessione, la loro vita è per noi esempio nel nostro cammino di santità. Comunitariamente stiamo facendo anche una novena che termineremo proprio sabato, alla vigilia dell’evento».

«Si realizza per noi in questi giorni – prosegue Madre Caterina – un’occasione di grande privilegio per rinsaldare e rendere più consapevole il nostro inserimento in Diocesi. Quindici anni or sono, proprio partendo dalla Cattedrale, è iniziata la nostra presenza a Cremona. Celebravamo allora due giubilei concomitanti: il IX centenario del Duomo e l’VIII centenario di fondazione delle Monache Domenicane. Da allora i cremonesi hanno percepito la nostra presenza silenziosa come una presenza vitale. In tanti ci manifestano stima e affetto. La nostra preghiera quotidiana dà voce alle loro intenzioni di supplica e di lode e si innalza come rendimento di grazie a nome di tutti».

Alla Dedicazione del nuovo altare e all’adeguamento liturgico della nostra Cattedrale le suore domenicane di San Sigismondo si sono preparate con una catechesi tenuta dal Cappellano don Daniele Piazzi, personalmente coinvolto ai lavori in corso quale responsabile dell’Ufficio Liturgico Diocesano, che ha descritto l’iter del progetto e i vari passaggi del rito spiegando alle suore i significati simbolici dei segni liturgici che verranno utilizzati durante la celebrazione. Al termine della conferenza don Piazzi ha firmato con la Madre Priora il verbale della deposizione delle reliquie nell’urna di ottone satinato e argentato, e ha sigillato l’urna con un nastro rosso e con il sigillo di mons. Antonio Napolioni.

Questo il testo del verbale di deposizione delle reliquie nell’urna firmato da don Daniele Piazzi in qualità di e responsabile dell’Ufficio di Pastorale Liturgica e Custode delle Reliquie e come teste dalla reverenda Madre Priora M. Caterina Aliani:

Oggi domenica 30 ottobre 2022 alle ore 16 nella sala capitolare del Monastero domenicano «S. Giuseppe» in Cremona, presso S. Sigismondo, ho deposto le reliquie nell’urna costruita per la dedicazione del nuovo altare della Chiesa Cattedrale di Cremona. Vi ho inserito:

• il cranio di S. Imerio, finora depositato nella cappella delle reliquie, e con autentica del 23 giugno 1927 contrassegnata con il n. 11 nella raccolta delle autentiche della sagrestia capitolare. Togliendo dalla reliquia l’imbottitura di bambagia, ho ritrovato, nascosto all’interno del cranio, un biglietto manoscritto con l’annotazione: «Pro-memoria. 20 Ottobre 1884. Riposto e fermato di nuovo nella presente teca dal sottoscritto cerimoniere e custode delle Ss. Reliquie. Protector noster, adjuva me. Sac. Pandolfi Georgius».
Ho collocato il cranio di S. Facio, anch’esso finora depositato nella cappella delle reliquie, e con autentica del 23 giugno 1927 contrassegnata con il n. 8 nella citata raccolta.

Vi ho anche deposto le seguenti reliquie, donate alla Cattedrale da diverse Congregazioni in occasione della beatificazione o della canonizzazione dei loro Fondatorie non inventariate:
Santa Paola Elisabetta Cerioli (ex ossibus)
San Vincenzo Grossi (ex ossibus)
San Francesco Spinelli (ex ossibus)
Beato Enrico Rebuschini (ex ossibus)
Beato Arsenio da Trigolo (Migliavacca) (ex veste?)
Le suddette reliquie sono conservate in piccole scatole tras
parenti in plexiglass con incisi i nomi dei rispettivi santi o beati e legate con nastro rosso e il sigillo di mons. Antonio Napolioni. L’urna è di ottone satinato e argentato, ha la forma di piccolo sarcofago e misura cm 45 in lunghezza, cm 26 di larghezza e cm 30 in altezza. È legata da due nastri rossi recanti il sigillo di mons. Antonio Napolioni.

