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Domenica sera in Cattedrale serata musicale per i vescovi Antonio e Dante con il Coro di voci bianche dell’Accademia del Teatro alla Scala

Si terrà la sera di domenica 7 febbraio, a partire dalle 20.30, nella Cattedrale di Cremona, il concerto del Coro di voci bianche dell’Accademia del Teatro alla Scala: una serata musicale per i vescovi Dante e Antonio. L’iniziativa, promossa dalla Diocesi, e realizzata grazie al sostegno della Fondazione Arvedi-Buschini, intende infatti da un lato salutare l’ingresso in diocesi del nuovo vescovo, mons. Antonio Napolioni, e dall’altra ringraziare il vescovo emerito, mons. Dante Lafranconi, per gli oltre 14 anni di intenso ministero. Il concerto, con ingresso gratuito, sarà proposto anche in diretta sul nostro portale e in televisione su Cremona1.

Dopo il saluto da parte del parroco della Cattedrale, mons. Alberto Franzini, di fronte ai vescovi Antonio e Dante prenderà il via l’esecuzione del Coro di voci bianche dell’Accademia del Teatro alla Scala, diretto da Bruno Casoni e accompagnato all’organo dal cremonese Fausto Caporali.

La diretta dell’evento sul nostro portale e su Cremona1 (canale 211 del digitale terrestre) avrà inizio alle 20.20. Ad accompagnare il filo diretto sarà la giornalista Federica Priori insieme al musicista e critico Roberto Codazzi.

La locandina della serata

Il programma della serata

Ad aprire la serata saranno le note di Bach con “Jesus bleibet meine Freude” (Gesù rimane la mia gioia), dalla Cantata BWV 147. La liturgia sentita come pensiero militante e azione edificante guida la scrittura di Johann Sebastian Bach: note, armonie e contrappunti, immagini, simboli sembrano convergere in una superiore unità e si manifestano con la chiarezza estatica di un sermone. Jesus bleibet meine Freude è ispirato da un sentimento sincero e profondo, in piena sintonia ad un’epoca in cui il pietismo inizia ad entrare nella poesia spirituale protestante. Musicalmente un flusso ininterrotto di terzine eseguito dall’organo intreccia gli interventi stagliati del coro, interrompendosi solo in occasione dei versi Jesus bleibet meine Freude e Jesus wehret allem Leide, quasi a voler sottolineare il senso statico di quelle parole: Cristo eterna la gioia dell’anima e può fermare la sofferenza umana. Composto negli anni giovanili, probabilmente ad Arnstadt, Pièce d’orgue BWV 572 è una splendida fantasia in tre movimenti senza soluzione di continuità: Très vitement, Grave, Lentement.

Stilemi “antichi” caratterizzano il lessico musicale di Jahan Alain, una delle figure più significative del Novecento organistico. Le sue Litanies sono aggettanti costruzioni toccatistiche echeggianti modi gregoriani. Per comprenderne lo spirito è significativo quanto lo stesso autore premette all’opera: “Quando l’anima cristiana non trova più parole nuove, nello sconforto, per implorare la misericordia di Dio, essa ripete incessante la stessa invocazione con fede veemente. La ragione raggiunge il suo limite e solo la fede persegue la sua ascesa”. La Messe Modale è stata scritta dal compositore e organista francese nel Natale del 1938 per la chiesa di Saint-Nicolas a Maisons-Laffitte, dove Alain era organista. Ricca di nuances e di mistero questa Messa campisce, attraverso una scrittura trasparente e suggestioni arcaicizzanti, una atmosfera di intensa e serena spiritualità.

Un senso di intimità percorre anche l’Ave Maria di Giuseppe Verdi, stasera preceduta da una vibrante parafrasi elaborata da Fausto Caporali. La pagina è ispirata da una scala enigmatica, ovvero con intervalli atipici, pubblicata sulla Gazzetta Musicale di Milano. Quasi una sfida, che il Cigno raccolse non senza qualche esitazione. È una preghiera per coro solo, in latino: un modo antico di fare musica, atipico per il compositore bussetano che sembra guardare alla lezione palestriniana – benché nel quadro di una ricercata armonia tardo-ottocentesca – e attraverso i suoi brani di ispirazione sacra assicura, come annota Massimo Mila “la continuità storica della cantata dai tempi di Bach a quelli di Stravinskij”.

Non meno curiosa l’origine dei Tre mottetti op.39. Nel 1830, durante il suo soggiorno romano Mendelssohn alloggia nei pressi della Chiesa di Trinità dei Monti, dove all’Ave Maria ascolta i canti delle monache. Quelle voci “dolci e limpide” esercitano su di lui una profonda suggestione, tanto da spingerlo a comporre Veni Domine per la terza domenica d’Avvento, O Beata per la festa della Trinità – poi sostituito da Laudate pueri – e Surrexit Pastor per il terzo giorno di Pasqua. Se un sobrio equilibrio e l’eco di modelli gregoriani tradiscono una tendenza conservatrice, l’interazione fra canto corale e organo afferma una estetica pienamente romantica.

