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Scout Cassano d’Adda 1: 100 anni di storia e un futuro da vivere

Cento anni di storia, mani strette, sguardi incrociati, strade condivise. È quasi tutto pronto a Cassano d’Adda per la festa di domenica 16 ottobre, organizzata per il centenario del gruppo scout Cassano d’Adda 1. Fondato nel 1923, il gruppo apre così un anno di festeggiamenti, che si concluderà nel prossimo mese di giugno 2023.

«Un modo per incontrarci ancora con chi ha fatto parte del gruppo o semplicemente ha condiviso un tratto del percorso. Un modo per ricordare chi siamo stati, cosa abbiamo fatto. Per guardare a chi siamo e decidere cosa saremo». Un suggerimento giunge forte e chiaro da quell’uniforme che i “capi” Stefano Amati ed Elisa Leoni indossano anche durante una riunione su una piattaforma online. È sinonimo di fatica, ma soprattutto di sorrisi, di amicizie, di attimi condivisi che «da sempre donano benessere. Quando vivi un’esperienza che ti fa stare bene non puoi tenerla per te. Devi raccontarla agli altri. Lo scoutismo è contagioso». Lo è da un secolo. «Resiste, perché resistono i valori, che hanno portato i fondatori a credere nella forza di un gruppo che, anche zoppicando, continua a camminare».

Attenti, sognatori, possibilisti, ottimisti, competenti. «Gli scout si riconoscono». Non solo dall’uniforme, dal fazzolettone o dalle foto che raccontano la storia di un gruppo. «Si distinguono nell’attenzione al prossimo, nella propensione al servizio. Dopo 100 anni insegniamo ancora ai giovani a essere cittadini del mondo. Perché è vero, il tempo corre, il mondo cambia, i giovani sono diversi  e lo scoutismo si adatta, ma non perde di vista i suoi baluardi. Non può farlo. Essere cittadini del mondo significa essere attenti al proprio contesto di appartenenza, dandosi da fare nelle attività sociali, nell’impegno politico, nell’attenzione all’ambiente. Cerchiamo di esserlo con la fede salda nel cuore e l’esempio di Gesù come strada maestra».

Lo scoutismo educa «non impone. Viviamo una dimensione di gruppo, ma prestiamo attenzione alla singola persona, affinché viva un percorso individuale di crescita e giunga ad una scelta libera e consapevole». In parole povere «lo scoutismo – chiarisce Elisa – è per tutti, ma non tutti sono per lo scoutismo».

L’associazione resta, però, una porta sempre aperta. Casa di relazioni, sinonimo di comunità. «Imponendoci distanza, il Covid ci ha interrogato. Ci siamo chiesti più volte se fare riunioni dietro a uno schermo fosse scoutismo. La risposta che a Cassano ci siamo dati è sì. Perché gli strumenti cambiano: la vera sfida per il futuro sarà immaginare lo scoutismo vero anche con l’utilizzo dei social network, è lì dove stanno i più giovani».

Anche la festa di domenica 16 ottobre, che vedrà la partecipazione anche del vescovo Antonio Napolioni, è stata organizzata con modalità innovative: «Abbiamo trovato nuovi modi di fare rete. E continueremo a cambiare. Perché non c’è buono o cattivo tempo, ma buono o cattivo equipaggiamento».

L’appuntamento per domenica è fissato: alle ore 10 si terrà la Messa nella parrocchia di San Zeno, alle 11.30 l’accoglienza presso la base scout La Colonia. Alle 12 la cerimonia d’apertura con i saluti istituzionali e l’alzabandiera. Poi il pranzo e i giochi e, infine, i saluti.

«Questo è solo il primo di un anno di appuntamenti. L’obiettivo che ci siamo posti per il domani è quello di diventare sempre più presidio per il nostro paese, creando sempre nuove sinergie». Perché verso il futuro si corre solo insieme.