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Verso Santiago de Compostela

Il cammino di Santiago è diventato un richiamo ormai per tanti, soprattutto durante i mesi estivi quando, ragazzi e adulti decidono di intraprendere, a piedi o in bici, il lungo percorso che da Roncisvalle, seguendo il cosiddetto cammino francese, conduce, in 790 kilometri, a Santiago de Composela. Meno frequentato è il cammino antico che segue la costa atlantica e passa da Oviedo o quello portoghese che parte la Lisbona. I pellegrini spagnoli invece percorrono una strada che attraversa diagonalmente la penisola, da Siviglia a Santiago in 1040 Km.

Questi alcuni dei cammini, ma quali le motivazioni per il cammino verso Santiago? E che cosa si va a fare a Santiago?

Senza pretendere di entrare nel cuore più intimo di ogni persona e tanto meno di permettermi giudizi, è tuttavia evidente che per tanti è un bel percorso di trekking che fa tendenza.

Già nel 2015 i vescovi delle diocesi spagnole e francesi attraversate dal cammino avevano pubblicato una lettera pastorale congiunta, intitolata: “Il cammino di Santiago: ricerca e incontro”. Il dato che muoveva la riflessione era che il 70% delle persone che fanno il cammino non hanno motivazioni religiose, ma sono mosse da un vago desiderio di ricerca di senso e di novità nella vita.

Per questo è legittima la preoccupazione dei Vescovi, affinché anche oggi si riscoprano e si vivano le dimensioni più autentiche del pellegrinaggio giacobeo. Anche nel 2018 i Vescovi hanno voluto rimarcare la dimensione spirituale del pellegrinaggio affrontando in una nuova lettera pastorale il tema “Accoglienza e ospitalità sul cammino di Santiago”. L’ospitalità e l’accoglienza sono due cardini del vero pellegrinaggio, contrassegnati da “segni esteriori”, ma anche dallo sforzo di offrire opportunità che aiutino la ricerca spirituale.

Come fare allora affinché il cammino di Santiago ritorni ad essere quello per cui è nato? Come fare per intercettare quelle domande di senso che sono nel cuore profondo di ogni persona, superando le apparenze di una semplice esperienza esteriore?

Sono le domande che anch’io mi sono fatto mentre attraversavo, con tre amici, villaggi, boschi e campi dai colori straordinari di un tratto del cammino francese, da Leon fino alla meta: un’esperienza bella, fatta di silenzio e di preghiera, di dialogo e di confronto; esperienza rivissuta l’anno successivo, questa volta solo in tre, da Roncisvalle a Burgos.

Il cammino di Santiago nasce tra il primo e il secondo millennio e porta fino alla Galizia a venerare la tomba dell’Apostolo Giacomo, il maggiore, figlio di Zebedeo, fratello di Giovanni, ambedue ricordati come “i figli del tuono”. Nei racconti evangelici lo troviamo nel gruppo ristretto dei discepoli prediletti da Gesù, testimone della trasfigurazione, della risurrezione della figlia di Giairo, chiamato a vegliare nell’orto degli ulivi: per lui e per il fratello, la madre aveva chiesto al Maestro un posto di privilegio nel Regno.  Da quanto leggiamo negli Atti degli Apostoli, Giacomo è il primo dei Dodici a donare la vita per Cristo, ucciso per ordine di Erode Agrippa, intorno alla Pasqua del 44 d.C.

Queste sono le scarne notizie attestate dalla Sacra Scrittura.

Avvolte nella leggenda ma accolte dalla tradizione sono invece le vicende legate alla presenza della tomba di Giacomo in questo lembo estremo della penisola iberica che dall’Apostolo prende il nome.

Chi dunque, fin dal lontano medioevo, andava a Santiago lo faceva per motivazioni di fede: come a Roma si andava per venerare le tombe degli Apostoli Pietro e Paolo, come a Gerusalemme si andava per venerare il sepolcro glorioso di Cristo, così il richiamo di Santiago era la tomba di Giacomo, il maggiore.

Nascerà ben presto anche una guida al cammino, ad uso dei pellegrini che segnalerà sentieri, alloggi, luoghi santi da venerare e metterà in guardia dai pericoli che si incontreranno, guida confluita in quello che diventerà il Codice Callistino, tutt’ora conservato a Santiago.

Gente che proveniva dall’Italia o dal centro Europa, dalla Francia e dall’Inghilterra si incontrava lungo il cammino e, condividendo la stessa fede, celebrava la lode a Dio, chiedendo al Padre della misericordia il perdono delle colpe.

Tuttavia non si può negare che, dopo l’anno mille, il fascino del “finis-terrae” abbia influito sulla scelta di questo pellegrinaggio, tanto che giunti a Santiago molti dei pellegrini camminavano per un ulteriore tratto di strada fino alle spiagge dell’oceano, nell’estremo lembo di terra, dove raccoglievano la bianca conchiglia, diventata uno dei simboli del cammino.

E il miracolo del cammino, ieri come oggi, è quello della fraternità.

Per questo il 23 ottobre del 1978, mentre si andava a costruire “la casa comune europea” il Consiglio d’Europa riconosceva il camino de Santiago come primo “Itinerario culturale europeo”: le diverse culture europee si sono intrecciate come le vie e i sentieri oltrepassano le distanze, le frontiere e gli ostacoli della lingua.

Dopo oltre quarant’anni da questa dichiarazione, in un contesto culturale e sociale molto cambiato, dove i sovranismi sembrano prevalere e l’Europa rischia di implodere su sè stessa, il cammino di Santiago, può aiutare a ripensare i fondamenti più belli e autentici dell’Europa, della pace e della giustizia, secondo l’idea vincente dei padri fondatori, Adenauer, Schuman, e De Gasperi, che dopo la seconda guerra mondiale avevano voluto mettere le basi per una Europa unita che resta ancora oggi un sogno da realizzare.

