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Lunedì sera alle 20.30 la preghiera mariana con il Vescovo dal Santuario lauretano di Cremona in diretta web

Non si svolgerà neppure quest’anno a Cremona il tradizionale pellegrinaggio cittadino al Santuario lauretano, presso la chiesa parrocchiale di Sant’Abbondio, con la processione dalla Cattedrale. Tuttavia l’affidamento della città a Maria non viene meno.

Pur con una celebrazione che, a motivo degli spazi limitati del santuario, non potrà accogliere in presenza i fedeli delle diverse parrocchie della città, nella serata di lunedì 3 maggio il vescovo Antonio Napolioni sarà comunque in preghiera davanti alla statua della Madonna Nera, rivolgendo all’intercessione di Maria le sofferenze e le attese dell’intera città.

Proprio per permettere all’intera comunità cremonese di unirsi spiritualmente al momento di preghiera che tradizionalmente in città apre il mese mariano, l’appuntamento sarà trasmesso in diretta sul portale diocesano e i canali social della Diocesi dalle ore 20.30 di lunedì 3 maggio.

La partecipazione in presenza, invece, sarà limitata alla sola comunità parrocchiale di Sant’Abbondio e comunque sino al raggiungimento della capienza del luogo di culto, così come previsto dai protocolli covid.

Dopo la preghiera del Rosario e il canto delle Litanie, come consueto il Vescovo si recherà all’interno della Santa Casa per l’omaggio alla Madonna Nera e la preghiera di affidamento.

I cremonesi sono invitati a unirsi spiritualmente alla serata di preghiera, recandosi al santuario lauretano in forma personale in altri momenti, riuscendo così a conservare ugualmente un gesto così caro alla tradizione e dal profondo significato di fede.

 

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Per la Festa dei lavoratori il 1° maggio Messa con il Vescovo alla Plac-Fattorie Cremona di Dosimo

Dopo un anno di sospensione dovuta alla pandemia torna quest’anno, pur con un programma limitato a motivo delle limitazioni imposte dalla situazione sanitaria, l’annuale celebrazione diocesana in occasione della Festa dei lavoratori. Così nella mattina di sabato 1° maggio – festa di san Giuseppe lavoratore – il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, alle 10, presiederà la Messa presso la Plac-Fattorie Cremona di Persico Dosimo.

L’evento, promosso dall’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro diretto da Eugenio Bignardi, intende esprimere in modo concreto la vicinanza e l’attenzione della Chiesa cremonese al mondo del lavoro, in particolare in questo periodo così difficile per tante attività e lavoratori che hanno dovuto fare i conti con chiusure forzate o imprevisti cali di produzione che hanno avuto pesanti ripercussioni sul fatturato e di conseguenza sulla vita di tante famiglie.

La celebrazione vedrà partecipare in presenza solo una limitata rappresentanza del mondo economico del territorio e della cooperativa Plac-Fattorie Cremona, con il presidente Cesare Baldrighi e il direttore generale Luciano Negri. Ma l’intera comunità diocesana, in particolare con imprenditori e lavoratori, sarà invitata a unirsi idealmente all’evento, anche attraverso la diretta della celebrazione in televisione su Cremona1 (canale 80) e sui canali web della Diocesi.

 

La scheda

A ospitare la celebrazione diocesana è quest’anno una realtà produttiva fortemente legata al territorio. Fattorie Cremona, infatti, nasce nel 1933 nel cuore della pianura padana su iniziativa di un gruppo di allevatori che fecero una coraggiosa scelta economica ed imprenditoriale, nel solco di un sistema cooperativistico che nel tempo si rivelerà vincente. Unità di ideali, chiarezza di intenti ed un fortissimo legame tra i soci allevatori erano le caratteristiche della cooperativa, che muoveva i suoi primi passi e che cercava di affermarsi. La determinazione dei dirigenti consentì negli anni l’ampliamento dei programmi, il rinnovamento e la modernizzazione degli impianti produttivi e l’espansione graduale sui mercati, in Italia e all’estero. Il rispetto delle tradizioni e la costanza qualitativa dei suoi prodotti, uniti a scelte strategiche vincenti e ad un’efficiente organizzazione commerciale, hanno consentito a Fattorie Cremona, nei suoi ottantotto anni di storia, di accrescere la propria competitività e di poter offrire ai consumatori, sempre più selettivi ed esigenti, una produzione lattiero casearia di elevata qualità. Con i suoi 83 Soci, 175 dipendenti e un volume annuo di oltre 164 milioni di litri di latte, è oggi una delle più importanti cooperative lattiero-casearie italiane. Con una produzione annua di 220.000 forme è infatti quarta nella produzione di Grana Padano e terza nella produzione di Provolone. Questi due formaggi sono le più tipiche produzioni casearie del Cremonese e, di generazione in generazione, i maestri casari si sono tramandati un patrimonio ineguagliabile di esperienza e di competenza. Un patrimonio che Fattorie Cremona ha fatto suo e che custodisce gelosamente.

I dati della cooperativa:

  • 83 soci
  • 175 dipendenti
  • 4 stabilimenti: Cremona, Dosimo (Cr), Viadana (Mn) e Fornovo di Taro (Pr).
  • oltre 164 milioni di litri di latte lavorati all’anno
  • 220 mila forme prodotte all’anno
  • 2,8 milioni di kg di provolone prodotti all’anno
  • Fatturato 2020: 97 milioni di euro
  • Fatturato estero 2020: 13,7 milioni di euro

 

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Messaggio Cei per il 1° maggio: “la terribile prova della pandemia ha messo a nudo i limiti del nostro sistema socio-economico”

“La terribile prova della pandemia ha messo a nudo i limiti del nostro sistema socio-economico”. È quanto si legge nel Messaggio della Cei per la festa del 1° maggio, in cui si fa notare che “nel mondo del lavoro si sono aggravate le diseguaglianze esistenti e create nuove povertà”.

