1

Sabato a Formigara l’ingresso di don Marino Dalè

Si preannuncia un fine settimana davvero intenso per il vescovo Napolioni, che tra sabato e domenica presiederà ben quattro ingresso di altrettanti nuovi parroci. Ad aprire la serie, nel pomeriggio di sabato 30 settembre, sarà don Marino Dalè che, già parroco di Gombito e S. Latino, è stato scelto per guidare anche le Parrocchie di Formigara e Cornaleto. Ad affiancarlo don Luigi Parmigiani e don Luigi Pietta, nominati collaboratori parrocchiali per le quattro comunità.

 

Programma dell’insediamento

L’accoglienza del nuovo parroco è in programma nel pomeriggio di sabato 30 settembre, alle 15 presso il cimitero di Formigara, dove don Dalè giungerà da Gombito dalla strada vecchia. Dopo la benedizione ai defunti, si formerà il corteo che, con la banda musicale di Pizzighettone, accompagnerà il nuovo parroco verso la chiesa parrocchiale di Formigara. Sul sagrato della parrocchiale intitolata ai Ss. Nazaro e Celso, don Dalè riceverà il saluto del sindaco William Vailati, affiancato dal primo cittadino di Gombito, insieme anche ad altri sindaci.

La Messa, presieduta alle 15.30 dal vescovo Napolioni, sarà animata con il canto dalla corale interparrocchiale di Formigara-Cornaleto; serviranno all’altare i ministranti di Formigara e Gombito, in segno di comunione.

All’indomani, domenica 1° ottobre, don Dalè celebrerà l’Eucaristia alle ore 8.15 a Ferie, alle 9.30 a Cornaleto e alle 11 a Formigara. A chiudere la giornata un battesimo, il primo del nuovo parroco.

Per le quattro comunità – chiamate a iniziare un cammino in sinergia anche con S. Bassano e S. Maria dei Sabbioni in vista della possibile costituzione di una nuova unità pastorale – l’ingresso del nuovo parroco è stato preparato con diverse le celebrazioni.

 

Profilo dei sacerdoti

Don Marino Dalè, classe 1969, originario della parrocchia di Cristo Re in Cremona, è stato ordinato sacerdote il 22 giugno 1996.

Dopo essere stato vicario a Fornovo San Giovanni (1996/2001), S. Ilario in Cremona (2001/2002), il trasferimento a Cassano d’Adda dove, dopo aver ricoperto il ruolo di coordinatore della pastorale scolastica, è stato vicario nella parrocchia dell’Annunciazione.

Dal 2006 era parroco di Gombito e San Latino, incarico cui ora affiancherà anche quello di parroco di Formigara e Cornaleto, succedendo a don Francesco Ferrari, diventato collaboratore parrocchiale a Viadana-Buzzoletto.

Don Luigi Parmigiani, classe 1942, originario proprio di Formigara, è stato ordinato sacerdote il 25 giugno 1966. È stato vicario a Persico (1967/1969) e Castelleone (1969/1976). Dal 1976 al 1979 è stato parroco di Castelnuovo del Zappa. Per otto anni, dal 1979 al 1987, ha ricoperto l’incarico di presidente della Federazione Oratori Cremonesi. Nel 1987 il vescovo Assi lo scelse come nuovo parroco di Robecco d’Oglio, dove rimase fino al 1999 quando fu trasferito alla guida della comunità Ss. Apollinare e Ilario in Cremona. Dal 1998 al 1999 è stato anche amministratore parrocchiale di S. Pietro Apostolo in Castelnuovo Gherardi. Nel 2004 un nuovo trasferimento, questa volta come parroco di Soresina e amministratore parrocchiale di Farfengo. Nel 2010 la nomina a collaboratore parrocchiale di San Bassano e nel 2011 quella a parroco di San Martino in Beliseto e Marzalengo. Nell’estate del 2014 è stato nominato collaboratore parrocchiale di tutte le parrocchie del comune di Viadana, e successivamente anche della frazione di Buzzoletto. La scorsa estate la nomina a collaboratore parrocchiale di Formigara e Cornaleto, insieme a Gombito e S. Latino.