Quello della riscoperta dei valori e delle radici rimane così un grande servizio dei cristiani ai popoli dell’Europa, un servizio che non è supplenza ma passione per l’uomo e per la convivenza pacifica dell’umanità.

don Roberto Rota




Pellegrinaggio diocesano in Grecia, sulle orme di San Paolo

Prosegue fino a metà aprile la possibilità, per gruppi e singoli, di iscriversi al pellegrinaggio diocesano in Grecia. Sarà un itinerario sulle orme missionarie dell’apostolo Paolo quello che il vescovo Antonio Napolioni guiderà, dal 2 all’8 settembre, nella culla della civiltà classica.

Secondo il racconto degli Atti degli Apostoli, l’Apostolo “delle genti”, dopo aver annunciato il Vangelo in Asia Minore, compie il “salto” nel mondo classico, nel corso del suo secondo viaggio. Dopo aver incontrato la piccola comunità ebraica di Filippi, città di cui oggi restano le rovine archeologiche, Paolo si spostò nella vicina Tessalonica, oggi Salonicco: qui i pellegrini potranno visitare monumenti bizantini come la Basilica di Santa Sofia e quella di San Demetrio. Particolarmente importante risulterà la tappa alle «Meteore», singolari monasteri ortodossi maschili e femminili costruiti su picchi di roccia. Da qui si proseguirà per Atene con sosta all’Areopago, luogo di un importante discorso di Paolo, continuando poi con la visita all’Acropoli e agli altri luoghi della classicità. Seguirà la tappa alla zona archeologica di Corinto, dove l’Apostolo fondò un’importante e complessa comunità. Non mancherà pure la visita alla località di Micene, legata alle memorie del poeta Omero, e di Epidauro, dove sorge il più maestoso tra i teatri di epoca antica. Il pellegrinaggio diocesano in Grecia rappresenta sicuramente la principale proposta per il 2019.

Ecco il programma del pellegrinaggio:

1° giorno: Italia – Salonicco. Ritrovo in aeroporto e partenza per Salonicco via Vienna. Arrivo e inizio della visita della città, la Tessalonica d’epoca paolina, con la chiesa bizantina di San Demetrio. Trasferimento in albergo: sistemazione, cena e pernottamento.

2° giorno: esc. Filippi e Kavala. Mezza pensione in albergo. Giornata dedicata all’escursione a Filippi, dove l’apostolo Paolo nel 49 d.C. fondò la prima comunità cristiana d’ Europa. Visita e pranzo. Sosta a Kavala di cui si visita la città vecchia.

3° giorno: Salonicco – Kalambaka. Colazione. Conclusione della visita di Salonicco con la chiesa bizantina di Santa Sofia ricca di preziosi mosaici. Partenza per Veria dove tre giardini di marmo bianco indicano il punto della predicazione San Paolo nel 54 d.C. Proseguimento per Vergina. Pranzo. Visita del museo con i tesori di Filippo II il Macedone. Arrivo in serata a Kalambaka, nel centro della Tessaglia. Sistemazione in albergo: cena e pernottamento.

4° giorno: Kalambaka – Atene. Colazione e pranzo. Visita di due monasteri delle Meteore, ricchi di icone e di affreschi, centri spirituali e di vita eremitica. Partenza per Atene, inizio delle visite, sistemazione in albergo: cena e pernottamento.

5° giorno: Atene. Pensione completa. Visita dell’ Acropoli e dell’Agorà, testimone della predicazione di San Paolo. Visita al Museo Archeologico Nazionale e giro panoramico della città moderna.

6° giorno: esc. Argolide. Mezza pensione in albergo. Escursione in Argolide. Prima sosta all’imboccatura del Canale di Corinto, quindi visita del sito della città antica dove ancora risuonano le accorate parole delle lettere di Paolo ai Corinzi. Continuazione per Micene: visita e pranzo. Proseguimento per Epidauro: visita del teatro. Rientro ad Atene.

7° giorno: Atene – Italia. Colazione. Breve tempo a disposizione per il completamento della visita libera della città. In tarda mattinata trasferimento in aeroporto e partenza per il rientro in Italia via Vienna.

 

QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE:

  • Minimo 40 paganti 1.339,00€ (*)
  • Tasse aeroportuali    161,00€ (**)

SUPPLEMENTI:

  • camera singola              400,00€
  • Trasferimento per e dall’aeroporto 50,00€

LA QUOTA COMPRENDE:

Passaggio aereo in classe turistica Italia/Salonicco e Atene/Italia con voli di linea – Alloggio in hotel 4 stelle in camere a due letti con bagno o doccia – Pensione completa dalla cena del 1° giorno alla colazione del 7° giorno – Trasferimenti in pullman da/per gli aeroporti in Grecia – Visite ed escursioni con guida parlante italiano per tutto il tour in pullman come da programma – Ingressi: Filippi, Verghina, Meteore (2 monasteri), Acropolis di Atene, Agorà Antica, Museo Archeologico Nazionale, Micene, Epidauro (per un costo complessivo di 86 euro circa) – Audioriceventi  Vox – Accompagnatore dall’Italia – Assistenza sanitaria, assicurazione bagaglio e annullamento viaggio Europ Assistance – assistenza in aeroporto alla partenza – documentazione personalizzata.

LA QUOTA NON COMPRENDE:

Tasse aeroportuali soggette a riconferma fino all’emissione della biglietteria aerea – Mance – bevande ai pasti – pasti non menzionati – ingressi extra – extra di carattere personale – tutto quanto non espressamente indicato ne la voce “La quota comprende”.

DOCUMENTI:

Carta d’identità o passaporto validi per l’espatrio.

