Papa Leone XIV cita (ancora) don Primo Mazzolari nel discorso all’Anci: “Il Paese non ha soltanto bisogno di case, strade e acquedotti…”

Un forte richiamo al servizio, alla responsabilità e alla fraternità ha caratterizzato l’intervento di Papa Leone XIV rivolto ai membri dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), pronunciato nella mattinata di lunedì 29 dicembre nella Sala Clementina. Nel corso del suo discorso, il Pontefice ha citato in modo esplicito un passo di don Primo Mazzolari, il sacerdote cremonese del Novecento che continua a ispirare pontefici e comunità ecclesiali per l’equilibrio tra Vangelo e impegno sociale.

Il discorso, rivolto agli amministratori locali nel cuore del tempo natalizio e al termine dell’anno giubilare, ha sviluppato una riflessione ampia sulla missione della politica come servizio responsabile alle persone e alle famiglie, sul bisogno di ascolto e prossimità, e sulle molteplici sfide che le comunità italiane affrontano: dalla crisi demografica alle solitudini, dai conflitti sociali all’emarginazione.

In questo orizzonte, Papa Leone ha voluto riportare alla mente dei presenti il pensiero di don Primo Mazzolari, in dialogo con altri grandi testimoni: «Don Primo Mazzolari, prete attento alla vita del suo popolo, scriveva che “il Paese non ha soltanto bisogno di fognature, di case, di strade, di acquedotti, di marciapiedi. Il Paese ha bisogno anche di una maniera di sentire, di vivere, una maniera di guardarsi, una maniera di affratellarsi”» (il passo è tratto dall’edizione critica de I discorsi, ed. Dehoniane Bologna 2006).

Questa citazione – collocata nel cuore del discorso pontificio – si inserisce in una sequenza di riferimenti non solo sociopolitici, ma spirituali e antropologici, con cui il Papa ha indicato una strada per ridare speranza, coesione e dignità alle comunità. «La coesione e l’armonia civica richiedono in primo luogo l’ascolto dei più piccoli e dei poveri: senza quest’impegno sociale – ha detto papa Prevost citando il suo predecessore – “la democrazia si atrofizza, diventa un nominalismo, una formalità, perde rappresentatività, va disincarnandosi perché lascia fuori il popolo nella sua lotta quotidiana per la dignità, nella costruzione del suo destino”. Sia davanti alle difficoltà sia rispetto alle occasioni di sviluppo, vi esorto a diventare maestri di dedizione al bene comune, favorendo un’alleanza sociale per la speranza».

Un richiamo a fare delle città non solo semplici aggregati urbani, ma “volti e storie da custodire come tesori preziosi”, e come chi governa debba farsi promotore di relazioni autentiche tra cittadini: «Carissimi – ha concluso – abbiate dunque il coraggio di offrire speranza alla gente, progettando insieme il miglior futuro per le vostre terre, nella logica di un’integrale promozione umana».

Il richiamo a don Primo Mazzolari si colloca nella lunga lista di citazioni pontificie che nei decenni hanno raccolto e rilanciato il messaggio profetico del sacerdote cremonese, interprete sensibile delle trasformazioni sociali dell’Italia e fervente assertore del valore della fraternità come principio costitutivo del vivere civile e cristiano. Lo stesso Papa Leone aveva già fatto riferimento al sacerdote originario di Cremona lo scorso giugno, indicandolo tra i grandi testimoni della Chiesa del Novecento nel corso dell’udienza con i sacerdoti della diocesi di Roma: «In tempi recenti – aveva detto in quell’occasione il Santo Padre – abbiamo avuto l’esempio di santi sacerdoti che hanno saputo coniugare la passione per la storia con l’annuncio del Vangelo, come don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani, profeti di pace e di giustizia».