Rapporto Caritas su “Povertà ed esclusione sociale in Italia”. Pagniello: “Aiutare le comunità a guardare oltre”

In occasione della nona Giornata mondiale dei poveri (domenica 16 novembre 2025), Caritas Italiana pubblica la ventinovesima edizione del Rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia. A quasi trent’anni dal primo volume “I bisogni dimenticati” (1996), il Rapporto 2025 sceglie di portare al centro del dibattito pubblico quei fenomeni che restano spesso ai margini dello sguardo: disuguaglianze economiche, povertà multidimensionali, azzardo industriale di massa, violenza sulle donne, povertà energetica. Sono i “fuori campo” della società italiana.

Secondo gli ultimi dati Istat, in Italia la povertà assoluta riguarda il 9,8% della popolazione: oltre 5,7 milioni di persone e 2,2 milioni di famiglie (8,4% dei nuclei) vivono in condizioni di indigenza. Accanto alla povertà economica, il Rapporto mette a fuoco la crescita delle disuguaglianze. In Italia il 10% delle famiglie più ricche detiene circa il 60% della ricchezza complessiva. Almeno 10 milioni di adulti dispongono di risparmi liquidi inferiori ai 2.000 euro, insufficienti per reggere uno shock come la perdita del lavoro o una malattia. Nel 2024 i Centri di Ascolto Caritas hanno sostenuto 277.775 famiglie, pari a circa il 12% delle famiglie in povertà assoluta, con un aumento del 3% rispetto al 2023 e del 62,6% rispetto al 2014. Più di una famiglia su due seguita da Caritas presenta almeno due ambiti di disagio, una su tre ne manifesta tre o più. La povertà si manifesta sempre più come nodo multidimensionale di fragilità intrecciate, non riducibile alla sola mancanza di reddito.

Per leggere meglio questa complessità, Caritas Italiana ha avviato uno studio pilota che ha portato alla costruzione di un indice sintetico di vulnerabilità individuale. Oltre il 67% delle persone con bisogni in tre o più ambiti rientra in una fascia di vulnerabilità medio-alta o alta. Gli interventi puramente assistenziali non bastano più, serve un cambio di paradigma verso politiche integrate e percorsi “capacitanti” che restituiscano alle persone autonomia, dignità e possibilità di futuro. Tra i “fuori campo” analizzati, il Rapporto dedica attenzione particolare alla deriva nazionale dell’azzardo industriale di massa: nel 2024 in Italia sono stati spesi 157 miliardi di euro, con perdite per 20 miliardi e oltre. 835 milioni sono le ore di vita spese in questa pratica. Un tempo e un denaro che pesano soprattutto sulle famiglie più fragili, in particolare nel Mezzogiorno. Altre pagine sono dedicate al legame tra violenza sulle donne e impoverimento, oltre 60.000 donne si sono rivolte ai Centri antiviolenza nel 2023, spesso senza autonomia economica, e alla povertà energetica, che nel 2023 ha coinvolto 2,36 milioni di famiglie (9% del totale), il valore più alto mai registrato. La povertà energetica rappresenta, inoltre, una delle frontiere più nuove e preoccupanti di ingiustizia sociale. “Il ‘fuori campo’ è ciò che non si vede, ma che pure dà senso a tutto il resto – sottolinea don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana -. È la parte invisibile, laterale, quella che sfugge allo sguardo immediato, ma che sostiene la scena e che, se non ci fosse, anche ciò che generalmente osserviamo perderebbe il suo senso più profondo”. In questo scenario, Caritas Italiana rilancia la sua vocazione pedagogica: “Essere Caritas – aggiunge don Pagniello – significa aiutare le comunità a “guardare oltre”, a non fermarsi alla superficie dei numeri ma a leggere, dietro ogni dato, una storia concreta. È un invito a costruire una democrazia della prossimità e una pace che nasce dal basso, ripartendo dagli ultimi. La fedeltà allo sguardo della prossimità è già una forma di speranza: è nel fuori campo delle nostre città che si intravedono i germi di un mondo nuovo”.

Il Rapporto 2025 su povertà ed esclusione sociale in Italia – “Fuori campo. Lo sguardo della prossimità” – è disponibile su www.caritas.it.