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Vocazione

Se è vero che un Padre non può scordarsi del proprio figlio e che basta bussare e chiedere per ricevere una risposta, allora è anche vero che di fronte a questo Padre ci possiamo mettere in un atteggiamento di estrema fiducia perché Egli sa che cosa dimora nel nostro cuore e conosce ciò di cui abbiamo bisogno (Cfr. Mt 7,7). A questo punto però la posta in gioco è capire cosa domandare. In questo momento storico spesso si fatica a comprendere la differenza tra interrogativi circa la propria vita e la sua buona riuscita (Chi/cosa cerco?) e che investono quindi tutto l’arco temporale dell’esistenza, e domande pur lecite, ma dettate da preoccupazioni contingenti (…e se poi…?) o da emozioni e paure momentanee e che rischiano di annebbiare la bellezza di una ricerca.

Un ingrediente che in questo cammino di discernimento non dovrebbe mai mancare è la memoria. Ricordare, riprendere e fare tesoro dei cammini e delle esperienze vissute permette ad un giovane di comprendere chi egli sia e, in queste situazioni, quali corde dell’anima abbiano suonato più di altre. È in questo percorso che desideri, paure, sogni vengono purificati, mettendo così in luce la domanda autentica; domanda che ormai può essere posta con la fiducia di chi sa che riceverà una risposta vera e buona per la propria esistenza:

Signore, cosa faccio della mia vita?