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San Michele e quartiere delle Mura di Cremona, sabato visita guidata con il Touring

Visita guidata alla chiesa di San Michele Vetere e al quartiere delle Mura nel pomeriggio di sabato 6 novembre con il Touring Club Italiano di Cremona. Il ritrovo dei partecipanti (obbligatorio il green pass) alle 15 in piazza S. Michele con la visita, guidata da Roberta Raimondi con i consoli del Club di Territorio di Cremona, che terminerà per le 17. Quota di partecipazione 8 euro per i soci, 10 per i non soci. Prenotazione obbligatoria entro il 4 novembre telefonando ai numeri 328-5731807 (Loredana) o 372-32254 (Libreria Spotti) o scrivendo a cremona@volontaritouring.it.

Secondo la tradizione San Michele sarebbe il primo luogo di culto cristiano di Cremona, costruito dopo la totale distruzione della città avvenuta nel 603 ad opera del re longobardo Agilulfo. Fu la consorte, la pia regina Teodolinda, che fece erigere una piccola chiesa in onore dell’arcangelo Michele, santo protettore dei longobardi. Edificata nel VII secolo, la piccola chiesa fu poi ampliata e rinnovata nel XI secolo e nonostante le trasformazioni e i successivi rifacimenti ottocenteschi rimane un bell’esempio di romanico lombardo con la sua architettura in cotto rosso. Dell’edificio longobardo sono rimasti i cinque capitelli conservati nella cripta, straordinari per la loro essenziale e rude espressività.

La zona dove è collocata la chiesa era nel VII secolo ancora esterna alla cinta muraria romana e si trovava lungo l’importante via Postumia (oggi corrispondente a via Gerolamo da Cremona) così come la vicina (e per molti versi gemella) chiesa di San Lorenzo, primo insediamento cristiano in Cremona in epoca tardoromana.

Nell’interno a tre navate, con presbiterio sopraelevato, si ammirano dieci esili colonne con capitelli romanici, lacerti di affreschi duecenteschi nelle navate laterali e nel catino absidale il “Giudizio Universale” affrescato nel XIII secolo, di viva espressività nella sua terrifica immediatezza. Degni di attenzione il trittico dipinto nel 1568 da Bernardino Campi, la “Crocifissione” di Giulio Campi del 1571 proveniente dalla distrutta chiesa di San Domenico e le ante d’organo di Alessandro Pampurino realizzate nel 1508.