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Ricordato Giacomo Maffei, giovane cui è intitolato l’oratorio di Casalmaggiore

“Vivere vuol dire essere gli infaticabili portatori del Cristo, che è Vita”. È con questa citazione da “Un corsaro di Cristo. Scritti di Giacomo Maffei”, edito da L.I.C.E. nel 1936, che il parroco di Casalmaggiore, don Claudio Rubagotti, ha voluto Giacomo Maffei, giovane casalese (nato il 9 novembre 1914) cui è dedicato l’oratorio della parrocchia di Santo Stefano. L’occasione è stata la Messa celebrata la sera del 24 luglio in suo suffragio. nell’anniversario della morte avvenuta all’età di 21 anni, nella notte del 24 luglio 1935. Un giovane distintosi “per lo sguardo e l’intelligenza rivolte a Gesù”, cui aveva dedicato la sua breve vita.

Iscrittosi presso il liceo “San Giovanni” dei Salesiani a Torino e poi al liceo salesiano di Valsalice, qui maturò la sua attenzione per i poveri e iniziò a prestare servizio presso la locale San Vincenzo.

In sua memoria l’arcivescovo Cazzani (postulatore della causa di beatificazione, terminata dopo la guerra) lo citò in una colletta quale “esempio diffuso tra la gioventù” per le sue doti umane e sociali.

Nominato dalla Chiesa quale “testimone della fede”, Maffei partecipò alla Gioventù fascista per poi prenderne le distanze quando nel 1931 il fascismo al potere si scontrò con le associazioni cattoliche. Per lui fu il momento della scelta, e scelse di stare dalla parte dell’Azione Cattolica di cui nel frattempo era entrato a far parte. “Sarò tra i giovani forti e generosi che non si vergognano di proclamare: noi siamo cristiani-cattolici” scrisse dopo aver apprezzato l’enciclica “Non abbiamo bisogno” di papa Pio XI.

Don Claudio Rubagotti, che ne ha conosciuto la storia prima di entrare in Seminario leggendo i suoi scritti in oratorio, lo ha poi scelto come suo “custode” nel momento dell’ingresso da parroco a Casalmaggiore. Tanto amato in gioventù, tanto vicino ora.