“Già prima di essa il Paese appariva diviso in tre grandi categorie”, fanno notare i vescovi: “Una composta da lavoratori di alta qualifica o comunque tutelati e privilegiati che non hanno visto la loro posizione a rischio. Essi hanno potuto continuare a svolgere il loro lavoro a distanza e hanno perfino realizzato dei risparmi avendo ridotto gli spostamenti durante il periodo di restrizioni alla mobilità”.

Una seconda categoria, per la Cei, è composta “di lavoratori in settori o attività a forte rischio o comunque con possibilità di azione ridotta è entrata in crisi: commercio, spettacoli, ristorazione, artigiani, servizi vari”. “L’intervento pubblico sul fronte della cassa integrazione, delle agevolazioni al prestito, dei ristori e della sospensione di pagamenti di rate e obblighi fiscali ha alleviato in parte, ma non del tutto, i problemi di questa categoria”, si legge nel messaggio.

Un terzo gruppo, infine, “è rappresentato dai disoccupati, dagli inattivi o dai lavoratori irregolari e coinvolti nel lavoro nero che accentua una condizione disumana di sfruttamento”: “Sono gli ultimi – commentano i vescovi – ad aver vissuto la situazione più difficile perché fuori dalle reti di protezione ufficiali del welfare. Va anche considerato il fatto che il Governo ha bloccato i licenziamenti, ma quando il blocco verrà tolto la situazione diventerà realmente drammatica”.

 

Il testo integrale del Messaggio dei Vescovi per la Festa del 1° maggio




Primo Maggio, edizione speciale del Giorno del Signore sul tema del lavoro

Nell’anno che Papa Francesco ha voluto dedicare a san Giuseppe lavoratore, la festa del Primo maggio assume un significato particolare e profondo, non soltanto spirituale nella memoria del padre terreno di Gesù, ma anche di grande attualità nell’epoca in cui il mondo di lavoro soffre le conseguenze sociali ed economiche della pandemia e si prepara a un futuro segnato dalla sfida del cambiamento. E sarà proprio questa la prospettiva della riflessione proposta nella puntata speciale del Giorno del Signore, la rubrica settimanale sulla vita della Chiesa cremonese, dedicata nell’occasione proprio ai temi del lavoro. La trasmissione, intitolata «Il lavoro che cambia», è promossa dall’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro e realizzata dal centro televisivo diocesano.

Andrà in onda sabato sera alle 20.30 in prima visione su Cremona1, TelePace, il portale internet e i social (facebook e youtube) della diocesi (replica televisiva su Cremona 1 domenica 2 maggio alle 12.20). Ospiti di Riccardo Mancabelli, direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali, saranno il direttore dell’Ufficio nazionale della Cei per i problemi sociali e il lavoro, il sacerdote cremonese don Bruno Bignami, la professoressa Chiara Mussida della facoltà di Economia dell’Università Cattolica, e Guido Lombardi, giornalista economico e direttore di Cremona1 e CremonaOggi, che commenteranno lo scenario attuale e si interrogheranno su ciò che accadrà già a partire dai prossimi mesi.

Dopo l’introduzione con l’incaricato diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro, Eugenio Bignardi, a stimolare la discussione saranno alcuni interventi che riporteranno racconti diretti di aziende, professionisti, rappresentanti di associazioni di categoria impegnati, a diverso titolo e con differenti punti di vista, sul fronte dell’impiego. Tra loro il presidente regionale delle Acli Martino Troncatti, il direttore della Cisl Asse del Po Cremona-Mantova Dino Perboni, il presidente di Confcooperative Cremona Tiziano Fusar Poli ed Enzo Zerbini della Cooperativa sociale «Il Calabrone» di Cremona. Non mancherà, naturalmente, neppure un contributo da parte del vescovo Antonio Napolioni. Da ultimo il racconto di un’esperienza di riscatto nata grazie al contributo della “Borsa di sant’Omobono”, lo strumento di sostegno messa in campo dalla Diocesi di Cremona per chi ha perso il lavoro in questo periodo.

«Dobbiamo prendere coscienza della realtà in cui viviamo sapendo che anche nell’immediato futuro saranno in tanti a perdere l’impiego», precisa Eugenio Bignardi. «Il tema – continua, anticipando le tematiche al centro della trasmissione – è quello di un mondo del lavoro in continua evoluzione. E noi dobbiamo essere attenti e preparati ad affrontare questi cambiamenti (tecnologici, di divario sociale, che penalizzano i più deboli come donne e giovani). Il numero di disoccupati è cresciuto tantissimo quest’ultimo anno e la maggior parte delle persone toccate dalla crisi è di sesso femminile. Dobbiamo tutelare le donne, le madri, perché vengano accolte come una risorsa e non come un problema. Anche i giovani, nonostante le lauree o le competenze, faticano a essere assunti. Come comunità cristiana vogliamo impegnarci per sostenere e avviare un cambiamento positivo in questo senso. Non abbiamo ricette pronte, ma un cammino da fare per trovare risorse e coordinarsi».

 

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