1

Il Papa al convegno della diocesi di Roma cita Mazzolari

Papa Francesco cita don Primo Mazzolari. Lo fa giovedì 16 giugno 2016 all’interno del discorso di apertura del Convegno Ecclesiale della Diocesi di Roma nella Basilica di San Giovanni in Laterano.  Il tema del Convegno era incentrato sulla recente esortazione apostolica dedicata all’amore nella famiglia: «“La letizia dell’amore”: il cammino delle famiglie a Roma alla luce dell’Esortazione Apostolica Amoris laetitia di Papa Francesco».

La citazione è collocata all’interno del commento di Amoris Laetitia 308. Il Vangelo richiede di non giudicare e di non condannare, ma di assumere la compassione verso le fragilità umane. A questo punto papa Francesco ha aperto una parentesi per spiegare il concetto che la Chiesa non è tenuta a condannare:

«Mi è venuta tra le mani – voi la conoscete sicuramente – l’immagine di quel capitello della Basilica di Santa Maria Maddalena a Vézelay, nel Sud della Francia, dove incomincia il Cammino di Santiago: da una parte c’è Giuda, impiccato, con la lingua di fuori, e dall’altra parte del capitello c’è Gesù Buon Pastore che lo porta sulle spalle, lo porta con sé. È un mistero, questo. Ma questi medievali, che insegnavano la catechesi con le figure, avevano capito il mistero di Giuda. E Don Primo Mazzolari ha un bel discorso, un Giovedì Santo, su questo, un bel discorso. E’ un prete non di questa diocesi, ma dell’Italia. Un prete dell’Italia che ha capito bene questa complessità della logica del Vangelo. E quello che si è sporcato di più le mani è Gesù. Gesù si è sporcato di più. Non era uno “pulito”, ma andava dalla gente, tra la gente e prendeva la gente come era, non come doveva essere. Torniamo all’immagine biblica: “Ti ringrazio, Signore, perché sono dell’Azione Cattolica, o di questa associazione, o della Caritas, o di questo o di quello…, e non come questi che abitano nei quartieri e sono ladri e delinquenti e…”. Questo non aiuta la pastorale!»

Il riferimento esplicito è alla celeberrima predica del giovedì santo 3 aprile 1958, quando a Bozzolo Mazzolari tiene un discorso incentrato sulla figura di Giuda. Omelia recentemente pubblicata in un agile volume, curato da B. Bignami e G. Vecchio e edito da EDB, Misericordia per Giuda. Di fronte al mistero del male e alla decisione di Giuda di vendere il Cristo per trenta denari, don Primo non si è limitato a condannare Giuda, ma ha visto rispecchiato in lui la stessa debolezza e lo stesso peccato che abita il cuore di ogni uomo. Compito di Cristo, e quindi anche della Chiesa, non è di condannare, ma di chiamare a conversione.

La citazione mazzolariana all’interno del Convegno della diocesi di Roma conferma l’avvicinamento che si è consolidato in questi anni tra il papa venuto dalla fine del mondo e il parroco di Bozzolo. Il papa argentino ha potuto accostare alcuni testi di Mazzolari e vi ha trovato vicinanza di sguardi e affinità spirituali. Già lo scorso febbraio, in quaresima, infatti, aveva avuto modo di riflettere che Dio vuole salvare tutti, Pilato e Giuda compresi.

Tutto ciò fa molto piacere di questi tempi alla Fondazione Mazzolari di Bozzolo e alla diocesi di Cremona. Ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, fa capire che il parroco di Bozzolo ha avuto intuizioni che solo oggi, cinquant’anni dopo il Concilio Vaticano II, possiamo assaporare come profezie. La sua sofferenza per le incomprensioni subite alla metà del secolo scorso non è stata vana. Quando si dice che il tempo è superiore allo spazio…

don Bruno Bignami