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San Francesco Spinelli, a Rivolta d’Adda un museo sul fondatore delle Adoratrici per aiutare a intraprendere la via della Misericordia

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Va ben aldilà dell’essere un semplice luogo d’esposizione di documenti e di oggetti: il museo che le suore Adoratrici del SS. Sacramento hanno dedicato al loro santo fondatore, padre Francesco Spinelli, è stato pensato per condurre i visitatori lungo il cammino di santità che lui, canonizzato da Papa Francesco il 14 ottobre 2018, ha percorso nella sua vita fatta di alti e bassi, di gioie e di difficoltà, ma affidata sempre e interamente al Signore.

Il taglio del nastro, simbolicamente affidato a una giovane suora, suor Valentina Campana, insieme a una consorella un po’ meno giovane, suor Tecla Rosa, ha avuto luogo nel pomeriggio di mercoledì 5 febbraio presso la Casa madre delle Adoratrici, a Rivolta d’Adda. In un giorno non scelto a casa: la vigilia della festa liturgica di san Francesco Spinelli. L’inaugurazione ha avuto luogo dopo la Messa solenne presieduta nella chiesa dell’Istituto dal vescovo Antonio Napolioni, che ha quindi benedetto il nuovo museo, ricavato in un’ala del chiostro del complesso situato nel cuore di Rivolta.

A coadiuvarle nella progettazione del museo le suore hanno chiamato l’architetto Andrea Vaccari, per l’organizzazione degli spazi, l’artista Luca Cavalca, che ha realizzato le vetrate, e don Gianluca Gaiardi, in quanto responsabile dell’ufficio diocesano Beni culturali.

«Non volevamo rischiare di convertire il nostro in un santo da esposizione – ha detto suor Federica Uboldi, parlando a nome delle consorelle nella presentazione del museo al termine della Messa – ed è per questo che a un certo punto il percorso biografico compiuto dal visitatore incontra la direttrice della misericordia di Dio, incrociando la quale padre Francesco Spinelli è diventato santo. In questi spazi vogliamo raccontare una storia, la sua, che oggi continua a essere viva».

«Un museo – le ha fatto eco don Gaiardi – che va visto come strumento di comunicazione al visitatore del carisma di padre Spinelli». «Un museo pensato per condividere e coinvolgere», ha sottolineato l’architetto Vaccari.

Con queste premesse non c’è dubbio che Francesco Spinelli non sarà, in questo museo, un santo da esposizione. Non avrebbe mai voluto esserlo.

Gli sarebbe piaciuta, invece, la definizione che di lui ha dato il vescovo Napolioni nell’omelia: «Padre Spinelli è stato un prete pellegrino alla ricerca della forza più profonda che Dio consegna alla nostra piccolezza di mondo». «Anche noi, – ha aggiunto in un altro passaggio – centocinquant’anni dopo san Francesco Spinelli, dobbiamo farci pellegrini di speranza vivendo questo Giubileo come una grande occasione non di gesti episodici, ma di conversione profonda alla convinzione che nell’eucarestia Gesù si dà a noi».

 

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L’omelia del vescovo Napolioni nella chiesa di Casa madre

 

Le celebrazioni per san Francesco spinelli nella Casa madre delle Adoratrici concludono il 6 febbraio con le Messe alle 8.30 e alle 18. Saranno in tanti a prendervi parte. Rivolta, ma non solo, ama le sue suore e loro chiedono ai fedeli la vicinanza nella preghiera, anche in vista dei futuri impegni, come il Capitolo generale, di cui ha parlato a margine dell’inaugurazione del museo con a superiora generale, madre Isabella Vecchio: «Un gruppo di sorelle, elette da tutta la Congregazione, si ritroverà per riflettere su che cosa la società e la Chiesa oggi ci chiedono. Fra sorelle ci aiutiamo per crescere sempre più nella spiritualità del nostro Padre. Chiediamo a tutti di esserci vicino nella preghiera, con l’affetto, perché il capitolo è anche aiutarsi a capire, nelle pieghe della storia, le meraviglie che Dio opera continuamente».

 

Il saluto della madre generale all’inizio della Messa con il vescovo