Don Luigi Pietta, classe 1946, originario di Sesto Cremonese, è stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1975. Ha ricoperto l’incarico di vicerettore del Collegio Gregorio XIV. Nel 1978 il trasferimento a Pandino, in qualità di vicario. Nel 1985 è diventato parroco di Derovere. Dal 1990, inoltre, è stato anche guida spirituale di Vidiceto (Cingia de’ Botti) e amministratore parrocchiale di Cella Dati. Nel 1994 il trasferimento, sempre come parroco, nel Viadanese, a Cicognara. Dal 2003 al 2006 è stato quindi parroco di Gombito e S. Latino. Sacerdote “fidei donum” dal 2006 al 2007, ha poi proseguito il proprio ministero pastorale nelle Marche, a Porto S. Giorgio. Nel 2009 il ritorno in diocesi e l’impegno pastorale come collaboratore parrocchiale a Soresina. Nel marzo 2012 la nomina a collaboratore parrocchiale delle comunità di Soncino. Nel 2014 una nuova esperienza come “fidei donum”. Rientrato in diocesi, nel 2015 è stato nominato collaboratore parrocchiale delle parrocchie di Casalmorano, Castelvisconti, Mirabello Ciria, Barzaniga e Azzanello. Ora mons. Napolioni l’ha destinato nuovamente a Gombito e S. Latino, insieme a Formigara e Cornaleto, come collaboratore parrocchiale.

 

Saluto di don Dalè

Cari amici

Iniziai così la mia prima lettera scritta per i parrocchiani  di Gombito e san Latino nel settembre 2006 quando venni nominato dal vescovo Dante. Da quel pomeriggio assolato di undici anni fa sono successe molte cose: tante positive alcune meno. In ambedue le situazioni  abbiamo condiviso, gioito e sofferto insieme. Oggi il nuovo vescovo Antonio, calcando  le strade di una “Chiesa in uscita” che vuole sempre più  essere una presenza evangelizzatrice e santificatrice nelle parole ,nelle opere e nelle istituzioni, ha voluto nominarmi anche Parroco di Formigara e  Cornaleto. Di conseguenza agli amici di Gombito e san Latino si aggiungono ora gli amici di Formigara e Cornaleto . Si tratta di un ulteriore passo verso una diocesi caratterizzata da un lavoro sempre più condiviso tra sacerdoti e non solo legato a un parroco unico. Se vogliamo trovare un paragone scolastico potremmo dire che stiamo passando dalla maestra unica  al “team” di  insegnanti. Passaggio che ha, come tante situazioni nella vita, aspetti positivi e aspetti problematici. Entrambe le tipologie vanno accolte,  affrontate nella verità e armonizzati  nel cammino delle varie comunità cristiane.

Ascoltando molte persone in questi tempi  comprendo che nascano subito  alcune perplessità

