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Rosario in piazza Cittanova per i cristiani perseguitati

«Pregate per noi». È la richiesta che i cristiani del Medio Oriente lanciano a tutti i confratelli che seguono con apprensione le terribili notizie provenienti dalla Siria, dall’Iraq e dalla Palestina. Nella terra dove il Cristianesimo è nato e si è sviluppato vengono perpetrati quotidianamente soprusi e violenze a causa della propria fede. Per essere vicini alle popolazioni colpite dalla guerra e dalle persecuzioni, alcuni laici cristiani di Cremona hanno deciso di unirsi all’iniziativa «Appello all’Umano», promossa dal Comitato Nazarat di Rimini, che da oltre un anno promuove momenti di preghiera e di riflessione su questa vera e propria emergenza.

Venerdì 20 gennaio, alle ore 21, in piazza Cittanova verrà recitato il santo Rosario in comunione con altre piazze di Italia e con diversi monasteri di clausura che hanno aderito all’iniziativa. Lo stesso papa Francesco il 26 dicembre scorso durante l’Angelus aveva affermato: «Il mondo odia i cristiani per la stessa ragione per cui ha odiato Gesù, perchè Lui ha portato la luce di Dio e il mondo preferisce le tenebre per nascondere le sue opere malvagie».

Il 20 gennaio diversi gruppi di cristiani si ritroveranno in preghiera a Perugia, Loreto, Milano, Cesena, Rimini, Prato, Siena, Bologna, ma anche a Damasco in Siria e a Erbil, città curda dell’Iraq.

Il perdurare dello Stato Islamico tra Siria e Iraq è una continua minaccia per le comunità cristiane che vivono in quelle zone da più di duemila anni. Le conversioni forzate all’Islam, per esempio, sono frequentissime soprattutto in Iraq  dove il numero dei cristiani è crollato da un milione e duecentomila negli anni ’90, a poco più di 250 mila nel 2015. Analoga sorte in Siria dove dai 2 milioni di cristiani nel 2011 si è passati a una stima che va  tra le 600 mila e le 900 mila persone, con l’emblematico caso di Aleppo, dove rimangono 60 mila cristiani degli oltre 400 mila che lì vivano prima della guerra. Una persecuzione sistematica che coinvolge anche yazidi e altre minoranze musulmane.

 

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