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Sinodo, per avviare uno nuovo stile di essere Chiesa

Una Chiesa rivolta verso l’uomo e a servizio del suo vero bene. È questo l’orizzonte di senso in cui si pone l’esperienza del sinodo della Chiesa universale secondo Diana Afman Alquati e Walter Cipolleschi, referenti del cammino sinodale per la Diocesi di Cremona. Ospiti della nuova puntata di Chiesa di casa, il talk di approfondimento pastorale da giovedì disponibile sui canali web diocesani, entrambi hanno sottolineato come quella del Sinodo sia una dinamica fondamentale per la vita della comunità: esprime il desiderio di «comprendere che cosa lo Spirito chieda a noi cristiani — ha spiegato Cipolleschi — senza esprimere la necessità di un risultato finale che sia quantificabile o valutabile».

Il cammino sinodale si pone, quindi, come occasione di confronto tra tutti i membri della comunità cristiana per crescere nella comunione. «Si percepisce una vera universalità – ha raccontato Diana Afman Alquati – perché recandoci a Roma abbiamo avuto modo di confrontarci con persone di altre parrocchie e diocesi».

La Chiesa italiana, infatti, sta affrontando un percorso comune fatto di diverse tappe. «Ci troviamo ora nella prima fase, quella narrativa – ha riportato Cipolleschi – che si svilupperà anche nel prossimo anno e sarà interamente dedicata all’ascolto. Ad essa farà seguito la fase sapienziale, in cui si rifletterà alla luce della Parola di Dio su ciò che è emerso in questi due anni. L’obiettivo è poi quello di arrivare alla fase profetica: l’ultima, con uno sguardo rivolto al futuro in vista di scelte condivise».

Il cammino, tuttavia, non è fatto di tappe forzate, ma prevede in questa prima fase, di raccogliere in sintesi i contributi di tutti. Il primo documento ha raccolto quanto emerso dalle parrocchie e realtà ecclesiali della diocesi che hanno avviato “spazi” di ascolto. Ed è proprio il legame con la diocesi a essere fondamentale, secondo Diana Afman Alquati: «L’indicazione era quella di parlare con i parrocchiani per comprendere che cosa vedessero e si aspettassero dalla Chiesa. Devo dire che molte comunità si sono buttate con entusiasmo per rispondere alle nostre richieste, talvolta andando oltre e portando contributi estremamente preziosi».

Nella diocesi di Cremona, tra il 2021 e il 2022, sono stati interpellati i Consigli pastorali parrocchiali con il desiderio di raccogliere spunti e sollecitazioni da parte di tutte le realtà che fanno parte delle comunità. La tappa successiva, che ha preso il via nelle scorse settimane con la consegna, da parte della Diocesi, di un sussidio preparato per i Consigli Pastorali Parrocchiali. Un vero e proprio invito, rivolto alla Chiesa locale, ad allargare lo sguardo oltre la parrocchia, per entrare in dialogo con quei mondi, ambienti di vita, nei quali i cristiani vivono accanto ai loro fratelli impegnati a testimoniare il Vangelo per il bene di tutti.

Il livello diocesano, dunque, è il punto di partenza di una riflessione molto più ampia, che si arricchisce sempre più con il contributo delle Chiese sorelle per raggiungere i diversi continenti. «È significativo il fatto che, insieme a Diana, abbiamo partecipato a un incontro in cui ci è stata data la possibilità di ascoltare le esperienze dei referenti di altre Chiese sorelle, non semplicemente italiane».

Un cammino così scandito e coinvolgente, come quello sinodale, si espone, però, al rischio di deludere quelle aspettative e attese che i fedeli hanno manifestato quando sono stati coinvolti. Un pericolo messo in evidenza dalla domanda di Davide Valesi, giovane della diocesi di Cremona che, nel 2017, aveva partecipato al Sinodo diocesano dei giovani: «Al termine di ogni esperienza sinodale vengono prodotti dei documenti. Ma poi, alla comunità, che cosa resta di tutto questo?». ​​​​​​​Alla domanda volutamente provocatoria del giovane, i referenti diocesani hanno risposto in modo chiaro: «Papa Francesco ci chiede di fare una riflessione su come la Chiesa debba camminare oggi sulle strade del mondo — ha commentato Cipolleschi — senza porre alcun termine o una data di scadenza». Alle sue parole hanno fatto eco quelle di Diana Afman Alquati, che ha ricordato come «all’interno del percorso del Sinodo si tiene conto di ogni riflessione, sfruttandola come occasione di stimolo per proseguire un cammino condiviso».

Il sinodo, come ha più volte ricordato il Papa, non dovrà esaurirsi in un evento tra i tanti, né mirare a produrre un nuovo documento, ma avviare uno stile nuovo di essere Chiesa, più impegnata a vivere la comunione a realizzare una vera partecipazione tra tutti i suoi membri e più gioiosamente protesa alla missione. Un cammino che chiederà tempi lunghi, ma anche, sotto la guida dello Spirito scelte concrete e coraggiose.