  1. Ma don Marino rimarrà sempre affezionato a  Gombito e san Latino, noi di Formigara e Cornaleto avremo una parte inferiore!      
    1. Per risolvere questa perplessità vorrei richiamare  l’esempio di una famiglia dove i genitori, dopo aver generato un figlio ne  hanno successivamente  un secondo e un terzo. Non si può pensare che i genitori smettano di voler bene al primo in favore del secondo o  al secondo in favore del terzo. L’amore , come il dolore, non si divide ma si condivide! Certo dieci anni di condivisione quotidiana con due comunità non si cancellano e non devono cancellarsi ma sono una occasione per integrare tra di loro le comunità. A tal proposito il bollettino parrocchiale settimanale che da undici anni viene stampato a Gombito e san latino,ritengo possa essere un valido strumento per armonizzare le varie comunità. Uniremo insieme i nostri due strumenti di comunicazione per aiutarci a creare sintonia e legami. Anche papa Francesco ci insegna a costruire Ponti tra diverse realtà. Questa è l’occasione buona per cercare di legarci in modo proficuo ed efficace. Sarà necessario senza dubbio il tempo e la pazienza unitamente a una sincera disponibilità a lavorare insieme e sopportarsi a vicenda quando se ne presentasse l’occasione. Ognuno di noi ha il proprio carattere. Non esiste il parroco o il parrocchiano  perfetto…. In questo caso mi piace sempre ricordare, con sano realismo, tante situazioni analoghe nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, dove persone diverse devono convivere e condividere.  Traiamone le debite conseguenze
  2. Era meglio cambiare tutti i  preti perché si potesse  iniziare un cammino daccapo
    1. Avrebbe potuto essere un’idea molto plausibile ma le situazioni contingenti non hanno  permesso questo avvicendamento. Non bisogna vedere don Francesco che se ne va  come un capitano che abbandona la nave e nemmeno come un prete che viene mandato via per far posto ad altri o, peggio ancora, come un prete “degradato”, anzi è uno squisito atto di obbedienza alle necessità della Chiesa e quindi  occorre accogliere la nomina del  vescovo con disponibilità sincera  . Ci sarà sempre una soluzione migliore ma la sua ricerca o il suo possesso non deve essere l’alibi per non lavorare insieme nel presente. Il fatto, però, che rimangano sacerdoti legati al territorio e il ritorno di don Luigi Parmigiani ( originario di Formigara  e che non si ritiene “rottamato” o a “fine carriera”)    garantisce un legame con la nostra storia. Anche se il cambio di tutti potrebbe sembrare un vantaggio, in realtà, potrebbe significare la perdita del legame con la storia pregressa e con le varie tradizioni legittime che caratterizzano ogni comunità
  3. Che ne sarà delle nostre abitudini e tradizioni?
    1. E’ importante dire che, oltre al nuovo Parroco,come detto , lavoreranno con lui altri due  sacerdoti: Don Luigi Pietta e Don Luigi Parmigiani . La loro presenza ed esperienza sarà sufficiente  a garantire un servizio più che sufficiente ad ogni comunità. E’ fin troppo evidente che tutti insieme dovremo anche abituarci al alcuni cambiamenti che non vogliono essere un’offesa per nessuno ma un servizio migliore per tutti. Se alcune forme di orgoglio delle proprie tradizioni sono  ampiamente giustificabili e  opportune, alcune altre forme sterili di campanilismo devono lasciare il passo a una razionale condivisione. Ricordiamo  l’antico adagio che recitava così “dum romae consulitur saguntum expugnatur” ( mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata)  , non mettiamoci  nelle condizioni di continuamente consultarci, parlare, chiacchierare mentre la nostra fede ci chiede di agire coraggiosamente e  senza indugio. Questi sono tempi in cui al cristiano viene richiesto  di avere davanti mete alte e camminare speditamente senza indugiare ( ci aiuti l’immagine dei pastori a Betlemme  che “andarono senza indugio e trovarono Maria, Giuseppe e il Bambino”  )
  4. Quattro parrocchie insieme sono una buona soluzione?
    1. Bisogna ricordare che la parrocchia ha un nome molto bello che deriva dal greco e che significa “chiesa vicino  alle case”. E’ questo il compito della chiesa che, oltre ad essere Corpo di Cristo, è anche “popolo di Dio in cammino nella storia”, “famiglia di Famiglie”, “ospedale da campo”, “fontana del villaggio” e anche “porto sicuro dove approdare”.
    2. Nessuna istituzione se non la  chiesa stessa voluta da Cristo è  eterna e immutabile. La Parrocchia come  insieme di fedeli presieduti dal parroco è una realtà  che può cambiare nel tempo  a seconda delle varie esigenze. Se penso a san Latino , non esisteva fino al 1914. Venne creata quando la comunità  contava circa mille abitanti, oggi si è  ridotta a un decimo…inoltre; bisogna  ricordare che sono le parrocchie a servire l’evangelizzazione e non viceversa. Il fine della nostra vita non è quello di costruire le parrocchie ma è  conoscere, amare e servire Dio in questa vita per goderlo nella futura: la Parrocchia quindi è uno strumento importante ma non assoluto. Nessuno deve sentirsi escluso o emarginato ma nemmeno il padrone incontrastato di cose, persone e istituzioni .