 

(*) Quota valida per il minimo partecipanti indicato per ciascun pullman

Nel caso in cui non venisse raggiunto il minimo partecipanti paganti, la quota potrebbe subire un adeguamento

(**) le tasse aeroportuali sono soggette a variazione fino alla reale emissione della biglietteria aerea. Fino a tale termine ci riserviamo il diritto di potervi richiedere l’adeguamento delle stesse.

 

Tutti i pellegrinaggi del 2019




Finestre sul mondo: viaggi e pellegrinaggi per il 2019

“Finestre sul mondo”, questo lo slogan del ricco il programma di viaggi e pellegrinaggi predisposti da Ufficio diocesano per la Pastorale del turismo e Segretariato pellegrinaggi, diretti da don Roberto Rota, con il supporto tecnico dell’agenzia turistica diocesana ProfiloTours. Accanto alla classiche mete di fede, che guardano ai principali santuari mariani d’Europa, la proposta del pellegrinaggio diocesano per quest’anno guarda alla Grecia.

 

Brochure con tutte le proposte per il 2019

 

Il pellegrinaggio diocesano in Grecia

Sarà un itinerario sulle orme missionarie dell’apostolo Paolo quello che il vescovo Antonio Napolioni guiderà, dal 2 all’8 settembre, nella culla della civiltà classica. Secondo il racconto degli Atti degli Apostoli, l’Apostolo “delle genti”, dopo aver annunciato il Vangelo in Asia Minore, compie il “salto” nel mondo classico, nel corso del suo secondo viaggio. Dopo aver incontrato la piccola comunità ebraica di Filippi, città di cui oggi restano le rovine archeologiche, Paolo si spostò nella vicina Tessalonica, oggi Salonicco: qui i pellegrini potranno visitare monumenti bizantini come la Basilica di Santa Sofia e quella di San Demetrio. Particolarmente importante risulterà la tappa alle «Meteore», singolari monasteri ortodossi maschili e femminili costruiti su picchi di roccia. Da qui si proseguirà per Atene con sosta all’Areopago, luogo di un importante discorso di Paolo, continuando poi con la visita all’Acropoli e agli altri luoghi della classicità. Seguirà la tappa alla zona archeologica di Corinto, dove l’Apostolo fondò un’importante e complessa comunità. Non mancherà pure la visita alla località di Micene, legata alle memorie del poeta Omero, e di Epidauro, dove sorge il più maestoso tra i teatri di epoca antica. Il pellegrinaggio diocesano in Grecia rappresenta sicuramente la principale proposta per il 2019.

 

La Terra Santa

Ad aprile nella terra di Gesù anche quest’anno è organizzato un viaggio in Terra Santa, dal 2 al 9 aprile, con trasferimento in aereo. Il pellegrinaggio nella terra di Gesù, guidato da don Roberto Rota, porterà innanzitutto in Galilea, a Nazareth, per contemplare il mistero dell’Incarnazione. Sul monte Tabor i pellegrini potranno calarsi nell’evento evangelico della trasfigurazione. Prevista anche un’escursione sul lago di Tiberiade dove Gesù pronunciò il discorso delle Beatitudini. Tappe anche a Cafarnao (alla casa di Pietro e all’importante sito archeologico) e Tabga, dove secondo la tradizione avvenne il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Luoghi che ricordando miracoli e discorsi del Maestro, insieme alla chiamata degli Apostoli. L’itinerario continuerà poi a Betlemme sul luogo della nascita di Gesù. La conclusione del pellegrinaggio avverrà a Gerusalemme con la visita ai santuari e ai monumenti della città «tre volte santa» che ha al cuore la basilica della Risurrezione che conserva la roccia del Calvario e l’edicola del Santo Sepolcro. Per i pellegrini e non solo, presso l’agenzia ProfiloTour, è a disposizione il testo «Gerusalemme», un semplice strumento pensato proprio per chi compie la salita alla Città santa.

 

Orizzonti di fede

In alternativa, comunque, parecchie altre possibilità di pellegrinaggi e viaggi in cui non è certo l’aspetto turistico a farla da padrone. L’obiettivo di tutte queste proposte è incontrare popoli e culture, offrire opportunità di dialogo e incontro intorno ai valori che, lungo i secoli, hanno costruito le grandi civiltà. Con «Orizzonti di fede» c’è la possibilità di un turismo religioso capace di leggere i segni del sacro nella storia, nella cultura e nelle tradizioni di popoli anche lontani. Sei le proposte messe in cantiere quest’anno. A fine aprile si inizia da Lisbona: un millennio di storia tra architetture manueline e barocche in quartieri d’altri tempi. Dal 7 al 13 maggio viaggio nelle Fiandre, che saranno raggiunte dopo una tappa in Belgio, vero «cuore d’Europa» dal punto di vista geografico. L’itinerario prenderà avvio da Bruxelles, proseguendo per Bruges, Gand e Anversa. Poi l’Olanda con la visita a L’Aja e ad Amsterdam, naturalmente ammirando anche i tipici mulini a vento. A metà giugno si andrà in Friuli Venezia Giulia, alla scoperta delle sue perle artistiche e storiche grazie alla mescolanza di culture e influenze avvenute nel corso dei secoli. A fine settembre, dal 23 al 30, è prevista una intensa settimana in Polonia. Un vero e proprio itinerario attraverso la storia: Varsavia, Danzica, Breslavia, Czestochowa con il santuario della Madonna Nera, il campo di concentramento di Auschwitz, le Miniere di sale di Wieliczka e, per concludere, Cracovia. «Orizzonti di fede» condurrà anche, dall’8 al 17 ottobre, in Armenia e Georgia: terra di reminiscenze bibliche, dai richiami nostalgici di un passato glorioso, di aneliti di libertà e di lotte di sopravvivenza, di cime innevate, di laghi sospesi nell’azzurro, di ruvide pietre scolpite a merletto A metà novembre, infine, protagonista sarà l’India. Un mondo a parte, dove passato e presente convivono, tra spiritualità e pacifismo.

