Sinodo, il 18 gennaio in Seminario l’Assemblea diocesana con la presentazione del Documento di sintesi “Lievito di pace e di speranza”
L’invito rivolto a tutti di «maggiore corresponsabilità nell’ascolto e nell’annuncio», arriva alla Chiesa cremonese tramite il suo pastore. Quello del vescovo Antonio Napolioni è un’esortazione a tradurre nel contesto locale ciò che la Chiesa, a livello universale, ha maturato tramite il cammino sinodale che si è snodato in questi anni, con diverse fasi, partendo dal basso. E proprio per compiere scelte concrete, tenendo alto lo sguardo, domenica 18 gennaio si apre un’ulteriore tappa di questo percorso: una fase di discernimento a livello di Chiesa locale che prenderà avvio con un’assemblea sinodale diocesana. L’evento è in programma a Cremona, presso il Seminario vescovile di via Milano 5, dalle ore 18, e coinvolgerà tutti i sacerdoti e i diaconi, i laici che affiancano i parroci nelle Presidenze dei Consigli pastorali parrocchiali e unitari e nella ministerialità, i responsabili delle comunità di vita consacrata e dei movimenti ecclesiali, insieme anche ai membri dei diversi organismi diocesani di partecipazione e gli Uffici pastorali della Curia.
Si tratterà di prendere in consegna e meditare i suggerimenti contenuti nel documento di sintesi Lievito di pace e di speranza, redatto dalla terza assemblea sinodale delle Chiese in Italia, dopo quattro anni di cammino sinodale, e approvato dai vescovi italiani a fine ottobre.
«Negli ultimi anni – ricorda il vescovo nella lettera di invito all’assemblea – abbiamo fatto un cammino di crescita nella sinodalità, con varie fasi e frutti, insieme alle altre diocesi italiane. La Chiesa, che il Concilio ci ha fatto riscoprire come mistero di comunione per la missione, ha individuato le principali sfide del presente e del futuro, chiamando tutti a maggiore corresponsabilità nell’ascolto e nell’annuncio».
E allora quella del 18 gennaio sarà l’occasione per consegnare alla Chiesa diocesana il Documento di sintesi del cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia «perché diventi uno strumento di lavoro, un punto di riferimento e non rimangano solo parole stese sulla carta», precisa il vicario episcopale per la Pastorale don Antonio Bandirali.
Dunque è vero che si chiude una fase importante del Sinodo, ma è altrettanto vero che se ne apre un’altra. Infatti si procederà su due binari paralleli: da una parte il gruppo dei vescovi individuato dalla Presidenza della Cei si è già messo al lavoro proprio per fare tutte le opportune valutazioni delle proposte contenute nel testo; nel contempo le singole Diocesi approfondiranno gli spunti del documento per verificare come eventualmente adattare il cammino che già si sta percorrendo e se quanto si è fatto fino ad ora potrà avere ulteriori sviluppi.
A Cremona l’appuntamento dunque è per il 18 gennaio quando a guidare la riflessione dell’assemblea sinodale in Seminario sarà il vescovo Luca Raimondi, ausiliare di Milano, che ha seguito in regione l’animazione del cammino sinodale. «In uno spirito di confronto e di dialogo» – come sottolinea il vicario episcopale – saranno affrontati i nodi del documento frutto del percorso delle Chiese in Italia che «affonda le sue radici – come si legge nel documento stesso – nel terreno dissodato dal Concilio Vaticano II e dalle scelte adottate dalla Conferenza Episcopale Italiana per favorirne la ricezione». E che prende le mosse dalla prime parole che Papa Leone XIV pronunciò nell’omelia di inizio del suo ministero petrino, quando ricordò alla Chiesa di essere lievito in un mondo segnato dalle ferite dell’odio, di essere «segno di unità e comunione che diventi fermento per un mondo riconciliato».
Il testo, che sarà consegnato, è organizzato in tre parti: una riguarda il rinnovamento della mentalità e delle prassi ecclesiali; la seconda la formazione sinodale e missionaria dei battezzati; la terza la corresponsabilità nella missione nella guida delle comunità. Temi importanti che richiedono tempo per essere tradotti nel tessuto locale e la predisposizione di una Chiesa «in ascolto, senza pretese di superiorità, con la sola preoccupazione – si legge nella presentazione del testo – di accogliere il Vangelo e annunciarlo al mondo. Una Chiesa missionaria lievito di pace e di speranza». Dunque l’assemblea del prossimo gennaio sarà un primo passo in questa direzione.
Dopo la meditazione seguirà la cena a buffet condivisa da tutti i partecipanti (per ragioni organizzative è richiesta l’adesione entro il 10 gennaio su www.diocesidicremona.it/assemblea18gennaio26) e poi, «poiché ogni anno il 18 gennaio segna anche l’inizio della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani – ricorda il vescovo Napolioni nella lettera di invito all’evento – invitiamo alla nostra assemblea anche i responsabili e gli amici delle Chiese sorelle. Con loro daremo vita nella chiesa del Seminario alla veglia di preghiera per l’unità. Ricordando che questo anno pastorale è ispirato alle parole della liturgia E donale unità e pace…».
Leggi qui la lettera di invito del vescovo Antonio Napolioni
Per iscriversi all’Assemblea cliccare qui (entro il 10 gennaio)