  5. Lavorare insieme?
    1. Siamo tre preti con età, storia personale , preparazione ed esperienza molto diverse l’uno dall’altro. Questo sarà  un punto di forza ma potrà essere anche una debolezza. Chiedo espressamente di
      • Evitare di paragonare i nostri caratteri ( poiché li conosciamo già  fin troppo bene noi stessi e sono evidenti a tutti..) sarebbe imbarazzante oltre che inutile quando non addirittura dannoso vederci inseriti in una “hit parade” dei preti.
      • Evitare di sfruttare i lati  deboli di uno o dell’altro per rovinare un progetto che la Chiesa ci chiede di realizzare nel nome della comunione
      • Pazientare perché , soprattutto nei primi momenti, dobbiamo abituarci noi preti a lavorare insieme.
      • Non fare troppo uso del pregiudizio: tutti sappiamo che le  voci  corrono. Appena dato l’annuncio dell’arrivo di questo o quel sacerdote ( per quanto previsto e scontato)  si mette in moto anche la macchina delle informazioni: l’amico, la sorella, il cugino, la cognata  il parente viene subito interpellato per sapere… per poter avere primizie di informazioni e indicazioni sul prete stesso. Per qualcuno i criteri di valutazione sono: bontà d’animo, prediche corte, lasciar perdere i conflitti di ogni genere, non chiedere offerte per la chiesa, “tirare” i giovani , farsi andare bene tutto, restaurare chiese e quadri , ecc.   Tra di noi troverete di tutto  un po’…. Talvolta bisognerà portare pazienza, sempre occorrerà andare aldilà del carattere del singolo per camminare insieme. Rompere i rapporti e andarsene alla ricerca di quello che ci aggrada è facilissimo ( è successo molto di frequente nelle nostre Parrocchie) …ma spesso non è la soluzione migliore.
    2. I tempi?
      1. Abbiamo  consapevolezza di vivere in un mondo “accelerato” dove non si possono più godere ( o subire) i tempi lenti di altri  momenti storici . Tutto cambia così velocemente e talvolta si ha l’impressione di non essere in grado di seguire tutto al meglio.
      2. Questo continuo mutare e cambiare rischia di escludere molti che si sentono superati o non adeguati. A questa eventualità la Chiesa guidata da Papa Francesco ci aiuta a rispondere con il criterio dell’”inclusione” ( che è  la continua attualizzazione della ricerca della pecorella smarrita) evitando la “cultura dello scarto”
      3. Un ulteriore rischio è quello di vivere troppo in superficie. Quando ci sono tanti cambiamenti, la tentazione o il rischio  è di essere attenti solo al mutamento delle forme dimenticando l’immutabile sostanza.
      4. Oggi è il tempo della consapevolezza della sostanza, della struttura portante dell’eterno messaggio di Gesù che si declina nella storia in mille modi diversi che lo Spirito Santo gli  permette e suggerisce.
    3. Stili e modi
      1. Nella Chiesa coesistono molti stili e modi di incarnare il vangelo. L’illusione della uniformità appartiene a epoche e ideologie superate( che non hanno mai caratterizzato la Chiesa che è e rimane madre e maestra di umanità , come ci ricordava il Papa Paolo VI) . La diversità non deve stupire e ogni giorno ne facciamo esperienza anche fuori dal mondo della chiesa. Mi  piace, tuttavia, paragonare la nostra vita a una strada con i paracarri. Sulla strada  ognuno è libero di andare come vuole: a piedi, in bicicletta, in automobile, di fermarsi, di saltare , di indietreggiare; l’importante è non valicare i paracarri per non uscire di strada.
      2. in quasi tutte le comunità esistenti al mondo vi è  una consuetudine: “pettegolare”. Non è  certo una novità e , spesso, nemmeno un grosso scandalo, finchè il pettegolezzo non diventa vero e proprio “attentato alla buona fama e alla dignità di una persona”.  Qualche volta si passa dal pettegolezzo alla vera e propria mormorazione se non calunnia. Solitamente la mormorazione sfilaccia  i legami di fiducia tra le persone e divide le comunità . In definitiva è il trionfo del  diavolo che , proprio come dice il suo nome, è lo spirito di divisione. Noi preti siamo in certo qual modo abituati ad essere oggetto  di mormorazioni, illazioni, osservazioni ( quasi ogni prete si  è visto attribuire amanti, figli, preferenze , difetti , debolezze, ecc.  sia veri come fasulli) e non ci stupiamo  certo che questo  avvenga, tuttavia  ci dispiacciamo che  possa accadere nelle comunità a cui doniamo la nostra vita .
      3. In questo mondo universalmente ritenuto in crisi, ma che noi cristiani amiamo definire coinvolto nelle “doglie del parto” è necessario mantenere buoni rapporti di fiducia reciproca e un credito  nei confronti del ministero del Parroco.
      4. Può succedere di avere idee, pensieri, stili diversi ed è  anche bene,in parte,  che sia così( purchè non diventi un stile di vita o un “partito preso”) . A noi è richiesta l’unità e non l’uniformità. L’uniformità la richiedono le dittature, l’unità la caratteristica della Chiesa per cui ha pregato Gesù  nell’ultima cena. Il Signore ha chiesto espressamente che “siano una  cosa sola “ . Cerchiamo di fare di tutto per accontentare il Signore.