 

Escursioni giornaliere

Tra monasteri e città d’arte l ricco cartellone di proposte tra viaggi e pellegrinaggi, è arricchito anche da quattro escursioni giornaliere in Italia, alla volta di alcune città di particolare interesse storico–artistico e delle loro abbazie. Il 23 febbraio tappa a Modena e all’abbazia di Nonantola. Il 23 marzo visita ad Asti e all’abbazia di Vezzolano. Il 21 maggio la meta sarà la città di Trento con San Romedio e Sanzeno. Ultima proposta dopo l’estate, a Padova, il 21 settembre. Rimanendo sempre entro i confini nazionali, ad agosto, è in programma un interessante tour della Puglia.

 

I santuari mariani

Tra i pellegrinaggi del 2019 non mancano le classiche mete mariane.

In particolare dal 28 al 30 giugno il viaggio (in aereo) a Fatima, dove il 13 maggio 1917 la Vergine apparve a tre pastorelli.

Molteplici le possibilità di recarsi al santuario di Lourdes, in Francia, anche nell’ambito dell’anniversario della prima apparizione di Maria a Bernadette, avvenuta l’11 febbraio 1858. Ben sei i viaggi organizzati a Lourdes in giornata: il 25 marzo, l’11 maggio, il 19 giugno, il 16 luglio, il 13 settembre e il 16 ottobre. Presso lo stesso santuario ci sarà pure la possibilità di aderire a pellegrinaggi più lunghi, tra i due e i quattro giorni: dal 10 al 12 febbraio, dal 26 al 29 aprile, dal 15 al 16 maggio e dall’11 al 13 settembre.

Il 22 settembre si svolgerà il pellegrinaggio diocesano presieduto dal vescovo Napolioni all’inizio del nuovo anno pastorale a Caravaggio, al Santuario di Santa Maria del Fonte, patrona della diocesi insieme a sant’Omobono.

Sempre rimanendo sul territorio della diocesi di Cremona vi è la possibilità di farsi pellegrini su «La via dei Santuari», un percorso di fede che unisce Caravaggio a Casalmaggiore, passando per la città di Cremona, toccando i principali santuari mariani locali.

 

Informazioni e iscrizioni

Ogni informazione in merito alle proposte dell’Ufficio diocesano per la Pastorale del turismo è possibile contattare l’agenzia turistica ProfiloTours (cui è affidata la logistica dei viaggi) presso gli uffici di piazza S. Antonio Maria Zaccaria 2, a Cremona (tel. 0372–460592, e– mail info@profilotours.it) o sul sito www.profilotours.it

Da sottolineare, infine, che l’Ufficio di Pastorale del turismo, insieme alla ProfiloTours, è anche disposizione delle parrocchie e associazioni della diocesi il necessario supporto nell’organizzazione di escursioni o pellegrinaggi.

Ulteriori altre proposte uscendo dall’Italia, dal 1° all’8 luglio è prevista la visita alla Spagna del nord. Non mancano mete più lontane, come la Giordania ad aprile e il Vietnam a marzo. In preparazione anche le proposte che porteranno a visitare Istanbul e il Sud Africa.

 

Nel Giorno del Signore la presentazione di don Roberto Rota




Luoghi e musiche per l’anima

E’ disponibile presso l’Agenzia Viaggi e Turismo Profilotours – Piazza S. A. Maria Zaccaria 5 il recente volume “Luoghi e musiche per l’anima” di don Roberto Rota e Alessandro Zaini, con prefazione di Paola Bignardi, a cui è unito un Cd musicale.
Il testo, tradotto anche in inglese, presenta dieci itinerari in Europa, alla scoperta delle radici cristiane del nostro continente.




Anche i catechisti cremonesi a S. Pietro per l’incontro giubilare con il Papa

L’anno giubilare della misericordia ha visto protagonisti i catechisti di tutto il mondo. Tra loro anche una settantina che da varie parti della diocesi si sono recati in pellegrinaggio a Roma per ritrovare nel mistero della misericordia di Dio la sorgente del proprio ministero.

Punto culminante dei giorni romani è stata la celebrazione dell’Eucaristia presieduta da Papa Francesco domenica 25 settembre in piazza S. Pietro: ai catechisti ha chiesto di essere persone che non si trincerano, ma che sanno farsi portatori di gioia e speranza; uomini e donne che non distolgono lo sguardo da chi bussa alla loro porta e che non cercano il proprio interesse, ma generosi e pronti nel servizio.

Omelia di Papa Francesco

Per giungere preparati a questo incontro con il Papa e con i catechisti di tutto il mondo, i pellegrini cremonesi hanno percorso un lungo itinerario di preghiera e approfondimento.

Venerdì 23 settembre il gruppo diocesano ha percorso via della Conciliazione per attraversare la porta santa ritmando il cammino con salmi e canti: i catechisti che in tutta la storia hanno dato la vita per l’annuncio del Signore risorto sono stati la compagnia silenziosa ed eloquente al tempo stesso dei pellegrini, che si sono sentiti rinfrancati e sorretti nell’incontro con la misericordia di Dio.

