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«Siate voi il fiume della Grazia di Dio»

Essere il fiume della Grazia di Dio, capace di dissetare quanti si trovano nel deserto del mondo. Questo l’invito che il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, guardando a Maria ha rivolto nella solennità dell’Assunzione. L’occasione è stata la Messa presieduta la mattina di martedì 15 agosto nella Cattedrale di Cremona, intitolata proprio a Santa Maria Assunta.

La celebrazione, concelebrata dai canonici del Capitolo e servita all’altare dai ministranti adulti di Casalbuttano, è stata caratterizzata anche dalla presenza della statua della Madonna di Brancere, accolta il 6 agosto scorso nel massimo tempio cittadino in preparazione della grande festa di Ferragosto sul Grande Fiume. Proprio questa statua, di Maria Regina del Po, è stata incensata all’inizio della Messa.

Una «festa antica dalla portata rivoluzionaria», ma tradotta in dogma di fede solo non molto tempo fa. Aprendo l’omelia il Vescovo ha voluto soffermarci sulla solennità del giorno volgendo lo sguardo alla pala dell’altare, raffigurante la Madonna assunta in Cielo. Una «Assunzione affollata in cielo e sulla terra» ha detto mons. Napolioni, che ha sottolineato come Maria, primizia della Chiesa, attiri a sé tutti i suoi figli.

Sotto l’immagine della Vergine sei Apostoli. Proprio questa particolarità, dovuta all’età avanzata dell’autore, è stata occasione per leggere «la sequela di Gesù come cantiere aperto», in quanto «quella di essere suoi amici e testimoni è una chiamata sempre possibile». «La Chiesa di ogni tempo – ha detto il Vescovo – deve riscrivere con l’esperienza del suo oggi questa pagina». Così lo guardo di Maria che entra nella gloria diventa anche lo sguardo sulla vita quotidiana.

Mons. Napolioni si è soffermato poi sul Vangelo della Visitazione. «Noi siamo il popolo del Magnificati – ha affermato –, coloro che condividono l’esultanza di Maria non solo alla fine del percorso, ma anche lungo il cammino, specie nella prova, quando siamo chiamati a convertirci e cambiare qualcosa nella realtà». «Questa la rivoluzione umile e nascosta, ma potente, dei santi e degli amici di Dio», ha ricordato il Vescovo che ha quindi a cambiare prima di tutto se stessi, perché ciascuno, con alcuni suoi atteggiamenti, può porsi tra i potenti e i superbi.

Infine l’immagine della lotta tra la donna e il drago proposta dalla prima lettura, tratta dal libro dell’Apocalisse: la storia umana di sempre tra cielo e deserto. «Anche l’oggi – ha evidenziato il Vescovo – offre numerose testimonianze di santità, ma sempre sullo sfondo del deserto». Da qui l’immagine del fiume che cambia il deserto in un giardino. Riprendendo le parole di Papa Francesco a Bozzolo, ma anche guardando al pomeriggio sul Po. «Il fiume – ha concluso il Vescovo – è segno della Grazia di Dio che scorre e disseta. Attingiamo alla sorgente e facciamo sì che anche la nostra vita consenta a questa Grazia di raggiungere chi nel deserto non la conosce ancora».

Al termine della Messa la statua della Madonna di Brancere è stata portata all’esterno a spalla dai “pescatori scalzi”. Sulla piazza il Vescovo, insieme ai fedeli e a molti cremonesi che anche solo di passaggio hanno voluto esprimere la loro devozione a Maria, ha recitato l’Angelus prima della benedizione. Quindi, quasi strappata a fatica dalla venerazione dei presenti, la statua è stata caricata su un pick-up che, scortato dalla polizia Municipale, l’ha condotta alla Canottieri Flora. Così come il giorno dell’accoglienza in Duomo, il gran caldo ha impedito che il trasporto della statua avvenisse, come di consueto, in carrozza.

Nel pomeriggio la processione sul fiume e la Messa con il Vescovo a Brancere.

 

Photogallery della Messa e del saluto alla Madonna di Brancere