L’urna è di ottone satinato e argentato, ha la forma di piccolo sarcofago e misura cm 45 in lunghezza, cm 26 di larghezza e cm 30 in altezza. È legata da due nastri rossi recanti il sigillo di mons. Antonio Napolioni. Sull’urna sono incisi gli stemmi del Santo Padre Francesco, del Vescovo di Cremona, la data MMXXII e l’iscrizione: «UNA CUM HOMOBONO ET ANTONIO MARIA IN CONFESSIONE QUIESCENTIBUS HYMERII FACII PAULA ELISABETHA C. ARSENII M. FRANCISCE S. VINCENTII G. HENRICE R. PRO CREMONENSIUM ECCLESIA ORATE AD DOMINUM DEUM NOSTRUM».



Domenica 6 novembre, durante la celebrazione, dopo il canto delle litanie dei santi, nel sepolcreto ricavato al di sotto della mensa, sarà deposta l’urna con le reliquie dei santi e beati cremonesi, dediti all’educazione e alla carità. La capsella che contiene le reliquie e che sarà deposta sotto l’altare è stata disegnata da don Gianluca Gaiardi che ha tratto ispirazione dall’arca di pietra che nella cripta del Duomo custodisce le reliquie dei santi Imerio e Archelao. Si tratta di un’urna di ottone argentato, realizzata dal laboratorio di arredi sacri Albrizzi di Vidigulfo (Pavia), delle dimensioni di 45x26x30 cm. Sul frontale dell’urna lo stemma di Papa Francesco, del vescovo Antonio Napolioni e la cifra MMXXII datano il rito di dedicazione e della deposizione dell’urna.

Nell’urna, insieme alle reliquie, è inserito anche l’atto di dedicazione per datare l’altare e attestarne la dedicazione per le generazioni future. Sulla pergamena, realizzata da monsignor Pietro Bonometti, maestro d’arte e canonico del Capitolo della Cattedrale, è scritto un testo latino, di seguito la traduzione:

Il giorno 6 novembre dell’anno del Signore 2022, decimo di pontificato di papa Francesco, nel settimo anno del suo episcopato il Vescovo di Cremona Antonio Napolioni, convocati clero e popolo, dedicò questo altare, secondo il rito del Pontificale Romano. Qui depose il capo di sant’Imerio e di san Facio, le reliquie dei santi Paola Elisabetta Cerioli, Arsenio Migliavacca, Francesco Spinelli, Vincenzo Grossi, Enrico Rebuschini Si è così portato a termine un lungo cammino che dal Concilio Vaticano II ad oggi ha visto la nostra Chiesa riflettere più volte sulla necessità di adeguare il presbiterio della Chiesa Madre ai riti del Messale Romano promulgato dal papa Paolo VI. Questo altare, sotto la direzione degli Uffici Beni Culturali e Liturgico della Conferenza Episcopale Italiana e della Diocesi, è opera di ingegno e di arte realizzata da Massimiliano Valdinoci, Maicher Biagini, Annalisa Petrilli, Francesco Zambon, Carla Zito architetti, Goffredo Boselli liturgista, Gianmaria Potenza artista, Francesca Flores D’Arcais consulente. Questo altare sia veramente immagine di Cristo, mensa festiva, luogo di comunione e del rendimento di grazie, finché Dio, a quanti ora e in futuro qui saranno riuniti, concederà di immolare per sempre il sacrificio di lode sul celeste altare dell’Agnello.

 




Dal 2 al 6 novembre Cattedrale chiusa al pubblico per la rimozione in sicurezza del cantiere

Nei giorni immediatamente precedenti alla Dedicazione del nuovo altare – da mercoledì 2 novembre fino alle ore 15 di domenica 6 novembre – la Cattedrale di Cremona rimarrà chiusa a causa della rimozione in sicurezza del cantiere dei lavori e del riordino complessivo della Cattedrale stessa. Il Duomo non sarà accessibile né per le celebrazioni né per le visite turistiche.

Nei suddetti giorni, tutte le celebrazioni feriali e festive delle Ss. Messe avverranno nella vicina chiesa di S. Girolamo, nei medesimi orari delle celebrazioni in Cattedrale:

  • nei giorni feriali, alle ore 8.00, 10.00 e 18.00 (compresa la Prefestiva di sabato 5 novembre, cui si aggiungerà una Messa prefestiva nella vicina chiesa di S. Imerio alle 18.30, oltre la consueta celebrazione delle 18.15 a S. Pietro al Po);
  • nei giorni festivi, alle ore 8.00, 9.30 e 11.00.