Infine La Carità di Gioachino Rossini, originariamente composta per la tragedia di Sofocle Edipo a Colono ma poiché non venne allestita anche il coro femminile finì per essere dimenticato. Quando un editore francese acquistò gli abbozzi, colpito dalla bellezza della musica, decise di sostituire il testo originale con uno di ispirazione religiosa che esalta la nobile semplicità e la pervasività struggente di linee melodiche essenziali. Proprio questa scrittura sempre eloquente ha peraltro ispirato innumerevoli variazioni virtuosistiche nell’Ottocento, ad iniziare da Paganini, mentre stasera offre a Fausto Caporali lo spunto per una rilettura rorida di invenzioni e sorprese musicali.

Qualche cenno biografico sui compositori presentati nel concerto. Jehan Alain è stato uno dei tanti ragazzi prodigio della storia della musica: ad appena 13 anni subentrò al padre organista nella chiesa della piccola città francese dove era nato nel 1911. Mendelssohn tenne il primo concerto all’età di nove anni e pubblicò il suo quartetto per pianoforte, a tredici, benché avesse già scritto numerose operette, brani da camera e pianistici. Verdi iniziò a studiare musica ad 8 anni e presto salì in cantoria. L’Ave Maria è una composizione della maturità, ma pare gli ricordasse i suoi diciotto anni, quando il suo Maestro si divertiva “a rompergli il cervello con bassi consimili”. Bach non fu un bambino prodigio ma probabilmente accumulò notevole esperienza con i fanciulli dal momento che ebbe venti figli. Coincidenze, strani percorsi della storia, suggestioni forse, ma è bello immaginare una empatia particolare tra i piccoli cantori ed i loro più illustri (per ora) colleghi compositori.

Il programma del concerto

Il Coro di voci bianche dell’Accademia del Teatro alla Scala

Costituito nell’ottobre 1984 dal Teatro alla Scala, è stato affidato alla direzione di Gerhard Schmidt-Gaden, sostituito nel 1989 da Nicola Conci fino al giugno 1993. Dal novembre 1993 la direzione del Coro è stata affidata a Bruno Casoni, direttore del Coro del Teatro alla Scala di Milano.

Dalla sua fondazione il Coro partecipa regolarmente alle produzioni d’opera e di concerti del Teatro alla Scala ed è ospite delle stagioni di importanti istituzioni musicali quali l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, l’Orchestra Filarmonica della Scala, l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, l’Orchestra Sinfonica di Milano “Giuseppe Verdi”, il Teatro Comunale di Firenze e il Teatro Comunale di Bologna. Nel 1998 il Coro Voci Bianche ha collaborato all’incisione della Bohème di Puccini con i complessi scaligeri sotto la direzione di Riccardo Chailly.

Numerose le composizioni scritte appositamente per il Coro Voci Bianche della Scala da autorevoli compositori quali Azio Corghi (La morte di Lazzaro), Sonia Bo (Isole di luce), Bruno Zanolini (Beati parvuli), Alessandro Solbiati (Surgentes) e Carlo Pedini (Magnificat) eseguite in prima mondiale assoluta.

Fra le più recenti partecipazioni a produzioni d’opera e balletto si annoverano Carmen, Lo Schiaccianoci, Turandot, Tosca, La bohème, Pagliacci, Wozzeck.

Nell’ambito dell’attività concertistica, si ricordano nel 2013 il concerto di Natale diretto da Daniel Harding, nel 2014 l’omaggio a Fausto Romitelli sotto la direzione di Fabián Panisello nell’ambito del 23° Festival di Milano Musica e nel 2015 il concerto con i Wiener Philarmoniker diretti da Mariss Jansons.

Direttore: Bruno Casoni; assistente al direttore: Marco De Gaspari. Coro: Josefina Amadio, Anouk Aruanno, Sofia Barletta, Sara Bellettini, Carlotta Benini, Giulio Benini, Sibilla Boesi, Ilaria Bortone, Giulia Botta, Mariasole Bottelli, Valentina Caldi, Francesca Calori, Sofia Castelli, Chiara Cordoni, Carlotta Corradi, Ginevra Costantini Negri, Sophie Decuypère, Matilde Di Fonzo, Eudossia Drei, Beatrice Fasano, Elisabetta Galindo Pacheco, Lidia Galli, Emma Genovese, Elisa Giaquinto, Emma Gori, Nicole Guarino, Lisa Ludwig, Veronica Maio, Andrea Camilla Mambretti, Sophia Messaggeri, Kata Mogyorosi, Gabriele Monaco, Alabama Paolucci, Margherita Pezzella, Libero Delfo Antonio Rebecchi, Olga Rigamonti, Tobia Simionato, Lucrezia Spina, Riutaro Sugiyama, Lavinia Svae, Alice Terranova, Ester Clara Libera Zanvettor, Leonardo Zappavigna.

