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Solennità dell’Immacolata a Caravaggio. Il Vescovo: «Obbedienti alla nostra identità più profonda»

Noncuranti del freddo e della nebbia sono stati molti i fedeli che, per celebrare la solennità dell’Immacolata Concezione, hanno deciso di recarsi presso il santuario di Santa Maria del Fonte a Caravaggio. Ma se all’esterno il cielo era plumbeo, all’interno della basilica si è potuto respirare il calore e la luce di una comunità di fedeli che – pur provenienti da tante e diverse parrocchie – sono risultati accomunati da un medesimo sguardo rivolto a Maria, madre di tutti.

A evidenziare l’importanza della ricorrenza e a rendere ancora più ricca e preziosa la giornata, è stata la presenza del vescovo Antonio Napolioni, il quale ha presieduto la santa Messa delle 16. Accanto a lui ha concelebrato l’Eucaristia don Antonio Mascaretti, il rettore del Santuario.

«Uno splendido giorno, il giorno di Maria che risveglia in ciascuno di noi la speranza». Con queste parole il Vescovo ha introdotto la celebrazione della solennità dell’Immacolata Concezione. E per disporre i fedeli ad una proficua partecipazione alla liturgia, ha rivolto l’invito a «lasciar parlare Dio attraverso questa ragazza (Maria), questo pensiero eterno che domina sin dalla creazione».

Dopo le letture del giorno, tratte dal libro della Genesi, dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini e dal primo capitolo del Vangelo di Luca, mons. Napolioni ha aiutato i presenti a comprendere meglio il mistero dell’Immacolata e gli insegnamenti che ne derivano per ciascuno. Un’omelia ricca di alti contenuti, ma nel medesimo tempo comunicata con semplicità, ha messo subito in luce il potere attrattivo esercitato dalla bellezza di Maria. «La bellezza di Maria – ha spiegato il Vescovo – deriva dal fatto che ci consegna il segreto di Dio. Ovvero è una donna fatta vangelo e con la sua discrezione e forza ci plasma il cuore e ci conduce a Gesù».

Il tema della bellezza è stato poi ricollegato al tema dell’eternità. Citando una omelia di Montini, quando ancora era arcivescovo di Milano, ha ribadito come sia naturale che vi sia in ciascuno “fame” di bellezza. «Un giorno – ha detto – saremo saziati con una visione di bellezza e sarà una gioia per sempre, senza fine».

Proseguendo, mons. Napolioni ha voluto far chiarezza e contestare la falsa idea di bellezza, denunciando come in un mondo in cui pare che essa sia tutto, in realtà spesso se ne propone solo un’idea artificiale, falsa, ostentata. Sono molte le contraddizioni di oggi individuate dal Vescovo. Una società – l’attutale – che non ha esitato a definire annoiata, priva di autentiche passioni. Ma allora, ha incalzato il Vescovo, occorre sempre di più domandarsi che cosa riempie la vita. Il monito è stato quello di non inseguire passioni che presto o tardi si riveleranno insufficienti a riempire la nostra vita, ma riscoprire la nostalgia della vera bellezza. «L’obbedienza alla nostra identità più profonda – ha poi detto il vescovo Antonio – è il vero compito della vita che solo così diventa una vita riuscita».

Infine il richiamo a guardare a Maria per capire come prepararsi al Natale. Si tratta, per il Vescovo, di entrare non nella frenesia dei consumi, ma nella nascita del Signore; l’unico in grado di far sì che tutti siano qualcuno, anche chi è scartato. Questa – ha affermato mons. Napolioni – è la grande notizia da far arrivare a tutti. A chi più soffre, a chi più è solo, a chi più è emarginato.

In conclusione il Vescovo ha comunicato ai fedeli la diffusione della sua prima lettera pastorale, il cui tema verte sull’iniziazione cristiana. «Se si inceppa la capacità di generare, di introdurre alla vita di fede, cresce la disperazione e lo smarrimento». Consapevole di tale rischio, mons. Napolioni ha voluto fornire una risposta concreta proponendo nuovi orientamenti relativi all’iniziazione cristiana. “Da un inizio a un nuovo inizio”, questo il titolo della lettera pastorale. Titolo ispirato da una frase di Gregorio di Nissa e che vuole sottolineare come dalla Creazione alla Redenzione, da Eva a Maria, la storia della salvezza proceda «da un inizio a un nuovo inizio, attraverso inizi che non hanno mai fine», capaci di introdurre innovazioni positive.

Dopo la Messa, alle 17, il Vescovo ha presieduto in basilica il canto dei Vespri.

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