A causa della esiguità della chiesa di S. Girolamo, si invitano i frequentatori abituali delle Messe festive in Cattedrale ad approfittare anche delle celebrazioni in altre chiese della città.

Anche le Confessioni avverranno nella Chiesa di S. Girolamo, nei soliti orari della Cattedrale:  dalle 9.30 alle 11.45  e dalle 16.00 alle 18.30.

Domenica 6 novembre la Cattedrale riaprirà le proprie porte dalle ore 15, in modo da consentire l’accesso ai fedeli per la solenne concelebrazione eucaristica delle ore 16 presieduta dal vescovo di Cremona, S. E. mons. Antonio Napolioni, durante la quale sarà dedicato il nuovo altere.

Proprio per la concomitante celebrazione di Dedicazione dell’altare, domenica 6 novembre sarà sospesa, anche in Cattedrale, come in tutte le parrocchie della città, la Messa Vespertina.

 





La comunità di Trigolo in preghiera sulla reliquia del beato Arsenio e degli altri santi dell’altare della Cattedrale

La dedicazione del nuovo altare della cattedrale di Cremona assume un significato particolare per le comunità che hanno visto nascere e operare sui proprio territori i santi le cui reliquie saranno poste in un urna nell’altare stesso. Tra queste la comunità di Trigolo, paese del beato Arsenio, che ha ospitato in parrocchia l’urna in occasione della solennità di Tutti i santi.
Lunedì pomeriggio il parroco don Marino Dalé, il collaboratore don Silvio Aboletti e il diacono Raffaele Ferri si sono recati presso il monastero di San Sigismono per prendere in consegna la preziosa urna sulla quale, la comunità ha pregato nella Messa festiva della sera di Ognissanti e quella più solenne, nella Messa di Tutti i Santi, martedì 1 novembre. Alle ore dieci l’urna è entrata in chiesa attraverso la navata centrale della chiesa mentre dal coro venivano intonate le litanie dei santi. Deposta l’urna in apposito luogo addobbato, ha ricevuto l’omaggio di fiori e incenso, nel desiderio di trattare le reliquie come ospiti a casa. Nell’omelia il parroco ha cercato di riassumere in breve la vita e le opere dei santi cremonesi e , in particolare, si è soffermato sulla «grande gioia e un altrettanto grande privilegio che la parrocchia di Trigolo ha goduto nell’ospitare non solo delle reliquie ma anche e soprattutto quelle che costituiranno il nucleo dell’altare nuovo della Cattedrale, segno di Cristo nella Chiesa. In una festa così – ha aggiunto – particolare ci si è sentiti uniti alla chiesa Cattedrale, al vescovo, alla Chiesa universale e ai santi cremonesi sentiti forse questa volta più come amici da incontrare, fratelli da salutare, esempi da imitare».
Al termine della celebrazione sono stati molti i fedeli che hanno desiderato fermarsi in devoto raccoglimento e in preghiera davanti all’urna, concedendosi anche qualche fotografia.
Al rientro le reliquie sono state accolte a San Sigismondo da don Daniele Piazzi e da suor Caterina Aliani, Madre Priora delle domenicane che hanno continuato a custodirle e pregare. «Se non potremo essere fisicamente presenti tutti in Cattedrale domenica – dice il parroco di Trigolo – don Marino Dalé, saremo spiritualmente presenti potendo comunque dire parafrasando Giovanni : “Quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono…” ora è per sempre nel cuore dell’altare dove lo sposo Cristo e la sua Sposa la Chiesa celebrano la loro unione».


 




Dal 29 ottobre al Museo Diocesano la mostra “Arte Sacra Arte Spirituale” di Potenza, autore degli arredi sacri del nuovo presbiterio della Cattedrale

Dal 29 ottobre al 3 dicembre, presso il Museo Diocesano di Cremona, sarà allestita la mostra “Arte Sacra Arte Spirituale” con le opere del maestro Gianmaria Potenza, artista, scultore e designer autore dei nuovi arredi sacri della Cattedrale di Cremona realizzati nell’ambito dell’adeguamento liturgico del presbiterio, che saranno ufficialmente svelati il prossimo 6 novembre in occasione della Messa di dedicazione del nuovo altare.

