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Preti cremonesi con il vescovo Napolioni in Sicilia per un viaggio tra il culturale e il religioso

Ha preso il via il viaggio-pellegrinaggio di venticinque sacerdoti insieme al vescovo Antonio Napolioni, che dal 19 al 22 aprile vivranno un’esperienza di fraternità nella città di Palermo e dintorni.

Un percorso tra il culturale e il religioso: la città è uno scrigno prezioso di tesori di incalcolabile valore, che hanno visto la luce nel periodo della dominazione araba, a cui è seguita quella normanna per arrivare al periodo aragonese fino al barocco: il castello della Zisa, la cappella palatina nel contesto del palazzo dei Normanni (in foto), la chiesa dell’Ammiraglio, insieme a tante altre ricche chiese, di cui è disseminata la città, per completare con le cattedrali di Cefalù e di Monreale, offriranno uno spaccato della cultura e dell’arte dell’isola posta nel cuore del mediterraneo, come ponte tra le civiltà, oggi più che mai indispensabile, per favorire una cultura dell’accoglienza e della difesa della dignità dell’uomo.

Non possiamo però dimenticare come la Sicilia e Palermo in particolare, abbia vissuto, nel recente passato, un periodo drammatico per le stragi di mafia: l’elenco delle vittime sarebbe lungo, da Piersanti Mattarella a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, a cui associamo anche la figura umile e coraggiosa di don Pino Puglisi, ucciso il 15 settembre del 1993, quasi un controcanto a quell’invettiva pronunciata da Giovanni Paolo II nella valle dei templi di Agrigento, solo qualche mese prima.

Per questo il percorso palermitano del gruppo dei Preti di Cremona non sarà solamente una contemplazione della bellezza della natura e dell’arte ma sarà anche fatto di ascolto e di condivisione delle sfide che la chiesa locale sta accogliendo: la visita al quartiere di Brancaccio, che custodisce la memoria del Beato Puglisi,  l’incontro in cattedrale con l’arcivescovo Corrado Lorefice e con la teologa Ina Siviglia nel suo eremo di Polizzi Generosa nel cuore delle Madonie, saranno occasione bella per riflettere, nel clima pasquale, sul senso del nostro essere preti in un mondo che cambia, in un contesto, assai differente, com’è quello cremonese ma che ugualmente ha bisogno di passione nell’annuncio del Vangelo.

don Roberto Rota