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Raddoppio Ires, card. Bassetti: “E’ una provocazione, colpito il volontariato”

“Non è un dono, ma una provocazione”. Così il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, considera, in un’intervista pubblicata oggi da “La Repubblica”, il raddoppio dell’Ires, l’imposta sul reddito delle società, previsto dalla manovra per gli enti no profit e le realtà collegate alla Chiesa.

Colpito il volontariato

“Il nostro Paese sta vivendo un momento difficile, ma non mi sarei aspettato di vedere colpito il volontariato e tutto ciò che rappresenta – sottolinea il porporato -. Si tratta di migliaia di istituzioni senza fini di lucro, che coprono uno spettro enorme di bisogni ed esigenze, da quelle ambientali a quelle sanitarie, da quelle di supporto alla coesione sociale e di contrasto alla povertà a quelle ricreative, culturali ed educative”.

Il presidente della Cei sostiene, in merito al provvedimento, che

“non siamo davanti a un problema dei cattolici o per i cattolici, ma dell’umanità del nostro popolo, quindi di dignità e rispetto per chi ha sempre operato con abnegazione e ha contribuito a tenere in piedi il nostro Paese”.


Un messaggio per il ministro Salvini

“Protagoniste di quel welfare comunitario che può generare coesione, qualità e sostenibilità”. Così il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, in un’intervista a “La Repubblica”, pubblicata oggi, considera le reti di volontariato. Segnalando che il Censis in un suo Rapporto affermava che “ci vuole un salto di qualità culturale per non considerare più le reti comunitarie come realtà puramente ancillari”, il porporato sostiene che “senza questo salto culturale, non si colpiscono soltanto le fasce più deboli, ma la dignità di tutti, anche di coloro che, avendone la possibilità, accettano di donare parte del loro tempo e delle loro energie a fin di bene: gruppi, enti, fondazioni bancarie, singoli”.

Su questo punto dal cardinale un messaggio per il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, dopo una recente polemica tra il vicepremier e “Avvenire”:

“Signor ministro, se la prenda con chi vuole, con i vescovoni, con la stampa cattolica, con i preti meschini e arrivisti… ma non tocchi l’umanità e il senso del dovere che hanno ispirato la nostra Costituzione”

dice l’arcivescovo. “La Chiesa italiana ha i suoi limiti, ma non può essere processata sui social o con qualche dichiarazione – aggiunge il presidente della Cei -. Chiedo che sia compresa e, al più, sfidata con comportamenti e azioni degne di essere imitati”.