Con questa esposizione, che anticipa di una settimana l’inaugurazione dei nuovi arredi sacri, la Diocesi di Cremona presenta l’artista alla sua comunità. La mostra, infatti, indaga l’arte del maestro Potenza con un focus particolare sull’elemento di spiritualità che traspare dalle sue opere, che non riguarda solamente i soggetti puramente religiosi, ma lo stile della sua ricerca e produzione artistica in toto.

In mostra, secondo un ordine cronologico, saranno i lavori di arte sacra realizzati da Gianmaria Potenza dagli anni Sessanta a oggi. Numerose testimonianze dell’Archivio Potenza, tra fotografie, bozzetti e modelli, mostreranno la straordinaria ricchezza di materiali, varietà di tecniche e fantasia dei soggetti rappresentati. Alcune sculture in bronzo, policombustioni e carte fatte a mano completeranno, arricchendola, l’esperienza di visita.

Il filo rosso che collega idealmente le opere in mostra sarà la ricerca di una dimensione “spirituale”, che può essere indagata in diversi elementi della sua arte, tra cui il processo creativo, la fantasia e giocosità delle sue opere, così come il retaggio storico e culturale di Venezia, che le opere sono in grado di narrare e trasmettere.

«Ho colto con molto entusiasmo l’invito del Vescovo e della Diocesi di presentare i miei lavori nelle bellissime sale del Museo Diocesano – commenta l’artista –. Anche per me è stato un momento per ripercorrere e ricordare con commozione e orgoglio alcune tappe della mia carriera. Spero che questa mostra lasci qualcosa a questo luogo e ai suoi visitatori, soprattutto lo spirito con cui ho disegnato i nuovi arredi sacri della Cattedrale».

La mostra, che sarà inaugurata sabato 29 ottobre alle 11 presso il Museo Diocesano, alla presenza del vescovo Antonio Napolioni, sarà visitabile sino al 3 dicembre secondo gli orari di apertura del museo: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14:30 alle 18.

Locandina della mostra

 

Profilo dell’artista

Gianmaria Potenza (Venezia 1936) è artista, scultore e designer. Vive e lavora nella zona degli artisti di San Trovaso, nel cuore di Venezia, dove negli anni Cinquanta, ancora studente dell’Istituto d’Arte, apre il suo studio. In questo luogo si conservano gelosamente tecniche e saper fare della tradizione veneziana, abilmente traguardate in pratiche artistiche contemporanee.

La sua carriera di artista inizia molto presto, negli anni Cinquanta, quando viene invitato a esporre prima alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia e, qualche anno dopo, alla Biennale di Venezia, a cui parteciperà anche nel 1958, 1960, 1966, 1968, 1986, 1995 e 2009. La Biennale del 1986, edizione in cui espone la scultura galleggiante “Ninfea Armonica”, segna anche l’inizio delle grandi mostre all’estero, da Istanbul a New York, da Hong Kong a San Pietroburgo.

È però grazie alle grandi committenze private che riesce ad affermarsi. Numerose richieste arrivano da grandi industriali, banche, alberghi, chiese e, a partire dagli anni Ottanta, anche da grandi gruppi navali. Le sue opere d’arte sono esposte nelle piazze di numerose città italiane e nelle sedi di importanti istituzioni pubbliche, tra cui una scultura in bronzo per il Museo Erarta di San Pietroburgo (2013) e l’imponente opera per la Scuola dei Carabinieri di Firenze (2018). Anche i collezionisti più appassionati contribuiscono a portare le sue opere nel mondo, come le sculture presso l’Aventura City Hall in Florida e la Tulane University (New Orleans).

Gianmaria Potenza è stato anche imprenditore. Nel 1968 fonda la vetreria La Murrina che, sebbene abbia ceduto appena otto anni dopo, è sicuramente un’esperienza di grande importanza per il panorama muranese dell’epoca, perché in grado di portare il concetto di design e di riconoscibilità del brand in un contesto ancora molto conservatore.

Oggi, Gianmaria Potenza crea le proprie sculture con la stessa curiosità e voglia di sperimentare nuovi materiali e nuove tecniche: dal mosaico al bronzo, dalle carte fatte a mano all’acciaio, dalle resine al polistirolo, dal vetro industriale al marmo e al legno. La sua firma è sinonimo di un’arte unica e inconfondibile: intrinsecamente legata a Venezia, ai riflessi e alle luci della sua laguna così come alle sue tradizioni, comunica gioia, giocosità e ricerca del bello.