Un lungo cammino, anche in termini di chilometri percorsi, ha occupato l’intera giornata di sabato 24 settembre, dedicata alla visita dell’Urbe e dei suoi tesori per scoprire nelle testimonianze artistiche e di fede della capitale un messaggio che ancora oggi interpella. I catechisti cremonesi hanno pregato Maria, madre di Dio e immagine della Chiesa madre, nella Basilica di S. Maria maggiore. Gli splendidi mosaici che la impreziosiscono hanno permesso di fare memoria della storia della salvezza, che vede tutti protagonisti, perché incamminati verso la Gerusalemme celeste. E la chiesa del Risorto, quella fatta da coloro che quotidianamente testimoniano la loro fede e vivono la sequela seguendo l’Agnello, pastore delle pecore, è stata visivamente regalata dai mosaici di S. Prassede, luogo dove è viva e vibrante anche la memoria dei martiri.

Significativo e provocante anche l’incontro con alcuni luoghi che parlano della vita della Chiesa: quella povera per i poveri a S. Carlo alle Quattro Fontane, quella che ha vissuto per secoli un rapporto ambiguo con il potere nei palazzi e nei monumenti voluti dai papi del periodo barocco, quella inquieta e in riforma del Caravaggio e del Borromini.

Non poteva mancare una sosta prolungata davanti alla vicenda dell’apostolo Matteo fissata sulla tela dal Caravaggio che con la sua Vocazione ha ricordato un passo degli Orientamenti della catechesi Incontriamo Gesù: “L’amore, in particolare, è l’irruzione di una gratuità di cui si ha assolutamente bisogno e che non si può affatto meritare: costituisce un venire nuovamente al mondo, un essere generati a una nuova identità nella linea della reciprocità. L’amore è uscita coraggiosa da sé, che ridefinisce chi si fida; è un andare verso gli altri e accoglierne la diversità, un superare, nell’incontro, l’incertezza della propria identità e la solitudine delle proprie sicurezze” (n. 39).

Tutta questa ricchezza si è fatta preghiera e ascolto nella Basilica di S. Paolo fuori le Mura dove quattro catechisti di diverse nazioni hanno raccontato la propria storia (un catechista del Mozambico che ha conosciuto il rapimento e la guerra; una giovane catecumena francese che ha incontrato una Chiesa dal volto accogliente; un sacerdote sordocieco impegnato perché tutti i disabili si sentano a casa nella comunità cristiana; un catechista italiano) e dove i pellegrini di tutto il mondo hanno elevato la preghiera del Vespro.

L’inizio di un nuovo anno catechistico non poteva essere più ricco e più stimolante.

Due i pullman partiti alla volta della Capitale. Il gruppo più consistente era quello della comunità di S. Agata e S. Ilario in Cremona, con il nuovo parroco don Irvano Maglia. Numerosi anche i caravaggini e il gruppo di Castelverde, con il parroco don Roberto Rota, responsabile del Segretariato diocesano pellegrinaggi, che ha guidato l’esperienza romana insieme all’incaricato diocesano per la Catechesi, don Luigi Donati Fogliazza. Tra le altre parrocchie che hanno preso parte al pellegrinaggio con alcuni catechisti Antegnate, Masano, Fornovo, Pandino, Ostiano, Gadesco, Dosimo, Calvatone e Rivarolo Mantovano.

Photogallery del pellegrinaggio




A marzo pellegrinaggio in Terra Santa con il vescovo Antonio. In agenda anche Fatima nel centenario delle apparizioni e il Santuario di Guadalupe

Pur non essendo ancora approntato il programma definitivo, sono già a disposizione tre itinerari di pellegrinaggio per la prima parte del 2017.

«Vale sempre la pena ricordare – afferma don Roberto Rota, responsabile del Segretariato diocesano pellegrinaggi – come la vita di ogni persona sia pellegrinaggio verso la meta ultima che è il Signore: i pellegrinaggi vogliono interpretare questa componente spirituale e offrire quegli elementi a sostegno della maturazione della fede, lungo il cammino terreno di ciascuno, a volte contrassegnato dal dolore e dalla sofferenza, ma sempre illuminato dalla speranza.

La Terra Santa, i Santuari mariani sono mete visibili, sono segni del sacro nel mondo di oggi: farsi pellegrini significa accogliere i segni di Dio e leggerli alla luce di una fede incarnata nella storia. Inoltre farsi pellegrini come chiesa cremonese vuol dire riconoscersi in questa comunità e condividere, pastore e fedeli, le gioie e le fatiche dell’annuncio del Vangelo».

 

TERRA SANTA
pellegrinaggio diocesano presieduto dal Vescovo Antonio 
dal 6 al 13 marzo

Il pellegrinaggio in Terra Santa, fortemente voluto e presieduto dal vescovo Antonio, vuole essere un ritorno nella terra di Gesù per una forte rimotivazione della fede in questo tempo di disorientamento.

«Ci siamo stati – ricorda don Rota – molte altre volte, l’ultima nel 2015 con il Vescovo Dante, quando abbiamo voluto il gemellaggio con la Parrocchia di Ramallah, ma è sempre emozionante ritornare in questa terra dove Gesù ha vissuto, percorsa da una ricerca faticosa della pace e della convivenza tra Ebrei, Musulmani e Cristiani».

L’itinerario classico porterà innanzitutto in Galilea a Nazaret, Cafarnao con il lago di Tiberiade, al Monte Tabor, luogo della Trasfigurazione e a Cana, dove si ricorda il miracolo delle nozze. Poi il trasferimento lungo la valle del Giordano in Giudea, a Betlemme la città della nascita di Gesù, a Gerusalemme con i luoghi della passione, morte e risurrezione del Signore. Non mancherà una visita a Ein Karem, legata ai ricordi del Battista, a Gerico e al deserto di Giuda con il sito di Qumaram e a Masada, roccaforte della difesa degli Ebrei contro l’invasione dei romani e allo Yad vashem, il memoriale dell’olocausto.