IL rapporto con le altre realtà presenti sul territorio: Politiche, sociali, religiose scolastiche ecc.

In realtà relativamente piccole come le nostre è fin troppo evidente che la Parrocchia è  chiamata a confrontarsi con altre realtà presenti sul territorio. Innanzitutto le istituzioni politiche che guidano la vita dei nostri paesi. Le nostre  parrocchie  fanno riferimento, complessivamente, a ben cinque comuni  Gombito ( gombito)  , Castelleone( san latino) , San Bassano ( le cascine di San Giacomo), Formigara ( Formigara e Cornaleto), Pizzighettone (ferie) . Non è facile dover relazionarsi reciprocamente con amministrazioni , istituzioni e gruppi di diversa sensibilità. E’ comunque quello che ci attende e non si può ignorare o far finta di nulla.  Quando si moltiplicano gli enti con cui “avere a che fare”  si moltiplicano anche le possibilità di problemi, incomprensioni, frizioni ecc. Sarà compito di tutti e di ognuno cercare di operare per il vero bene comune, ognuno secondo le proprie competenze e vocazioni.

In una parrocchia non esiste solo l’amministrazione comunale ma anche altre realtà associative o religiose. Penso che la nostra società, sempre più plurale, debba abituarsi a questo quotidiano confronto. Il desiderio che diventa speranza è quello  di poter interloquire con tutti, pur nel rispetto di ognuno. Nessuno deve sentirsi escluso per partito preso  dall’opera di evangelizzazione della Chiesa, pur comprendendo coloro che, per diversi motivo, non desiderano condividere scelte, pensieri e azioni dei cristiani.

Per ora penso  che sia  sufficiente quanto detto. In seguito avremo modo  di confrontarci meglio anche con il coinvolgimento di consigli, associazioni ecc. .

Naturalmente e doverosamente  il pensiero conclusivo deve andare a don Francesco che con generosità ha guidato le comunità di Formigara,  Cornaleto e Ferie in questi ultimi dodici anni. A lui deve andare un grazie sincero per il suo operato. Per motivi personali mi sento di ricordare anche don Attilio Spadari (orginario di Gombito) e don Maurizio Devicenzi a cui ero legato da fraterna amicizia fin da quando era a Caravaggio e io , giovanissimo prete , ero a Fornovo san Giovanni. Sono sicuro che i miei predecessori hanno fatto del loro meglio per guidare le parrocchie. Io,con i miei collaboratori ( sacerdoti ma anche tutti i laici di buona volontà che, seguendo l’invito del Concilio Vaticano II e del papa Francesco, vorranno dare la propria disponibilità) vorremmo inserirci in questo cammino di Chiesa. Non abbiamo molte pretese o desideri se non quello di aiutare a seguire il Signore Gesù in questa vita per goderlo in Paradiso.

Grazie a tutti e arrivederci al 30 settembre

Don Marino