 

 





Un mese di eventi: dalla dedicazione dell’altare in Cattedrale alle celebrazioni di Sant’Omobono

“Una casa di pietre e di luce”. Con questo slogan, una grande locandina blu esposta nelle parrocchie della diocesi, anticipa lo speciale mese di appuntamenti che dal 29 ottobre al 25 novembre aiuteranno a vivere la dedicazione del nuovo altare della Cattedrale e la festa patronale di sant’Omobono. Il programma completo sarà presentato ufficialmente nella conferenza stampa in programma nella mattinata di mercoledì 26 ottobre in Curia, alla presenza del vescovo Antonio Napolioni e di quanti hanno curato la progettazione e la realizzazione dell’adeguamento liturgico dell’area presbiterale della Cattedrale. Ma non sarà questa l’unica occasione in cui saranno illustrate lo novità del massimo tempo cittadino. Giovedì 3 novembre, alle 17.30, è prevista infatti una presentazione pubblica rivolta alla cittadinanza: l’evento si svolgerà nel Palazzo comunale di Cremona e servirà per raccontare l’evoluzione del progetto, precisandone le caratteristiche e le scelte artistiche e liturgiche caratterizzanti.

Tra gli eventi collaterali, da segnalare in particolare, nel pomeriggio di sabato 5 novembre, alle 17 in Battistero, i Primi Vespri con la preghiera intorno alle reliquie dei santi che saranno poste nel nuovo altare.

Il Museo diocesano di Cremona, invece, dal 29 ottobre ospiterà l’esposizione «Gianmaria Potenza: arte sacra, arte spirituale»: in mostra opere del maestro autore delle realizzazioni che caratterizzeranno il nuovo presbiterio della Cattedrale.

I riflettori saranno puntati sulla cattedrale domenica 6 novembre, in occasione della solenne concelebrazione di dedicazione del nuovo altare, così come la domenica successiva per la festa di sant’Omobono. La solennità patronale sarà vissuta con un programma celebrativo che, pur nel rispetto della tradizione, subirà alcune modifiche a motivo del fatto che quest’anno il 13 novembre cade in domenica. Così i Primi e i Secondi Vespri saranno presieduti dal vescovo Antonio Napolioni nella chiesa di Sant’Omobono, dove sabato pomeriggio alle 16 conferirà il mandato ai ministri straordinari della Comunione.

Lo speciale mese di eventi sarà anche caratterizzato dalla pubblicazione di una lettera pastorale, come lo stesso Vescovo ha anticipato scrivendo a sacerdoti, diaconi e comunità religiose della diocesi. «La nostra comunità diocesana si appresta a vivere giorni di bellezza e di grazia, che mi auguro possano infondere speranza in un tempo difficile come quello che tutti stiamo attraversando», auspica il Vescovo volgendo lo sguardo alla dedicazione del nuovo altare, «centro simbolico e vitale della Chiesa locale».

La celebrazione del 6 novembre aprirà una settimana che culminerà, la domenica successiva, nella festa del patrono sant’Omobono, il “padre dei poveri”, che quest’anno ricorrerà proprio nella Giornata mondiale dei poveri e sarà occasione per ricordare i 50 anni di attività della Caritas diocesana, con l’inaugurazione di Casa San Facio, nuova “opera segno” della Caritas diocesana: due stabili che a Cremona trovano nuova vita grazie a un progetto di housing sociale che risponde all’esigenza dell’abitare di soggetti fragili, da un lato, e l’accoglienza di giovani universitari, dall’altra.

 

 





Nuovo altare della Cattedrale, presentata alla stampa la dedicazione del 6 novembre

È stata annunciata in una conferenza stampa convocata presso la Curia Vescovile di Cremona la dedicazione del nuovo altare della Cattedrale che avverrà durante la solenne concelebrazione che sarà presieduta dal vescovo Napolioni il 6 novembre alle 16. Nell’occasione sarà svelato l’intero progetto di adeguamento liturgico del presbiterio, realizzato grazie alla partecipazione della Diocesi di Cremona al bando dedicato con cui la Conferenza Episcopale Italiana, attraverso i fondi dell’8xmille, ha co-finanziato fino a 300 mila euro la copertura (al 75%) di alcuni progetti selezionati sul territorio italiano. Sono state sei le diocesi italiane ammesse, tra cui proprio Cremona. A completare il finanziamento dell’opera saranno i proventi della associazione Battistero, l’ente che gestisce gli ingressi del sistema museale diocesano.