Il direttore Bruno Casni

Bruno Casni è nato a Milano. Dopo aver conseguito i diplomi di pianoforte, composizione, musica corale e direzione di Coro al Conservatorio Giuseppe Verdi della sua città, è stato direttore del Coro del Teatro Pierluigi da Palestrina di Cagliari e successivamente, dal 1983, è diventato altro Maestro del Coro presso il Teatro alla Scala di Milano, incarico mantenuto fino al 1994.

Sempre nel 1994 è diventato Direttore del Coro di Voci Bianche del Teatro alla Scala . Dal 1979 è docente di esercitazioni corali al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Nel 1984 ha fondato il Coro dei Pomeriggi Musicali di Milano, che ha diretto fino al 1992. Parallelamente ha collaborato con numerose istituzioni e festivals musicali italiani e Stranieri sia come Direttore di Coro sia dirigendo varie formazioni orchestrali. Ha effettuato diverse tournée in vari continenti ed inciso diversi dischi.

Nel 1994 è stato nominato Direttore del Coro presso il Teatro Regio di Torino, alla guida del quale ha ottenuto unanimi consensi di critica e di pubblico nel repertorio lirico, e svolgendo con il complesso un intenso lavoro volto ad ampliare il repertorio concertistico e intensificare la collaborazione con altre istituzioni musicali.

Particolarmente significativo il rapporto consolidato con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.

Dal 2002 è Direttore del Coro del Teatro alla Scala di Milano.

L’organista Fausto Caporali

Fausto Caporali si è diplomato nel 1981 in Organo e Composizione organistica al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano studiando con Gianfranco Spinelli e nel 1983 ha conseguito il titolo di Maestro in Canto Gregoriano al Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica Sacra. Si è in seguito perfezionato partecipando ai corsi di H.Vogel, A.Isoir, E.Kooiman, L.Rogg, M.C.Alain, D.Roth, G.Parodi. Ha studiato a Parigi con D.Roth ed ad Haarlem con N.Hakim. Per i tipi di Armelin Musica – Padova ha pubblicato “L’Improvvisazione Organistica – Un metodo teorico e pratico”, “Propedeutica all’improvvisazione organistica”, “L’accompagnamento del canto liturgico”, un volume sull’opera organistica di Olivier Messiaen (“Il dialogo perpetuo”) ed ha curato pubblicazioni di musiche inedite di autori barocchi e moderni (G.Gonelli, G.Arighi, P.Chiarini, R.Manna, U.Matthey). É autore di un libro sugli organi della città di Cremona (De perfetissima sonoritate – Il patrimonio organario della città di Cremona, Armelin, Padova 2005), di altre pubblicazioni su organi e di contributi musicologici.

Si è classificato secondo al Concorso di Improvvisazione Organistica di Biarritz nel 1995 e nel 1997, ed è stato semifinalista nel 1996 al Concorso Internazionale di improvvisazione di Haarlem. Come compositore ha al suo attivo un Terzo Premio al Concorso AGIMUS di Varenna nel 1996; è autore di diverse cantate su testi sacri, libri di Mottetti, musica strumentale e cameristica eseguita con successo di pubblico e critica.

Svolge attività concertistica sia come solista che come accompagnatore di gruppi vocali e strumentali. Ha tenuto concerti in Germania, Francia, Svizzera, Inghilterra, Spagna, Lituania. Fra le sue collaborazioni si segnalano quelle con Antonella Ruggiero e con gli Ottoni della Scala.

Ha inciso per la Prominence (Il grande organo del Santuario di Caravaggio 1996), per la Syrius (Toccatas 2002, Grand Etudes de Concert 2004), per MV (Organisti e Maestri di Cappella del Duomo di Cremona 2005 – Playing with Bach – Organ and Piano jazz con Erminio Cella 2013), L’organo di don Camillo (Associazione Serassi 2008), Fugatto (L’Opera Omnia per organo di C. Franck 2011 – Le 6 Sinfonie di Louis Vierne, triplo CD, 2015).

Tiene regolarmente corsi di improvvisazione in Italia per conto di varie associazioni.

È titolare del grande organo della Cattedrale di Cremona e della Cattedra di Organo complementare e Canto gregoriano presso il Conservatorio di Torino.