TerraSanta

 

FATIMA
partecipazione al pellegrinaggio nazionale, nel centenario delle apparizioni 
dal 12 al 15 giugno

Come è noto la Vergine Maria è apparsa a Fatima nel 1917, per sei volte, ai tre pastorelli Francesco, Giacinta e Lucia, originari del vicino villaggio di Aljustrel: ricorre dunque il centenario di quegli eventi prodigiosi.

All’epoca, Fatima era un piccolo e insignificante villaggio che ricordava l’antica presenza dei dominatori mori della penisola iberica. Oggi è un centro di spiritualità tra i più frequentati, denominato “l’altare del Portogallo” che vede sorgere attorno alla “Cova di Iria” la cappellina delle apparizioni, la basilica del Rosario e la recente basilica della Trinità.

L’itinerario porterà a partecipare alla veglia e alle celebrazioni del ricordo della seconda apparizione del 13 giugno e alla visita dei luoghi dei veggenti.

Nei restanti giorni è prevista l’escursione al convento del Cristo di Tomar, importante centro medievale, e una sosta a Lisbona per una breve visita ai principali monumenti: la torre di Belem, il monumento alle scoperte sulla riva del Tago, il monastero di los Geronimos, la Cattedrale patriarcale e la vicina chiesa sorta sulla casa natale di S. Antonio.

Fatima

 

SANTUARIO DI GUADALUPE E MESSICO PRE-COLOMBIANO
dal 24 aprile al 4 maggio

L’itinerario di 11 giorni porta a visitare Città del Messico, con la Piazza della Costituzione, detta Zocalo, la Cattedrale Metropolitana e il Palazzo Nazionale, al cui interno si trovano i meravigliosi murales di Diego Rivera che narrano la storia messicana. Cuore dell’itinerario sarà la visita alla Basilica di Nostra Signora di Guadalupe, il più famoso santuario dell’America latina, dove la Vergine Maria, apparve più volte a Juan Diego, di origine azteche tra il 9 al 12 dicembre 1531, lasciandovi impressa l’immagine sul suo mantello. Nel giro di un secolo, nel luogo delle apparizioni fu costruita  una piccola cappella, poi di una più grande, per giungere all’edificazione di un vero e proprio santuario, consacrato nel 1622, per approdare all’inaugurazione dell’odierna Basilica nel 1976. Juan Diego, il veggente, è stato canonizzato da Giovanni Paolo II il 31 Luglio del 2002.

Successivamente si visiteranno il centro archeologico di Teotihuacan, con le imponenti piramidi del Sole e della Luna collegate attraverso il Viale dei Morti al Tempio delle Farfalle, al Tempio di Quetzalcoatl e alla Cittadella.

Quindi il trasferimento a Tuxla Gutierrez e a San Cristobal de las Casas, dove si visiteranno il tipico mercato locale e la chiesa di Santo Domingo, in stile barocco.

Si proseguirà per Palenque, dove la folta vegetazione tropicale per secoli ha gelosamente custodito questa splendida città Maya, giunta a noi pressoché intatta, con il bellissimo Tempio del Sole, il Tempio delle Iscrizioni, il Tempio del Conte e il Tempio della Croce Laminata.

Poi Campeche, racchiusa tra possenti mura, capitale dell’omonimo Stato, dal tipico stile coloniale per la bellezza delle case patrizie e delle austere chiese.

Si raggiungerà quindi Uxmal, splendida città Maya nello Yucatán dove si potranno ammirare la Piramide dell’Indovino, il Palazzo del Governatore e il campo della pelota;  il gruppo proseguirà per Mérida, detta la Città Bianca, commistione di stili francese, italiano e arabo, con la Cattedrale, il Palazzo del Governo, il Palazzo Municipale e la Casa di Montejo.

Infine si visiterà il celebre sito archeologico di Chichen-Itzà con lo spettacolare Castello a forma di piramide sormontato dal tempio di Kukulcán, il campo da gioco della “pelota”, il Tempio dei Guerrieri, il Tempio delle Tigri e l’Osservatorio astronomico.

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Per ulteriori informazioni e iscrizioni contattare il Segretariato diocesano pellegrinaggi presso l’agenzia turistica ProfiloTours di piazza S. Antonio Maria Zaccaria 2, a Cremona (tel. 0372-460592; e-mail: profilocr@tin.it).




Il saluto del vescovo Antonio ai turisti per l’estate

Quest’anno, per la prima volta, il vescovo Antonio Napolioni, continuando una tradizione avviata dal suo predecessore fin dal 2009, ha indirizzato un messaggio di saluto ai turisti che transitano da Cremona o da altre località della Diocesi, prima tra tutte il Santuario di Caravaggio.

«Sappiamo che il turismo in diocesi è spesso un’esperienza “mordi e fuggi” – spiega don roberto Rota, responsabile dell’Ufficio diocesano per la Pastorale del turismo e del tempo libero – tuttavia è bello che questo semplice gesto di benvenuto possa giungere a tutti: per questo motivo la locandina che riporta il testo, tradotto anche in inglese, viene inviata a tutte le parrocchie e a tutti i santuari del territorio diocesano».

L’augurio è che che il turismo e le vacanze, come vera esperienza di “ricreazione”, possano trasformarsi, come ricorda il Vescovo, in un “cantiere di misericordia e di pace” per ciascuno, anche chi non può ritagliarsi un tempo adeguato di riposo.

 

Il saluto del Vescovo ai turisti

Un cordiale e fraterno benvenuto a quanti vengono nella nostra terra e ne visitano i luoghi più significativi, incontrando le tracce della vita di un popolo. Il tempo dell’estate è occasione propizia per il riposo e lo svago, che possono intelligentemente coniugarsi con l’arricchimento umano, culturale e spirituale. Credo che le nostre comunità cristiane, tradizionalmente educate all’accoglienza e al dialogo, sapranno aprirsi all’incontro con chi proviene da altre regioni d’Italia o dai diversi paesi del mondo, offrendo una generosa ospitalità e crescendo nello scambio di esperienze.