Al concorso per la Cattedrale di Santa Maria Assunta, che si è svolto tra l’ottobre 2020 e il giugno 2021, hanno partecipato 62 gruppi di progettazione, di cui 7 sono stati ammessi alla seconda fase. Ad aggiudicarsi il bando per la progettazione è stato il gruppo coordinato dall’architetto Massimiliano Valdinoci e composto dagli architetti Maicher Biagini, Annalisa Petrilli, Francesco Zambon e Carla Zito, dal liturgista Goffredo Boselli, dall’artista Gianmaria Potenza e dalla consulente Francesca Flores D’Arcais.

La prospettiva liturgica che ha guidato l’adeguamento, nel confermare l’assetto preesistente dei poli liturgici, è nata dalla necessità di ripensare un presbiterio in armonia con l’antichità dell’edificio e uno spazio liturgico in accordo con l’ecclesiologia espressa nella costituzione sulla Chiesa del Vaticano II.

Alla presenza del vescovo Antonio Napolioni, durante la conferenza stampa di presentazione sono intervenuti l’incaricato diocesano per l’Ufficio dei Beni culturali e l’edilizia di culto don Gianluca Gaiardi, l’architetto Massimiliano Valdinoci come coordinatore del gruppo di lavoro, l’artista e designer Gianmaria Potenza autore degli arredi sacri e il direttore dell’Ufficio Liturgico don Daniele Piazzi.

Don Gaiardi ha descritto nel suo intervento le tappe del «lungo percorso» dell’adeguamento liturgico della Cattedrale che, dal Concilio Vaticano ad oggi ha visto vescovi e commissioni diocesane interrogarsi, riflettere, proporre soluzioni provvisorie, fino a giungere a quella attuale, definitiva, che si inserisce nella stratificazione degli interventi e degli stili che «fanno della Cattedrale una chiesa viva, non un Museo», come ha sottolineato anche l’architetto Valdinoci, illustrando le tappe della progettazione, con il passaggio dal progetto vincitore del bando a quello definitivo che verrà svelato il 6 novembre. Un progetto, ha spiegato, che ha tenuto conto di due criteri in particolare: la prossimità dell’assemblea dei fedeli al cuore della celebrazione e la distinzione di un linguaggio contemporaneo, capace di rispettare il contesto aggiungendo però a quella stessa stratificazione «le espressioni più belle del nostro tempo», per riprendere una frase utilizzata dal vescovo Napolioni a chiusura della conferenza.

Un’arte rappresentata dal lavoro dello scultore Gianmaria Potenza, che ha progettato e realizzato il design e le parti decorative di altare cattedra e ambone: «Ho giocato solo pensando alla luce – ha commentato -. Ho fatto molti lavori ma provo oggi una soddisfazione unica, mi suscita una gioia enorme dentro. Poi… il resto lo vedrete».

È toccato poi a don Daniele Piazzi illustrare la dedicazione secondo una prospettiva liturgica. Nell’ambito del rito di dedicazione dell’altare della Cattedrale – ha spiegato – si è voluto mantenere l’antico uso di deporre, sotto di esso, le reliquie dei santi. Così, durante la celebrazione, nel sepolcreto ricavato al di sotto della mensa, sarà deposta l’urna con le reliquie degli antichi santi Imerio e Facio, da secoli venerati in Cattedrale, e le reliquie dei più recenti santi e beati cremonesi, dediti all’educazione e alla carità: Paola Elisabetta Cerioli, Francesco Spinelli, Vincenzo Grossi, Arsenio da Trigolo, Enrico Rebuschini. Nell’urna, insieme alle reliquie, sarà inserito anche l’atto di dedicazione per datare l’altare e attestarne la dedicazione per le generazioni future, scritto sulla pergamena realizzata da monsignor Pietro Bonometti, maestro d’arte e canonico del Capitolo della Cattedrale.

