Solennità dell’Immacolata, in Cattedrale il vescovo presenta la lettera pastorale “La Chiesa lo sa”
Una liturgia ricca di anniversari dai quali attingere nuova linfa – e non soltanto interrogativi – per la propria fede e la coscienza di essere cristiani. E, come Maria, rinnovare la vita del mondo. In occasione della solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, presieduta nella mattinata di lunedì 8 dicembre in Cattedrale, il vescovo Antonio Napolioni ha consegnato alla comunità la sua nona lettera pastorale, dal titolo “La Chiesa lo sa”: una riflessione a partire dalla Evangelii nuntiandi di Paolo VI a cinquant’anni esatti dalla sua pubblicazione.
L’espressione che ha dato il titolo alla lettera pastorale, ha spiegato monsignor Napolioni durante l’omelia, è stata ripresa dal documento pubblicato da Papa Montini l’8 dicembre del 1975; dieci anni prima, nella stessa data, si concludeva il Concilio Vaticano II, l’ultima assemblea ecumenica della Chiesa cattolica. Il testo è il frutto di quel sinodo e contiene «pagine luminose e ancora attuali»: «I vescovi – ha ricordato il vescovo – avevano riflettuto sull’urgenza di annunciare il Vangelo, cioè di rendere tutti consapevoli della verità che ci salva, della gioia di essere cristiani, della grazia che abbiamo ricevuto. Consapevolezza che non possiamo dare per scontata». Oltretutto l’esortazione apostolica uscì durante l’Anno Santo del 1975: «E allora mi sembra che queste coincidenze con il nostro Giubileo e con il nostro cammino sinodale giustifichino il rilancio di queste grandi idee».
Il vescovo, nella sua riflessione, ha ritrovato non solo coincidenze ma «segni profetici» per una interpretazione e una assunzione di impegno nel tempo presente: «La coscienza di essere cristiani è sottoposta a tanti momenti difficili e critici. Per questo ho pensato di offrire alla comunità diocesana una lettera pastorale con questo titolo. Sembra un’affermazione un po’ saccente. Ci metterei, infatti, un interrogativo: ma la Chiesa lo sa? La nostra Chiesa, le nostre comunità, il nostro incontrarci tra credenti è animato dalle grandi certezze della fede o privilegia le opinioni che ci dividono? O insegue le mode, le chiacchiere, le falsità?» Le idee sviluppate dal Papa lombardo, tratte dall’esperienza e dall’ascolto dei segni dei tempi e della comunità di allora, rimettevano l’evangelizzazione del mondo al centro del pensiero e dei temi dei fedeli, delle parrocchie, dei sacerdoti. E per Napolioni la sfida è sempre attuale: «Che cos’è secondo me, secondo san Paolo VI, urgente che la Chiesa sappia e sappia farlo vedere e gustare? La Chiesa lo sa che il suo Signore è vivo? Che la storia ha il suo fine e che ogni uomo ha sete di Dio? Che il Vangelo dà speranza, la verità rende liberi e una vita bella? Che è una salvezza per tutti, che solo l’unità è credibile e che lo Spirito rinnova la Chiesa?», ha detto il vescovo invitando a ritrovare la forza di essere «messaggeri di speranza», in vista della conclusione del Giubileo 2025.
Proprio Maria rappresenta l’esempio di un rinnovamento della fede e della testimonianza cristiana: «Non finiremo di stupirci della sua bellezza e fecondità se la custodiremo come colei che tutto custodiva nel suo cuore facendone grembo di vita e di gioia per il mondo». Una madre «così bella, immeritata e necessaria» per far ripartire, ancora una volta, la storia di un mondo inquieto attraverso «quel germoglio che il Natale ci ripropone». La figura di Maria, «che intercede continuamente per il popolo dei figli di Dio», è simbolo di una speranza rigenerata, «per rimetterci in cammino verso la pienezza della gioia e della pace».
Dalla prima lettura della liturgia, che narra di Adamo ed Eva tentati dal serpente, «c’è già un germe di Vangelo: “Colui che nascerà da donna ti schiaccerà il capo”. Un bambino. Una nuova nascita, una nuova generazione, una nuova maternità che renderà possibile ciò che da soli l’uomo e la donna non possono fare: salvarsi. Maria acquista una consapevolezza umile dell’onnipotenza di Dio. La grandezza e la semplicità della sua fede, la stessa che ci ha portato qui, piccola o grande che sia, ci alimenta per ritrovare la giusta consapevolezza di noi stessi».
L’Eucaristia è stata presieduta dal vescovo Napolioni e concelebrata dai canonici del Capitolo della Cattedrale.
Il video integrale della celebrazione
La Chiesa lo sa: la nuova lettera pastorale del vescovo Napolioni