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Religioni a tavola, nell’Islam mangiare è cibarsi della misericordia di Dio

Nel secondo incontro sulla relazione tra le religioni e il cibo, tenutosi nel pomeriggio di venerdì 3 marzo all’interno della rassegna “Le religioni a tavola”, organizzata dal Centro pastorale della sede cremonese dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, presso l’aula magna di via Bissolati è stato approfondito il punto di vista dell’Islam.

L’incontro, moderato da don Maurizio Compiani, assistente del campus Santa Monica, è stato introdotto dalla prof. Roberta Dordoni, coordinatrice accademica del corso triennale di Scienze e tecnologie alimentari. Gli interventi sono stati tenuti da padre Paolo Nicelli, missionario del PIME e professore di Studi arabi ed islamistica presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale di Milano e di Teologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, e di ‘Abd Al-Sabur Turrini, imprenditore e vicepresidente dell’Unione islamica italiana.

Nicelli nel suo intervento ha voluto evidenziare che «la convivialità serve a far passare un’empatia verso le persone e questo si lega al tema della solidarietà che viene prima della religione. Il cibo c’entra non solo nella nostra vita, ma anche con Dio, che per l’islam è il più misericordioso e benevolo e, proprio tramite il cibo, comunica la sua benevolenza e la sua misericordia». 

Quindi, passando all’analisi di alcuni passi del Corano, il missionario ha approfondito alcuni termini chiave che ricorrono nel testo coranico per sottolineare che «mangiare è cibarsi della misericordia di Dio, per l’islam. Tramite il cibo si spiega il rapporto tra Dio, cibo e umanità: il cibo c’entra con la vita del fedele in quanto riferimento sacralizzato che apre all’incontro con Dio». 

L’intervento di padre Paolo Nicelli

L’intervento di Turrini è stato incentrato sull’approfondimento e l’analisi dei cibi halal (leciti) e haram (vietati): «Non esiste elemento che non sia legato al divino e anche il cibo serve per collegarsi allo spirito: tramite il cibo, infatti si collega un piano inferiore al piano superiore». Ha quindi spiegato le differenze tra cibi leciti e vietati, sia secondo il Corano che le diverse catalogazioni prodotte dalle diverse scuole giuridiche, e di come la carne animale debba essere comunque macellata secondo il rituale islamico poiché «la macellazione è un atto sacrale che implica un particolare atteggiamento di rispetto, mettendo in pratica una serie di regole e precauzioni specifiche». 

È stato sottolineato da Turrini anche l’aspetto economico dei cibi halal e di come questo mercato sia in rapida espansione mondiale. «Non solo il cibo – ha spiegato il vice-presidente dell’Unione islamica italiana – ma anche altri settori come il turismo, la farmaceutica e la cosmetica si sono adattate alle indicazioni dell’islam, promuovendo il settore halal nel rispetto della conformità religiosa, del rispetto del creato, dell’attenzione ai consumatori e all’esportazione». Ha quindi concluso: «Oltre all’aspetto tecnico bisogna vedere l’aspetto sacro, come è da vedere in ogni aspetto di questo mondo». 

L’intervento di ‘Abd Al-Sabur Turrini

I prossimi incontri si terranno sempre presso l’aula magna del campus in via Bissolati 74 nei pomeriggi (ore 16.30) di giovedì 9 marzo con un approfondimento sulle tradizioni alimentari in Induismo e Buddhismo e giovedì 16 marzo con l’approfondimento del cibo nel Cristianesimo.