È l’estate dell’anno giubilare, dedicato da papa Francesco alla scoperta del volto di Dio misericordioso: la bellezza del creato, le grandi testimonianze dell’architettura e delle diverse arti, il fascino del silenzio… aiuteranno ad aprire il cuore all’esultanza spirituale, di chi si riconosce amato e benedetto, anche attraverso tutto ciò che lo circonda, soprattutto specchiandosi da fratello negli occhi di chi ha il dono di incontrare.

Così anche le vacanze possono diventare, per tutti, un cantiere di misericordia e di pace.

+ Antonio Napolioni
Vescovo di Cremona

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Dal 23 al 25 settembre i catechisti a Roma per il pellegrinaggio giubilare: conclusione con la Messa di Papa Francesco in piazza S. Pietro

Anche la diocesi di Cremona sarà presente a Roma alla fine di settembre per il Giubileo dei catechisti, che culminerà con la Messa presieduta da Papa Francesco in piazza S. Pietro la mattina di domenica 25 settembre. Per l’occasione l’Ufficio catechistico diocesano, attraverso il Segretariato diocesano pellegrinaggi, propone un pellegrinaggio a Roma dal 23 al 25 settembre. Le iscrizioni entro metà maggio presso l’agenzia turistica ProfiloTours.

La partenza è fissata la mattina di venerdì 23 settembre. Il viaggio avverrà in pullman con soste lungo il percorso e tempo a disposizione per il pranzo libero. Una volta giunto nella Capitale, il gruppo vivrà nel pellegrinaggio il cammino giubilare da Castel Sant’Angelo alla Basilica di San Pietro, dove varcherà la Porta Santa. A seguire la celebrazione dell’Eucaristia. Quindi la cena e il pernottamento in albergo 4 stelle in zona Aurelia.

La mattinata di sabato 24 settembre si aprirà quindi con la Messa. Poi i partecipanti saranno coinvolti in un percorso artistico di fede. In particolare nella mattinata l’attenzione si concentrerà sui quadri di Caravaggio per un approfondimento sul tema della misericordia di Dio e del suo essere il Dio-con-noi.

Dopo il pranzo in ristorante, il pomeriggio verterà sul tema della Chiesa. Ad aiutare l’approfondimento saranno i mosaici delle basiliche dell’Esquilino: Santa Maria Maggiore, Santa Prassede e Santa Pudenziana.

Alle 18 il gruppo cremonese convergerà quindi presso la basilica di San Giovanni in Laterano dove, insieme agli altri catechisti giunti a Roma per il Giubileo, parteciperà alla preghiera del Vespro con testimonianze. Al termine il trasferimento al ristorante per la cena.

A caratterizzare la terza giornata di pellegrinaggio sarà la Messa in Piazza San Pietro (ore 10) presieduta da Papa Francesco proprio in occasione del Giubileo dei Catechisti. Dopo l’Angelus, il pranzo in ristorante sarà l’ultimo momento romano prima della partenza per il viaggio di rientro.

La quota individuale di partecipazione è di 300 euro (minimo 50 paganti per pullman; 310 per minimo 40 paganti) con 100 euro di supplemento per la camera singola.

Informazioni e iscrizioni presso l’agenzia turistica ProfiloTours di piazza S. Antonio Maria Zaccaria 2 (tel. 0372-460592 – e-mail: profilocr@tin.it).

 