«È un evento ecclesiale – ha quindi concluso monsignor Napolioni -. Viviamo in un tempo sinodale, nessuno deve fare le cose da solo. La nostra Chiesa non può essere muta: deve toccare la bellezza ricevuta, ma deve consegnarla alle future generazioni con le espressioni più belle del nostro tempo». «In questo adeguamento della Cattedrale – ha aggiunto – Si rivela l’opera dello Spirito che ha ispirato coloro che hanno contribuito. Ora c’è da viverla: non ci siano solo curiosità e dibattito culturale, anzitutto ci sia la docilità del cuore al messaggio che arriva anche attraverso le cose. Che non hanno valori funzionali, ma profondamente simbolici: é luce divina che trasfigura la realtà. Lasciate che parli al cuore».

Un’accoglienza che il vescovo ha tradotto anche in una lettera pastorale, la settima del suo episcopato, dal titolo “La casa dello Sposo”, in uscita proprio il 6 novembre, in occasione della Dedicazione del nuovo altare e dello svelamento del rinnovamento liturgico del presbiterio della Cattedrale di Cremona. Proprio la Cattedrale è la protagonista del testo di monsignor Napolioni, accompagnato da un apparato di immagini che fondono i dettagli artistici dei nuovi arredi sacri alla tradizione liturgica e spirituale di cui il grande e meraviglioso edificio è segno nel cuore della città e della diocesi.

«La nostra Cattedrale – ha quindi concluso con una battuta monsignor Napolioni – è come un’ostrica bellissima a cui mancava la sua perla. Ora c’è anche la perla»

Audio degli interventi nella conferenza stampa

CARTELLA STAMPA (download)

 





Cattedrale, dal 29 agosto il cantiere per l’adeguamento liturgico. La dedicazione in programma il 6 novembre

Inizieranno il 29 agosto i lavori del cantiere per l’adeguamento liturgico della Cattedrale di Cremona che porterà ad una rielaborazione dell’area presbiterale e a una definitiva sistemazione dei poli liturgici (altare, ambone e cattedra del Vescovo) da anni affidati a strutture mobili provvisorie divenute sempre più inadeguate.

Dal 29 agosto dunque, fino al 3 settembre, si procederà all’allestimento del cantiere che aprirà poi dal 4 settembre. I lavori proseguiranno poi fino al 5 novembre, vigilia della dedicazione del nuovo altare, programmata per il 6 novembre 2022.

Nei giorni feriali da lunedì 29 agosto a venerdì 2 settembre tutte le Messe saranno celebrate nella chiesa sussidiaria di San Girolamo, in via Sicardo, mentre nelle giornate di sabato 3 e domenica 4 torneranno in cattedrale secondo i consueti orari. Dal 5 settembre al 6 novembre, saranno a San Girolamo le messe feriali dalle ore 8 e delle ore 10, mentre la Messa quotidiana delle 18 resterà in Duomo. Così come le celebrazioni del sabato e della domenica rispetteranno gli orari consueti e continueranno ad essere celebrate nella Chiesa madre della diocesi: sabato ore 18.00 (prefestiva), domenica ore 9.30, 11.00, 18.00.

Una variazione riguarda invece la trasmissione in diretta della Messa domenicale delle ore 11 a cura di TeleRadioCremona che continuerà a trasmettere sui canali digitali ufficiali della Diocesi di Cremona e sull’emittente televisiva Cremona1 (canale 19), ma durante tutto il periodo del cantiere sarà in onda dalla chiesa di Sant’Abbondio in città.

Il video del convegno dedicato all’adeguamento della Cattedrale
(clicca QUI per articolo di sintesi e foto della serata)

I lavori di adeguamento liturgico della Cattedrale di Cremona sono resi possibili dalla positiva partecipazione della Diocesi al Bando che la Conferenza episcopale italiana ha pubblicato nel 2018 e che ha visto il Duomo di Santa Maria Assunta rientrare nel gruppo delle cattedrali ammesse al finanziamento pari al 75% dell’importo complessivo fino a un massimo di 300mila euro.

La progettazione definitiva è stata sviluppa negli scorsi mesi a partire dalla proposta di progetto formulata dal gruppo di lavoro scelto dalla giuria come vincitore del bando e formato dall’architetto coordinatore Massimiliano Valdinoci, dai progettisti Maicher Biagini, Annalisa Petrilli, Francesco Zambon e Carla Zito, dal liturgista Goffredo Boselli, dall’artista: Gianmaria Potenza e dalla consulente Francesca Flores D’Arcais.