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Sinodo dei vescovi sui giovani, è pronto lo strumento di lavoro

“Riconoscere, interpretare”, scegliere”. Sono i tre verbi attorno a cui si articola l’Instrumentum laboris del Sinodo dei vescovi sui giovani, articolato in tre parti: la prima dedicata all’analisi della condizione giovanile, la seconda ad offrire chiavi di lettura per un “discernimento” sulle questioni decisive, la terza per “aiutare i padri sinodali a prendere posizione rispetto a orientamenti e decisioni da prendere”. (Agensir)

Tre i capitoli del documento, organizzati attorno a tre verbi decisivi: riconoscere, interpretare, scegliere. Questa la struttura dell’instrumentum laboris del Sinodo dei vescovi che in ottobre affronterà il tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Papa Francesco, nell’incontro che ha concesso agli estensori del documento, lo ha definito un “testo martire, destinato ad essere fatto a pezzi”. Insomma, un vero e proprio riassunto, ampio e articolato, delle migliaia di osservazioni, critiche e prospettive che dalle conferenze episcopali, dai questionari e da altre fonti sono giunte alla segreteria del Sinodo dei vescovi.

Scarica qui l’instrumentum laboris del Sinodo dei Vescovi 

Al riconoscere è stata affidata l’attitudine a guardare in faccia la realtà, come già richiesto da Francesco nella Evangelii gaudium: la condizione giovanile, ma anche la forma ecclesiale, i linguaggi come i rischi della sottocultura dello scarto, la cui denuncia è così cara al pontefice; sino alla dichiarazione – di cui Cremona ha già fatto abbondante esperienza – che l’ascolto dei giovani non è né facile né scontato.

La seconda parte – l’interpretare – tocca il grande tema della vita come vocazione, intesa innanzitutto come chiamata alla gioia e alla pienezza della vita. Viene qui spacchettato, con toni che hanno della scommessa, l’accompagnamento dei giovani, dal versante psicologico a quello spirituale, passando per la rilettura della vita quotidiana.

Infine alo scegliere sono riferite le azioni, ma soprattutto le mentalità e gli stili che possono costituire il volto concreto del servizio alla speranza e alla gioia dei giovani, con uno sguardo attento alla loro vita quotidiana, soprattutto laddove è segnata dalla precarietà, ma anche rilanciata dalla passione per le forme espressive giovanili e gli spazi di protagonismo e di messa in gioco.

La conclusione è affidata ad una ripresa della Gaudete et exlultate sulla falsa riga della chiamata di tutti alla santità, dei santi giovani e della giovinezza continua dei santi.

Il documento presenta alcune caratteristiche: è innanzitutto uno strumento, che verrà impiegato e superato dalla discussione viva dell’assemblea;

è la sintesi fedele dei contributi fatti pervenire da tutto il mondo secondo il questionario rivolto alle conferenze episcopali ed integrato da quello sottoposto ai giovani;

raccoglie proprio tutte le prospettive, prendendo la forma di una massa abbondante (ben 214 numeri!); tratta le questioni più centrali secondo un metodo trasversale che ripresenta gli snodi sotto diversi punti di vista.

L’assemblea sinodale trasformerà questo testo in un “trampolino” da cui far saltare nel cuore della discussione, allargandola e approfondendola. Sorte analoga allo strumento di lavoro Futuro che in diocesi ha attivato domande e provocazioni utili ai tavoli e all’assemblea nostrana.

Il testo appena pubblicato dalla segreteria del sinodo dei vescovi ha un enorme pregio: traduce in forma ordinata gli stimoli, le preoccupazioni e gli slanci che la consultazione presinodale offre ai vescovi. Non è un manuale di pastorale giovanile né un ricettario; bensì una mappa concettuale ricchissima e di non sempre facile lettura, testimonianza di una complessità che non potrà non interessare. Starà poi all’assemblea assumere questo testo e dare forma ai passi successivi: su quali scelte insistere? Quali provocazioni alla Chiesa e alle comunità? Quali stili? E si ritornerà a prendere sul serio le domande di sempre.

Paolo Arienti (Incaricato diocesano di Pastorale giovanile)