Il programma del pellegrinaggio




Perchè a Roma per l’anno santo

Con l’inizio dell’anno Santo della misericordia che il Papa ha voluto si celebrasse contemporaneamente a Roma e in tutto il mondo, nasce spontanea una domanda: perché ancora si va in pellegrinaggio a Roma?
Da sempre Roma è meta di pellegrinaggio, che si è modificato nelle modalità, nel corso dei secoli ma che ha sempre mantenuto la caratteristica di itinerario “sacro”. Vale la pena, allora, pur per sommi capi, ripercorrere questi due millenni cristiani per renderci conto dell’importanza e della insostituibilità della meta, segno e immagine di un’altra meta, “la Gerusalemme di lassù, che è nostra madre”, punto di arrivo definitivo del cammino di ogni credente.
Nel IV° secolo, terminato il periodo delle persecuzioni, nascono a Roma le grandi basiliche costantiniane sulle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo che diventano da subito richiamo, per tutta la cristianità; successivamente si aggiungeranno, come tappe del pellegrinaggio, il complesso del Laterano, con la Cattedrale “madre e capo di tutte le chiese” e S. Maria Maggiore, che, insieme, andranno a costituire il gruppo delle quattro basiliche papali, più significative. Nel corso dei secoli esse sono state ricostruite e abbellite, pur mantenendo inalterata la dedicazione: memorabili sono le vicende della costruzione del “nuovo” S. Pietro, tra il XVI° e il XVII° secolo, così come non si può dimenticare la ricostruzione di S. Paolo fuori le mura, dopo il pauroso incendio che la devastò quasi totalmente, nel 1823.
Quando la città di Roma perde l’importanza politica del tempo dell’impero, cresce il richiamo di figure straordinarie chiamate a reggere insieme le sorti della città e della chiesa universale: pensiamo che cosa hanno rappresentato i Papi Leone magno e Gregorio magno, difensori della fede e per questo, difensori della città, ricca delle memorie cristiane.
Il pellegrinaggio romeo si arricchisce ben presto di alcuni percorsi ufficiali che si snodano lungo la penisola, da nord a sud, quasi una preparazione al grande incontro: la cosiddetta via “Francigena”, le cui tappe sono descritte con dovizia di particolari da Sigerico, che, nominato Vescovo di Canterbury nel 990 da Papa Giovanni XV, giunge fino a Roma, attraverso il passo del S. Bernardo e toccando località come Fidenza, Lucca, Siena, per ricevere l’investitura direttamente dal Papa. Ma anche la via “romea” che, dalle terre germaniche, passando per Aquileia, Pomposa e Ravenna, giungeva pure a Roma per un altro itinerario.
Accanto alla venerazione per le memorie degli Apostoli il pellegrinaggio romeo si arricchisce di altri elementi tangibili, come le reliquie insigni, giunte a Roma dall’Oriente: quelle della passione del Signore, dalla vera croce, alla lancia di Longino, al velo della Veronica, quelle personali del Papa, custodite nel Sancta sanctorum del “patriarchio”, l’antica sede papale presso S. Giovanni e una moltitudine di icone bizantine, oggi venerate in tante chiese della città, scampate alla furia iconoclasta e alle successive vicende politiche dell’Oriente, culminate con la caduta di Costantinopoli del 1453, tra cui, la più nota di tutte, quella della “salus populi romani” di S. Maria Maggiore.
E arriviamo al primo anno santo della storia, il 1300, voluto da Bonifacio VIII, quando giungono a Roma folle di pellegrini, richiamati dal dono dell’indulgenza che il Papa annette al pellegrinaggio.
Così da quel lontano 1300 gli anni santi sono stati ritmati dal pellegrinaggio, rinnovato nelle modalità, ma sempre incentrato sulla visita dei luoghi santi di Roma; da ricordare l’iniziativa di S. Filippo Neri che, per l’anno santo del 1550, propone la visita alle 7 chiese: accanto alle quattro basiliche papali vengono aggiunte l’antica chiesa di S. Lorenzo al Verano, S. Sebastiano sulla via Appia e S. Croce in Gerusalemme.
Con la riscoperta delle catacombe, soprattutto quelle collocate lungo la via Appia, culminata nel XIX° secolo, il pellegrinaggio a Roma si arricchisce ulteriormente: la venerazione per i martiri antichi, come Agnese, Cecilia e Sebastiano, nei luoghi della loro sepoltura, che con gli Apostoli, colonne della chiesa, fanno di Roma una città-santuario, è invito a riscoprire la dimensione della testimonianza della fede, in tempi differenti ma che pur sempre necessitano di coerenza e di fedeltà incondizionata al Signore.
Dopo i periodi della rivoluzione francese e napoleonico, durante i quali i Papi vengono ridotti in una sostanziale schiavitù, l’andare a Roma, ha significato “vedere Pietro” ed esprimere al Papa il proprio affetto e la propria filiale devozione.
Per giungere così ai nostri giorni: la primavera della Chiesa del Concilio Vaticano II, Giovanni XXIII e Paolo VI, il lungo pontificato di Giovanni Paolo II ed oggi la ventata di entusiasmo e di simpatia che suscita in tutti Papa Francesco, sono gli elementi che connotano e riassumono l’andare a Roma da pellegrini per questo anno santo della misericordia: il sentirsi confermati nella fede da Pietro, “roccia della chiesa”, l’incontro con una Chiesa missionaria, di cui ci sentiamo membra vive, che dialoga con il mondo, che guarda con simpatia e insieme con preoccupazione gli uomini, spesso disorientati e confusi, alla ricerca di un senso della loro vita.
E’ dunque il respiro per l’universalità della chiesa – una, santa, cattolica ed apostolica – la componente attuale, forse preponderante, rafforzata da tutti gli elementi che hanno caratterizzato, lungo i secoli, il pellegrinaggio a Roma.
Nella nota pastorale Cei “venite saliamo sul monte del Signore” del 1998 vengono messe in luce le caratteristiche del vero pellegrinaggio, non più visto in termini devozionistici, dopo aver ricordato che “particolare rilievo assume il pellegrinaggio a Roma….verso la chiesa che presiede alla comunione”: il pellegrinaggio è anzitutto un cammino che esprime la ricerca di un significato religioso dell’esistenza, è una visita per rinfrancare la fede, è un commiato, una nostalgia per una permanenza definitiva presso il Signore che si compirà alla fine della vita.

Sac Roberto Rota




messaggio 2015

Anche quest’anno il vescovo Dante Lafranconi, secondo una piacevole consuetudine, ha indirizzato un messaggio a quanti, pellegrini e turisti, durante i mesi estivi faranno tappa sul territorio diocesano. L’attenzione va in particolare a Expo e a quanti compiranno la vista nell’ambito dell’esposizione universale. Il testo, tradotto anche in inglese, è stato affisso in tutti i luoghi di culto, soprattutto di alcune località di forte richiamo turistico.

Il testo del messaggio

A nome di tutta la Chiesa cremonese ringrazio e do il benvenuto a voi turisti che avete deciso di dedicare un po’ di tempo delle vostre vacanze per una visita alla nostra città e alla nostra terra o che giungete da noi in occasione di Expo 2015.

La fede cristiana delle generazioni passate ha lasciato traccia nella bellezza delle opere dell’arte e della cultura, tra cui spicca la tradizione liutaia e si armonizza con il paesaggio della nostra campagna disseminata di cascine, oggi per lo più spopolate, un tempo centri della produzione agricola e lattiero-casearia che oggi va assumendo caratteristiche sempre nuove.

Nutrire il pianeta – come recita il tema di Expo 2015 – è responsabilità solidale di ogni generazione umana; non si possono dimenticare i “popoli della fame” anzi, un autentico sviluppo, mentre favorisce l’accesso al cibo, non dimentica la dimensione spirituale della vita perché “non di solo pane vive l’uomo”.

+ Dante Lafranconi
Vescovo di Cremona