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Politiche familiari, politici a confronto a Palazzo Cittanova

Famiglia e politiche familiari al centro dell’interessante incontro tenutosi venerdì 17 novembre a Cremona, in palazzo Cittanova, organizzato dal locale Forum provinciale delle associazioni familiari. All’indomani della Conferenza nazionale sulla famiglia tenutasi a Roma nel settembre scorso (“più forte la famiglia, più forte il paese”), in attesa del Piano nazionale per la famiglia che è stato promesso prima della fine della legislatura e nel pieno della discussione sulla legge di bilancio, si è dibattuto sul ruolo sociale della famiglia e sul riconoscimento di quelle sue peculiari funzioni ed attitudini che, se sostenute da logiche di politica sussidiaria, possono assumere anche dimensione pubblica.

Purtroppo, come ha ricordato il presidente del Forum provinciale, Paolo Emiliani, nell’introdurre i lavori, la condizione di povertà che caratterizza la vita di molte famiglie (1,4 milioni quelle in povertà assoluta, 2,5 milioni quelle in povertà relativa secondo il rapporto Istat relativo al 2016), obbliga sempre più la politica a interventi di tipo sociale e assistenziale.

Alcuni di questi (reddito di inclusione, sostegno alla maternità, revisione Isee) sono stati rivendicati dall’on. Mario Sberna, alla sua prima esperienza di politica parlamentare, come successi dell’attività di Governo alla quale è mancato, però, il coraggio di intraprendere politiche strutturali a sostegno del nucleo familiare, partendo da una riforma fiscale che riconoscendo il giusto peso ai carichi familiari (cosiddetto “Fattore Famiglia”), renda più equa la determinazione della capacità contributiva, dando così risposta concreta anche al dettato Costituzionale.

Strada sulla quale, come ricordato dal Consigliere regionale Carlo Malvezzi, si è incamminata Regione Lombardia approvando il “Fattore Famiglia Lombardo” che intende diversificare i costi di alcuni servizi (scuola, assistenza, trasporti) in funzione delle risorse a disposizione concretamente della famiglia proseguendo quindi in un’attenzione e una valorizzazione della realtà familiare già annunciata come programma di governo 20 anni fa con la legge 23.

Chi, come il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, deve ogni giorno trovare risposte al bisogno materiale di chi è già in povertà assoluta, nel porre particolare attenzione ad una fascia non marginale di popolazione che vive anch’essa a rischio di povertà potenziale, chiede un patto di “comunità” capace di unire gli sforzi e le energie di tutti gli attori della vita sociale, istituzioni, corpi intermedi, volontariato, privato sociale. Citando alcune iniziative virtuose in atto, intravede la possibilità di un aiuto che, anziché mortificare la persona o espropriare la famiglia delle proprie titolarità, indica un percorso orientato al recupero di autostima ed autosufficienza.

Nella imminenza di importanti appuntamenti elettorali, è parso evidente al pubblico presente che, senza adeguate politiche familiari, la famiglia sarà sempre più povera e il nostro paese, anche alla luce degli allarmanti dati demografici, sempre più fragile e sempre più vecchio.