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Presentati al Museo Diocesano i cataloghi della collezione Arvedi-Buschini

«Non è usuale il fatto che un museo venga inaugurato e subito ci possa essere una sua parte, una sua collezione, che presenti la possibilità di essere spiegata e raccontata all’interno di un catalogo. Credo, però, che sia importante presentare al pubblico la collezione Arvedi-Buschini, in quanto opere come L’Annunciazione di Boccaccio Boccacino sono un’estrema novità per il museo e forniscono innegabilmente un valore aggiunto alla proposta artistica». Con queste parole don Gianluca Gaiardi, direttore dell’ufficio Beni culturali ecclesiastici della Diocesi di Cremona, ha condiviso l’emozione della pubblicazione dei due volumi della collana “La collezione di Giovanni Arvedi e Luciana Buschini”, editi dalla casa editrice Mandragora, presentati al pubblico nella mattina di venerdì 10 giugno presso la sala proiezioni del Museo Diocesano, dove sono disponibili per l’acquisto.

L’evento si è articolato nella forma di un viaggio storico, artistico e culturale che ha ripercorso e analizzato l’origine delle opere proposte, soffermandosi con particolare attenzione sulle vicende collezionistiche che hanno caratterizzato i dipinti e le sculture negli anni, fino ad arrivare al loro significato e all’analisi di alcuni dettagli di importante rilevanza, ricordando però che non bisogna sottovalutare il merito di chi raccoglie e conserva le opere d’arte, ovvero i mecenati, gli appassionati e i collezionisti, in quanto è il loro contributo che permette che queste opere possano conservarsi ed essere studiate, facendosi largo attraverso i secoli.

Hanno partecipato alla presentazione anche il vescovo di Cremona Antonio Napolioni, il sindaco Gianluca Galimberti e la signora Luciana Buschini Arvedi.

A descrivere il primo volume della collana, intitolato “Dipinti e sculture” e curato da Laura Cavazzini e Andrea De Marchi, è intervenuto il soprintendente alle Belle arti e paesaggio per le provincie di Cremona, Lodi e Mantova, Gabriele Barucca, spiegando che «la collezione consta di 18 dipinti su tavola e 7 sculture databili dal XII secolo fino ai primi anni del ‘500. Anello di congiunzione tematica della collezione è sicuramente la volontà dei donatori, ovvero dei coniugi Arvedi, di raccogliere opere con un profondo significato religioso, recuperandole con sguardo spirituale; insomma, attribuendogli il significato per il quale furono create». La collezione mostra pezzi eccellenti, in primis Boccaccio Boccacino, seguito dalla Madonna con Bambino che in principio fu una Maestà di uno scultore senese. Ci sono anche vere e proprie reliquie, come le due teste di Christus triumphans, una spoletina e l’altra pisana, che sono veramente uniche nel loro genere».

In seguito Francesco Frangi, docente di storia dell’Arte moderna e Museologia presso l’Università degli Studi di Pavia, ha analizzato con precisione il capolavoro di Boccaccio Boccacino, L’Annunciazione, ricordando che «l’artista è il fondatore della grande tradizione pittorica cremonese del ‘500 grazie principalmente al suo intervento all’interno del ciclo della cattedrale, dove grazie a lui si affermeranno nuovi artisti come Altobello Melone e Gian Francesco Bembo. L’occasione di vedere al Museo Diocesano opere di così grande spessore va sicuramente a valorizzare tutto il panorama artistico della diocesi e della provincia, già di per sé reso grande dal lascito di Boccacino che troviamo appena entrati all’interno della Cattedrale e che da sempre è lì presente».

A concludere la mattinata l’intervento di Andrea De Marchi, curatore dell’intera collana al fianco di Laura Cavazzini, che ha dimostrato l’impegno nel progetto di pubblicazione del catalogo dicendo che «nell’Università di Firenze dove insegno abbiamo organizzato un gruppo fra i migliori allievi, sia specializzandi che dottorandi, che ha lavorato con impegno alla stesura del catalogo. Per gli studenti è stato un modo di cimentarsi in prima persona lavorando direttamente sulle opere, potendole studiare e contestualizzare con criteri di ricerca scientifica. Un grande ringraziamento – ha aggiunto – va rivolto anche alla casa editrice Mandragora, che ha reso possibile la creazione della confezione finale, quella che è possibile acquistare e leggere».